21.COMBATTI IL DOLORE

LARA POV

Dolore, questo è quello che ho sentito in questi giorni, null'altro.
Ho perso la cognizione del tempo e non mi sono neanche resa conto di tutti i giorni che sono passati, non ho voluto sentire nessuno, mi sono isolata da tutto e da tutti e ad essere totalmente sincera non mi interessa più di tanto.

Mia nonna è distrutta, ma ha preso questa perdita meglio di me, ogni mattina si alza, fa le faccende domestiche e soprattutto si prende cura di me stimolandomi a fare qualcosa o quantomeno a reagire. Il fatto è che nella mia testa, credevo che una volta aver provato il dolore per una perdita importante, quella successiva sarebbe stata più facile da superare e invece... mi mangia viva esattamente come la prima volta, con l'aggravante che ora sono adulta e tutto è più amplificato.

Il funerale di mio nonno è stato straziante, per non parlare del fatto che eravamo forse dieci persone in totale compreso il sacerdote. Di familiari eravamo solo io e mia nonna ed è colpa mia, sempre e solo colpa mia. Se non fosse stato per me, loro avrebbero passato la loro vita a Monreale, circondati dalle persone che amavano e stimavano. Certo non sono la prima responsabile di tutto questo, ma ne sono la conseguenza, sono diventata la loro responsabilità primaria e mai una volta se ne sono lamentati, anzi tutt'altro, hanno sempre dimostrato estrema gioia per ogni singolo traguardo che sono riuscita a raggiungere contro ogni aspettativa, senza mai farmi pesare la minima cosa.

Continuo a guardare le siepi ed i colori vivaci dei fiori che mio nonno ha curato amorevolmente fino a qualche giorno prima che morisse e mi costringo a non piangere. In questi giorni non ho fatto altro e onestamente non ho più le forze neanche per fare quello. All'improvviso sento una presenza alle mie spalle, ma non mi volto, riconosco il suo profumo familiare e non voglio che veda in che stato sono in questo momento.

«Piccola mia?» mi chiama dolcemente mia nonna.

«Oh, ciao Nonna» rispondo continuando a darle le spalle.

Lei, probabilmente capendo la situazione mi si avvicina e posa la piccola mano sulla mia spalla. «Come ti senti tesoro?»

Cerco il coraggio per parlare e porto anche io la mia mano sulla spalla e stringo la sua debolmente. «Male nonna, non riesco a mentirti.»

Mia nonna, più caparbia che mai aumenta la stretta per poi lasciare la presa e mettersi proprio di fronte ai miei occhi. «Non va bene Lara, così non va bene davvero. Devi riprenderti, lo so che fa male, lo so che il nonno ti manca, ma lui non vorrebbe vederti così... lui vorrebbe vederti felice, vorrebbe che tu prendessi in mano la tua vita e facessi di essa cose incredibili, vorrebbe vedere il tuo magnifico sorriso che tanto ricorda quello di tua madre... ti vorrebbe felice amore» dice tutto d'un fiato non staccando mai gli occhi dai miei, mentre io sento il solito nodo alla gola che pian piano si sposta fino a far sfociare dai miei occhi altre lacrime.

«Nonna io...» mi asciugo una lacrima con il bordo della felpa «... non ci riesco, sento il cuore scoppiarmi, rivedo sempre il suo sorriso davanti agli occhi, sento ancora la sua voce nelle orecchie, non posso credere al fatto che non ci sia più.»

«Tesoro mio...» dice per poi prendere il mio viso tra le sue mani e minimizzare la distanza tra noi. «... voglio essere sincera con te. Questo dolore che senti, questi ricordi che hai di lui, soprattutto quelli degli ultimi istanti della sua vita non li dimenticherai mai, rimarranno impressi nella nostra mente per il resto della vita. Con questo non voglio spaventarti, anzi voglio che tu faccia del tuo dolore forza per andare avanti, voglio che tu non ti privi delle gioie che la vita potrebbe darti, imparerai a convivere con questa sofferenza e tornerai a sorridere, ne sono sicura» conclude con un mezzo sorriso dipinto in volto.

