LARA POV
La mia prima volta. Come molte, ho sempre pensato a come sarebbe potuta essere e con chi l'avrei vissuta. La immaginavo dolce, romantica e con quantità industriali di coccole ed invece è stata passionale, intensa e focosa. Attenzione! Con questo non voglio dire che non mi sia piaciuta o che lui sia stato rude nei miei confronti, ma ho imparato che non sempre questo genere di cose vanno come credi, addirittura nel mio caso sono andate anche meglio.
Ora sono qui, in questo enorme letto ad osservare questa montagna umana che dorme beatamente e devo ammettere che in questo momento non incute timore come suo solito, anzi, oserei dire che risulta essere molto dolce. È come se in questo momento non indossasse la maschera di ferro che porta quotidianamente e mi piace terribilmente.
Secondo me ti piace anche quando la indossa. Si, ma questi sono dettagli. Ammetti che un po' ti piace essere sottomessa da lui. Questo mai! Sarò timida, insicura e ingenua, ma non ho mai permesso a nessuno di prevalere sulla mia persona senza lottare.
Ad un tratto la vibrazione di un telefono mi distrae ed io capendo già chi potrebbe essere, mi alzo di scatto dal letto e raccolgo la borsetta dal pavimento. Afferrato il cellulare, resto completamente sconvolta guardando lo schermo: ventitre chiamate da Nina e almeno dieci messaggi, in cui mi scriveva che fine avessi fatto, che era preoccupata, che mi odiava e che se mi fosse successo qualcosa e fossi sopravvissuta mi avrebbe uccisa lei.
Cacchio! Ho dimenticato di avvisarla. Digito subito un messaggio per rassicurarla e dicendole dove fossi e che a breve sarei rientrata.
Ti scuoierà viva e darà le tue interiora in pasto alla sua coscienza. Tu certo che sei brava a farmi venire l'ansia. Io sono realista Lara.
Scuoto la testa, come a voler cacciare via i cattivi pensieri, mi infilo la sua camicia in tutta fretta e l'abbottono nel miglior modo possibile, riscontrando alla fine che mi va così grande da sembrare un vestito. Raccolgo i miei vestiti in tutta fetta e non trovando una busta, li accumulo ad un angolo, me li farò recapitare in un secondo momento.
Vuoi davvero uscire così? Non posso di certo rimettermi quel vestito e poi sono coperta. Sembri una che ha appena fatto sesso e stranamente è così, quindi se quell'armadio dovesse accorgersi delle tue condizioni, non credo che sarebbe felice di sapere che girovaghi per Londra con quella tenuta post sesso. Ma puoi stare zitta una santa volta?
Mi avvicino a Nathan con lentezza e stando attenta a non svegliarlo e gli lascio un bacio sulla fronte per salutarlo, ma mentre sto per allontanarmi, mi afferra il polso e mi spinge sopra di lui per poi invertire le posizioni ritrovandomelo di sopra.
Sei spacciata!
Confusa per il gesto repentino e affannata per lo spavento, alzo lo sguardo e mi rendo conto che i suoi occhi al mattino sono ancora più verdi e intensi ed il discorso che ho fatto poco prima sulla sua dolcezza mente dorme precipita in men che non si dica.
«Dove credi di andare?» mi chiede non distogliendo un solo attimo gli occhi dai miei.
«Io... io... beh, io credevo di tornare a casa, ieri non ho avvisato Nina e credo sia impazzita per la preoccupazione» rispondo balbettando e per niente sicura di me e di certo la sua figura piazzatami sopra e i suoi occhi assassini non mi aiutano.
«E pensavi di andare via mentre dormivo, ma soprattutto senza salutarmi?»
«Ma ti ho salutato, cioè ti ho baciato la fronte, non volevo svegliarti... dormivi così bene.»
