10.IL COMPLOTTO
LARA POV
Stupida Lara, stupidissima Lara. Come ho fatto a non sentire la sveglia? Forse non l'hai sentita perché in fin dei conti non è importante quello che devi fare, non credi? Muta devi stare. Ogni tanto ti esce l'accento siciliano, sei così carina.
Scuoto la testa, come per voler scacciare via la vocina fastidiosa che mi ronza nella testa e girando la testa verso l'orologio, mi rendo conto che sono le 11:30 am e ho appuntamento con Raoul alle 12:00 ad un ristorante. Non riuscirò mai ad arrivare in tempo. Tendenzialmente sono una ragazza molto puntuale, ma oggi non riesco a spiegarmi davvero come sia successo.
Corro per casa come un grillo saltellante, raccogliendo le cose utili per preparami, dopodiché passo a farmi una doccia super veloce, mi vesto e decido che truccarsi oggi non sia una priorità. Indosso un jeans chiaro, una maglietta corta a maniche lunghe azzurra che mi lascia un po' di pancia scoperta e delle converse dello stesso colore, nessun accessorio nessun gioiello niente di niente. A stento riesco a prendere il giacchettino di pelle bianco. Proprio mentre sto per mettere il piede fuori casa sento la voce di Nina che mi richiama.
«Lara hai fatto tardi?»
Mi volto per guardarla e mi rendo conto che lei invece è già tutta arzilla e composta. «Ma no, che dici. Una vera donna deve farsi aspettare, per cui ho pensato che dovessi rispettare anche io la regola. Ovvio che ho fatto tardi, ti prego non prendertela ma devo correre via.»
Lei mi sorride e con la mano mi fa segno di andare. «Non me la prendo tranquilla, per qualsiasi cosa chiamami.»
Qualsiasi cosa che? Decido di non soffermarmici più di tanto e comincio a correre verso le scale. «GRAZIE TESORO, CI VEDIAMO DOPO, CIAOO» le urlo come una squilibrata.
Grazie al cielo ho trovato un taxi sotto casa, ero così meravigliata quando l'ho visto che pareva stessi avendo un'allucinazione, non potevo credere che io, Lara Ferrari, la donna italiana più sfortunata di Londra potessi avere un colpo di fortuna. Comunque, non per smorzare il mio entusiarmo ma a prescindere sono in ritardissimo, il mio orologio segna le 12:22, se dovesse infastidirsi di questa cosa o andare via, non potrei che compatirlo.
Dopo poco meno di dieci minuti in taxi arrivo fuori il Marianne, un ristorante francese molto IN da queste parti e giusto per l'appunto, io odio la cucina francese, ma Raoul quando me l'ha proposto ne era così entusiasta che mi sentivo male a negarglielo. Una volta pagata la corsa, mi dirigo all'ingresso ed un Raoul bellissimo e sorridente mi accoglie come se non fosse successo nulla. «Hola chica,pensavo non saresti più venuta.»
Colta in fallo, incrocio le dita delle mani, come se stessi pregando e lo fisso negli occhi come una psicopatica. «Raoul, ti prego perdonami, la mia sveglia deve aver avuto qualche brutto trauma, penso sia diventata muta, o forse son diventata sorda io, scusami ti prego.»
Amen! Che dici? No, piuttosto tu cosa stai facendo? Sto chiedendo scusa. E c'è bisogno di pregarlo? Sono educata io. No, sei ridicola!
«Stai tranquilla Lara, ora sei qui, questo è l'importante» mi dice provando a smorzare il mio disagio e mettendo a tacere la mia coscienza polemica.
Dopo avergli sorriso per ringraziarlo, entriamo nel Marianne, dove il nostro tavolo è già pronto e ci accomodiamo. Comincio a guardare il menù e penso subito che da qui a qualche minuto ci sarà da ridere. Non solo odio la cucina francese, ma ci litigo anche con la lingua, come fanno a dire che si somigli molto all'italiano non lo so. Sarei tentata di prendere quello che ordina lui, ma non vorrei avere sorprese.