«Come puoi dire questo Nonna? Mamma è morta da dieci anni ed io ancora non ci sono riuscita, come puoi pensare anche solo minimamente che con il nonno sarà più facile?» Ormai è la disperazione a parlare, ma purtroppo è quello che penso. non riuscirò mai a rassegnarmi alla morte di mia madre.

«La tua mamma ce l'hanno portata via, è un discorso differente... lei avrebbe dovuto essere ancora qui con noi, non era arrivata la sua ora e qualcuno ha deciso per lei tesoro. L'ingiustizia rende più complicato tutto ed è impossibile paragonare le due cose. Il nonno era malato ed era giunta la sua ora e contro il ciclo della vita nessuno è riuscito a fare mai nulla.» Altre due lacrime scivolano sulle mie guance e le raccoglie con le sue dita, accarezzandomi poi il viso.« Tesoro, basta piangere, vieni qui e dai un abbraccio a tua nonna che ti vuole tanto bene e non può continuare a permettere che tu ti punisca in questa maniera.» Mi catapulto tra le sue braccia non appena termina l'ultima parola e la stringo così forte a me d'aver quasi paura di soffocarla, ma ne ho bisogno, ho bisogno di qualcuno che mi stia vicino, che mi faccia superare questi momenti così difficili e chi meglio di mia nonna? Lei è una delle poche persone  care che mi sono rimaste. Ora che ci penso, mi farebbe molto bene avere anche Nina qui con me. Sono una pessima amica, non l'ho chiamata neanche una volta e penso siano passati ormai più di dieci giorni dal mio arrivo qui in Italia. Sarà sicuramente adirata con me, si sentirà inutile e penserà che forse per me non è così importante come credeva, ma non è così. Non l'ho chiamata non perché non volessi, semplicemente non avevo la forza e lo spirito di accendere il telefono e parlare del mio dolore con una persona che non poteva neanche abbracciarmi come avrei voluto. Ho paura che con questo mio modo di affrontare la situazione, abbia messo in qualche modo in pericolo e in discussione la nostra amicizia e solo il pensiero mi logora dentro. «Lara, sei ancora qui con me?» mi chiede mia nonna distraendomi dai miei pensieri masochisti.

«Sì nonna, stavo solo pensando» le rispondo, ma sono ancora nel mio mondo.

«Pensavi a qualcosa di non molto bello dalla tua espressione.»

«Sì, di certo non era un pensiero positivo.»

Nonna Clarissa, improvvisamente agitata, si allontana da me sciogliendo del tutto il nostro abbraccio e comincia a guardare ovunque tranne che me. « A proposito di pensieri tesoro, non voglio innervosirti ma sai... avendo passato questi momenti così difficili e ragionando sul fatto che non sappiamo mai quale potrebbe essere il nostro ultimo giorno di vita su questa terra, pensavo che forse potresti andare a trovarlo» dice per poi abbassare lo sguardo sulle sue scarpe.

«Nonna, ti prego dimmi che non stai parlando di lui.» Non può veramente parlarmi di quell'uomo in questo momento.

«Sai benissimo di chi sto parlando , e penso seriamente che sia arrivato il momento di parlargli e magari perdonarlo , la sua vita lì non è facile e non vederti da così tanti anni penso lo stia distruggendo dentro.»

«Ti prego chiudiamo immediatamente questo discorso, nulla mi convincerà nonna... nulla!» le dico in modo poco delicato e quasi me ne pento vedendo la sua espressione affranta.

«Io capisco il tuo rancore , ma il giorno che non ci sarà più avrai dei rimorsi immensi , ti conosco , conosco la ragazza dolce e sensibile che sei e so per certo che se dovesse capitargli qualcosa, tu ne soffriresti molto e non te lo perdoneresti mai.»