Nathan, assottiglia gli occhi e se possibile fa aumentare ancora di più il mio battito cardiaco. «Cosa ti fa pensare che un bacio sulla fronte, per me possa essere un saluto come si deve?»dice per poi spostare il suo sguardo sulle mie labbra e mordendosi il suo inferiore, facendo scoppiare la guerra nel mio corpo. Solo Dio sa quanto vorrei morderglielo io in questo momento.
Aspetta che? Sto impazzendo. No tesoro, questo è l'effetto che ha l'argento su di te. La smetti di fare sto paragone? Non so se ti rendi conto che è squallido e per di più mi viene da pensare ai film di Dario argento, quindi smettila.
«E poi... credevi che ti avrei permesso di uscire sola per la strada in queste condizioni?» mi dice con voce roca e con la mano arriva al primo bottone della mia camicia e lo sbottona.
«Ad essere sincera, non è poi così corta, tra noi ci sono più di venti centimetri di differenza e non so, forse trenta-quaranta chili? Poi credevo che il vestito di ieri avrebbe dato più nell'occhio e...» Non riesco a terminare la frase che le sue labbra si incollano alle mie in un bacio così intenso da togliermi il fiato. Le sue mani toccano ogni punto del mio corpo e in un attimo mi ritrovo con soli gli slip addosso. «Nathan, ti prego, ho bisogno di una doccia. Ieri sai io... insomma lo sai che era la mia prima volta e insomma sai cosa è successo. Ora mi sento terribilmente in imbarazzo... ho davvero bisogno di una doccia.»
Mi guarda ed il suo sguardo non promette niente di buono. Con la mano destra, lentamente, arriva all'oro della mia mutandina «hai detto doccia? Come lei desidera.» In un gesto fulmineo mi strappa gli slip ed io resto completamente allibita da ciò che è appena successo, finché ad un certo punto mi sento sollevare dal letto come se fossi una bambola e con me tra le braccia si avvia verso il suo bagno privato. «Ecco una bella doccia tutta per noi» decreta infine.
«Nathan, mi hai appena strappato le uniche mutande che avevo?» chiedo mentre mi posa sul mobile di marmo, al fianco del lavandino.
«Colpevole!» La sua ironia, ma soprattutto il suo buon umore mi è nuovo e nonostante io pensi che sia un pazzo demolitore di biancheria, devo ammettere che mi piace anche questo suo lato.
«Ok, io queste cose le ho lette solo sui libri. Come cavolo hai fatto?» gli chiedo mentre continuo ad osservare il tessuto lacerato che ha tra le mani.
«Non ci pensare, non è importante. In questo momento ci sono cose più importanti a cui pensare»
Si allontana di un passo e solo ora mi rendo conto che è completamente nudo. Dire che lo sto guardando come se fossi una maniaca è poco, infatti lui resosene conto, mi regala un altro dei sui maliziosissimi sorrisi, per poi voltarsi e darmi le spalle per aprire l'acqua nella cabina doccia più grande che io abbia mai visto. Una volta raggiunta la temperatura ideale, mi porge la mano e una volta afferrata mi trascina con lui all'interno di questa navicella spaziale che rilascia getti di acqua caldi in maniera perfetta.
«Sai Nathan, non mi sento molto a mio agio in questo momento.»
Il momento si stava facendo troppo hot e tu dovevi per forza rovinarlo vero?
«Non devi avere vergogna di me, io sono qui per farti passare ogni genere di disagio che può crearsi tra noi, voglio farti scoprire il bello della tua sessualità e per fare questo ho bisogno che tu ti fida di me.» Detto questo mi avvolge tra le sue braccia e comincia ad accarezzarmi e a baciarmi. Le sensazioni che mi regala hanno dell'incredibile, lui è incredibile.
