#31 4 agosto 2024, ore 23.15

Ciao! Mi vorrei tanto sfogare su una cosa: la mia famiglia.

Loro, quando incontriamo qualche conoscente o parente, si aspettano che io parli. Ma io non ce la faccio. Sono una ragazza asociale e fredda come il ghiaccio, questo lo so, ma a volte mi sento come se fossi troppo e come se non fossi abbastanza per i miei genitori. Continuano a darmi della stupida appena faccio qualcosa (soprattutto mio padre). Io reagisco con un sorriso, come se fossi veramente stupida, quando, di notte, il mio cuscino è testimone delle mie lacrime. A volte mi vengono anche pensieri sull'autolesione e su come io vorrei solo...tagliarmi l'interno coscia o bruciarlo con l'accendino. Non l'ho ancora fatto, ma la tentazione è forte. Eccome se lo è. Mi ricordo che un giorno, mesi fa, mi ero ritrovata alle tre di notte seduta sul pavimento del bagno, con l'accendino in mano e gli shorts del pigiama sfilati. Piangevo, silenziosamente per non svegliare i miei genitori e mia sorella, con l'accendino acceso, a un millimetro dal mio interno coscia. Ma poi non lo feci, solo perché avevo paura. E se i miei lo scoprissero? Mi ripetevo in testa, per non farlo. Ma penso che non potrò resistere a lungo. A volte...vorrei rendere orgogliosi i miei genitori, dimostrando quanto in realtà io sia intelligente. E lo sono. Ma loro non vogliono saperne. Mia sorella è e sarà sempre la loro preferita, non importa quanto io ci provi.

Cazzo, solo ora mi sono accorta di aver scritto la Divina Commedia.

Grazie per aver creato questo servizio.

Abbracci,

Una ragazza da dei pensieri suicidi.

RISPONDO

Prima cosa: chiariamo la differenza tra pensieri autolesionisti e pensieri suicidi. Sono due cose diverse e di solito o primi non sono associati ai secondi. Anche io soffro di una forma lieve di autolesionismo perché mi mangio le unghie e le pellicine (sì, mangiarsi le unghie è autolesionismo), ma COL CAZZO che penso a suicidarmi. Si tratta di un modo per coagulare il malessere psicologico in un malessere più "reale" come quello fisico.

Questo cosa ti fa capire? Che provi malessere per questa situazione, che c'è qualcosa di malfunzionante nel rapporto con i genitori e, a quanto percepisco, il problema è l'aspettativa che hanno i tuoi su di te. Bene, il problema è il loro, non il tuo: sono loro che devono capire meglio la propria figlia e ricalibrare MOLTO le aspettative.

Ma è una situazione diffusa, più di quello che si pensi: come genitori vorremmo che i nostri figli facessero la figura dei brillantissimi che sanno parlare di qualsiasi argomento, sanno rispondere a modo e a tono, e non se ne stanno da una parte.

Beh, l'errore è nostro, come genitori, perché pretendere questo dai nostri figli è vole mostrare dei trofei umani, delle medaglie come bravo genitore: siccome i miei figli sono brillanti conversatori, allora io ho fatto un buon lavoro come genitore.

Sbagliato! Noi siamo bravi genitori quando i nostri figli non si sentono a disagio in situazioni in cui li abbiamo messi noi. Quando non si sentono sminuiti dalle nostre risposte o dalle nostre esternazioni (es. dare della stupida).

L'unica cosa che ti posso dire, e che puoi fare rispetto alle TANTISSIME cose che dovrebbero fare i tuoi genitori, è non sforzarti di sorridere se non senti dentro la voglia di sorridere. Anzi, non perdere occasione per far presente ai tuoi genitori, in maniera tranquilla, le situazioni che ti fanno sentire a disagio.

Sulle sorelle che sono le preferite, soprassiedo. Non deve essere un alibi per te, ma casomai uno sprone.

Un abbraccio e se hai bisogno cercami pure con il numero:

#31


12 agosto 2024, ore 11.30

Ciao! Sono sempre io, la numero #31. Le cose sono leggermente cambiate dall'ultima volta che ti ho scritto. Mia madre è diventata più sorridente nei miei confronti, e mio padre pure, anche se di meno. Ho ancora leggeri pensieri sull'autolesione, ma non troppi come lo erano prima.

P.S Ti ringrazio per l'abbraccio (anche se virtuale).

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