𝕕𝕚𝕩𝕙𝕦𝕚𝕥 - Maverick

5 giugno 2019
📍Montréal, Canada

Canada, patria sello sciroppo d'acero. Eleonora non vi era mai stata in quel posto ma era uno dei suoi piccoli sogni nel cassetto... o nella lista di viaggi da fare. Calcolando che in quell'anno ne avrebbe fatti parecchi, ne approfittò per arrivare un giorno prima e godersi il posto insieme al resto del team. La settimana di pausa aveva potuto portare al chiarimento completo tra la ragazza il monegasco, che dopo un monologo lunghissimo venne perdonato da Eleonora, e che successivamente aveva deciso di accompagnarla nella sua visita.

****

-"Nora dobbiamo parlare" Charles era serissimo e convinto di quello che stava facendo. Era un martedì, la ragazza era indaffarata sul report della monoposto che il monegasco aveva distrutto durante la gara e stava creando una lista dei pezzi rotti.
-"dimmi mister serietà" dondolò lei sulla sedia masticando una gomma.
-"sul serio frasie" disse lui quasi implorandola con gli occhi, sedendosi per terra. Per un attimo Eleonora pensò che volesse mettersi in ginocchio, ma poi gli diede ascolto e abbassò il pc, buttò la gomma e si concentrò sul ragazzo. Si sedette davanti e lo guardò, tenendo il viso tra le due mani, cercando di osservare i tratti del suo volto.
-"devi... devi perdonarmi" cominciò lui.
-"io... io ti ho trattato male, non ti meritavi quel trattamento davanti a tutti nel bar e mi dispiace averti... averti detto quelle cose. Non è vero che è tutto falso, non è vero che non mi piaci, anzi, e non è vero che ti devi dimenticare di quello che è successo. Mi sono fatto trascinare dalle... dalle parole di Melissa pensando fossero quelle giuste ma non avevo capito il senso delle sue parole. Pensavo lo facesse per me, invece era solo per non averti tra le scatole perché non ti sopporta. E... ed io non considero amici quelli che si comportano così. Io voglio solo la felicità degli altri e se sono innamorati, stanno insieme, sono felici con persone che magari io non sopporto, non mi metterò mai in mezzo per... per distruggere tutto. Pensavo fosse giusto non provarci con te perché... perché sei praticamente parte della mia famiglia, sei la mia migliore amica, sei come una sorella, sei... sei tutto ciò che si possa immedesimare in una relazione con qualcuno e sono... sono certo che per me sei anche ciò che mi fa stare bene, del quale sono innamorato perso.
Mi dispiace averti presa in giro, mi dispiace così tanto... " si fermò sospirando cercando di rigettare le lacrime che volevano uscire da quegli occhi verdi e tentò di guardare Eleonora, che ascoltava il suo discorso, girandosi il bracciale.
Guardava a terra, finalmente aveva la verità sotto mano ma nello stesso momento si sentiva come un pezzo di carta nel cestino, raggomitolato a pallina.
-"fraise..." sussurrò guardandola e lei scosse la testa, alzando la mano.
-"ssh, non... non dire niente, è tutto okay"
-"no invece, non mi mentire"
Lei rimase zitta, avvicinandosi di più, facendo scontrare le ginocchia.
-"siamo Leclerc e Bianchi, noi possiamo stare insieme. Ricordatelo. Siamo opposti, siamo... testardi, potremmo picchiare la testa contro il muro uno alla volta solo per vedere fino a che punto possiamo arrivare.
Potremmo scannarci 23 ore su 24, prenderci in giro, insultarci, ma sappiamo entrambi che così funzioniamo. Siamo così tanto opposti che riusciamo a completarci, che i tasselli del puzzle stanno bene insieme e sono perfettamente incastrati. Eleonora, possiamo allontanarci quanto vuoi ma torneremo sempre al punto di prima.. Si... t-"
-"si torna sempre dove si è stati bene" pronunciò Eleonora insieme a Charles, in maniera abbastanza sincronizzata e lo guardò, accennando un sorriso.
-"sei il mio bene" commentò il monegasco e la ragazza si alzò solo per stringerlo forte e sentire le sue braccia avvolgersi al busto e sentirsi automaticamente protetta.

