#20 - 18 luglio 2024, ore 16.00
Ciao, sono un ragazzo e ho 16 anni. Sento veramente tanta solitudine dentro di me che ogni giorno, senza farmi scoprire, scoppio a piangere da solo nella mia camera. Non ho amici, o meglio, le persone con cui mi sento a mio agio senza dover fingere sono tutte conoscenze online che vivono lontano da me e che desidero abitino nel mio stesso paese, vicino a me, magari mi sentirei meno solo. Attualmente ho un amica che mi rallegra sempre e cerca di tirarmi su il morale, ma al tempo stesso non si può dire che la compagnia di uno schermo sia sufficiente, ecco. Attorno a me ho sempre avuto dei compagni di classe che definisco conoscenti ma non ho degli amici nel vero senso della parola. Insomma, sono soltanto delle persone con cui parlo normalmente a scuola del più e del meno e qualche volta mi chiedono i compiti ma con cui non posso dire di aver legato, non mi invitano con loro e qualche volta hanno pure rifiutato una mia proposta d'uscita. Però appunto non dico che siano delle brutte persone per questo, no, anzi, sono abbastanza interessanti ma io con loro non mi ci trovo. Con i miei compagni non ho mai avuto una vera e propria conversazione. Tutti i giorni penso alla solitudine che sto vivendo, a piangere nella mia stanza e a sorridere davanti ai miei genitori facendo finta di nulla, nonostante sappiano della mia mancanza di amici. Penso sempre di essere nato nella generazione sbagliata, amo il vintage ,e credo che a vivere almeno 30/40/50 anni fa, a prescindere dal contesto storico che si viveva e agli ideali dell'epoca, per me sarebbe stato meglio. Alla fine penso sempre di non avere nulla di sbagliato, nulla di rotto dentro di me, credo solo che i miei genitori mi abbiano educato bene, non lo dico per elevarmi a chissà chi ( non mi piace farlo ) ma credo che ciò che è intorno a me deve essere corretto; non riesco ad adattarmi alle persone della mia età. E anche se incontro ( raramente ) dei miei coetanei che abbiano un minimo le mie stesse passioni mi sento respinto, evitato, intuisco che mi stanno parlando solo per educazione e non per curiosità nei mie confronti o per approfondire la mia conoscenza. A scuola vado bene, prendo ottimi voti, mi piace studiare, eppure io non mi sento appartenere a questa generazione. Temo l'estate perché ogni volta vedo i miei coetanei uscire serenamente mentre io sto a casa a chiedermi se non mi sentirò più solo, se tutto ciò finirà, se a 20,30, 40 anni sarò riuscito a creare un legame duraturo con qualcuno; già ho buttato metà della mia adolescenza per via della pandemia e ho paura che anche a 20 anni, che dicono che a questa età ci si debba iniziare a costruire una vita, io dovrò ancora camminare da solo. Non so, è tutto molto difficile, ho 16 anni e non ho mai vissuto una vera serata fuori, non sono mai stato a un concerto e non ho mai fatto una conversazione matura con qualcuno della mia età. Semplicemente io non ho amici e sono troppo timido per cercare di relazionarmi a qualcuno, ho sempre cercato di fare il primo passo e non mi è mai stato ricambiato. Non sono mai andato da uno psicologo ma credo che tutto ciò che ho scritto finora si possa chiamare "ansia sociale". Sento sempre i miei genitori dirmi "ma perché non chiami qualcuno per uscire" quando io non ho nessuno con cui uscire, è difficile essere un timido introverso che vorrebbe degli amici. In ogni luogo che vado, la gente non si avvicina a me e io, o per la troppa timidezza, o perché non mi ispirano, non faccio altrettanto. Letteralmente è da tutta la vita che spero di incontrare qualcuno che sconvolga positivamente la mia vita, uno stimolo, un avventura, invece non ho nulla, attorno a me c'è solo un piccolo paese del sud chiuso e bigotto abitato da gente a cui piace mettere zizzania e a fare gossip, ma del fatto che il mio luogo di appartenenza non mi valorizzi, lo so già, infatti non vedo l'ora di diplomarmi e andare via da qui per iniziare una vita nuova in qualche altro posto. E per quanto questo mio desiderio ( ne ho tanti bellissimi ) sia molto forte, non riesco a sopportare questa situazione.