Arrivata la cameriera, per prendere le nostre ordinazioni, mi sale il panico, ma alzo lo sguardo per vedere Raoul e lo trovo estremamente a suo agio.
Ed io che lo facevo più tipo da fast food. Ora che mi ci fai pensare, credo che mi sarebbe piaciuto di più andare al McDonald.
Sono così intenta a capirci qualcosa quando la voce di Raoul risuona nelle mie orecchie «Lara sei pronta per ordinare?» mi chiede gentile.
Io annuisco, ma la verità è che non ci ho capito niente. Il nulla assoluto. La ragazza, chiaramente attratta dal ragazzone che ho di fronte, gli sorride e alza il palmare. « Prego signori, ditemi tutto.»
Raoul avvicina il menù al viso e come se fosse un signorino d'alta classe inizia a comunicare il suo ordine. «Per me un piatto di boeuf bourguignon e una porzione di escargot à la bourguignonne, merci.»
Lo guardo sconvolta, ha una pronuncia impeccabile e questo non fa altro che aumentare il mio imbarazzo.
Ma il lato latino e passionale di quest'uomo dove è finito? Me lo sto chiedendo anche io.
La cameriera colpita dall'accento del mio amico si lascia andare a un sorriso. « Perfetto, per lei invece?» mi chiede tirata.
Figura di merda tra 3...2...1... «Beh... per me... insomma... per me qualcosa di leggero direi... senza lumache magari. Un petto di pollo arrostito e insalata ?»
La faccia della cameriera non tralascia il fatto che mi stia deridendo mentalmente, Raoul invece mi sorride gentile cercando di non farmi pesare la situazione.
«Beh signorina, dovrei chiedere in cucina se è possibile realizzare il suo ordine. Sa, in teoria ci atteniamo al menú.» mi dice con una nota di sarcasmo.
Raoul, resosi conto del mio imbarazzo, cerca di venire in mio aiuto. «D'altronde ti ha chiesto un semplice petto di pollo, non credo sia un grande problema prepararglielo. Non credi?» ammicca verso la cameriera e lei come se fosse una incantata dal suo sorriso annuisce.
«Certo, farò il possibile» sorride ancora e va via mentre io osservo l'uomo che ho di fronte gongolarsi per il suo sauerfer.
«Grazie Raoul, sono terribilmente in imbarazzo per quanto successo, scusami» abbasso la testa e comincio a giocare con le posate, non sapendo cosa altro fare.
«Lara non ti piace la cucina francese?» mi chiede divertito.
«No, in realtà la odio» mi tappo la bocca per l'affermazione appena fatta e Raoul scoppia a ridere facendo si che io mi infossi ancora di più nella sedia.
Ripreso il controllo di se stesso, si rimette dritto sulla sedia e mi guarda. «Dio Lara, sei uno spasso... sei così... così carina.»
Provolatore abusivo. Non essere cattiva. Si ok!
«Puoi dirlo senza farti problemi, sono imbranata e indelicata. Non mi offendo.»
«Ma no, che dici? Sei molto dolce e ripeto... sei carina.» istintivamente alza la mano e mi accarezza la guancia.
E' una bella sensazione, non posso negarlo, ma non è la stessa che provo quando mi tocca Nathan. Ma ora che c'entra Nathan? Sono qui, con un ragazzo bellissimo e io a chi penso? A quel bisbetico e arrogante uomo tutto d'un pezzo. Io lo so perchè lo pensi. Io lo so che prima o poi riuscirò a tirarti fuori dalla mia testa e quando capirò il modo, sarai finita, mia cara coscienza. Uh guarda, mi sta tremando tutto.
«Cosa c'è Lara, qualche brutto pensiero?» mi chiede il moretto probabilmente resosi conto del mio momento di assenza.
«No, scusami Raoul, oggi sono un disastro sotto tutti i fronti, non sono per niente di piacevole compagnia.»
Quante volte hai intenzione di scusarti oggi? Non stressarmi l'anima.
«Questo lo dici tu, io ti guardo e vedo una donna tutto tranne che poco piacevole» mi dice non smettendo un attimo di sorridere e facendomi dubitare del fatto, che forse ha subito una paralisi facciale.
