18.RABBIA TRA NOI

LARA POV

Sono completamente in preda al nervosismo e stringo il giornale in maniera troppo forte, così forte da stritolarlo nelle mani.
Alzo la testa e gli sguardi dei miei colleghi continuano a bruciarmi viva, tranne quello di Nina, lei sorride sotto i baffi, ma io non ci vedo nulla da ridere, così presa dalla frenesia del momento, afferro il giornale e con tutta la rabbia che ho in corpo mi dirigo verso l'ufficio di Nathan. Una volta dentro, non ci trovo nessuno, ma decido di aspettarlo comunque seduta dietro sua scrivania.

Credi di intimorirlo con l'atteggiamento alla Montgomery Burns? Non vorrei deludere le tue aspettative, ma non credo sia il tipo da intimorirsi in generale. Conoscerà una Lara della quale avrà timore. Te lo posso assicurare.

Dopo circa venti minuti sento aprirsi la porta dell'ufficio e la figura di Nathan, in tutto il suo splendore, fasciata da un completo grigio mi si presenta davanti. Con la mano destra regge il telefono, è chiaramente impegnato in una conversazione, ma non appena mi vede si lascia andare ad un sorriso grandissimo e chiude la conversazione liquidando il suo interlocutore in men che non si dica.
Mi si avvicina e quando prova ad carezzarmi la guancia, scaccio via la mano con uno schiaffo e mi alzo in piedi sbattendogli sul petto il giornale incriminato. Lui è lì difronte a me impietrito, ma non per timore, probabilmente starà valutando la mia reazione e mi fissa molto intensamente senza degnarsi di abbassare lo sguardo per vedere ciò che  ho incollato al suo corpo con una mano. «Che c'è non parli?» gli chiedo seria. Lui continua a guardarmi attentamente e resta nella sua posizione.               

«Ero impegnato in una conversazione importante...»

«A me non interessa, io...» lo interrompo, ma lui più caparbio che mai, mi ricambia con la stessa moneta.

«Lasciami finire. Ero impegnato in una conversazione importante e complicata, così tanto da avermi fatto precipitare l'umore sotto i piedi. Sono arrivato qui irritato al massimo, ma quando ti ho vista, qui nel mio ufficio, il nervosismo stranamente è svanito facendo spazio a sensazioni positive, così positive da farmi liquidare uno dei miei più importanti collaboratori e tu la prima cosa che fai è aggredirmi colpendomi con...» prende il mio polso dal suo petto e lo solleva all'altezza dei suoi occhi facendomi sentire una marionetta nelle sue mani «... un giornale di gossip dove...» prende il giornale lasciandomi andare il polso a peso morto«... la nostra immagine è stampata in primo piano, anzi rettifico, una nostra bella foto direi» conclude tranquillo.

Io allibita per tutta questa pacatezza lo guardo in cagnesco. «Nathan, mi stai prendendo in giro? Me l'hanno fatta trovare i miei colleghi, nonché tuoi dipendenti, sul banco qui fuori, facendomi una sparata assurda. Mi hanno fatta sentire infida nei loro riguardi, tutto perché mi sono lasciata convincere a venire ad un party pieno di giornalisti. Era questo che volevo evitare quando ti chiesto di non dire nulla di noi» gli dico tutto d'un fiato con voce tremante. Nathan con l'espressione più seria che gli abbia mai visto, fa il giro della scrivania e si siede al suo posto costringendomi di conseguenza a voltarmi nella sua direzione. «Ti ostini a non dire nulla?»

«Non dico nulla perché le cose che vorrei dirti non ti piacerebbero» mi dice per poi posare le mani sulla superficie di cristallo.

«Non importa, io voglio che tu mi risponda!»

Insisti eh? Giuro che se poi ti metti a piangere per la pesantezza delle sue parole, ti do il resto. Zitta! Devo concentrarmi sulle sue parole, non ho tempo di tollerare anche la mia coscienza ribelle.