Le sue parole hanno colpito il punto che dovevano colpire e in un attimo ho provato ad immedesimarmi nella prospettiva delle sue parole e onestamente ha ragione, ma quello che pare non capire ora è che per me non è facile per niente mettere da parte il mio orgoglio e fare finta di niente. «Ok, non posso prometterti che lo farò, ma sicuramente ci penserò, d'accordo?» le dico più per chiudere la discussione che per altro.

«Questo è già un passo avanti.»

Sì un passo avanti che non credo di essere pronta a fare, solo pensare a questa persona mi provoca l'orticaria e così tanta rabbia da non riuscire neanche a quantificarla. Capisco quello che vuol dire mia nonna, ma al momento non credo sia il passo giusto da fare soprattutto ora che non sono nello stato emotivo ideale, qualsiasi cosa mi direbbe o farebbe, non riuscirei a vederla con la giusta ottica, sono ancora troppo arrabbiata e gli porto un rancore così grande che pensare ad un possibile perdono mi è quasi impossibile.

Dopo il discorso con mia nonna, non dico di aver ripreso pienamente in mano la mia vita , ma ho capito che per andare avanti devo darmi forza, per me, ma soprattutto per lei che non si merita questo mio atteggiamento, anzi, merita che qualcuno le stia vicino, perché nonostante le parole di incoraggiamento, so bene che il suo dolore è grande esattamente come il mio.

Sono passate le ore e sono arrivata alla conclusione che chiamare Nina sia il primo passo per tornare ad essere me stessa, così dopo quindici minuti persi a cercare il mio cellulare, lo accendo e faccio partire la chiamata alla mia migliore amica, sperando che lei ancora mi reputi tale.

Alla prima chiamata non risponde ma calcolando che sono solo le 22:00pm, probabilmente sarà impegnata nel lavoro, così ripongo il telefono sul comodino e attendo con ansia che mi richiami.
Non passa molto tempo che la vibrazione del mio telefono mi fa trasalire dai miei pensieri e mi precipito a raccoglierlo per poi rispondere senza neanche pensarci troppo. «Pronto?» Dall'altro capo del telefono un silenzio tombale mi fa salire l'ansia dritta al cervello.

«Brutta , bruttissima disgraziata che fine hai fatto? Come hai potuto sparire per tutto questo tempo? Come hai potuto farmi questo Lara? Ti prego dimmi almeno che stai bene , che non ti è successo nulla, ti prego» dice Nina tutto d'un fiato e il mio senso di colpa cresce a dismisura. Non riesco a risponderle, mi manca il fiato e lacrime di  dispiacere cominciano a bagnarmi il viso.  «Lara? ci sei?» Mi sfugge un singhiozzo carico di dolore. «Lara, ti prego, parla mi stai facendo preoccupare.» La sua voce è allarmata e io provo a respirare profondamente per cercare la forza di parlare.

«Nina, mi...mi dispiace, io...mio nonno, lui è...è....» La voce è arrivata, ma in balia del panico e del dolore fusi in un'unica cosa.

«Tesoro, calmati, non sto capendo nulla, cosa è successo a tuo nonno?»

Reprimo un altro singhiozzo. «Lui... lui è morto Nina, mi ha lasciata , ci ha lasciate per sempre» riesco a dirle queste parole ed in realtà, pronunciandole ad alta voce, mi rendo conto che è la prima volta che lo faccio per davvero e in un attimo è come se fossi tornata alla realtà dal mio oblio personale.

«Oddio tesoro mio , mi dispiace da morire, nel biglietto mi hai scritto che stava male, ma non credevo così tanto. Dimmi dove sei, prendo il primo aereo e ti raggiungo , hai bisogno di conforto ed io ho bisogno di abbracciarti e stringerti a me.»