Questo ragazzo mi sta chiaramente dicendo che gli piaccio ed io non faccio che sorridere come lui e stare muta. Sono convinta di avere problemi, ma il mio cervello non vuole ammetterlo. Comunque dopo una certa dose di chiacchiere, finalmente arrivano i nostri piatti, la signorina tanto gentile, ha portato quello che avevo chiesto, mentre a Raoul arrivano due porzioni, in una c'è una specie di arrosto glassato con il vino, almeno penso sia vino dato l'odore, mentre nell'altro... oh Dio... nell'altro ci sono le lumache. Sto cercando con tutta me stessa di controllare i conati di vomito, mi spiace avere queste reazioni con il cibo ma è più forte di me, per cui decido che mangiare con la testa fissa sul mio piatto sia la cosa migliore per tutti qui dentro.
«Se mi avessi detto che la cucina francese ti faceva questo effetto, ti avrei portata al McDonald Lara.»
Alzo la testa di scatto e scoppio a ridere , questo ragazzo devi avermi letto nel pensiero. «Scus...cioè mi dispiace, ti prometto che cercherò di controllarmi»
«Va bene, va bene ti perdono. Ascolta posso farti una domanda?» mi chiede all'improvviso.
«Certo, dimmi tutto» gli rispondo tranquilla, ma con una certa ansia che sta bussando alla mia porta.
Lo vedo che improvvisamente diventa serio e sposta il piatto di lato per poi posare le mani nello spazio che ha creato. «Tra te e il capo, beh... tra voi c'è qualcosa?»
La solita sfortuna ha voluto che io stessi bevendo un bicchiere d'acqua per cui non appena finita la frase, rischio di affogarmi e per poco l'acqua non mi è uscita dal naso.
«Lara, santo cielo, tutto bene?» mi chiede allarmato.
Continuo a tossire per qualche secondo fino a quando non riesco a riprendere il controllo della mia voce. «Si, si ora mi rimprendo, tranquillo.»
«Lara, se non ti va di parlarne io capisco, non sentirti obbligata ero semplicemente curioso.»
E tipo farti due chilogrammi e mezzo di cacchi tuoi?
«Tranquillo Raoul, dammi solo un secondo.» Bevo un altro sorso, questa volta riuscendo a non strozzarmi e cerco le parole adatte. «Tra me è il signor Silver non c'è...» mentre sto per finire la frase, il campanello della porta, che avvisa di un nuovo ingresso suona ed io, come se fossi attratta da una calamina sollevo lo sguardo e resto spiazzata. «... non ci posso credere. Cosa diavolo ci fa qui?» Nathan, accompagnato da una bionda tutta tirata è li di fronte a me, nello stesso ristorante dove sono io e non so se esser più sorpresa o nervosa.
«Lara che ti prende ora?» mi chiede Raoul, per poi girarsi e seguire il mio sguardo ormai fisso sulla coppia.
«Parli del diavolo e spuntano le corna» dice con astio.
«Non ci posso credere, è una persecuzione.» Appena finisco di dire l'ultima frase, vedo lo sguardo di Nathan saettarsi su di me. Stranamente non è sorpreso o almeno non lo è tanto quanto me.
Tento di nascondermi con la carta dei vini, ma invano, ormai mi ha vista e sono sicura che non la passerò liscia.
«Vuoi che andiamo via?» mi chiede captando il mio disagio.
«Cosa? Assolutamente no, continuiamo a mangiare, ho voglia del dessert, però scegli te che è meglio.» Mi sto agitando, me ne rendo conto, ma non riesco a capire come smettere.
«Va bene, come desideri.»
Gli sorrido, fingendo di essere indifferente e nel frattempo Nathan e barbie passione plastica si avvicinano e prima di accomodarsi ad un tavolo, purtroppo molto vicino al nostro, si fermano al nostro fianco. «Buongiorno ragazzi, anche voi qui? Che splendida coincidenza.»
Vederti è sempre un piacere per i nostri occhi. Vuoi smetterla? Non è il momento.
