II
Come sembrano distanti quei giorni in cui, dei tuoi voraci baci, si tingea di un tenue livore la mia pelle.
Stringimi, rendimi spada o accogliente faretra, per le tue frecce pregne del veleno
che asserve alla tua grazia, la volontà dell'uomo più integro.
Sono acqua limpida che guizza veloce per le vie dei pensieri.
Sono fuoco ardente figlio della passione.
Sono piuma leggera che solletica la tua pelle e frusta che percuote le tue carni.
Sono vita e speranza, ma anche oblio di ogni tua volontà che sottomessa si piega al mio più torbido desiderio.
Stringimi la mano, suona il mio corpo, assapora le mie membra,
ascolta il rumore della mia mente.
Godi di me, come fosse l'ultimo istante della tua vita,
e assicurati così il tuo biglietto di sola andata per l'infinito e le sue incertezze.
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