Lui, sicuro annuisce. «Bene, Lara io non sono un uomo ripetitivo e non ti ho promesso che quello che c'è tra di noi sarebbe rimasto un segreto, ho semplicemente acconsentito al fatto che non avrei detto nulla di mia spontanea volontà e così è stato. Tu un giorno mi facesti un discorso proprio a riguardo dei gossip, ricordi?»

«Si, ricordo tutto» rispondo secca alla sua domanda, non sapendo dove voglia andare a parare.

«Esatto.E ricordi anche cosa ti risposi io?»

Queste domande retoriche stanno cominciando a rivoltarmi i nervi. «Che purtroppo anche tu sei vittima del gossip.»

«Perfetto, quindi tu sapevi a cosa andavi incontro. Lara io per te mi sono aperto, ti ho lasciato entrare nella mia vita in una maniera che non avevo mai sperimentato prima, cos'altro posso fare?»

Io capisco il suo ragionamento e capisco anche il grande passo avanti che abbia fatto per me, ma come posso convivere con questa situazione ora? «Nathan, tu non capisci, come posso restare in queste condizioni?» gli chiedo disperata.

«Quali condizioni? Tu sei la mia donna ed io sono il capo, non devo dare conto a nessuno.» Lo dice con una semplicità che mi mette i brividi. Deve essere abituato ad avere sempre tutto e tutti al proprio servizio, quindi immedesimarsi nei miei panni gli deve essere impossibile.

«Beh, forse siamo andati troppo di fretta e abbiamo sbagliato, infondo da quanto ci conosciamo? dieci giorni?» Non appena termino la frase un senso di colpa mi invade il petto e lo sguardo di Nathan passa in un secondo dal serio all'irritato, per non dire arrabbiato, dato che in un attimo si alza facendo stridere la sedia al pavimento. Questa reazione è così inaspettata che mi costringe a retrocedere di un passo.

«Non posso credere al fatto che tu stia parlando sul serio. Mi hai fatto polemiche su polemiche quando ti dissi che quello che stava succedendo tra noi fosse un'errore e ora tu mi stai dicendo la stessa cosa con formula differente?» Non sta urlando, ma la rabbia nelle sue parole è chiara e diretta.

«Non volevo dire questo.»

«Oh, io non lo so cosa volevi dire, ma so per certo quello che hai detto e non mi sta bene per niente. Non vuoi avere problemi con i tuoi colleghi? Ok, ma non chiedermi di nascondere la nostra storia come se fossimo due ragazzini perché non è possibile e anche se lo fosse non voglio farlo.»

Disperata dalla situazione mi porto le mani tra i capelli e cerco di districarli con fare nervoso. «Nathan, Dio mio, perché non capisci la mia situazione?»

Lui mi si avvicina di un passo e punta le sue iridi infuocate ancora più profondamente nelle mie. «Io non devo capire assolutamente nient'altro, sono stufo di questa discussione, ti sei pentita di quello successo tra noi ? Allora vai via!» Mi pietrifico sul posto, completamente sconvolta da quello che mi ha appena detto. «Mi hai già dato la lettera di dimissioni, facciamo finta che siano passati i giorni del preavviso e vai via ora.»

Si, mi sta proprio cacciando, dopo quello che abbiamo passato tra ieri e questa mattina, lui mi sta cacciando. Cosa ti aspettavi? Ti rendi conto che ha ragione? Non voglio ascoltarti, non voglio ascoltare nessuno.

Con gli occhi colmi di lacrime, retrocedo ancora e devio lo sguardo dal suo viso, fa davvero troppo male. «Va bene, addio Nathan.» Corro verso la porta e raggiungo gli spogliatoi dove carico quanta più roba possibile nella borsa, infilo la giacca e mi dirigo verso l'uscita. Nessuno mi ferma, lui non mi ferma e ne resto completamente delusa.