«Oh salve capo, buongiorno a lei» gli dice Raoul, provando ad essere gentile, mentre io resto in silenzio ad osservarli con un mezzo cipiglio in volto.
«Lara?» mi richiama Nathan con un tono divertito.
«Si, buongiorno anche a voi.» Lo guardo solo per un secondo per poi tornare a fissare la ragazza che l'accompagna.
Secondo te, quanta percentuale di plastica contiene nel corpo? Stavo pensando la stessa cosa. Lo so cosa stavi pensando, sono la tua coscienza. Quando smetterai di essere così aggressiva? Quando gli unicorni si tingeranno la criniera di nero.
«Vi auguro un buon pranzo, Vivian prego accomodiamoci al nostro tavolo.» Così dicendo, le prende la vita e l'accompagna al loro tavolo e una sensazione di fastidio mi percorre la spina dorsale.
Il loro tavolo è sul lato opposto al nostro ed è posizionato leggermente più avanti per cui io e Nathan si può dire che abbiamo una perfetta visuale uno dell'altro.
«Lara, sicura che non vuoi andare via?» mi chiede ancora il povero ragazzo che ha avuto lo spiacevole compito di uscire con me oggi.
«Sicurissima!» gli rispondo determinata.
All'improvviso una suoneria di cellulare interrompe il nostro discorso. «Cavolo è il mio Lara, ti prego perdonami ma devo assolutamente rispondere.»
«Ma ci mancherebbe altro, vai non preoccuparti.»
Si avvicina e mi lascia un bacio sulla guancia inaspettato, tanto da rimanere un momento impalata e va verso l'uscita, finché non sento uno sguardo fisso nella mia direzione. Nathan mi fissa in maniera strana e interrompe lo sguardo solo quando la cameriera si avvicina per prendere l'ordine. La cameriera, se con Raoul rischiava di svenire, con Nathan pare stia per avere un infarto, non che le possa dare molto torto, ma cavolo un po' di contegno!
Cerco di evitare di guardare quei due insieme, provando a trovare qualcosa che mi possa distrarre ma come una calamita finisco sempre per girarmi verso lui e ogni volta che lo faccio lo trovo intento a guardarmi. Arrivata al limite della sopportazione, incrocio le braccia e lo guardo male. « Smettila di fissarmi!» gli mimo con le labbra e lui anziché smetterla sorride e mi guarda ancora più intensamentema.
Ma io dico, quella rincretinita non si accorge di nulla? Avrà mancato la sua dose di plastica.
«Ho detto, smettila!» continuo a mimargli queste parole e non sono neanche convinta che stia capendo, ma lui pare divertirsi davvero tanto. Ad un tratto si alza e fa una carezza a Barbie. «Vivian sc,usami devo andare alla toilette, torno subito.»
Lei sorride come se avesse visto il Dio in terra e annuisce come se non riuscisse a dire o fare altro. Lui si volta nella mia direzione e mi becca mentre lo sto fissando e mai nulla poteva essere più gradito da Nathan, dato che alza un sopracciglio e comincia ad imitare le mie parole. «Smettila tu!»
Non ci posso credere, quell'uomo sta giocando con me come se niente fosse, non posso permetterglielo.lo vedo allontanarsi verso il bagno e così colta dal nervoso mi alzo di scatto e mi dirigo nella stessa direzione. Faccio per svoltare a destra verso il bagno quando una mano mi afferra il polso e non so come mi ritrovo attaccata al muro dell'antibagno con un braccio fissato verso l'alto e la figura di Nathan incollata al mio corpo.
«Ti stavo aspettando» mi dice ad un centimetro dalle mie labbra e il suo respiro mi sollerica la pelle.
«Che razza di problema hai? Come faccio a finire sempre attaccata ad ogni genere di parere con te? Lasciami subito o mi metto ad urlare.» Provo a scostarmi da lui, ma inutilmente, dato che è una roccia pesantissima.
«No che non ti lascio e non urlare altrimenti conosco un metodo per farti tacere, comunque, perché mi hai seguito?»
«Non ti ho seguito, o meglio si ti ho seguito per dirtene quattro.»
«Avanti, sono tutto orecchie» mi dice per poi voltare la testa di lato e mostrarmi il suo orecchio.