Vorrei tanto dirle dove sono, vorrei davvero che mi raggiungesse e mi stringesse tra le sue braccia , perché al momento nessuno come lei riuscirebbe a tranquillizzarmi e a ridare luce alla mia vita così oscura in questo periodo , ma non posso, non posso dirle dove mi trovo , non posso dirlo a nessuno. Probabilmente pensa che io sia a Milano, come d'altronde tutti quelli che mi conoscono sanno, ma la verità è ben diversa ora. «Nina, non hai idea di quanto ti vorrei qui con me, ma in questo momento non è possibile , la mia situazione è un po' complicata, Ti prometto però che tornerò presto, ho solo bisogno di stare un altro po' con mia nonna, cerca di capirmi.»

«Ok Lara , non posso dirti che questa tua decisione mi faccia piacere, ma la rispetto , ti chiedo solo di tornare il prima possibile e soprattutto di non chiuderti in te stessa , ti prego chiamami quando vuoi , se non vuoi parlare scrivimi, io sono sempre a tua disposizione e lo sai.» Sulle ultime parole la sua voce si incrina e ancora una volta le lacrime tornano a farmi visita.

«Te lo prometto, non sparirò, lo sai che non posso stare lontana da te, ti voglio bene Nina e perdonami se puoi, io non avevo la forza neanche di alzarmi al mattino» le dico per poi avvicinarmi alla finestra della mia stanza e mi incanto con una delle lune più belle che abbia mai visto.

«Se avessi saputo quello che mi hai appena detto di certo non avrei avuto questa sfuriata con te, anzi. A proposito Lara, sai Nathan da quando sei andata via è venuto qui tutti i giorni per avere tue notizie e ad esserti sincera per me è stata dura non dirgli quello che sapevo, penso che dovresti chiamarlo e rassicurarlo sembra davvero dispiaciuto e disperato all'idea che tu l'abbia lasciato... perdonami se tocco questo argomento ora, ma mi sembrava giusto informarti di questa cosa.»

Nathan, l'ho pensato in questi giorni e ad essere sincera, mi portava solo altra inquietudine e sono arrivata a minacciare me stessa per non pensarlo. «No, non è il momento! Ora non ho bisogno di altri pensieri e di altri problemi, lui è stato molto chiaro, mi ha mandata via ed io l'ho fatto. Certo, non nel modo che avrei voluto, ma sono andata via e deve farsene una ragione. Nina, sia chiaro, io ammetto di non essere molto dalla parte della ragione, ma il suo atteggiamento non mi è piaciuto affatto , avremmo potuto affrontare l'argomento in un secondo momento invece ha preferito mandarmi via, io rispetto la sua decisione e lui deve rispettare la mia, quindi ti prego di non dirgli nulla, non sono emotivamente pronta a lui.» Ovviamente so che lei non è d'accordo con questa mia decisione, lo deduco dal fatto che stia parlando poco e probabilmente si sta sforzando per non esplodere.

«Va bene, tu sai quello che penso e non voglio ripeterlo, anche perchè non voglio farti innervosire, ma sai meglio di me che Nathan non si arrenderà così facilmente, lui ti vuole sua Lara.»

Le ultime sue parole mi sparano una marea di brividi lungo la spina dorsale e scacciare il pensiero delle sue mani su di me, del suo sorriso, dei suoi occhi così taglienti è davvero complicato.

E ci credo, ma l'hai visto bene? Guarda chi si rivede dopo giorni di buio torale, la mia coscienza spigliata. Che fine hai fatto? Soffrivo anche io Lara e ho pensato che non avessi bisogno delle mie battute spigolose e crudeli, ma ora sono tornata, pronta a risollevarti dal buco nero in cui ti sei cacciata. Tu sei tornata perché hai sentito il nome di Nathan dopo tanti giorni. Baccata!

«Ripeto se ne farà una ragione, per tutto questo tempo ha vissuto senza me ed ora non credo di essere diventata la sua unica ragione di vita, vedrai che arriverà subito un'altra donna a sostituirmi.»