Grazie per aver letto me e chi è arrivato prima, sei davvero una buona persona.
RISPONDO
Hai scritto una lunghissima lettera, e ogni riga che leggevo mi domandavo: come posso aiutarlo veramente? Come posso andare oltre le frasette fatte del troverai la tua strada, del sei speciale e sono gli altri che non ti valorizzano?
Certo, diciamo che è un bel casino. La prima cosa è rendersi conto che non è facile avere sedici anni, me lo ricordo piuttosto bene, ma questo vale anche per gli altri. Non è facile per nessuno ma, come ho scritto altre volte, ci sono quelli che sono più bravi a indossare maschere, e chi invece è meno portato a farlo.
Da piccolo ero molto simpatico e espansivo, da adolescente la musica è cambiata, causa una bassa autostima. Mi piaceva fare discorsi seri anche di attualità, di politica, ma non è che trovassi poi così tanta sponda su questo tema (e nemmeno ora, i quarantacinquenni hanno come argomento principale Jessico Calcetto). Cos'ho fatto? Qualcosa che sconsiglierebbe chiunque per una sana formazione del carattere: mi sono settato al ribasso. Sono andato a ballare, a fare le vasche in centro, pub, discopub, locali in spiaggia. Amici e conoscenti che facevano baristi, pierre (mancavano le amiche cubiste, ma non è che si può avere tutto dalla vita).
E alla fine, sai una cosa? A me è passata bene perchè, per quanto mi riguarda, è come tu guardi ciò che ti è attorno che fa la differenza. Se ti poni in maniera positiva con chi ti sta attorno, alla lunga otterrai qualcosa di positivo, anche solo sorrisi o risate, o esperienze stupide. Quando le vuoi fare le esperienze stupide? A me sono piaciute le esperienze stupide, ci ho tirato fuori un sacco di letteratura!
Fallo, e stai attento a due cose:
1) alle crepe nelle altrui maschere, che ti mostreranno gli altri ragazzi che hanno ansie o paure simili alle tue (per i maschi è un po' più difficile ma non impossibile)
2) alle occasioni per far uscire le passioni e le inclinazioni che ti stanno così a cuore, trovando qualcuno che le condivide.
E' chiaro che non conosco con esattezza la situazione tua, dei tuoi amici e del tuo paese, ma questo è il mio pensiero. Non pensare che io non abbia ragionato anche sul fatto che pensi di essere nato nell'epoca sbagliata, ma ti deludo: anche trent'anni fa, quando io avevo la tua età, di gente che aveva voglia di temi seri, ce n'era poca in giro, prova a leggerti Fluo di Isabella Santacroce per capire entro quali perimetri ci si muoveva a metà anni '90.
Probabilmente ho cannato completamente il livello di risposta che ti aspettavi, sono prontissimo a raddrizzare il tiro se vuoi parlarne più approfonditamente.
Un abbraccio e se hai bisogno cercami pure con il numero:
#20
31 ottobre 2024, ore 19.30
#20
Ciao, sono di nuovo io ma dopo tre mesi ahaha. Da dove posso iniziare, sicuramente ti ringrazio della risposta che hai dato ( e del consiglio letterario incluso), ovviamente delle parole scritte non possono risolvere la mia situazione, lo capisco, ma penso che sia già un passo avanti. Da quando ho inviato il mio papiro sono successe varie cose che nella vita di chiunque magari sono la normalità e le danno per scontato, ma per me che non ho tanta vita sociale con la gente sono state delle piccole rivoluzioni. Anzitutto dalla fine del mese di luglio ho iniziato a uscire molto spesso con una mia amica. Praticamente fino all'inizio della scuola uscivamo un giorno sì e l'altro pure, stavamo fino a tardi e devo dire di esserne davvero contento (sono pure uscito per la prima volta da solo in una grande città senza i miei genitori e di ciò non potrei che esserne più contento visto che era un qualcosa che desideravo fare da molto :) ).