«Beh... tu... tu mi stavi importunando» quasi balbetto.
Lui sorride e torna a fissarmi intensamente le labbra «Ti stavo importunando? Non mi sembrava.» Stringe la presa su di me e con la mano fredda raggiunge il mio fianco scoperto facendomi trasalire.
«Mi stavi fissando Nathan, dovresti fissare la barbie che ti sei portato dietro e non me» gli dico per poi afferrargli la mano e allontanarla dalla posizione in cui era.
«Qualcosa mi dice che qui qualcuno è gelosa.»
«Gelosa? Di cosa? Della plasticomane? Ha più plastica lei del bidone della raccolta differenziata qui fuori, come posso essere gelosa di una così?»
Questa è stata cattiva, ma mi sei piaciuta. Grazie!
«Beh, non lo so, magari vorresti essere al suo posto» insiste il disgraziato.
«Non farmi ridere, io sono in buona compagnia, non so se l'hai notato.» Finita la frase, la sua mano ritorna sul mio fianco e stringe la presa.
«Vuoi davvero dirmi che provi le stesse cose con lui? Le stesse che stai sentendo ora con me?» La voce gli è diventata particolarmente roca, sexy da morire.
Sexy? Che? Non controllo più neanche i pensieri. Sempre più orgogliosa di te oggi Lara.
«Nathan, devo andare, ti prego lasciami.» Alzo lo guardo verso i suoi occhi che però sono puntati sulle mie labbra, ma nel giro di qualche secondo li punta nei miei.
«Non posso e non voglio. Lara tu non puoi essere che mia, dovresti fartene una ragione.» Così dicendo posa le sue labbra delicatamente sulle mie, non mette forza, non chiede l'accesso, penso stia aspettando che faccia io la prima mossa. Alzo la mano libera verso il suo collo e nel frattempo lui lascia andare quella che ancora tiene ferma sopra la mia testa ed io lego anche questa al suo collo.
«Dimostramelo Nathan, dimostrami che posso essere tua senza avere rimorsi subito dopo» gli sussurro sulle labbra.
I suoi occhi che inizialmente aveva chiuso nell'attesa che lo baciassi, si aprono confusi ma carichi di passione. Mi stacco da lui e approfittandone del suo momento di sbigottimento, mi libero dalla sua presa e allontanandomi, gli do le spalle.
«Lo farò Lara... lo farò.»
Ritorno in sala ma di Raoul neanche l'ombra, così dopo essermi girata un po' intorno la cameriera mi si avvicina dicendomi che Raoul era dovuto andare via per un impegno urgente e che ha provato ad aspettarmi per avvertirmi, ma dato che ci mettevo molto si è scusato ma è dovuto andare dopo aver pagato il conto. Mi sento così in colpa per non averlo salutato, spero solo che non sia successo nulla di grave. Dopo qualche attimo prendo il giacchettino e la borsa e mi dirigo verso la porta per andare via.
«Lara tutto bene? Dov'è Raoul?» mi chiede Nathan preoccupato.
Mi volto nella direzione della voce di Nathan e trovo la bionda che mi guarda in modo confuso. «Va tutto ben, ha avuto un impegno. Vi auguro un buon proseguimento, arrivederci.»
«Come tornerai a casa?» insiste ed io onestamente mi sto innervosendo.
«Esistono i taxi, stia tranquillo. Ancora arrivederci.»
Non sento risposta ed un po' resto delusa, comunque decido di affrettarmi per raggiungere il primo taxi disponibile e grazie al cielo non aspetto molto e nel giro di 20 minuti sono già a casa.
Entro e trovo Nina sul divano intenta a vedere un film. «Ma ciao principessa, bentornata. Dov'è il principe latino?» mi chiede con troppa allegria.
Decido di non farci casa e mi addentro in casa, per andare a sedermi vicino a lei. «Ciao Nina, il principe è fuggito per chissà quale problema e sono dovuta rientrare da sola.» Mi siedo sul divano e la osservo mentre si raddrizza.
«Accidenti, mi spiace.»
