intelligente e spiritosa
Nella foto: Lei
Sono le 20,00
La cena è pronta.
Piatti nuovi, posate nuove, bicchieri nuovi, lo stesso per tovaglia, tovaglioli, pentole, cucina. Erano freschi d'intonaco anche i muri. Per tutta casa si respirava il profumo del legno dei mobili.
Nonostante il dolore e il morale a terra,
avevo preparato il pollo al limone con insalata mista, proprio come piaceva a lui. Le candele erano accese, le luci soffuse e la musica giusta si diffondeva dolcemente . Ma ancora non rientrava:
"Strano! Di solito è lui quello che torna presto la sera! "
Lo avevo cercato in ufficio diverse volte quel giorno, ma la risposta fu sempre la medesima :
" l'ingegnere è fuori per sopralluoghi ".
Federico ancora non sapeva nulla di quanto avevo fatto quel giorno:
il breve ricovero in ospedale per abortire, e che sarei rimasta un po' a casa per riposare.
Chiamai Elena per chiederle se per caso fosse passato dal suo negozio per salutare ma, anche lei, mi fornì risposta negativa.
Non raccontai niente ad Elena del bambino, volevo lo sapesse prima lui! Ma quando glielo avrei detto?
Nel 1990 ancora non avevamo a disposizione telefoni cellulari, quindi dovetti sedere ad aspettare. ...
........ . . . . . . . . . . .
Finalmente sentii la sua auto arrivare e fermarsi nel vialetto. Mi balzò il cuore in gola, indossai velocemente la mantella di lana e gli andai incontro felice. Sarebbe stata la prima cena a casa insieme da sposati, ma mi ero preoccupata per il suo ritardo e un po' la magia si perse, svanì del tutto quando, appena sceso dall'auto mi strinse forte a se dicendo:
"Amore, che ti succede? Sei diventata magrolina!! Scusa se ho tardato, ma ho dovuto fermarmi in ufficio"
In effetti, a pensarci bene, non mangiavo dal giorno prima e mi sentivo molto debole. Ma perché mi mentí così spudoratamente?? Ci sedemmo a tavola per consumare la cena tra i suoi patetici tentativi di conversazione e i miei silenzi atti a pensare cosa avesse effettivamente fatto tutto il giorno. Non riuscii a raccontargli nulla di me.
La sera successiva dovette di nuovo uscire per gli allenamenti, quella volta sarebbe dovuto passare, o per lo meno così disse, a prendere Silvano ,
il suo migliore amico.
Di nuovo sola, per un istante mi vidi riflessa nello specchio truccata, pettinata e vestita di tutto punto per uscire insieme: lui veniva a prendermi puntualissimo, avevamo appena ufficializzato la nostra relazione:
Mi portava in giro tutte le sere, in pochissimo tempo mi fece conoscere i suoi amici. Ero esausta, avevo bisogno di stare un po' a casa tranquilla, ed era quello che stava esattamente accadendo, con la differenza che ero sola. Mi era capitato spesso di esserlo mio malgrado. Sola e triste perché avevo perso il mio bambino, non lo avevo raccontato a nessuno e avevo quasi la certezza che Federico mi mentisse: ma su cosa?
Decisi di telefonare alla moglie di Silvano, io e Lucia non siamo mai state tanto amiche, avevo sempre avuto la convinzione che lei preferisse Elena. Ma dovevo fare il primo passo visto che ormai ero io la moglie di Federico e mi sarebbe piaciuto dimostrarle che tutto sommato non ero poi così male, cominciando ad invitarla per un caffè .
Sentii sollevare la cornetta al secondo squillo, ma dall'altra parte del ricevitore rispose Silvano:
"Ah già! !! Gli allenamenti! !! No Fede non è passato. Magari ci troviamo al campo..."
Ormai ero convinta che c'era qualcosa che non andava. Si capiva bene che stava mentendo! Tant'è che non cenammo più insieme nelle sere successive sempre a causa di un suo impegno diverso.
La domenica mattina ( la terza dal matrimonio ), gli raccontai delle mie impressioni ma lui negó che ci fosse effettivamente qualcosa che dovevo sapere e non diede spiegazioni.