Da uno a dieci quanto ti hanno fatto tremare il cuore queste tue parole? Non esiste scala di misura. Appunto!

« Io non ne sarei così sicura» insiste Nina.

«Va bene, adesso Nina devo salutarti è stata una giornata dura e ho proprio bisogno di riposare , mi ha fatto davvero piacere sentirti , mi sei mancata così tanto.» Ed è vero. Se avessi saputo che parlare con lei mi avrebbe risollevato così il morale, l'avrei chiamata dal primo giorno, invece che torturarmi psicologicamente e fisicamente, ma nella mia mente chissà cosa è scattato.

«Mi sei mancata anche tu piccolina, torna presto ti prego. Ti auguro una buonanotte tesoro.»

«Buonanotte, ci sentiamo il prima possibile.» Chiudo il telefono e devo ammettere che questi minuti passati al telefono con lei, hanno liberato di poco la mia mente dai pensieri negativi, ma d'altra parte un macigno ancora più grande mi si è posto sul petto... Nathan. Il pensiero che sia andato tutti questi giorni a casa nostra in qualche modo mi rende felice, ma sono consapevole che tra noi le cose non potrebbero mai essere normali ,proprio per i nostri caratteri così differenti.  Comunque ora meglio non pensarci, se sarà destino una volta tornata a Londra avremo modo di confrontarci e magari anche di chiarire.

Mi addormento così con mille pensieri e mille domande che mi girovagano per la testa.

Il mattino seguente mi sveglio tremendamente in ritardo , avevo chiesto ad Enrico di accompagnarmi a fare delle commissioni , ma nel caos ho completamente dimenticato di impostare la sveglia e ora mi ritrovo a correre a destra e sinistra per cercare di sbrigarmi il prima possibile.

Adesso Nina non c'è a sabotarti la sveglia, a chi darai la colpa? Zitta e tieni questo sarcasmo di pessimo livello per te. Tanto lo so che mi ami. Come no.

infilo una maglietta di cotone nero ed un pantalone di jeans dello stesso colore insieme un paio di stivaletti e una giacca di pelle, In pratica con i capelli sciolti e lisci. ho l'area della Maddalena piangente in lutto. Non mi trucco, un po' per mancanza di tempo e un po' perché sinceramente non ne ho la minima voglia, esco dalla stanza a passo svelto e mi dirigo verso la cucina come una furia, ma quando arrivo sotto l'arco della porta, mi fermo di scatto rischiando di cadere bruscamente e spalanco la bocca completamente sconvolta da quello che mi trovo davanti agli occhi: Nathan seduto al tavolo che mi dà le spalle con lo sguardo rivolto verso Enrico che lo fissa in maniera poco amichevole.

Il nostro autista, accortosi della mia presenza interrompe il contatto visivo con Nathan e punta gli occhi nella mia direzione, lanciandomi uno sguardo di fuoco . Nathan probabilmente incuriosito, si volta nella mia direzione e dopo dodici giorni che a me sembrano una vita, i nostri occhi si scontrano nella maniera più potente possibile. Io resto completamente paralizzata, non riesco neanche a deviare lo sguardo e lui pare non abbia la minima intenzione di darmi spiegazioni, mi guarda dalla testa ai piedi finché poi non fissa di nuovo gli occhi nei miei. Il nostro gioco del silenzio, fatto solo di sguardi, viene interrotto dalla figura di Enrico che si piazza tra di noi.

«Signorina, ha una spiegazione per questo?» mi chiede provando a mantenere la calma, ma dalla vena che pulsa sulla sua fronte, capisco chiaramente che potrebbe implodere da un momento all'altro. 

«Io... Io...»

Lara? Ricominciamo con il verso dell'asino? Sicurezza donna!

«Ha almeno idea di chi sia questo signore?» continua il mio cazziatone personale ed io piego leggermente la testa di lato, ma riesco solo a vedere la spalla di Nathan.

«Si, lui... si...»  