«Poi non ci crederai ma è arrivato Nathan nel ristorante dove abbiamo pranzato» le dico volendomi confidare.
«Oh caspita, come è possibile? Non ci credo, ma sai non credo potesse sapere dov'eri. Chi avrebbe potuto dirglielo? Penso sia solo una coincidenza. Che strane le coincidenze» mi dice in maniera, forse un po' troppo agitata.
«Mh si strane, comunque vado a cambiarmi e torno subito, scegli un bel film o rimetti da capo questo.»
«D'accordo!»
Chissà che le prende, Nina ogni tanto non riesco a capirla. Raggiunta la mia stanza, decido di indossare una dei miei vestitini comodi color ghiaccio e una vestaglietta abbinata, vado a sciacquarmi il viso e ripongo i vestiti nella cesta degli abiti sporchi. Mentre sto per uscire mi torna in mente un film di fantascienza che ho visto qualche mese fa. «Nina, che ne dici se vedessimo...» Mi pietrifico sul posto. Cosa diavolo ci fa Nathan nel mio salotto? È uno stalker questo ragazzo. «Non ci posso credere, cosa ci fai qui?»
Lui sicuro di se comincia ad avvicinarsi pian piano nella mia direzione. «Beh, mi hai detto di dimostrarti che ti volevo per me. Allora ho pensato, perché non cominciare da subito?»
«Cosa?» mi contengo per non urlare e vedo Nina alle sue spalle che si liscia una ciocca di capelli tra le dita.
«Hai capito bene. A proposito, grazie Nina.»
Sono confusa, ora perché la ringrazia? Mi volto a guardare Nina che è diventata di un rosso fuoco ed in men che non si dica scoppia a ridere non riuscendosi più a trattenere.
«Ok, mi spiegate cosa succede ora?»
Nina, mi raggiunge e mi prende la mano. «Ti prego, non arrabbiarti.»
Assottiglio lo sguardo e cerco di studiarla, ma invano. «Arrabbiarmi? Nina parla Santo Cielo.»
«Da dove comincio?Ehm, hai presente la tua sveglia questa mattina?» mi chiede titubante.
«Si quella disgraziata non ha suonato, perché non ha funzionato per caso vero?» le chiedo, ormai dubitando della sua persona.
Lei mi lascia la mano e si allontana di un passo. «Sai, probabilmente sotto il fatto che non è suonata potrei esserci sotto io.»
La guardo sconvolta da questa dichiarazione. «Cosa? Che hai fatto?»
«Ti prego perdonami, ma lasciami finire, tanto ormai ho cominciato.»
«C'è altro?» Sono allibita.
«Il fatto che Nathan si sia trovato nel tuo stesso ristorante, beh... ci sono sotto ancora io.»
Quella ragazza è un mostro, ora mi credi?
«Nina ma stai scherzando? Non posso credere al fatto che tu stia parlando sul serio.»
«Lara parlo sul serio ma h,o le mie giustificazioni, fammi finire però.»
«Ancora?» Sto per svenire, me lo sento.
«Ultima cosa giuro. La chiamata che ha ricevuto Raoul non era casuale. Potrei averlo chiamato con l'anonimo e potrei avergli detto che la sua casa stesse andando a fuoco» spara tutto d'un colpo e sul suo viso non c'è il pentimento che invece mi aspettavo.
«Oh mio Dio, tu sei pazza, questo è un complotto. Nina come hai potuto fare tutto questo a mia insaputa?» Sono letteralmente sconvolta, mi sento terribilmente tradita dalla persona che meno mi aspettavo.
Mi volto verso Nathan e lui in quel momento si sente in diritto di prendere voce in capitolo. «Non è colpa sua, le ho chiesto io di darmi una mano, ne avevo bisogno Lara. Ieri io e Nina abbiamo parlato e mi ha aperto gli occhi sulla nostra situazione.»
«La nostra situazione?» Ormai non ho più la forza neanche di arrabbiarmi.
«Ragazzi, scusate se vi interrompo ma io devo andare, Mark vuole prendere un caffè. Lara ti prego perdonami se puoi.»
