#35 - 10 agosto 2024, ore 3.45

caro signor padre di wattpad,

ho un problema: non riesco ad accettare che mia madre sia morta, e te mi puoi dire "è normale essere in lutto". il problema è che non è successo ieri, ma sette anni fa. e me ne sono resa propriamente conto ora. vorrei parlarne con mio padre, ma ci ho provato e della cosa gli frega poco e niente, perché lui l'ha già superata e quindi non ritiene necessario il mio lutto. inoltre, invece di parlare con me di questa cosa, mi ha preso il telefono per vedere delle chat con mia zia, la sorella di mia madre, dando la colpa a lei per la mia angoscia, perchè secondo lui non è normale che mi manchi, il che è anche un po' colpa mia perchè io stessa avevo detto che non mi mancava. ma quando l'ho detto non avevo L'80% DEI RICORDI CHE HO ADESSO, tornati a galla sfogliando delle foto che ci ritraevano insieme, quindi è anche comprensibile. dovrei seriamente tornare dalla psicologa, se non fosse che non mi ci mandano e quindi devo pregare che l'anno prossimo sia ancora a scuola. mio padre non accetta che odio la sua attuale fidanzata, odio che scopino nel letto dove sono stata concepita, e non (solo, perchè rivorrei mia madre) per mio egoismo, ma perchè lui afferma che la donna della sua vita era mia madre e che non ama ma "vuole bene" alla tipa che gioca a fare la mamma con me e mio fratello prendendosi diritti che non ha, spingendomi a fare cose innaturali, tipo trattare mio fratello come mio figlio, provare istinto materno per lui e aver mentalmente giurato che in assenza di mia madre sarei stata io a proteggerlo, e il fatto di essere esteticamente identica a lei non aiuta, per quanto io vada fiera di essere come lei (un'amica di mia madre ha quasi pianto dicendo che le sembrava di avercela davanti di nuovo vedendo me). tra l'altro, non riesco mai ad andare al cimitero, e se mi sentissero parlare ad alta voce con una tomba mi prenderebbero per pazza, motivo per cui voglio andare da sola, cosa che indovina indovinello, non posso fare. ma oh, per quanto possa sembrare strano io credo sia normale volerle parlare, perchè anche se lo faccio mentalmente vorrei averla davanti, cosa che secondo me evidenzia il fatto che non accetti la sua morte, perchè sento un bisogno di aggiornarla sulla mia vita, a che scuola vado, di come sono cambiata, di come mio fratello sta crescendo bene eccetera.

sin da piccola invece di dire "è morta" dicevano "è in cielo" che per quanto possano sembrare la stessa cosa, portavano una piccola parte di me a pensare che si fosse solo trasferita. non so come uscire da questa cosa, voglio solo andare a parlarle e vedere se mi sento meglio.

sono pazza o si può fare qualcosa?

grazie dell'ascolto <3

RISPONDO

Allora, mi permetto di fare un discorso generale che vale per tantissimi altri ambiti e che, in questa rubrica, ho già fatto almeno un paio di volte: la gente si deve cavare dalla testa che esista una "normalità" nel carattere, nel modo di pensare e nel modo di reagire agli eventi.

Ci sono eventi che accompagnano (a volte tormentano) le persone per tutta la vita. Figurarsi se tu non possa essere ancora coinvolta da un evento come la morte della madre! Peraltro a mio avviso penso che sia una cosa bellissima che tu abbia intrapreso un percorso di conoscenza con tua zia e secondo me dovresti semplicemente mettere a sedere allo stesso tavolo tuo padre e tua zia e spiegare tranquillamente, come qui lo hai fatto con me, tutti gli aspetti di questa vicenda.

Sta a tuo padre capire che questa vicenda ha portato a te uno strascico di pensieri e stati d'animo diversa da quella che ha portato a lui. E non serve a un bel nulla dire che un modo di reagire è più giusto di un altro.

Per quanto riguarda la compagna di tuo padre, beh, non devi fare il percorso inverso a quello che stai facendo per tua madre: questa compagna esiste, fa parte dello spazio in cui vivi e a tutti conviene che si arrivi a un equilibrio.

Da questo punto di vista ti invito a ragionare bene sulla frase che hai scritto: "gioca a fare la mamma". Sta giocando o si sta sforzando di darvi una figura che manca? Attenta, non dico che lo sta facendo bene o lo sta facendo male, semplicemente forse sta provando a farlo.

Qui dovrebbe intervenire un dialogo serio tra te, che penso sia una ragazza e non più una bambina, e lei. Un dialogo dove mettete da parte gli stereotipi e le prese di posizione a prescindere, e vi aprite l'una all'altra, dicendovi le aspettative sul vostro rapporto, gli aspetti che non vi piacciono o vi spaventano, e quello che vorreste e ancora non avete.

Ripeto: non può sostituire una madre, ma magari può con successo diventare una figura a cui guardare nel momento in cui si devono fare scelte o può servire un aiuto.

Quello che dico sempre è che occorre guardare le questioni cercando di prendersi un distacco dall'aspetto emotivo che ci lega alla vicenda stessa. Io leggo nelle tue parole una maturità nell'affrontare una vicenda così grande, ma leggo anche un certo arroccamento sulle tue posizioni, che fa il paio con quello di tuo padre. Uscire da questo loop negativo è l'unico modo per trovare quell'equilibrio che dicevo qui sopra.

Ultimissima cosa: il fatto che tu voglia aggiornarla sulla tua vita e che tu voglia essere la protettrice di tuo fratello, non significa che tu non abbia accettato la sua morte, anzi, così a naso direi che è l'esatto contrario: hai accettato che lei non sia fisicamente con voi. Ma quest'ultimo aspetto forse può essere spiegato meglio (o smontato, ovviamente) da gente più preparata di me!

Un abbraccio e se hai bisogno cercami pure con il numero:

#35



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