«Non parli a monosillabi e mi dia una spiegazione»

Nathan, probabilmente stufo di questo interrogatorio, si alza in piedi e superando Enrico prova a raggiungermi, ma viene trattenuto dall'uomo incazzato che pare non voglia demordere. Ghiaccioman fissa la mano posta sul suo braccio in cagnesco e con un gesto secco se ne libera. «Non c'è bisogno di mettermi le mani addosso» gli dice a denti stretti e io credo di stare per svenire.

«L'ho trovato qui fuori che curiosava e dopo avermi detto che era qui per lei l'ho invitato ad entrare per avere spiegazioni che ancora tardano ad arrivare» dice ignorando completamente l'aria minatoria di Nathan. Quest'uomo è davvero coraggioso.

«Dire che mi ha invitato ad entrare è un eufemismo , diciamo che mi ci ha costretto ed io che avevo tutto l'interesse di entrare gliel'ho permesso, Comunque giusto per informazione sono il suo fidanzato.»

Enrico diventa rosso come un pomodoro maturo e torna a guardarmi con un'area mista tra il sorpreso e l'irritato, so quello che pensa e non potrei dargli torto, ma sono innocente, non avrei mai osato rivelare la mia posizione a nessuno conoscendo la gravità della situazione.

Ti sei resa conto di quello che ha detto almeno? Che? Ha detto che è il tuo fidanzato. CHE? Oh Santo cielo, Dio aiutami.

«Enrico, non guardarmi così non è come sembra. Lascia che ci parli e poi ti darò una spiegazione, devo capirci prima qualcosa io.»

«Non ho la minima intenzione di lasciarla sola con quest'uomo, per di più a breve rientrerà sua nonna.»

«Ti prego Enrico, mi ci vorranno solo dieci minuti, promesso.»

Lui ci guarda ancora cercando di valutare la situazione , ma vedendo il mio sguardo in qualche modo si convince e a passo lento si allontana verso la porta d'ingresso che dà sulla veranda e una volta arrivato sotto l'arco si ferma raccomandandosi che sarebbe mancato solo dieci minuti, dopodiché sarebbe rientrato.
Una volta uscito avanzo di un passo e Nathan di riflesso fa lo stesso, così prima che possa anche solo sfiorarmi mi fermo e con la mano interrompo qualsiasi possibile contatto. «Come diavolo hai fatto a trovarmi?» gli chiedo contenendo la voce, poiché se solo urlassi Enrico entrerebbe armato.

«Come diavolo hai fatto ad andare via e sparire completamente?» controbatte la montagna umana.

«Io, non devo darti spiegazioni e poi che ti interessa? Mi hai mandata via tu ricordi?» Le parole mi escono con molto più astio di quello che pensavo e lui pare incassare il colpo.

«Ricordo di aver fatto un terribile errore , ma ricordo anche la tua ostinazione nel tenere nascosta la nostra storia...Il che mi ha fatto andare fuori di binario»

Ignoro la parte iniziale e bella della sua frase per orgoglio. «Non hai risposto alla mia domanda. Come hai fatto a trovarmi? Non dirmi che c'entra di nuovo Nina? Questa volta non potrei perdonarla.»

«Nina questa volta non c'entra nulla, ti ho trovata grazie al tuo cellulare o meglio grazie a te che ti sei decisa ad accenderlo dopo undici lunghissimi giorni.»

Spalanco gli occhi per la sorpresa e comincio a scuotere la testa lentamente, come se fossi una pazza. «Dimmi che non è vero, mi hai fatta rintracciare, Nathan?»

Lui annuisce tranquillo e incrocia le braccia al petto. «Era l'unico modo, puoi credermi o meno ma io stavo impazzendo, non solo ad averti lontano ma soprattutto a non sapere che fine avessi fatto e a non conoscere il motivo per il quale tu fossi scappata via senza neanche darmi la possibilità di spiegarti la situazione. Perché sei sparita? Ti ho sempre reputata una ragazza sincera e coraggiosa, pensavo che fossi in grado di affrontare le situazioni, invece sei scappata e questo mi fa rivalutare molto il pensiero che avevo di te.»