La guardo malissimo e le punto un dito contro. «Ah no tesoro, non finisce di certo qui la questione. Quando torni faremo i conti.»
Lei annuisce e nel frattempo infila gli stivaletti. «Va bene, però ascoltalo, lo sai che non avrei mai aiutato una persona con cattive intenzioni nei tuoi confronti.»
Annuisco perché non so cosa rispondere e lei prende borsa e giacca e corre via alla velocità della luce.
«Lara te l'ho detto un'oretta fa e te lo ripeto. Non puoi essere che mia.»
Torno a guardarlo e il sorriso soddisfatto che ha sul viso, non fa altro che agitarmi. «Io non sono un oggetto Nathan, non puoi dirmi queste cose, come se tutto ti fosse dovuto, sono stufa della tua arrog...» non finisco la frase che mi ritrovo il viso circondato dalle sue mani e le labbra strette alle sue. Questa volta non riesco a trattenermi, schiudo le labbra e faccio si che la sua lingua entri a contatto con la mia. Le sensazioni che mi scoppiano dentro sono incredibili, sento passione e il desiderio come mai in tutta la mia vita, per cui colta da scariche di adrenalina incredibili lo spingo e questa volta lo attacco io alla parete.Le sue mani scendono libere sul mio sedere e lo strizzano con fermezza. Continuo a baciarlo avidamente, come se per tutto questo tempo non avessi fatto altro che aspettare questo momento.
«Questa è la seconda volta che mi baci di tua spontanea volontà» mi sussurra tra un bacio e l'altro.
Mi allontano un po' da lui interrompendo il contatto e lo fisso nelle sue iridi verdi.
«Non ho detto che non mi piace Lara, continua pure.» e mi stringe in maniera più possessiva.
«Al momento può bastare signor Silver, da me non avrai di più oggi. Non sono ancora sicura delle tue intenzioni ed io non concedo niente subito.»
A meno che tu non prenda un'insolazione come l'altra volta. Vuoi farmi fare la regina della situazione per una volta?>
Lui mi stringe più forte a se e mi guarda negli occhi, tanto intensamente da scartavetrarmi l'anima. «Lara, io mi guadagnerò ogni tuo bacio ed ogni tua emozione futura, voglio conoscerti davvero e sarai mia in tutti i sensi solo se lo vorrai tu.»
Oh se solo sapessi quanto vorrebbe essere tua. Già...cioè che? Non confondermi.
«Beh, vedremo se uno come te sarà capace di rispettare i miei tempi» gli dico sorridente.
Mi lancia un ultimo sguardo dalla testa ai piedi.«Vedremo, comunque stasera ti aspetto a lavoro.» Fa per allontanarsi e comincia a dirigersi alla porta, così istintivamente lo seguo per accompagnarlo.
«Ricorda che tra 14 giorni andrò via da quel posto» gli preciso convinta.
«Riuscirò a farti cambiare idea, vedrai.»
Ormai arrivati sull'arco della porta, si volta nella mia direzione e mi lascia un ultimo bacio a stampo. «A stasera signorina Ferrari.»
«A stasera signor Silver.»
Va via lasciando una Lara molto confusa, molto agitata e soprattutto, anche se mi vergogno a dirlo, molto eccitata. Mon riuscirò mai a capire la personalità di quell'uomo, ma una cosa è certa, non sarò una preda facile.
ANGOLO AUTRICE:
CAPITOLO REVISIONATO IN DATE 10/09/2018
06/10/2017
Ciao ragazzi eccomi con il nuovo aggiornamento.
Cosa ne pensate di questo capitolo?
Ha fatto bene Nina a complottare con Nathan alle spalle di Lara?
Aspetto impaziente un vostro riscontro,non immaginate quanto mi faccia piacere interagire con voi e ricevere le vostre stelline... in più tutti i messaggini di complimenti che mi state mandando mi emozionano tantissimo, mi sento stimolata a continuare questa storia ogni giorno di più...
Grazie mille❤️
Adesso vi saluto e vi do appuntamento al prossimo capitolo bacini a tutti da dadda vostra❤️
Bạn đang đọc truyện trên: AzTruyen.Top