FORTUNA PARTE II

Roberto  dovrà partire all'estero per lavoro subito dopo cena e mi ha prestato una delle sue auto per tornare a casa, sarà l'ultima notte che trascorrerò alla villa.

''... Eddai! ! Almeno assaggialo!!''

Me lo sono sentito ripetere cento volte per tutta la serata, così ho dovuto cedere alla tentazione, mi vergogno di confidare agli amici che prendo dei calmanti e che il mio peso piuma non mi permette più di reggere l'alcool e ho bevuto solo un bicchiere.

Abbraccio forte Elena, è triste ammetterlo ma, da quando è insieme a Francesco,  ci vediamo raramente e mi manca da morire! Roberto mi da due bacini sulle guance, non c'è la fa nemmeno a tentare un approccio fisico: mi riempie il cuore di tenerezza e ci congediamo.

È mezzanotte, metto in moto la  macchina, sul cruscotto vedo segnalata la temperatura di meno dieci gradi! Tutta infreddolita mi avvio verso la villa per l'ultima notte. Ormai la casa  è completamente spoglia, ho ammucchiato tutti i mobili che non servono nel magazzino di mio padre:  sono rimasti solo il letto e pochi suppellettili  che domani provvederò a far trasportare e montare al monolocale.
Sto guidando da un quarto d'ora, e si innesta nella mente un perverso meccanismo in cui i  brutti ricordi si alternano a quelli dei bei momenti vissuti con gli amici in quella casa.
La testa duole, pulsa, il breve ma confusionario riassunto dell'ultimo anno trascorso si intorbidisce, le immagini dei tramonti, il bosco, la luna  le allegre cene d'estate, le domeniche sotto al sole e i barbecue con gli amici si mescolano e si alternano al paesaggio collinare notturno,  della strada e della neve ammucchiata ai bordi, quando
d' un tratto mi vedo nel giardino, il prato di casa é verde e fiorito, sono sdraiata al sole  con l'abito estivo mentre parlo con Giulio. . . Scrollo le spalle, ho freddo   alzo il capo e. . .
Maledizione! Manca un solo  chilometro a casa e mi sono addormentata, ho percorso un tratto di strada completamente in stato d'incoscienza! Apro il finestrino, il gelo mi blocca la mascella e mi congestiona gli occhi:

''Devo solo arrivare a casa, manca poco, devo tener duro!''

Crollo in avanti contro il volante, questa volta Federico mi sta sgridando perché non mangio. . .
Mi risveglio, il cuore mi da una scossa:

''Ci sono quasi, arriverò a casa senza riaddormentarmi...posso farcela. ''

Ma sto tagliando la gola a Federico, il sangue  mi sgorga a fiotti addosso, mi impregna il viso, le mani e mi scende giù per la gola. Urlo e mi dispero:

''Perché? ?????
Perché? ???? Io ti amavoooo!!!!!''

Cado a terra provocando un gran tonfo, ho paura che voglia stuprarmi di nuovo, nonostante la ferita sanguinante mi si getta addosso  con tutto il suo peso e ora sono io a pensare di morire!
Ma interviene Osvaldo, mi afferra tra le sue braccia forti e mi sussurra dolcemente che è tutto finito che va tutto bene perché sono con lui. Un istante di calore che si è trasformato subito in gelo. Sono tra le sue braccia ma non riesco più a scaldarmi, mi aggrappo a lui disperatamente, sto tremando, ho freddo!! Lui mi scrolla e urla:

''PAOLA APRI GLI OCCHI!!!''

Mi sveglio completamente paralizzata dal freddo alle tre e mezza del mattino:
Il viso e la bocca sono intrisi di sangue, ma non sento alcun dolore. Sono andata fuori strada a cento metri da casa, il 'macchinone' di Roberto ha retto bene l'urto contro una pianta, l'airbag mi ha spappolato il naso ma mi ha salvato la vita! Metto in moto, le dita delle mani e dei piedi pare vogliano spezzarsi. Al terzo tentativo l'auto riparte, accendo a palla il riscaldamento e molto attentamente scendo tra gli alberi dal fianco della collina e  ritorno sul tornante che mi conduce finalmente a casa.
Sono stata fortunata, avrei potuto morire di ipotermia, mi è andata bene e Osvaldo  ha scacciato il fantasma di ritorno dal passato.

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