Dopo la doccia, ci siamo lasciati andare ad un altro momento di passione, ma questa volta è stato dolcissimo. Se la prima volta c'è stata l'esigenza di averci da parte di entrabi, questa volta ci siamo lasciati andare alle emozioni. Ogni singolo bacio, ogni singola carezza, i nostri respiri mischiati all'unisono. Era tutto perfetto, lui era perfetto, ma sentivo di aver dimenticato qualcosa. «CAVOLO NINA!» mi alzo di scatto dal letto e comincio a guardarmi intorno completamente nel panico.
«Nina cosa?» mi chiede confuso, osservandomi mentre cammino per la stanza come una disperata.
«Devo andare Natha, ore fa le ho detto che stavo arrivando, poi te mi hai distratta e niente, mi sono dimenticata un'altra volta di avvertirla»
Che poi alla fine sei arrivata davvero, quindi non può dire che hai mentito. Devi lavarti la bocca, pervertita! Io non ho la bocca, sono un'essere invisibile o crederai alla favola di pinocchio? No, perché se mi immagini come un grillo, puoi ritenermi offesa.
«Va bene, tranquilla ti accompagno io.» La voce di Nathan, mi distrae dalle follie che troppo spesso si svolgono nella mia testa ed io annuisco riconoscente per poi raccogliere la camicia dal letto e infilarmela.
Cioè, tu te ne stavi andando in giro per la stanza con le tette ballonzolanti? Le coprivo con le mani. Da quando le tue piccole mani, bastano per coprirle?
«Cosa fai?» mi chiede non muovendosi di un solo centimetro.
«Nathan, mi sto vestendo. Non ho robe e mi hai anche rotto l'unica mutanda che avevo.»
«Apri quel cassetto.» Mi indica un mobile posto di fronte al letto. Lo osservo titubante per poi avvicinarmi ed aprirlo.
Al suo interno trovo una quantità industriale di completini intimi, li osservo sconvolta, almeno finché colta dal nervosismo non mi volto verso di lui con la potenza di un tornado. «E questi cosa sarebbero? Pezzi che lasciano qui le tue amanti? Nathan, non ci posso credere che tu possa solo pensare che io metterò questa roba. Mi hai anche mentito dicendomi che sono stata l'unica che hai portato qui. Come hai potuto?»
«Lara, guarda bene» mi dice serio e tranquillo.
«Cosa devo guardare? Devo contarli per capire quante donne hai portato qui?» mi volto e con una mano prendo una manciata di indumenti per poi tornare a guardarlo. «Ecco, cosa devo guardare?» gli chiedo, mentre numerosi cartellini cominciano a penzolare di fronte ai miei occhi e quella strana sensazione che precede una figura di merda si fa viva dentro di me.
«Controlla le taglie.» Comincio ad osservare per bene la roba che ho tra le mani e mi rendo conto che siano tutti per la mia portata. «Bene, ora controlla nel cassetto sotto.» Mi volto e faccio come mi dice, trovandoci dentro una serie di pantaloni di ogni genere. «Apri il terzo» insiste e una volta aperto vedo una serie di magliette disposte per colore. «Nella cabina armadio troverai anche delle giacche per te.»
Sono sconvolta, letteralmente sconvolta e a stento riesco a formulare una frase di senso compiuto. «È... è tutto nuovo» dico colpevole, mentre penso ad un modo per scomparire velocemente dalla faccia della terra.
«Esatto!»
«Ma...»
«Vuoi sapere quando le ho prese e come conosco le tue taglie?» mi chiede senza che neanche abbia formulato la domanda.
«Si.»
Vai Lara continua a rispondere a monosillabi che non sembri per nulla cretina. Cosa vuoi che gli dica? Ormai il dado è tratto.
«Ieri ho mandato un messaggio alla mia governante e le ho chiesto di fare un po' di shopping per te. Ovviamente non sapevo che non ne avessi bisogno, l'ho scoperto solo poche ore dopo a quel negozio. Le tue misure le conosco perché sono salvate nei documenti per le divise, mentre quelle intime... beh ho buon occhio» mi spiega serio e sicuro di se, facendomi sentire ancora più cretina se possibile.