L'indomani decisi di seguirlo non appena fosse partito. Mi sentivo un'idiota, ma lo feci! Erano le 7,30 del mattino, lui partiva molto prima di me, perché io aprivo il mio negozio alle 10,00. Fui così brava a salire in auto appena dopo di lui, che non si accorse di niente. Dopo 30 minuti ci trovammo di fronte ad un hotel, appena in periferia nord, seguii tutti i suoi movimenti da lontano, mi fermai in un area parcheggio in corso Giulio Cesare , di fianco allo spiazzo dell'hotel dove si fermò lui, che intanto era sceso dall'auto e rimase fermo ad aspettare .
Vidi dopo 10 minuti una donna alta uscire dall'albergo e andargli incontro:
carré corto, nero con frangetta, era molto attraente ed elegante, si salutarono, si toccarono le mani, poi si abbracciarono. . . e poi. . . si baciarono appassionatamente.
Venni di nuovo pervasa da quella sensazione di bruciore in tutto il corpo:
Per un istante dovetti fermarmi a capire cosa stesse accadendo ma non capivo. Non poteva essere vero.
" Ma è davvero così difficile essere felici insieme? ? "
Dovevo incassare il colpo.
Dovevo andare a lavorare.
Da sempre il lavoro per me è stato una importante valvola di sfogo. Riuscivo a lasciare fuori dal negozio tutti i miei pensieri, ansie e problemi. Mi mancava tanto Elena, soprattutto in quel momento in cui avrei voluto raccontare quello che mi era successo negli ultimi giorni e quanto avevo visto quella mattina. Lavorai senza fermarmi un minuto dimenticandomi di mangiare. Arrivai così a casa la sera che mi sentivo uno straccio. Mentre aprivo la porta, con le chiavi in mano pensai che dovevo affrontare la situazione con Federico. Ma come? Come si fa ad affrontare e risolvere certi problemi soprattutto tre settimane dopo il matrimonio? Non c'era stato il tempo di cadere in quella famosa quotidianità che solitamente distrugge molte storie d'amore, non c'era stato il tempo di conoscersi tanto bene da capire i difetti dell'altro così da potersi odiare! Nessuna incomprensione, niente silenzi imbarazzati, mai un litigio per nessuna ragione, fino a pochissimi giorni prima eravamo felici e innamorati. Avevo tanta rabbia nel cuore che già ero decisa a non perdonarlo. Entrai in casa e mi si presentò il solito scenario di oscurità , freddezza , il profumo dei mobili nuovi , tutto troppo in ordine, tutto troppo perfetto,nessuna luce accesa, nessuna cena in tavola, non sembrava una casa ma un lussuoso negozio di mobili e supellettili: non c'era nessuno. Dovevo mangiare qualcosa, presi la tovaglia sulla quale avevamo cenato insieme solo una volta : era ancora praticamente intonsa. Com'è possibile che in così poco tempo fosse già tutto finito? Si , finito. Era così che sentivo il mio matrimonio, come avrei potuto continuare? Scoppiai a piangere talmente forte che non riuscii più a fermarmi.
Mi svegliai nel cuore della notte tutta infreddolita sul divano. Federico, rientrando , mi aveva gettato addosso un plaid e in quel momento dormiva a letto.
L'indomani, invece della colazione, gli preparai una sfuriata spaventosa, gli raccontai dell'incontro che avevo visto con i miei occhi ed egli non poté più negare l'evidenza.
" E' una nuova collega. L'ho conosciuta 20 giorni prima del nostro matrimonio, finché non sono ritornato a lavorare andava tutto bene ma, rivederla a lavoro mi ha fatto capire che non posso fare a meno di lei , lavoriamo insieme tutto il giorno e la amo come non ho mai amato nessuna".
Ma perché? Come amava me? Cos'ero per lui? Niente in confronto a lei che me la descrisse come una donna in gamba , spiritosa, intelligente, bella, giovane .... giovane! Io avevo 23 anni da due mesi! In poche parole lei era meravigliosa mentre io, sua moglie, la ragazza di cui si innamorò al primo sguardo, a causa della quale interruppe il suo fidanzamento dopo 5 anni, ero niente.
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