Attraverso la zona del banco a testa bassa per non dare soddisfazioni a nessuno e una volta fuori vengo trattenuta dal polso da Nina che mi ha raggiunta con l'affanno. «Dove credi di andare?»

«Via Nina , vado via da questo posto.»

«Non puoi andare via per quei quattro cretini, avanti Lara» mi dice per poi cercare di tirarmi dentro, ma io oppongo resistenza, restando fissa nella mia posizione.

«Oh, ma io non vado via per loro, vado via perché Nathan mi ha cacciata» gli dico a denti stretti.

«COSA?» urla e sul suo volto leggo chiaramente la confusione.

«Hai capito benissimo, mi ha cacciata perché è stanco di me che mi ostino a voler tenere la nostra storia segreta.»

Nina mi guarda in modo strano e la rabbia iniziale che le avevo visto crescere nei confronti di Nathan, svanisce in un secondo. «Lara, ha ragione lui questa volta» decreta schietta.

«COSA?» questa volta sono io ad urlare e mi sento abbastanza cretina per questo.

Lei con delicatezza mi lascia andare il polso e mi si avvicina per poi portare la sua mano sulla mia spalla. «Lui ha ragione Lara, si è lasciato andare per te, l'ho visto cambiare sotto i miei occhi, quindi cerca di metterti nei suoi panni.»

«No! Ti interrompo subito. Non voglio sentire nient'altro, ora torno a casa, ho bisogno di stare tranquilla per conto mio» le dico fredda. La verità è che da Nina, non mi sarei mai aspettata queste parole, è sempre stata dalla mia parte ed ora... mi sento tradita anche da lei.

«Lara, non chiuderti in te stessa.»

Ignoro le sue parole e le do le spalle, devo davvero allontanarmi da tutto questo. «Ciao Nina.»

«Lara?»mi chiama, ma io la ignoro proseguendo per la mia strada. Mi dispiace Nina, sei una buona amica, ma oggi non mi sei per niente d'aiuto.

Arrivo a casa con gli occhi trapelanti di lacrime, mi butto sul divano e scoppio in un pianto liberatorio. Sono arrabbiata, tremendamente arrabbiata con lui, ma anche con me stessa perché so benissimo di avere dei problemi, sono sempre stata sola e sono alle prime armi sull'argomento relazioni per cui non so come comportarmi, ma lui... lui mi ha mandata via. Io gli concedo una parte importantissima di me stessa e lui mi manda via così facilmente come se nulla fosse successo.

Mi sta bene, tutto questo mi sta davvero bene, come ho potuto pensare anche solo per un minuto che quell'uomo avrebbe provato per me qualcosa a lungo termine? Sono un'illusa. Non per infierire, ma hai fatto davvero tutto tu e lo sai benissimo, solo che ammetterlo per te è la cosa più complicata al mondo.

Un bel bagno caldo di mezzanotte era proprio quello che ci voleva. Non posso certo dire che mi sento meglio, ma quanto meno per mezz'ora ho lasciato che l'acqua bollente sciogliesse la mia tensione. Una volta infilato il pigiama, mi dirigo verso la mia stanza, quando il rumore del citofono mi distrae dalla mia mia missione depressiva che comprendeva un'ora di pianto nel calore del mio letto. Nervosa come non mai, raggiungo il citofono a passo svelto. «Nina, non ti sopporto più dove hai lasciato le chiavi?» le chiedo in modo brusco, convinta che dall'altro capo ci sia lei, ma il silenzio che regna dall'apparecchio, comincia a farmene dubitare. «Nina?»

«Lara, sono Nathan.» Per la sorpresa, mi cade il citofono dalle mani e immediatamente lo ritiro su inacidendomi ancora di più. «Vai via, non abbiamo nulla da dirci.»

«Lascia che io salga e chiariamo la situazione.»