«Ma... ma...»
«Come facevo a sapere che avresti passato la notte con me?» mi chiede ancora ed io annuisco lievemente. «Chiamalo sesto senso.»
«Perché hai comprato tutte queste cose?» gli chiedo dopo che un regalo arrivato direttamente dal cielo, mi fa riacquistare la voce.
Lui, si alza dal letto e si lega l'asciugamano alla vita per poi avvicinarsi e fermarsi a trenta centimetri da me.«Perché voglio sperare che questa non sia l'ultima volta che tu resti da me» dice in maniera forse troppo sexy mentre mi accarezza il viso e istintivamente, mi spunta un sorriso sulle labbra.
«Grazie Nathan, ma non dovevi.»
«Certo che dovevo, ora rivestiamoci che dobbiamo andare, Nina ti aspetta.» Così dicendo, si allontana e sparisce nella sua cabina armadio.
Una volta pronti, raggiungiamo il garage per prendere la sua adorata mustang e partiamo in direzione di casa mia. Durante il viaggio, abbiamo affrontato un po' di discorsi generali ed è andato tutto bene fino a quando non ho posto una semplice domanda. «Quindi, essendo italiana tua madre e facendo tu tanti viaggi in Italia, conosci la mia lingua?» gli chiedo osservando attentamente il suo profilo. In un attimo la sua espressione si è irrigidita e le sue mani sono così contratte al volante.
«Conosco molto bene la tua lingua, ma non parliamone.» Il modo in cui mi si è rivolto non è stato di certo garbato, ma oltrepasso la cosa, per evitare di rovinare i bellissimi momenti passati insieme.
Arriviamo sotto il mio portone senza neanche rendermene conto, mi volto e gli bacio la guancia in segno di saluto.
«A stasera, Lara.»
«A stasera.» Esco dalla macchina in tutta fretta e una volta raggiunto l'appartamento trovo Nina ad aspettarmi all'ingresso con le braccia sui fianchi e un' espressione furiosa. Cavolo mi sento tanto una bimba colta in fallo. «Tu... razza di piccola squilibrata che diavolo di fine hai fatto? Sono stata sveglia tutta la notte, ti ho chiamata almeno 20 volte, cosa cavolo hai in quella testa?»
«Nina, calmati ero con Nathan» le dico con calma sorridendole, sperando che funzioni per tranquillizzarla.
«Su questo non avevo alcun dubbio, ma non mi hai avvisata e ho pensato cose bruttissime. Cose del tipo che ti avesse rapita e sottomessa a determinate perversioni inimmaginabili, contro la tua volontà.» Spalanco la bocca per l'assurdità delle sue parole.
«COSA?» urlo sconvolta e lei alza gli occhi al cielo per poi sbuffarmi in faccia.
«Oh insomma Lara, sai benissimo che sono una ragazza paranoica.»
«Certo che lo so, ma non credevo così tanto. Comunque non ha fatto nulla contro la mia volontà.»
Come se avessi detto la cosa più interessante del mondo, cambia completamente espressione e mi si avvicina pericolosamente. «STAI DICENDO CHE VOI DUE?...» Non termina la frase, ma comincia a farmi una serie di occhiolini e comincio a pensare che le sia venuto un tic nervoso «... insomma voi due...»
Stanca di questo teatrino l'afferro dalle spalle «Nina smettila, siamo stati insieme si» le confesso severa.
«AAAH» urla come se avesse visto un mostro ripugnante e il cuore mi schizza fuori dalle orecchie.
«AAAH COSA C'È?» urlo di conseguenza, spaventata a morte.
«LA MIA DOLCE E PICCOLA AMICA È DIVENTATA UNA DONNA A TUTTI GLI EFFETTI» continua ad urlare battendo le mai.
