V: la sua versione

Nella foto Teresa.

Teresa guardava annoiata il panorama che si stanziava dal piccolo finestrino della limousine. Pedro, l'autista, la osservava con una vena di tristezza, sapeva che la giovane padrona stava affrontando un periodo davvero difficile.

Teresa sospirò pesantemente. Qualche ora dopo avrebbe incontrato i due cognati, nonché fratellastri di Greg. Era agitata al solo pensiero, non gli aveva mai conosciuti, e non sapeva come avrebbero reagito. In cuor suo sapeva bene che non avrebbero preso bene la decisione di Greg, erano pur sempre i legittimi eredi di tutto il casato Crawford. Anche lei appena saputa la notizia ne era rimasta parecchio sorpresa.

<< Signora c'è forse qualcosa che la turba?>> chiese Pedro. Lei osservò l'uomo di mezz'età che stava davanti a lei. << Non è niente Pedro, sono solo stanca per il viaggio>> spiegò la giovane mora.

Lui le mostrò un lieve sorriso di intesa, distogliendo poi lo sguardo.

Quando arrivarono alla villa, scese di fretta e all'entrata venne subito accolta dall'intera servitù. Non poté non sorridere alla vista di Josephine la governante, a cui si era profondamente legata.

Era stata la prima a Haimond Hall ad apprezzarla e accettarla dignitosamente come nuova padrona del casato Crawford.

La donna, chiamata da tutti Phine, era sempre molto gentile e mostrava un carattere forte e vitale per la sua venerabile età.

A volte Teresa sorrideva per l'evidente somiglianza con sua nonna Assunta, entrambe con una crocchia castana contornata da qualche filo argentato sfuggente alla retina. I grandi ed espressivi occhi verdi le davano un taglio più elegante e ringiovanivano il viso di almeno dieci anni, il solito grembiule da cucina le cingeva l'uniforme da cameriera ormai troppo vecchio per la sua persona.

Phine le rivolse un leggero inchino sorridendo dolcemente << Buona sera signora, ha fatto buon viaggio?>> lei annui leggermente consegnandogli il cappotto.

<< Bene, come le avevo riferito sono arrivati i signori Edmund e Nolan Crawford, i fratelli minori del padrone>> disse indicandoglieli e facendola voltare.

Teresa vide i due gemelli rimanendone piacevolmente colpita. Erano l'uno l'opposto dell'altro. Il primo alla destra aveva ricci capelli color ebano, contornati da un viso spigliato e delicato, gli occhi azzurri avevano un taglio deciso che gli donavano un portamento più maturo e colto,era abbastanza alto e dalla camicia traspariva l'evidente corpo di roccia. Il secondo alla sinistra era leggermente più alto, anche se di poco, la pelle era più scura, i capelli ondulati gli scendevano disordinati sul collo, gli occhi grandi ed espressivi di un grigio chiaro, come le nuvole prima di piovere, anch'esso con un fisico invidiabile.
Erano entrambi vestiti elegantemente, e Teresa non poté che accennare un semplice sorriso.

<< Piacere di conoscervi, mi hanno parlato molto di voi. Io, come penso abbiate già capito, sono Teresa>>

Gli vide tentennare leggermente, finché quello alla sua destra  si avvicinò velocemente verso di lei. << Io sono Edmund, siamo davvero onorati di fare la tua conoscenza Teresa>>

<< Sono contenta di avere finalmente l'onore di conoscervi, Greg mi parlava spesso di voi due, naturalmente in bene>> sorrise al moro davanti a se, constatando fosse l'anello portante tra i due.

<< diciamo che non abbiamo avuto lo stesso onore>> ribatte Edmund con leggera stizza.
<< Si, ne sono consapevole>> si limitò a rispondere Teresa, tenendo il volto basso.

<<Comunque, mi piacerebbe parlare con voi, ma il viaggio di ritorno mi ha sfinita, magari avrò domani questo piacere>> disse guardando entrambi.

I due annuirono. << Ci dispiace essere piombati così all'improvviso, per cui non farti problemi, avremo comunque modo di parlare>> continuò a parlare Edmund. Lei annui dolcemente e dopo aver fatto un cenno ad entrambi si congedò nelle sue stanze.
Mentre lasciava la stanza, sentì gli occhi magnetici dei due gemelli su di lei.

Quando arrivò nella sua stanza si stese nel suo letto sospirando pesantemente.

