prologue.
1 marzo 2019
📍 Nizza, Francia
-"quando vieni qua?" domandò il ragazzo dall'altra parte del telefono e sbuffò, lasciandosi poi andare ad una risata.
-"ti ho già detto che non lo so, è inutile chiedermelo ogni cinque minuti" ribattè tenendo l'aggeggio tecnologico tra l'orecchio e la spalla, intenta a piegare le ultime cose in valigia, posta davanti al letto.
-"Sì ma sai quando prendi il treno" continuò l'altro.
-"tra due ore, ti ho già ripetuto anche questo. Sicuramente ci sarà un ritardo e quindi l'orario di arrivo è puramente indicativo" aggiunse dando un'ultima occhiata al quadrante dell'orologio sul suo polso.
Liberò il collo da quella posizione scomoda e prese un sospiro di sollievo, ritornando diritta con il telefono tra le mani.
-"uffa, me lo dicevi e venivo a prenderti io. Perchè non vieni qua? Sai che la casa è vuota" domandò speranzoso ed Eleonora lo sentì appoggiarsi sul letto, stendendosi con un tonfo.
-"ci stavo pensando, ho preso in considerazione questa cosa ma sai che non ne sono sicura" commentò lasciando il telefono in vivavoce sul piumone bianco che fasciava il letto mentre chiuse la valigia, la portò in piedi e diete un'ultima occhiata attorno per controllare che fosse tutto apposto.
Sentì il ragazzo sospirare leggermente.
-"posso venire in con te se ti va"
-"non volevi andare nella casa di tua nonna?" Domandò mentre si spostò dalla sua stanza per tornare in bagno.
La ragazza decise di farsi una morbida treccia per tenere i suoi capelli apposto ed in ordine.
-"Sì beh... effettivamente... però non voglio lasciarti da sola. Ricordi? Io per te e tu per me" accennò dall'altro capo del telefono il ragazzo, sdraiato a pancia in sù nel letto ed a Eleonora scappò un sorriso.
-"me lo ricordo benissimo" ridacchiò prendendo un elastico per avvolgerlo attorno alle dita.
-"È la promessa fatta da bambini più longeva di sempre" rise anche l'altro ed Eleonora si sentì improvvisamente meglio.
-"chi ha detto che deve finire?" ribattè divertita l'altra e poi esclamò negativamente nel momento in cui fece cadere la boccetta di deodorante dal mobile.
-"sei un disastro Eleonora" rise di nuovo il ragazzo
-"sei decisamente sulla via per andare affanculo"
-"ti voglio bene" cinguettò il ragazzo ed Eleonora scosse la testa.
-"ti voglio bene anche io" rispose con un tono poco più sconsolato del solito e guardò verso il soffitto.
Lo amava, ma non aveva la minima intenzione di riferirlo e di rovinare la loro amicizia che durava da quando i due erano in fasce.
Eleonora era innamorata del suo migliore amico, di quello che aveva sempre considerato un fratello ed in quei momenti non sapeva più che cosa fare.
-"Bianchi?"
-"dimmi"
-"ti aspetto qua come i bambini aspettano la neve d'inverno"
Eleonora non sapeva che fare, ma lui ce la metteva tutta a complicare la situazione.
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