#55 - 13 novembre 2024, ore 23.00
Mi madre se ne esce spesso con dei discorsi del tipo <<Quando me lo fai un nipotino? Presto vero? Ormai sei grande, hai quasi vent'anni.>>
E non sapete quanto vorrei urlare no mamma, this makes me really uncomfortable.
Mamma, credo che dovresti abbandonare l'idea, avere un palla al piede che lagna tutto il tempo,al momento è l'ultima delle mie preoccupazioni.
Mamma, non credo nemmeno di essere la persona più eterosessuale del mondo.
Non ti sei mai chiesta perchè la mia vita sentimentale è inesistente?
Non mi sono mai innamorata, ma so che c'è ancora tempo. Da piccola le barbie non limonavano con Ken, ma nemmeno tra di loro.
No mamma, non preoccuparti, dubito che mi sposerò mai, anche perchè per me il matrimonio è abbastanza inutile.
No, non divento rossa perchè mi piace qualcuno quando me lo chiedi, ma perchè sono imbarazzata del fatto che non mi piaccia nessuno. (Si, so che non dovrei esserlo).
Vorrei solo che capissi che non puoi controllare questo lato della mia vita.
Ma va sempre a finire che sto zitta, e cerco di deviare il discorso.
Credo di essere diventata un ottima bugiarda nel corso degli anni.
Sì, come si direbbe in inglese "Strict parents make sneaky kids"
Cara mamma, cavolo se sai davvero poco di me. Se scoprissi che ho wattpad o qualsiasi altro social che permette di comunicare con sconosciuti daresti di matto.
No mamma, non so questa cosa perchè l'ho letta da un libro, me l'ha detta un amico che sta a kilometri e kilometri di distanza.
No mamma, non sono la ragazza popolare, non ho insta, i miei compagni di classe mi danno dell'asociale.
No, non faccio solo maratone film disney con le mie amiche, guardiamo anche horror.
No, non ho studiato tutto il pomeriggio, ho disegnato.
Mamma vorrei fare la cura per l'acne, ma tanto mi hai già detto che se il dermatologo prescrive farmaci non me la fai fare. Solo prodotti erboristici hai detto, ma non vedi che non funzionano?
Mamma, secondo te perchè metto solo maglie larghe? Si, è vero che mi piace lo stile, ma non lo faccio solo per quello.
No, non sono pigra, ho semplicemente un disturbo dell'attenzione grosso come una casa. Adhd. Ho un cervello neurodivergente, mi sono veramente dimenticata di svuotare la lavatrice, non è che non avevo voglia. Hai la minima idea di quante cose passino per la mia testa in un solo istante?
Chissà perchè non sto ferma un attimo quando mi siedo, e chissà perchè perdo e dimentico tutto.
Ah sì, la senti l'altra mia amica? Si chiama ansia sociale. Lei è più invadente di decifit dell'attenzione, e per quello che mi paralizza all'idea di attaccar bottone con qualcuno, anche se l* conosco da anni. Nella mia testa credo che tutti mi giudichino in tutto.
Sì, è per questo che odio i posti affollati, stracolmi di persone, è per questo che quando andiamo al mercato manca poco all'attacco di panico.
E poi ci sarebbe il discorso della scuola.
Sono al terzo anno di scientifico, e non so nemmeno il motivo, probabilmente avrei preferito di gran lunga l'artistico. Forse ho scelto perche ha passato un anno a parlarmi dello scientifico e alla fine mi sono convinta.
Adesso si è fissata col fatto di medicina per l'università, che non avrei mai considerato se non avesse cominciato a tartassarmi.
<<dai che tolgono il test d'ingresso>>
E il problema è che non so se adesso sto considerando medicina per mia volontà o perchè a furia di sentire mia madre parlarne credo di volerla fare.
Io probabilmente preferirei di gran lunga scienze forensi, oppure archeologia, ma poi? Di cosa campo?
Una volta ho provato ad accennare il discorso, ma forse aveva ragione lei, poi cosa faccio della mia vita?
Non saprai mai nulla di tutto questo, e continuerò a fingere di avere tanti amici, e di essere la persona più felice al mondo. Sì hai ragione sono proprio pigra a volte.
Cara balena arancione molto saggia, come faccio? Come faccio a capire cosa voglio io, e cosa sono stata convinta di desiderare?
Come faccio a farle capire tutto quello che non le ho mai detto?
RISPONDO
Rischio di dare una risposta banale, per un messaggio che non è per nulla banale. Il tuo è un messaggio che porta tante istanze, ma che comunque gira attorno a uno dei fulcri dell'adolescenza, ovvero sentirsi "altro" rispetto ai propri genitori, e questo passa per prendere decisioni divergenti da quelle che prenderebbero i genitori, trasgredire alle norme, mettersi alla prova come esseri umani autonomi.
Dall'altra parte, i genitori devono capire quando arriva questa fase, devono capire quando ritirarsi con buon ordine per lasciare che l'essere umano che hanno messo al mondo lo diventi appieno.
Sto tergiversando, me ne rendo conto. Dovrei semplicemente dire che la tua maturità sta passando attraverso i passi che fai per distaccarti da tua madre, ed è giusto. Quello che non puoi pretendere è che tua madre "capisca" quello che non dici. Quello lo trovo difficile e forse persino controproducente, anche se dovrebbe essere LA BASE di un genitore empatico, ma io per primo a volte non riesco a leggere certi atteggiamenti.
Io se fossi in te, stilerei una specie di elenco di "confessioni" che potresti fare a partire da quelle più confortevoli per giungere a quelle più toste. E' chiaro che tua madre ti guarderà con la faccia delusa quando dirai che hai disegnato al posto di studiare, ma quello che è fondamentale è che tu sappia motivare quello che dici, e che non appaiano solo dei capricci da adolescenti agli occhi di un genitore.
Sulla questione del capire cosa voglio, devi estraniarti da tutto e da tutti e capire due cose: 1) cosa ti piace e 2) per cosa sei portata.
Tra l'altro ti vedo molto consapevole dei tuoi disturbi mentre dall'altra parte vedo una madre che forse vorrebbe girarsi un po' dall'altra parte (Scientifico! Medicina!) mettendo in campo un po' di prevaricazione che forse ti ha condizionata. Sto parlando per supposizioni, sei liberissima di puntualizzare tutto quello che non è esatto.
E' che di natura i genitori troppo decisionisti non fanno mai il bene dei loro ragazzi.
"Che errore non aver sbagliato abbastanza" è una citazione che mi piace, perchè fa capire che i genitori devono mollare, e i ragazzi non devono avere paura di sbagliare.
Questo è forse il tratto che secondo me differenzia di più i ragazzi di oggi da quelli della mia generazione: una maggiore paura di sbagliare, come se ogni sbaglio potessere essere potenzialmente una sconfitta decisiva per la vita.
Non è così, fidati. Sono partito per fare il programmatore, ma sono finito a fare il benzinaio, poi il verniciatore di barche, infine il bibliotecario. Basta credere in sé stess* e avere vicino persone che supportano e credono in te nella tua interezza, e non nella maschera che tu dai in pasto, perchè la maschera può cadere in qualsiasi momento e, per la legge di Murphy, cadrà nel momento sbagliato.
Un grandissimo abbraccio e fammi sapere come va con il numero:
#55
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