Una buona amica

Inverno 1989.
La notte si avvicinava e insieme a lei il solito rituale davanti allo specchio, make up impeccabile, abito super fashion, tacchi altissimi, i capelli un po' più lunghi, magrezza mai vista prima!
Avevo interrotto gli allenamenti in palestra per cui avevo subíto un calo di peso importante con l'inevitabile conseguenza della perdita di tutte le forze di cui disponevo fino a poco tempo prima. Si usciva quasi tutte le sere tra locali, discoteche e ristoranti. Amici...troppi amici. Troppe cose da fare, senza parlare degli estenuanti week end di cui potevo solo godere la domenica. Una volta al mare, una volta sulla neve e così via.
In poche parole facevo i salti mortali per vivere al fianco di Federico che, nonostante fosse 7 anni più vecchietto, a dispetto di me aveva una fonte inesauribile di energie . Lui, in quanto ingegnere, faceva un lavoro più sedentario e sabato e domenica aveva bisogno, per così dire, di ''scaricare le tensioni accumulate nella settimana''. Beato lui!
Io, invece, lavoravo in negozio, non mi sedevo mai e il sabato ero impegnata fino alle 20.00 quando andava bene.

Da 9 mesi ormai avevo ottenuto il trasferimento in un'altra filiale, purtroppo ero più lontana da casa, ma almeno così non avrei più visto Elena. Conservavo il ricordo dei suoi occhi velati dalla tristezza e dalla rassegnazione di quando le dissi di me e Federico.

''Se solo avessi la certezza che tra voi due c'è ancora qualcosa di recuperabile, mi farei da parte, non ho nessuna intenzione di portarlo via da te, ma devo dirti che abbiamo cominciato a vederci, lui mi cerca e... purtroppo mi piace.
Sono disposta a sparire dalla vostra vita, chiederò il trasferimento. Ma devi dirmi che tra voi andrà tutto bene e che vi sposerete, come state già pianificando di fare!''

Le parlai con voce tremante, le lacrime uscivano dagli occhi di entrambe, le mie erano di vergogna, le sue di dolore.

''Andate per la vostra strada Paola. Tanto non potrei mai competere con te, sei spiritosa, forte, intelligente e maledettamente bella! La storia del matrimonio era tutta una farsa, ero solo io a volerlo, Federico no, ti aveva già scelta dal primo momento che ti ha vista, si vede da lontano che siete fatti l'uno per l'altra! ''.

...non posso competere ...
....sei forte, intelligente.... maledettamente bella....
Dal primo momento che ti ha vista. . . . . . . .

Queste parole accompagnavano i miei pensieri quotidiani, ormai erano diventate le mie amiche , quasi a volere custodire nel cuore qualcosa di Elena affinché potessi convincermi che avesse anche ragione. L'eco di quella conversazione mi suonava e risuonava nella testa, condizionava il mio umore, non dovevo sentirmi in colpa ma riuscivo a farlo solo a giorni alterni :
era stato Federico a scegliere ma l'idea che Elena comunque potesse odiarmi mi faceva impazzire!
Avevo bisogno di lei.
Sentirmi dire di essere migliore mi aveva fatto male, ero sempre stata convinta del contrario e sapevo di non sbagliare.

Ricevevo a volte notizie da una collega che lavorava con lei per cui sapevo che era distrutta , venni anche a sapere che di me si diceva che ero una merda, che le avevo rubato il fidanzato senza farmi scrupoli. Ci volle davvero poco affinché tutti i colleghi delle varie filiali in Torino venissero a sapere di quanto fossi inaffidabile, una poco di buono, una mangia uomini.

Mi facevo largo tra la folla in discoteca, tra luci e suoni che ormai la stanchezza non mi faceva più apprezzare, quando mi voltai verso al solito salottino V.I.P ed eccola! Elena, nel suo look da animale sexy della notte con i suoi seguaci.
Mi sentii mancare le gambe e riuscii a raggiungere con difficoltà il bancone del bar, avevo la gola arsa, la sua vista mi turbó a al punto da non riuscire a pronunciare il nome del drink, mi rifugiai allora in bagno di corsa e finalmente arrivai quasi credendo di mettermi in salvo, ma da chi? Forse solo da me stessa! Mi appoggiai con le braccia tese al lavabo per fare un lungo, profondo e tristissimo respiro, quando alzai lo sguardo e la vidi riflessa allo specchio: era alle mie spalle .

'' Ciao Paoletta, come stai? Finalmente ti rivedo!!''

avrei voluto sprofondare

'' Sto bene, grazie. Un po' stanca, forse troppo! E tu , come te la cavi? ''

Non mi è mai piaciuto rispondere a questa domanda in modo standard.

'' Lo vedo infatti, sei dimagrita, che ti succede? ?'''

E io senza girarci troppo intorno :

'' Perché mi rivolgi la parola? Potresti almeno far finta di non conoscermi?''

Non dimenticherò mai quel momento, lei mi sorrise commossa sotto agli smokey eyes , i capelli aggressivi e l'abito succinto... la riconobbi, era sempre lei , dolce e gentile , quella Elena che amavo tanto. I sensi di colpa mi vorticavano pericolosamente nella testa per aver creduto in passato che fosse una capricciosa bambina viziata, che cercava di imitarmi, per aver desiderato e poi stregato l'uomo che amava. Invece mi stava dimostrando una grande umiltà rivolgendomi la parola così affabilmente, come se mi volesse ancora bene. O
forse era solo una maschera ?
Forse era solo curiosa di sapere come andavano le cose con Federico? Sono sicura che impazziva al pensiero di noi mentre facevamo l'amore e di sapere che eravamo felici e affiatati. Sicuramente avrebbe goduto nel vedermi tanto sciupata, magari le lasciava presagire che avessimo dei problemi.

'' mi manchi tanto , da quando non ci sei più, al lavoro non è più lo stesso, il trasferimento è stato una sciocchezza, ho rispettato la tua scelta ma non avrei mai rovinato la nostra amicizia per un uomo".

La guardai fisso negli occhi, non potevo credere alle parole che sentivo tra gli schiamazzi delle altre ragazze nel bagno, mentre spettegolavano ritoccandosi il trucco esibendosi allo specchio e il suono della musica assordante che intermitteva ogni volta che si apriva la porta, per un attimo il tempo si fermò e tutt'intorno a me diventò invisibile, continuavo a guardarla, avevo bisogno di crederci, ne avevo bisogno per la mia sopravvivenza!

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