dixneuf - breath
9 giugno 2019
📍 Gilles Villeneuve Circuit, Montréal, Canada
-"Indecente! Indecente cazzo! Come si può comportarsi così? Come diamine si può prendere una decisione così? Io non ho le parole. E poi mi vengono anche a dire che non sono di parte. Maledetti stronzi!"
-"abbiamo già portato il ricorso, calmati adesso. Vedrai che troveremo una soluzione"
-"eh no che non si trova! Secondo te potrebbero ascoltarci? Dopo aver dato una penalizzazione così stanno a ripensarci?! No. È andata, puuf, sparita, il mio primo posto sparito per colpa di una cosa ingiusta e fuori dal mondo. Punti importanti, una gara perfetta e che succede?! Io ho una penalità per una mossa che tutti avrebbero fatto."
Sebastian aveva liberato tutta la sua collera appena entrati tutti nell'hospitality Ferrari, come una sorta di branco. Era rosso di rabbia, agitato e anche un poco deluso di come poi si era rivelata quel gran premio. La Ferrari aveva nelle mani tutto, la gestione, i tempi migliori, il primo posto... la vittoria, che tanto veniva bramata. A tutti prudevano le mani, soprattutto quando i signori meccanici dell'altra scuderia salutavano per gentilezza con un sorrisetto sarcastico dipinto sulle labbra, a significare come loro, ancora una volta, fossero un gradino davanti a noi.
Eleonora stava disegnando scarabocchi inutili su un foglietto capitatogli davanti all'ultimo, per scaricare la tensione.
-"abbiamo noi la vittoria" sentenziò lei appena tutti fecero silenzio.
-"Bianchi stai bene?! L'hai vista la gara o..?" domandò con una brutta ironia lo stratega, con cui non scorreva buon sangue. Lei lo fulminò con lo sguardo.
-"fino a prova contraria i miei occhi, sebbene accompagnati da un paio di occhiali, vedono benissimo. Quindi sì, l'ho vista, l'ho vista bene ed è proprio per questo che dico le mie parole. Se tu fermerai un qualsiasi tifoso di qualsiasi scuderia... che non sia Mercedes okay... ma se fermerai il primo e tu gli domanderai chi mai abbia vinto il gran premio di Canada anno 2019, questo ti risponderà una sola persona, e non sarà Lewis Hamilton la risposta, ma Seb. La risposta sarà sempre Sebastian Vettel. Non avremo mai i punti corretti che ci spetterebbero e dato che non possiamo fare altro, buttarla sulla visione morale è la cosa più positiva che esista. Siamo noi dalla parte del giusto, dalla parte di milioni di tifosi e dalla parte di chi sa guardare le gare con obbiettività. In conclusione, nessuno abbasserà gli occhi e lascerà passare questa cosa come giusta, nè tantomeno noi."
-"e quindi cosa vorresti fare Giovanna d'Arco?"
-"ascoltami chiaro e tondo. Ho un nome? Sì. Ho un cognome? Sì. Sono in questa squadra? Sì. Non mi chiami come cazzo ti pare perchè devo ricordarti che non sono nessuno per te e non ti puoi permettere di fare quello che vuoi. Non mi prendi per la prima scema di turno, ti è chiaro mr. Simpatia? Come poni rispetto a tutte le altre persone presenti qua dentro lo fai anche con me, perchè non ho scritto giullare sulla fronte e non sono la tua serva."
Lui alzò le spalle indispettito e sentendosi in soggezione, uscì da quella stanza, mentre Eleonora stava seduta tranquillissima, facendosi girare la penna tra le dita.
-"Che vorresti fare Nora?" domandò Sebastian, mettendosi il cappellino nel verso giusto.
-"mettere fuori la bandiera a Maranello perchè sull'asfalto questa gara l'abbiamo vinta noi ed è giusto che prendiamo i meriti di quello a noi va bene, senza essere sminuiti di nuovo per colpa di quattro clown. È nostra" lei la buttò lì, e senza darlo a vedere, il tedesco fece un piccolo sorriso. Gli bastava come segno.
Alcuni diedero subito ragione a questa cosa, quasi la maggior parte, ma la parola spettava a Mattia.
-"okay" disse quest'ultimo, senza aggiungere altro, annuendo con la testa e sentendo l'approvazione di tutto il team.