Era riuscita a sfuggire ai due con una semplicissima scusa riguardante il suo viaggio, ma non sarebbe sempre riuscita a farlo, e di questo ne era più che certa.

Però, lì in quella stanza poteva finalmente rilassarsi. La stanza era molto antica, vi erano mobili in mogano parecchio usurati, ma questo non la disturbava affatto. Amava vedere quei segni di invecchiamento, perché quello voleva dire che prima di lei vi era stato qualcun altro ad utilizzarli.

I colori erano abbastanza vivaci, un bel rosa antico e delle magnifiche rifiniture in oro zecchino. Il lampadario veniva tenuto da piccoli cherubini sorridenti anch'esso placati in oro. Le tende avevano ampi drappeggi in seta, di un delicato rosso porpora.

Infine al centro della stanza vi era un gran ritratto che ritraeva la precedente signora del casato dei Crawford, nonché madre di Greg, si trattava di Alaynda Roxell Campbell Crawford. Adorava guardare quel dipinto, per cogliere tutte le possibili somiglianze con il figlio.

Inoltre non poteva non rassegnarsi all'evidenfe bellezza della donna. Era molto esile e di carnagione chiara quasi pallida. I riccioli dorati le scendevano lungo i fianchi, il viso piccolo ma sfigliato le dava un portamento molto maturo ma al contempo dolce e sensuale. Gli occhi grandi e di un magnifico verde smeraldo, labbra piene sfoggiavano un accennato ma meraviglioso sorriso da veda Lady.

Era praticamente la perfezione. Alaynda era tutto ciò che lei non era, il suo contrario. La sua bellezza era inestinguibile. Phine le diceva sempre che il precedente padrone, Lord Christopher aveva letteralmente perso la testa per Alaynda. L'aveva sposata contro il volere di tutti dato il suo rango inferiore.

D'altro canto Alaynda aveva dimostrato di essere all'altezza del suo ruolo di padrona di casa. Tutti l'avevano accettata benevolmente al contrario di Kate, la madre di Edmund e Nolan, che invece era stata ampiamente rifiutata.

Aveva sentito da Phine che Kate era una donna molto esuberante e a volte anche capricciosa. Non dimostrava molto interesse per il casato, l'unica cosa che l'importava era suo marito ed i figli, in particolare il più grande dei due, Nolan.

Teresa si alzò e tolse la maglietta che stava indossando, sfilò le scarpe e la gonna e andò a farsi un bagno.

Nella vasca da bagnò provò a rilassarsi, cercando di dimenticare tutto quello che la circondava. Era circondata da nuvolette di vapore e aromi al gelsomini, l'acqua calda le sfiorava dolcemente la pelle, provocandogli istanti di piacere.

Doveva ammettere che le era parecchio mancato quel bagno. Quando era tornata a Firenze dai suoi quello che le era spettato era una semplice doccia piccola è molto vecchia.
Teresa rimase immersa una buona mezz'ora fin quando cominciò a sentire girare leggermente la testa, così
si alzò e avvolse il suo esile corpo in un accappatoio di seta. Ritornò in camera e dopo aver messo una maglietta che le copriva a malapena le cosce sciolse i capelli ancora umidi lunga la schiena. Prese un bicchiere di cristallo dalla cristalleria di vetro addiacente al letto e una bottiglia di vino e se ne verso una generosa quantità.

Amava sentire il dolce sapore del vino dopo una rinfrescante doccia.

Ad un certo punto, però, sentii bussare alla porta, pensando fosse Phine <<Avanti>> urlò tranquillamente. La porta si aprì è quello che si presentò non fu Phine ma il giovane Nolan, che appena vista la donna in quelle condizioni si voltò di botto dalla parte opposta<< Mi dispiace, ecco non pensavo fossi in queste... condizioni>> disse riferendosi all'abbigliamento di Teresa, lei a sua volta lo era ancora più di lui ed il viso era ormai andato in ebollizione<< E-ecco pensavo fosse Phine>> si coprì immediatamente con una vestaglia. << Si, immaginavo>> rispose semplicemente Nolan. << Perché sei venuto?>> chiese la donna avvicinandosi, ormai coperta, invitandolo a voltarsi.
<< Volevo invitarti domani mattina a fare colazione all'aperto se ti aggrada. Tu, io e Edmund>> si schiarì la voce. << Ah...>> seppe rispondere semplicemente la donna.
<< Beh, ecco... non sarebbe una cattiva idea, avrei modo di conoscervi meglio>> sussurrò l'ultima parte << Davvero?>> disse con un po' troppo entusiasmo, questo fece sorridere Teresa<< Si, d'accordo mi farà bene prendere un po' di aria>> << Bene, allora ci vediamo domani mattina mia cara, buona notte>> disse avvicinandosi e stampandogli un dolce bacio sulla guancia per poi abbandonare la stanza, lasciando Teresa a fissare la porta, sbigottita dall'assurda iniziativa.