«TU SEI PAZZA NINA, MI HAI FATTO PRENDERE UN COLPO» le dico quasi con rabbia per poi andarmi a sedere sul divano. Credo mi abbia fatto perdere dieci anni di vita oggi.
«Oh piccolina, devi raccontarmi subito ogni cosa, tipo immediatamente.»
Adesso fa la delicata? Prima ci fa morire e poi torna a fare la gattina curiosa?
«Non ti racconterò i dettagli della mia prima notte con Nathan, puoi scordartelo. Dovrai accontentarti di quello che sarò disposta a dirti.»
«Affare fatto.»
Si trascina sul divano e con la testa mi fa segno di cominciare. Le racconto delle mie emozioni, le sensazioni provate fino ad arrivare alla cassettiera piena di vestiti che ha preparato per me. La sua espressione è incredibile, si tiene il viso tra le mani ed un sorriso da ebete rende il tutto ancora più comico. «Nina, ma che faccia che hai?» le chiedo per poi scoppiare a ridere, coinvolgendo anche lei.
«È solo che la vostra storia mi appassiona sempre di più ed io aspetto un nuovo aggiornamento ogni volta che finisci di raccontarmi un pezzo della vostra storia» mi dice realmente emozionata.
«A me fa piacere parlarne con te.»
«A me piace che tu lo faccia.» Ci scambiamo un abbraccio carico di affetto, quando ad un tratto si allontana tenendomi per le spalle. «A proposito, mi ha chiamata Mark dicendomi quello che hai combinato al party. Sono morta dal ridere.»
«Guarda, non farmici pensare, ho fatto una figuraccia tremenda e sto cercando di dimenticarla» le dico ricordando la scena per poi scuotere le spalle colta dal brivido della vergogna.
«Amica mia, io ti adoro e avrei fatto sicuramente lo stesso o forse avrei fatto peggio. Si probabilmente avrei fatto di peggio>>
Altre risate, altri abbracci e altri racconti hanno caratterizzato la nostra giornata. Nina per me è la sorella che non ho mai avuto e senza lei non riesco ad immaginare come sarebbe stata la mia vita qui a Londra.
Giunta la sera e indossata la nuova divisa composta da un pantalone aderente nero una camicia bianca, un gilè nero dello stesso tessuto del pantalone e degli stivali con tacco quadrato neri, ci avviamo verso il Silver e una volta dentro, tutti i nostri colleghi che parlavano animatamente si ammutoliscono e cominciano a guardarmi in una maniera che non mi piace affatto. Avanzo nella loro direzione e incrocio lo sguardo irritato di Jane per poi passare a Raoul che abbassa immediatamente lo sguardo e per finire arrivo a Clare che sbatte qualcosa sul banco per poi rivolgersi a me con astio. «Complimenti Lara, ora ci è tutto chiaro.»
Mi avvicino nella sua direzione confusa e quello che trovo sul banco mi fa salire il sangue dritto alla testa. Un giornale di gossip dove in prima pagina è stampata la foto mia e di Nathan al party di ieri. Comincio a tremare per il nervosismo e nella mia testa si formula un solo pensiero, ovvero quello che restare qui ormai è diventato quasi impossibile. Presto mi sarei trovata a dover dire addio al Silver e a tutti i loro componenti.
ANGOLO AUTRICE:
CAPITOLO REVISIONATO IN DATA 20/09/2018
26/10/2017
Ciao coccoletti dolciiiii , ecco un nuovissimo aggiornamento, fatemi sapere cosa ne pensate con tanti commentini e se vi è piaciuto lasciatemi anche una stellina. Volevo ringraziare tutti voi per le quasi 1700 visualizzazioni e le passate 500 stelle, non immaginate quanto questo m renda felice e mi auguro con tutta me stessa che continuino ad aumentare. Vi saluto e vi do appuntamento a lunedì 29 con il prossimo aggiornamento. bacioni megagalattici a tutti💋💋💋❤️❤️❤️
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