LA VITA PARALLELA
Ho voluto che lui aspettasse fuori dalla porta del bagno dove mi sono chiusa, così, tanto per fargli pesare ulteriormente l'attesa. . .
Domenica mattina, decimo giorno di ritardo deliberatamente taciuto a mio marito, almeno fino ad ora. È giunto così il momento del test, finalmente sapremo la verità!
" Ci sono novità? ??? "
Mi chiede dopo nemmeno un minuto :
"Tesoro, sono appena entrata... ma insomma! !"
Faccio finta di alterarmi, ma lui non mi da tregua:
" Ti prego, mi stai facendo morire. . . "
Anche io sono impaziente, ma se continua così non mi è di nessun aiuto!
"Sto facendo la pipì sullo stick!"
"Sì vede già qualcosa. .?"
"Uh uh uh uh uh uh "
Rispondo...decisa a fargli sospirare la notizia.
Dopo cinque minuti di estenuante attesa bussa di nuovo alla porta, pare quasi divertito, il tono della voce è eccitato e urla :
"Amore... sei ancora lì. ..?"
Apro la porta con lo stick in mano e lo guardo negli occhi senza conferire alcuna parola...
È bastato solo lo sguardo, è magico questo nostro canale di comunicazione , ci capita spesso di non aver bisogno di parlare per poterci capire. Infatti mi stringe forte tra le braccia, pare quasi non aspettasse altro dalla vita che questo momento:
è commosso, felice, spaventato. Quasi a voler convincere se stesso che tutto andrà bene, mi sussurra:
"Avremo una bellissima, piccola e dolcissima creatura di cui prenderci cura, sarà amata e crescerà felice e protetta..."
Ci sediamo sul divano. Non abbiamo voglia di fare colazione, semplicemente restiamo abbracciati tutti felici. La finestra del soggiorno è spalancata, così da far entrare i raggi di sole e l'aria pulita e fresca della domenica mattina. Oggi a Torino, non c'è il solito traffico, per cui si apprezza il silenzio che c'è là fuori, dove la città in settimana corre frenetica sulle quattro ruote. Si sente anche il canto delle rondini che si inseguono in questo bellissimo cielo di maggio che profuma di tigli in fiore.
Voglio godere di questa mattinata di tranquillità senza far nulla, così, tra le braccia di Osvaldo, mi piace ascoltare il suo respiro stando con la testa appoggiata sul suo petto.
............
Ls casetta dei miei suoceri è in campagna, molto carina, con il giardino, l'orto, il cortile, i polli e il cane. Nemmeno a farlo apposta ci sono anche gli zii e una coppia di cugini, fortuna che ho preparato una bella crostata di mele, la mia nuova specialità.
Anche se Michele, il padre di Osvaldo, ultimamente non sta molto bene, oggi pare camminare sulle nuvole, è felice, spiritoso, continua a stappare bottiglie di vino. Vuole festeggiare la bella notizia, non vede l'ora di conoscere il suo futuro primo nipotino:
"Mi promettete che ce lo lascerete in campagna tutte le settimane...? Tanto voi dovrete lavorare. .. io e Rosa ci prenderemo cura di lui... lo porterò ai giardini, a pescare, gli insegnerò ad andare in bicicletta. . . "
Sono davvero fortunata ad aver incontrato questa famiglia, con loro mi sento felice.
.....
Lunedì mattina, fine maggio 1995:
Mi sono alzata presto, piuttosto mi sono svegliata prima della sveglia, ho aperto gli occhi all'improvviso e mi sono sentita riposata, del tutto appagata da una notte di sonno sereno. Devo andare a trovare i miei, loro ancora non sanno che presto avremo un bambino.
Ho solo bisogno di fare colazione, ecco perché da qualche giorno mi sveglio con lo stomaco che brontola, è sicuramente a causa della gravidanza se ho già fame! Siamo così seduti a tavola tra tazze di caffè, biscotti, merendine, fette biscottate... succo di frutta, mi piace apparecchiare per la colazione, mi sembra di dare così il ben venuto alla nuova giornata!
"Ce la siamo presa comoda, sono già le dieci del mattino . Amore, ci tocca fare in fretta...!"
Gli urlo dalla camera da letto mentre Osvaldo si sta facendo la barba:
" tranquilla, non stressarti! Adesso aspetti un bambino, devi vivere con calma, oppure vuoi che nasca già con l'esaurimento? ??"
Ci incontriamo nel corridoio e ci abbracciamo ridendo. Lo stringo forte, non sono mai stata tanto felice...ma avverto uno strano vuoto nel cuore, rimango tra le sue braccia e mi guardo intorno : la nostra casa è pulita, in ordine, la luce del sole passa attraverso i vetri delle finestre lasciandosi filtrare dalle tende e si riflette sul pavimento lucido... abbiamo fatto i salti mortali per ristrutturare questo appartamento e oggi posso dire che è bellissimo, accogliente e presto tutto sarà in disordine, con giocattolini sparsi ovunque, briciole di biscotto e l'aria avrà un dolce profumo di latte e vaniglia... ma non è questa l'immagine che mi turba tanto, in realtà non sono abituata a tanta serenità, mi sembra di vivere una vita parallela, dove tutto va bene ed è destinato ad andare ancora meglio, non vorrei mai ripiombare in quell'altra vita dove tutto è difficile e doloroso da affrontare, quell'altra vita fatta di sofferenza e smarrimento. Guardo Osvaldo negli occhi e capisco che ho paura, si ho paura che tutto questo possa scapparmi dalle mani da un momento all'altro! !
Il nostro momento di effusione viene interrotto dal suono del citofono:
" Ciaoo, sono Rosa!"
La facciamo accomodare è pallida e visibilmente scossa. Ha in mano le buste di alcuni referti medici. Con gli occhi rossi e l'espressione vuota pronuncia una frase che mai nessuno vorrebbe sentire:
" sono stata dal medico di papà, pare che abbia il cancro... com'è possibile che non ce ne siamo mai accorti???".
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