Quando la riunione terminò, Eleonora dovette rimanere nei box per risolvere un piccolo problema e smontare delicatamente una parte della monoposto. Al termine sistemò il pacco di fogli e appena uscì dal motorhome con i capelli raccolti in una coda parecchio disordinata trovò Charles seduto su una seggiola girevole, a fissare il cielo e guardando continuamente il quadrante dell'orologio al polso.
-"Perci?" domandò lei aggrottando la fronte. Era tardi, veramente tardi e per il circuito non c'era più nessuno, se non meccanici che smontavano tutto.
-"cherie! Non arrivavi più" esclamò alzandosi e allargando le braccia, lasciandosi raggiungete dalla ragazza che gli corse incontro e lo strinse forte.
-"sei rimasto qua per quanto?"
-"penso... due, tre ore" conteggiò i numeri a mente, muovendo la testa e tiene la ragazza tra le sue braccia. Lei alzò lo sguardo verso di lui e accennò un sorriso, accarezzandogli la guancia dolcemente, passando le dita sulla barba leggermente visibile.
-"come stai? Come ti senti?" domandò premuroso Charles, che si fece tranquillamente coccolare dalla mano di quella ragazza del quale era innamorato.
-"tutto bene, sono un po' stanca" rispose lei, sbadigliando leggermente.
-"ti accompagno in hotel piccola"
Eleonora annuì e si sentì prendere in braccio, non dolcemente ma come un sacco e le venne da ridere.
-"dai Charles!" rise ma fece tutto il percorso in braccio e lui la tenne su, stretta e felice.
La ragazza diventò autonoma appena mise i piedi sull'asfalto e salì sull'auto, guidata ovviamente dal monegasco e diretta al loro hotel.
-"è un problema se sto da te?"
-"Charles, mi chiedi se è un problema se tu rimani da me stanotte a dormire? Ti intrufolavi nel mio letto anche senza chiedermelo fino all'altro ieri!" rise divertita guardandolo e stringendo la mano libera del ragazzo, che si lasciò andare ad una risata.
-"scusami, hai ragione Bianchi"
-"lo so, ho sempre ragione Leclerc"
-"gne" le fece una linguaccia divertita.
Non ci misero molto tempo nell'arrivare al loro hotel e con molta cautela salirono le scale che portavano alla stanza della ragazza, dove Charles aveva posto fisso, ovunque si trovassero.
-"oh eccoli i piccioncini, siete evasi dall'hotel?"
Dilara si fece sentire nel corridoio, accompagnata da Max, insieme a Daniel, Pierre e Caterina.
-"ma magari! Ho dovuto sistemare e smontare la sua macchina" piegò la testa per indicare il monegasco accanto a lei, che alzò gli occhi al cielo.
-"non ci crede nessuno sai?"
-"dillo alle mie mani" sbuffò contrariata lei incrociando le braccia.
-"comunque mi sembrate voi quelli che dovete evadere"
-"perspicace Leclerc" l'olandese gli fece un occhiolino sorridendo ironico.
-"volevamo chiedervi se vi sarebbe piaciuto venire con noi ma.." continuò Max.
-"nono, io no." Rispose in fretta Eleonora, passandosi una mano sulla fronte e cercando di rimanere sveglia.
-"io sto con lei, non guardatemi nemmeno, non verrò a fare in candelino... e poi... preferisco sinceramente lei" ridacchiò il monegasco che si beccò una seria di insulti da parte delle due ragazze, finte offese.
Quando si decisero ad andare fuori, Eleonora e Charles finirono nella loro stanza e lei si lasciò cadere sul letto alzando la gamba destra verso il ragazzo, in piedi davanti al letto.
-"mi togli le scarpe?" domandò con un faccino da far invidia al Gatto con gli stivali e lo la guardò sconvolto, alzando il sopracciglio.
-"sono il tuo maggiordomo?"
-"dai Perciiiiiii" piagnucolò unendo insieme le mani continuando a guardarlo.
Lui sospirò scuotendo la testa con un piccolo sorrisetto divertito sulle labbra e fece appoggiare il piede coperto dalla scarpa di Eleonora sul suo petto coperto dalla felpa di colore rosso scarlatto. Slacciò lentamente le stringhe delle scarpe e guardò la ragazza, che teneva gli occhi sulle sue mani.
-"perchè tu hai queste scarpe?"
-"mi vedi con un paio di ballerine sportive ai piedi come Britta?"