****

-"la vuoi una caramella?" pronunciò il ragazzo guardando distrattamente nel piccolo cestino in vetro nel quale erano poste diverse caramelle. Con le mani le spostava a destra e sinistra per trovare quella che gli gradiva di più e puntualmente storceva il naso.
-"dipende dal gusto" rispose Eleonora uscendo dal bagno indossando una canotta e dei pantaloni scuri della tuta, con un polsino alla caviglia.
-"tu ne hai solo uno"
-"hai ragione" ridacchiò e si avvicinò. Lui la scartò e lei la prese tra i denti rubandola al ragazzo.
-"a te non piacciono?"
-"no, bleah" fece una linguaccia disgustata che causò una risata in Eleonora.
Questa si appoggiò al suo braccio e dopo aver terminato la caramella ne prese una seconda.
-"non mangiarne troppe"
-"ssh sono buone"
-"è un eccessivo assorbimento di zuccheri che non ti fanno bene" commentò lui scontato e poi le diede un bacio tra i capelli, voltando la testa.
-"eddai una non mi farà male" borbottò lei.
-"no, ma tre... quattro... cinque..."
-"non ne mangio così tante! Sei esagerato" esclamò allontanandosi quel poco per guardarlo in faccia mettendo il broncio.
-"e tu sei una bimba"
Lei incrociò le braccia, staccandosi dal suo corpo e gli fece una linguaccia, mangiandosi l'ultima caramella.
-"ci sono anche dei cioccolatini se vuoi"
-"smettila di tentarmi!" pestò i piedi piagnucolando, indossando una felpa sopra la canotta. Pensò che quell'abbigliamento sarebbe bastato,  dopo aver osservato il sole che splendeva fuori da quella stanza d'hotel.
-"ma non ti serve! Non hai più pare d'amore" commentò lui e la ragazza rise.
-"tu che ne sai?"
Spuntò un sorriso furbo sul suo viso e aspettò la reazione di Charles, che non ci mise molto ad arrivare.
-"lo so... e basta" rispose vago avvicinandosi così tanto da farla indietreggiare e appoggiare la schiena all'anta dell'armadio posto in quella stanza.
-"mh mh" alzò le spalle tenendo lo sguardo fisso sugli occhi di Charles, particolarmente brillanti.
-"vuoi dirmi che hai pare d'amore per qualcuno che non sono io?" domandò mentre un piccolo sorriso sul bordo della labbra stava spuntando, segnale che sapeva già la risposta.
-"convinto che sia tu?"
Eleonora era a pochissimi millimetri dal ridergli in faccia per come l'espressione del monegasco tramutò in pochissimi secondi.
-"Bianchi..."
-"Leclerc dimmi" lo guardò sorridendo fieramente e lui fece un passo indietro.
-"sto scherzando dai Charles! Tu sei la mia unica e continua para d'amore" rise sciogliendo le braccia per farle ricadere sui fianchi e lui scosse la testa divertito. Non disse una parola ma la prese in braccio come un sacco di patate, tenendola per le gambe.
-"nonono dai Charles ti prego" cominciò a lamentarsi ridendo Eleonora, mentre vedeva quello che accadeva dietro le spalle del monegasco. 

Lui fece pochi passi, si avvicinò all'enorme letto matrimoniale e la fece cadere sopra, mettendosi poi in ginocchio sul materasso stesso solo per farle il solletico. Eleonora rise fino alle lacrime, agitandosi ogni volta che le mani di Charles finivano sulla sua pelle, provocandole una risata.
-"daidai a-aspetta fermo" ansimò ridendo cercando di prendergli le mani e fermarle, e così fece. Lo guardò in viso e quando lo vide sorridere come un bimbo, con le fossette molto pronunciate sulle guance, non pensò nemmeno un secondo di controbattere, anzi, si perse nel guardarlo.
Lui la guardò prendere fiato ed appena alzò il busto le andò incontro per baciarla. Eleonora mise entrambe le mani sulle sue guance baciandolo, baciandolo tanto.
Scomoda da quella posizione, si sistemò meglio sopra il corpo di Charles, rimanendo in ginocchio sul letto. Lasciò che le mani seguissero un loro percorso scompigliando i capelli, che li tirassero leggermente facendo mugolare il ragazzo e che le mani di Charles si fermassero sui suoi fianchi, tirando Eleonora sempre più vicino al suo corpo. Fece vagare i polpastrelli sulla schiena coperta dalla felpa mentre le loro lingue si cercavano e si inseguivano senza mai smettere.