Purtroppo questa lunga parentesi si è conclusa con il trasferimento della mia amica fuori dall'Italia e nonostante ci sentiamo varie volte per telefono/chat capisci meglio di me che non è la stessa cosa e di questo ne soffro un poco. Dico un poco perché è vero non esco più ma almeno mi sono svagato un po' e ho preso più consapevolezza di quella che avevo della persona che sono e che posso diventare.
Nel frattempo ho pure iniziato il terzo anno di liceo artistico, mi trovo in una classe formata per la maggior parte da gente dell'altra sezione ma è gente apposto e simpatica. Parliamo molto, ridiamo e discutiamo ma non credo che ci sarà mai un qualcosa fuori dalle mura della classe. Dico così non perché sono l'uccello del malaugurio, ma perché ormai ho imparato che per me sarà sempre così; per quanto lo vorrei io non riuscirò mai a relazionarmi al di fuori della scuola con i miei compagni, è come se io fossi unicamente destinato a gente di fuori che vive lontano (qui mi riferisco alla mia amica a distanza con cui sto costruendo un bellissimo rapporto). Voglio dire, la classe è bella, vivace, ma ma so già che non legheremo più di tanto come è successo per la classe dello scorso anno e per tutto il mio percorso scolastico in generale.
Ma sai cosa, io sono felice ugualmente, forse non completamente perché penso che mi manchino delle cose, ma il fatto che io mi stia iniziando a trovare meglio in pace con me stesso credo sia segno che magari un giorno una mia amicizia potrebbe durare per molto tempo e non per brevi periodi come lo è stato finora. Ovviamente non escludo che ci saranno dei momenti no, quello è umanamente normale viverli e anzi non dovremmo schivarli perché sono proprio quelli che ci fanno crescere e maturare interiormente.
In questo periodo poi mi sento leggermente più attivo delle volte scorse, disegno tanto, leggo, e sto anche pensando di iscrivermi in palestra per muovermi; è vero, nessuno continua a invitarmi a qualche uscita nonostante si mostrino tutti gentili e cordiali con me e ammetto che un po' ci soffro pure, ma penso che magari quello che vorrei adesso (amici, uscite, insomma) mi sta venendo preparato e servito fra un po' di tempo. Non so quando e come, ma a me piace pensarla così. Insomma cerco di non lasciarmi prendere dalla disperazione anche se non escludo che possa succedere a volte e a cercare di trasformare questo mio lungo periodo di solitudine in qualcosa di bello dopo e che mi lasci degli insegnamenti. Ti ringrazio ancora per la risposta che mi hai dato, spero che vada bene ancora per molto.
Grazie mille! ( Sorry per il mio solito lungo messaggio )
RISPONDO
Sono molto felice che tu abbia mandato questo messaggio tutto sommato positivo. Tuttavia sento ancora un fondo di fatalismo (o pessimismo?) che non ti fa vivere appieno i tuoi momenti.
Oggi vado molto sul pratico: prova a dire qualche volta "Oh, sabato sera non ho un cazzo da fare, voi che fate?" con i tuoi compagni. Questo non rivela il fatto che tu aspetti da tempo una loro chiamata, ma solo una sorta di necessità contingente di compagnia. Non è complicatissimo, e potrebbe darti grandi soddisfazioni, potrebbe invertire l'idea che non ci sia nessuno con cui legare, da qui alla fine della scuola.
Spesso teniamo le nostre passioni nascoste agli altri. Difficilmente ci apriamo confidando agli altri cosa veramente ci piace. Rimaniamo sul vago, parliamo di cose "normali" dando forma alla normalità, ma se ho imparato qualcosa, è che la normalità non esiste. Siamo noi che ce la costruiamo in testa facendo un puzzle di percezioni.
Per cui, ecco, in te vedo un futuro che va rasserenandosi a livello di relazioni, ma anche di rapporto con te stesso (il disegno, la palestra, l'uscita da solo in una grande città). Lascia solo che il pessimismo non ti tenga legato a convinzioni che non hanno ragione di essere. Quello che serve a voi ragazzi è socialità, anche a costo di coltivarla in maniera che pensate sia leggera. Non vi preoccupate, nel momento giusto, i rapporti si approfondiranno, specialmente se ci sarà lo zampino della vostra volontà.
Un abbraccio e se hai bisogno cercami pure sempre con il numero:
#20
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