Comportamento al quanto permissivo da mostrare ad una donna appena conosciuta, d'altro canto sapeva la fama da Dongiovanni che si era creato e per il quale non aveva esitato a mostrare.

Comunque quel gesto lo aveva leggermente gradito. Era molto che non parlava così apertamente con un ragazzo suo coetaneo. Aveva sempre mantenuto le dovute distanze da essi.

Teresa si stese sul bordo del letto sbadigliando stancamente.

Probabilmente il giorno dopo sarebbe stato un modo per distrarsi e rilassarsi o al contrario un dibattito per i beni del marito.

Il solo pensiero le fece perdere il sorriso.

Greg, il suo dilemma, colui che probabilmente non sarebbe mai riuscita a comprendere fino in fondo.
I suoi affari sarebbero passati a lei, ma come avrebbe potuto dirigere un'azienda?

Le palpebre cominciarono a farsi pesanti tanto da chiudersi ripetutamente, e qualche minuto dopo fecero sprofondare la donna in un sonno profondo e senza sogni.

***

Edmund si sfilò velocemente la camicia di dosso e la poggiò delicatamente in una poltrona, rimanendo a torso nudo.

I suoi pensieri erano ancora alla dolce quanto incantevole donna vista. Non poteva immaginare che la stessa ragazzina poco sviluppata delle foto fosse diventata una così bella, quanto prosperosa, giovane donna.

Aveva ancora in mente le sue sinuose forme, i suoi magnifici occhi blu notte ed i suoi, in apparenza, morbidissimi capelli nocciola.

A quanto pareva anche Nolan la pensava allo stesso modo, e questo lui lo aveva notato. Di certo il fratello si sarebbe messo presto in azione, non si sarebbe fatto sfuggire per niente al mondo quella dea umana.

I pensieri di Edmund vennero interrotti da un'improvvisa chiamata estera.

<<pronto?>> rispose.
<< Ed, tesoro come sono contenta di sentirti figlio mio>> l'acuta voce della madre risuonò nelle orecchie di Edmund che si irrigidì all'istante.
<< Bene, grazie>> si limitò a rispondere.
<< Mi fa tanto piacere figlio mio, sai volevo chiamare Nolan, ma non risponde, sai per caso il perché?>> chiese.

Edmund scosse la testa deluso, in fondo sapeva lei si interessasse più al fratello, ma era molto difficile doverlo ammettere a se stesso.

<< Non saprei, probabilmente stara facendo una doccia e non può rispondere>> << Capisco, scusa se ti ho disturbato Ed sai volevo tanto sentirvi>> sussurrò.

A volte Edmund aveva una gran voglia di sbattergli in faccia quello che davvero pensava, dirgli che aveva ragione e che effettivamente era una vera egoista a farsi sentire così poche volte. Ma ogni qual volta ci provava gli moriva la voce in bocca.

<< Tranquilla, dopo gli dico di chiamarti>> evitò la domanda di prima.

<< Grazie tesoro, ora devo scappare devo dare una mano a tuo nonno a preparare i dolci per domani — si fermò come se stesse riflettendo un attimo — un bacio, vi voglio bene Ed>> Edmund chiuse a denti stretti.

Quella donna gli aveva abbandonati, tutto per il dolore. Si era dimostrata debole, lasciando due quindicenni appena rimasti senza padre.

Anche dopo la notizia della morte di Greg aveva fatto una semplice telefonata chiedendo solo ed esclusivamente di Nolan. Lui era il suo prediletto, il figlio perfetto che amava, Edmund era un semplice contorno, un bambino che non doveva neanche nascere.

<< Non ti permetterò di distruggere quello che mi sono creato>> sussurrò battendo un pugno sul tavolo.

Bạn đang đọc truyện trên: AzTruyen.Top