Quando si staccarono per prendere fiato, Eleonora appoggiò la fronte su quella del monegasco, che sorrise soddisfatto. Si allontanò di poco e si morse il labbro, decorando le guance con le fossette ed Eleonora lo baciò ancora un'altra volta, non resistendo molto al ragazzo davanti a sé, e poi gli accarezzò il viso, come per ammirarlo, come per rendersi conto che lui era accanto a lei e che era la persona più bella del mondo.
Molto probabilmente persero la cognizione del tempo, presi in loro stessi nel guardarsi e nel baciarsi, tanto che Sebastian arrivò a bussare alla porta della camera di Eleonora, sicuramente dopo essere passato in quella di Charles.
-"Mattia ti conviene davvero prendere una singola camera matrimoniale, non mi faccio tutte le volte due piani di scale!" Esclamò indispettito il tedesco, rivolto al suo team principal, che stava nel mezzo del corridoio con le braccia conserte, con un aria molto divertita.
-"un attimo Seb! Abbi pazienza" esclamò ovattata Eleonora dall'altra parte del muro, urlando per farsi sentire.
-"È mezz'ora che gironzolo senza una meta mia cara Eleonora" rispose sarcastico e in men che non si dica la ragazza spalancò la porta, fissandolo.
-"disturbatore." assottigliò gli occhi guardandolo ed incrociando le braccia.
-"daidai muoversi" alzò gli occhi al cielo facendo uscire entrambi i ragazzi.

Passarono metà di quella giornata in giro per la città poco distante dal circuito e dal loro stesso hotel ed Eleonora perse tempo a convincere il tedesco a prendere una camicia nuova. Si impuntò talmente tanto che si mise davanti alla porta del negozio, impedendo di svignarsela e quello fu costretto a comprarla.
-"che testa dura che sei" borbottò Eleonora appena fuori il negozio, calandosi gli occhiali da sole.
-"vorrei sapere come hai fatto a convincermi."
Lei alzò solamente le spalle.
-"so come fare, mio fratello non era molto diverso da te"
-"ma era Jules! Ti accontentava in qualsiasi cosa" ribatté il tedesco.
-"non proprio tutte.." si intromise Charles quasi ridendo.
-"ha ragione, non tutte. Tu vorresti mai che tuo fratello facesse un bungee jumping a 15 anni in vacanza senza i tuoi genitori? No, sicuramente ma io l'ho fatto comunque convincendo... o per lo meno, a farmi dire di sì"
Ci fu un attimo di silenzio. Sebastian doveva ancora elaborare una risposta decente.
-"non verrò più a fare shopping con te." disse ed Eleonora gli rise in faccia, divertita dal broncio che aveva indossato il tedesco e lo strinse con gli occhi dolci.
-"daaiiii" si lamentò come una bimba.
Lui sbuffò e poi si arrese ad un sorriso, scuotendo la testa.

