Un bagno bollente


Quella mattina gli allenamenti erano stati piuttosto pesanti.

Todoroki aveva dato fondo a quasi tutte le sue energie per superare la difficile prova preparata da Aizawa, un famoso cavaliere di rango superiore.

Ma, in fondo, c'era da aspettarselo.

La settimana successiva ci sarebbe, infatti, stato un importante torneo.

Il vincitore avrebbe ottenuto una cospicua somma di denaro e la possibilità che re Endeavor soddisfacesse un desiderio.

Non poteva certo perdere una simile occasione per dimostrare a suo padre, ma soprattutto a se stesso, di valere qualcosa.

In quel momento, però, aveva tutt'altro per la testa.

«Dobbiamo quindi entrare due a due, non c'è altra soluzione» stava dicendo Kirishima. «Così faremo più in fretta e avremo qualcuno che ci allevi le fatiche dell'allenamento».

«Deve essere per forza maschi con maschi e femmine con femmine? Non può essere misto?» chiese speranzoso Mineta.

«Non dire assurdità. Non sarebbe decoroso» lo ammonì Iida.

«Almeno ci ho provato».

«Bene, come decidiamo le coppie?» domandò Midoriya.

«Tiriamo a sorte. Siete tutti d'accordo?» disse Kaminari, prendendo dei bigliettini con il nome di ognuno di loro.

I presenti annuirono.

Todoroki si toccò il petto.

C'era davvero qualcosa che non andava in lui.

Quella strana sensazione continuava a non volersene andare.

Guardò Bakugo.

Sarebbe stato bello se fosse capitato in coppia con lui.

Scosse la testa.

Perchè mai sarebbe stato bello?

No, non aveva alcun senso.

Si avvicinò a Kaminari e prese uno dei biglietti.

Lo aprì e rimase pietrificato a fissarlo.

«Ehi, bastardo a metà! A quanto pare siamo in coppia insieme» lo affiancò Bakugo, sventolandogli il foglietto con il suo nome.

Todoroki deglutì a fatica.

Il suo cuore stava battendo all'impazzata.

Sarebbe stato da solo, nudo, con Bakugo.

Sarebbero stati nudi.

Nudi.

«Avanti, non startene lì impalato. Visto che sei il principe, siamo i primi a poter usare il bagno» gli diede una pacca sulla spalla Katsuki.

Entrarono, pertanto, nella stanza.

Una grande vasca di marmo bianco, ricolma d'acqua cristallina, si presentò ai loro occhi.

Bakugo si spogliò in fretta, ma invece di entrare nella vasca, si
voltò a guardare Shouto.

Quest'ultimo si irrigidì all'istante.

Perchè diavolo non era entrato?

Doveva proprio rimanere lì immobile, nudo, davanti a lui?

L'avrebbe volentieri ammazzato.

«Ti vuoi buttare in acqua si o no?» sbottò.

«Voglio vederti mentre ti spogli».

Cosa?

Le sue guance presero fuoco.

Non stava dicendo sul serio, vero?

Vero?

«Dai, non ti agitare. Stavo scherzando!» ghignò l'allevatore di draghi.

Era così, quindi?

Era solo un gioco per lui?

Todoroki sentì montargli la rabbia.

Perchè doveva preoccuparsi tanto di lui, quando era evidente che a Bakugo non gliene fregava niente?

Gettò a terra i vestiti.

«Spostati, devo lavarmi» disse con tono tagliente.

Bakugo lo afferrò per il braccio.

«Prima è meglio se ti pulisci le ferite. Ti bruceranno altrimenti. Siediti, lo faccio io per te. Dopo lo farai tu a me».

Si sedette.

In fondo, era per quello che avevano deciso di entrare in bagno due a due.

Sospirò.

Doveva calmarsi e smetterla di pensare a cose stupide.

Il giovane dei capelli biondi iniziò a bagnargli la schiena.

Un brivido percorse il suo corpo.

Le sue mani erano, inaspettatamente, delicate.

Ogni volta che lo toccava, si sentiva percorrere da un brivido di piacere.

Che gli stava succedendo?

Possibile che gli piacesse Bakugo?

Avvampò a quel pensiero.

«Ehi» lo chiamò il diretto interessato.

«Si?».

«Ti si è risvegliato qualcosa tra le gambe».

Guardò in basso.

Merda.

Perchè proprio...

Si lasciò sfuggire un piccolo gemito.

Katsuki lo stava toccando proprio lì.

«Non va bene lasciarla così. Ti do una mano a risolvere il problema».

Ma come gli era venuto in mente?

Si tappò la bocca.

A quanto pareva, non aveva intenzione di smettere.

Si voltò appena per guardarlo.

Sussultò.

La sua espressione era...

Sembrava apprezzare quello che gli stava facendo.

Gli sfuggì un altro gemito.

«Sei venuto in fretta, eh?» disse Bakugo.

«Crepa».

«Non è da te dire queste cose».

Non rispose.

Era troppo imbarazzato per dire qualunque cosa.

Come era potuto succedere tutto quello?

Sentì l'allevatore di draghi appoggiarsi contro di lui.

«Ehi, bastardo a metà. Potresti risolvere anche tu il mio problema?».

Si voltò.

Accidenti.

Senza rendersene conto, allungò la mano.

«Preparati a esplodere, Bakugo» sorrise.

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