«Nathan, non c'è nulla di che parlare, mi hai mandata via ed io l'ho fatto, punto.»Non so come, ma le parole mi stanno uscendo dure, senza la ben che minima inclinazione, anche se infondo vorrei urlare, arrabbiarmi, piangere e sfogare così tutta la mia ira repressa.

«Lara, io ero arrabbiato... tu...»

«Ti prego di non insistere, non aprirò questo portone. Vai a casa Nathan, mi dimenticherai presto.» Chiudo il citofono senza dargli il tempo di rispondere e corro nella mia stanza sommergendomi nelle coperte e cerco in tutti i modi di dormire per non pensare al casino che è la mia vita.

Proprio quando sono ad un passo dal sonno profondo la suoneria fastidiosissima del mio cellulare mi fa ritornare nel mondo reale è spaventata a morte afferro il telefono senza guardare il display. «Nathan, ti ho detto di lasciarmi in pace.» Ma dall'altro capo del telefono non è la voce di Nathan a risuonare nelle mie orecchie.

«Tesoro mio.» Il cuore comincia a battere così forte che pare voglia esplodermi nel petto.

«Nonna?» le chiedo impaurita al massimo.

«Si, sono io Lara.»

«Nonna che succede? Perché mi chiami a quest'ora?» Mia nonna è sempre stata una donna forte, ma un singhiozzo invade i miei timpani e la mia agitazione aumenta ancora di più. «Nonna, ti prego calmati, dimmi cosa succede, ti prego.»

«Il nonno, il nonno non sta bene... ha bisogno di te» mi dice con un filo di voce e so benissimo che si sta trattenendo.

«Cosa è successo? Nonna cosa ha il nonno?» le chiedo agitata, mentre sento il mio cuore disintegrarsi sempre di più ogni secondo che passa.

«Sta andando via piccola mia, sta andando via.»

Il mondo mi si ferma in un attimo, non esiste più nulla, non penso più a nulla, il mio unico pensiero è rivolto esclusivamente all'uomo più importante della mia vita, all'uomo che mi ha dato la possibilità di avere una vita vera.

ANGOLO AUTRICE:

CAPITOLO REVISIONATO IN DATA 22/09/2018

29/10/2017

Eccomi qui... mi aspettavate per caso? 😂😂😂
Per prima cosa volevo ringraziare tutti voi perché in esattamente 39 giorni mi avete fatto raggiungere le bellissime somme di 2050 visualizzazioni, 664 stelle e 632 commenti... VI AMO ❤️
Passiamo invece alla storia, il capitolo è un po' corto rispetto gli altri, questo perché è una parte di passaggio ad un capitolo molto molto importante per me, dove racconterò un qualcosa che in qualche modo ha toccato me personalmente.
Comunque cosa ne pensate del primo vero litigio di coppia dei nostri protagonisti? Io sinceramente questa volta sono dalla parte di Nathan. E dai piccolì, si può sapere che vuoi di più da questo grande e grosso ragazzo?
Scrivetemi tanti commentini, fatemi tante domandine e se vi è piaciuto lasciatemi anche una stellina ❤️😘❤️😘

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Vi piace l'Australia?
Ve lo chiedo perché vorrei proporvi una delle storie più belle che sto leggendo in questo momento. L'autrice (Niki_Rose ) scrive in maniera incredibile, la sua storia d'amore ti prende davvero in maniera assoluta.
Vi consiglio vivamente di andare a conoscere la giovane Scarlett e il bellissimo Samuel non ve ne pentirete.
Aaaaaah un attimo mi sono dimenticata di Brooke, lei dovete assolutamente conoscerla anche perché somiglia a qualcuno della mia storia che voi tutte adorate.
"IMPREVEDIBILE "è il titolo, passateci e fatemi sapere se questa mia proposta è stata gradita.

Ora vi saluto e vi do appuntamento a giovedì 2 novembre non un nuovissimo ed emozionantissimo capitolo... un bacione mega galattico 💋💋💋

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