Quando tornarono, Eleonora non scese per mangiare, preferì rimanere nella stanza, non sentendosi molto bene. Pensò inizialmente che il caldo di quella giornata l'aveva illusa tanto da uscire solamente con una felpa, ma poi si accorse che non era per quello. Aveva terminato la pillola anticoncezionale e quindi era la sua settimana rossa quella, ed il mal di testa era snervante, tanto da non riuscire nemmeno a pensare. Si stese sul letto tenendosi stretta tra la felpa di colore nero di Charles e si sistemò bene sotto il piumone, cercando un qualcosa al pc per perdere tempo, aspettando il sonno che tardava ad arrivare. Il dolore pulsante alle tempie le rendeva la serata impossibile, aveva preso tutte le pastiglie possibili per cessare quel dolore ma non accennava nemmeno a diminuire.
Quando terminò la cena organizzata dall'hotel, il monegasco fu il primo a lasciare il tavolo, scusandosi con tutti, preoccupato per la ragazza nella stanza da sola.
Bussò in fretta, con fiatone, perché non aveva nemmeno pensato di prendere l'ascensore, ma preso dalla fretta di arrivare cominciò a salire le scale. Eleonora spostò tutto dal letto e dopo aver bevuto dell'acqua aprì la porta.
Lui entrò velocemente e si avvicinò, accarezzandole una guancia, chiedendole prontamente come si sentiva.
-"ho mal di testa ma sto bene Charles" disse lei prendendo la sua mano poggiata sul suo viso.
-"mh... dai Nora.. non mentirmi" sussurrò lui avvicinandosi e dando un bacio sulla fronte alla ragazza, leggermente calda.
-"hai provato la febbre?"
-"sisi ma non ho nulla, è il mal di testa e poi sono sotto le coperte da quasi due ore" ridacchiò guardandolo per poi spostarsi verso il letto e lui la seguì, sdraiandosi accanto al corpo della ragazza, che spense il pc.
Charles si allungò verso Eleonora e gli stampò un bacio sulle labbra, di conforto e per cercare di farle passare un po' il pensiero della febbre, accennando un sorriso. Alzò le labbra solo per darle un altro bacio sulla punta del naso e poi la prese tra le braccia, stringendosela come un pupazzo e le accarezzò i capelli.
-"andrà tutto bene?" Disse lui mentre ascoltava il respiro della ragazza sul suo petto, che piano piano stava abbandonando quel mal di tempie.
-"va sempre bene Charles"
-"non è vero"
-"sì invece." disse senza dubitarne nemmeno un minimo.
-"non sono d'accordo, non è un anno che sta andando molto bene il nostro..." mugugnò visibilmente triste della piega che aveva preso il sui primo anno di carriera in Ferrari e sperava sempre in qualcosa di più.
-"okay, su questo ti do ragione, ma nonostante ciò, va sempre bene"
-"non riesco a seguire il tuo discorso" corrugò la fronte concentrato a capire il succo delle parole di Eleonora che sorrise per la sua buffa espressione.
-"finisce sempre bene perché alla sera, torniamo tutti a casa. Finisce che tutti siamo nel letto e che a nessuno è successo niente, in particolare a voi. Ecco perché va sempre bene, perché tornate a casa. Non mi interessa se la gara non è andata un granché, se voi piloti siete delusi per il risultato ottenuto, non mi interessa se tu terrai il muso arrabbiato per tutto il tempo necessario. Preferisco vedere il tuo comportamento incazzato a casa, piuttosto che... che non vederti più. Non vorrei mai augurare qualcosa di questo tipo ad ogni singolo membro di ogni famiglia di ogni pilota."
-"Eleonora.." accennò lui con un mezzo sorriso sul viso, prima di prendergli la mano e stringerla, portarla alle labbra e dargli un bacio. La mise tra le sue due mani e ci appoggiò la fronte sopra, chiudendo gli occhi per un attimo.
-"penso tu sia un angelo, non poteva capitarmi niente di meglio che te; come sorella, come migliore amica, come pezzo mancante, come il mio Yang, come la mia ragazza, la mia donna."
-"così mi fai emozionare cerise" ridacchiò lei appoggiando la testa sulla sua spalla, stringendosi di più a lui.
-"scusa fraise"

Calò per un attimo il silenzio tra di loro, rimanendo ad ascoltarsi solo il respiro di uno sull'altro, fino a quando la voce di Charles non spezzò quel momento ed arrivò alle orecchie di Eleonora.
-"piccola, guardiamo un film?"
-"certo"
Prese il suo pc e senza nemmeno un paio di cuffie, cercarono di trovare una pellicola che piacesse ad entrambi. Ad Eleonora venne un lampo di genio e lui scosse la testa più volte, avendo già capito il pensiero della francese, che lo guardava con gli occhi dolci.
-"nono, non lo guardiamo di nuovo!"
Lei lo pregò, piagnucolando e unendo le mani, comportandosi davvero come una bambina.
Lui scosse di nuovo la testa, ridendo.
-"no cherie, è la 100esima volta"
-"c'è sempre la 101"
Lui la fulminò le lei rise, appoggiandosi sulla sua spalla mettendo il suo film appena lui si arrese sbuffando, non trovando titolo che abbattesse il film preferito di Eleonora, nonché Top Gun.
-"fatti chiamare anche tu Maverick"
-"mai" rispose schiatto lui, tenendosi stretta Eleonora, che ridacchiò di nuovo, alzando il viso verso di lui.
Gli lasciò un bacio dolcissimo e poi, rimanendo accoccolata con il braccio del ragazzo attorno alle spalle, passò la serata insieme a quella persona che c'era da tutta la vita, dimenticandosi del dolore alla testa ed allo stomaco, perché Charles era medicina di qualsiasi male.

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