Assumo la sua stessa posizione e ammetto si sentirmi un po' ridicola«Scusa? Mi stai dando della codarda per caso?»

«In breve... si» risponde secco.

Sento il sangue salirmi dritto al cervello e per un attimo penso che possa schizzarmi fuori dalle orecchie. «Tu... tu non sai niente, non puoi permetterti di dirmi queste cose e offendermi in questa maniera , non sai quello che ho passato, non sai niente ok?» Entrambi facciamo un altro passo in avanti, si vede lontano un chilometro che entrambi siamo sull'orlo di una crisi di nervi.

«Io dico quello che ho visto e che ho vissuto , quella che dovrebbe essere la mia fidanzata è sparita dopo la prima discussione o meglio dopo la prima discussione da fidanzati senza darmi una spiegazione , se proprio ne hai una allora dovresti darmela.»

Questa volta cammino solo io, mi precipito su di lui con i pugni chiusi e comincio a scontrarli con foga sul suo petto. La rabbia, la peggiore che avessi mai provato mi possiede completamente e non riesco a tirarla fuori dal mio corpo. «Mio nonno è morto OK? Ti basta come spiegazione? L'uomo che più amavo al mondo mi ha lasciata, basta come spiegazione o non è abbastanza?» Nathan evidentemente sorpreso mi blocca le braccia con le mani e mi tira contro il suo petto. Comincia ad accarezzarmi i capelli in modo confortevole ed io mi lascio andare ad un pianto liberatorio lasciandomi ricadere le braccia lungo fianchi. Dopo minuti che a me sembrano ore, Nathan mi solleva il mento e fa incatenare i nostri occhi.

«Mi dispiace da morire  Lara, io sono qui, se mi vuoi resterò al tuo fianco.»Annuisco e mi distanzio da lui, raccolgo un fazzoletto posto sul tavolo e mi asciugo il viso. 

Come promesso Enrico rientra in cucina accompagnato da mia nonna che ci osserva con fare incuriosito ed io entro nel panico totale. «Tesoro, chi è questo ragazzo?» mi chiede con fare molto tranquillo.

Sposto lo sguardo su tutti i presenti nella stanza e mi rendo conto che sono tutti con lo sguardo rivolto verso di me. Porca Trota. «Lui...lui è il mio... fidanzato... nonna.» Un moto di felicità mi si irradia nel petto nel pronunciare queste parole ed il sorriso dolce di Nathan mi dà il colpo di gioia finale.

ANGOLO AUTRICE:

CAPITOLO REVISIONATO IN DATA 06/10/2018

13/11/2017
Ciao ragazzi prima di tutto volevo ringraziare tutti voi per le 3110 visualizzazioni e le 870 stelline, io ancora non posso credere di aver raggiunto queste cifre dopo neanche 2 mesi, vi adoroooooo.
Comunque come promesso eccomi qui con un capitolo più lungo rispetto la norma, cosa ne pensate?
Lara tornerà a casa?
Finalmente i nostri protagonisti troveranno la loro serenità?
Fatemi sapere cosa ne pensate con taaaanti commenti e se il capitolo vi è piaciuto lasciatemi una stellina❤️.
Ps.Come detto in precedenza io odio minacce del tipo " mettetemi tot stelline o non aggiorno" e giuro che non mi presterò mai a questi modi di fare, ma se credete che questa storia meriti, consigliatela ad amici, parenti ed anche ai nemici 😂😂😂, facciamola girare insomma.
Vi saluto e vi do appuntamento al prossimo lunedì❤️💋

Tantissimi auguri di buon compleanno ad Evangelin13 , una delle mie lettrici più affezionate, passa una giornata felice... un bacione grandeeeee💋💋💋💋❤️❤️❤️

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