-"direi di no" rise lui levando finalmente la scarpa rossa sportiva firmata dallo sponsor ed Eleonora alzò l'altra gamba. Charles la guardò nello stesso modo di prima, con le sopracciglia alzate.
-"ti sembra che io abbia un solo piede cerise?"
-"Nora sei sul bilico per farti odiare dal sottoscritto"
-"sisisi certo, ti credo proprio"
-"dovresti"
Lei scosse la testa e appena l'altra scarpa cadde al suolo, Charles si fermò per togliersi le sue e si sistemò sul letto avvolgendo completamente il corpo di Eleonora, indaffarata a sistemare le cartelle sul suo cellulare. Lui avvolse il corpo della ragazza con le sue braccia, appoggiando la testa sul suo petto e lei prese ad accarezzargli i capelli.
-"in questo modo pensi che io possa crederti?" ridacchiò lei e lui mugolò, sussurrando un no.
-"in realtà non lo vorrei mai Eleonora, stavo scherzando, perché pensandoci bene, la nostra vita è troppo corta per urlarci addosso e dire di no. Penso che starei a toglierti tutti i giorni le scarpe anche controvoglia piuttosto che non poterlo fare"
-"voglio sopportarti per il resto della mia vita Perci" rispose lei sorridendo, abbassando poco di più lo sguardo verso il viso del monegasco.
A quel punto Charles si alzò per cambiarsi i vestiti, tenuti addosso da tutto il dopo gara e la stessa cosa fece Eleonora, piegandosi i vestiti alla rinfusa, tenendo comunque la valigia sotto un piccolo ordine. Le importava poco quella volta, sarebbero dovuti tornare a casa, ma far tappa a Maranello era di legge. Lei e lo staff dovevano risistemare i pezzi della macchina e lui aveva un programma da rispettare con il simulatore e con Andrea, per un determinato potenziamento fisico. Indossò una maglia che avrebbe fatto da pigiama e aspettò Charles, che uscì dal bagno a petto scoperto, solo con dei pantaloni della tuta rigorosamente neri; i suoi capelli erano scompigliati e si chiuse la porta alle spalle prima di raggiungere la ragazza.
-"facciamo una cosa?" domandò lui rimanendo in piedi davanti ad Eleonora, che lo guardò dai piedi alla testa, mordendosi l'interno della guancia.
-"cioè?"
Lui prese il cellulare e dopo aver smanettato un po' con esso, nella loro stanza si diffusero delle note con una melodia dolce, prima di far cominciare la canzone vera e propria, colonna sonora del film preferito di Eleonora e accuratamente visto le sere precedenti. Allungò la mano verso la francese che sorrise senza mai smettere di guardarlo negli occhi, alzandosi da dove stava seduta solo per stringersi al corpo del monegasco appoggiandoci la testa sopra. L'orecchio di Eleonora era appoggiato così bene da sentire il battito di Charles leggermente più veloce della norma e si dondolò lentamente al ritmo della canzone cantata dai Berlin.
Eleonora chiuse gli occhi facendosi dondolare, rimanendo stretta tra le sue braccia, mentre anche lui si dondolava lentamente.
Molto probabilmente girarono dondolando per quella stanza, uno stretto all'altro, in pigiama ed a notte inoltrata, ma a loro non fregava assolutamente niente. Erano persi nel loro mondo fatato dopo averne passate tante, e forse un pizzico di tranquillità e felicità dovevano godersela più del dovuto.
Eleonora alzò il viso un poco più rosso del solito verso Charles, che sorridendo in maniera disarmante per la francese, si spostò quel poco che bastava per baciarla, mentre la canzone si riproduceva in sottofondo.
Da rituale o come gesto meccanico, Eleonora non l'aveva ancora capito, gli mise le mani sulle guance, come per sentirlo più vicino e lo baciò di conseguenza, abbandonando il controllo razionale. Senza sapere come si ritrovò in piedi su quel materasso e baciandolo senza sosta, prese a mordicchiare leggermente il labbro inferiore e non si fermò fino a quando lo sentì mugolare piegando un poco la testa all'indietro.
Eleonora sorrise sulle sue labbra appena riprese la canzone da capo, di nuovo, in loop e riprese a baciarlo.
Take my breath away.
***
È un po' di passaggio lo so, ma spero vi piaccia comunque❤️
Bạn đang đọc truyện trên: AzTruyen.Top