Capitolo 4 - MATERNITY BLUES - seconda parte

«Buongiorno ragazzi.»

Fu l'uomo a prendere parola per primo, dopo essersi accomodato sul quarto scranno in ordine da sinistra verso destra. La sua compagna prese posto sul quinto, limitandosi a osservare la scena senza scomporsi.

Selene fece un passo in avanti.

«Maestro Hakurei, maestra Bella, io Maximilian e i nostri due allievi abbiamo risposto alla vostra convocazione.»

Hakurei e Bella erano i nomi dei due arcimaghi. Occupavano le ultime posizioni per ordine di importanza nella cerchia dei cinque, ciononostante era sufficiente osservarli per capire l'immenso potere che racchiudevano dentro i loro corpi.

Lo sguardo di Hakurei andò a posizionarsi su Alteria. Era la prima volta che i due si incontravano, eppure la giovane suscitò subito la curiosità dell'uomo.

La ragazza all'improvviso sentì il proprio battito accelerare. Si paralizzò all'istante; mani e gambe tremavano come se si trovasse senza vesti all'interno di una tormenta di neve. Aveva l'assurda sensazione che una forza misteriosa stesse violando la sua mente.

«Perdonami Alteria non volevo farti agitare» le sorrise il maestro. Nell'udire quelle parole, la magia che la stava sondando, andò rapidamente dissolvendosi. «È un piacere conoscerti giovane novizia.»

«Dunque, stregoni» proseguì il massiccio arcimago «vi abbiamo convocato per affidarvi una missione. Come sapete, la Torre Scarlatta è uno dei pochi baluardi a disposizione del genere umano per evitare che il seme del male si diffonda tra la gente comune.»

Aveva già affrontato l'argomento con la sua maestra. I maghi della Torre Scarlatta venivano spesso chiamati ad affrontare mostri, demoni e qualsiasi essere soprannaturale che i normali esseri umani avrebbero faticato ad affrontare con le proprie forze. A differenza però dei Cavalieri Celesti, gli uomini eletti dalla Grande Madre a protezione dell'umanità, gli stregoni agivano nell'ombra, con una maggiore discrezione rispetto ai religiosi, ma non per questo con una minore efficacia.

Ovviamente il prezzo per tali prestazioni non era di certo economico. Questo permetteva alla torre di garantirsi lussi e approvvigionamenti, e agli stregoni di guadagnare denaro per soddisfare i propri vizi personali. Alla Torre Scarlatta c'era chi nel corso della propria carriera aveva accumulato enormi fortune partecipando a queste missioni.

Nel frattempo Hakurei stava proseguendo nella sua presentazione.

«Una serie di omicidi seriali di causa sconosciuta sta flagellando la città di Mirtia...»

«Mirtia!» sussultò Alteria, nel sentire nominato il luogo dove aveva trascorso i primi diciotto anni della sua vita.

«...Le guardie ritengono che le cause siano da attribuire alle forze del male.»

Che diavolo stava succedendo a Mirtia? Il pensiero della giovane volò subito ai suoi genitori. Chissà come stavano, chissà se la stavano cercando. Li aveva congedati senza neanche un saluto, con una fredda lettera nella quale prometteva che sarebbe tornata.

Bella si alzò dal suo scranno per continuare il discorso del suo collega.

«Giunti a Mirtia prenderete contatto con il capitano Dordei, sarà lui a fornirvi tutti i dettagli riguardo la vostra missione» l'arcimaga aveva un tono di voce freddo e distaccato. 

Alteria conosceva il nome di quell'ufficiale: aveva la fama di essere un uomo retto e giusto.

«Avete domande?»

La ragazza stava per intervenire, ma fu anticipata dalla sua maestra.

«Io ho una richiesta», disse Selene, «chiedo il permesso di portare con me la mia allieva.»

L'istanza avanzata lasciò Alteria a bocca aperta.

«È fuori discussione!» tuonò Bella. «Il suo noviziato è appena agli albori per affrontare una missione con tali insidie.»

Le regole della Torre Scarlatta imponevano che al primo anno nessuno partecipasse alle missioni.

«Vi prego, Mirtia è la città da cui provengo!» supplicò Alteria, fulminata dallo sguardo dell'arcimaga.

Selene le fece un cenno con la mano, per fargli capire che ci avrebbe pensato lei.

«Ha fatto dei progressi inimmaginabili maestra Bella e, anche se è qui da poche settimane, ritengo sia già in grado di poter sostenere una prova tanto ardua!»

«Non faccio fatica a immaginarlo Selene» intervenne Hakurei, che, da quando era giunto nella stanza, aveva mantenuto costantemente la sua attenzione sulla novellina. L'uomo, nonostante l'aspetto rude, aveva modi decisamente meno autoritari della sua pari.

Bella si voltò, trovando lo sguardo d'approvazione del suo compagno.

«E sia» sospirò, «acconsentiremo alla tua richiesta, ma sarai responsabile dell'incolumità della tua allieva.»

Selene accettò con un cenno del capo.

«E io, in qualità di stregone più anziano del gruppo, farò in modo che tutti tornino alla Torre sani e salvi!» esclamò Maximilian con fermezza.

***

«Quassù il panorama è bellissimo!» esclamò con meraviglia la ragazza, mentre il vento le scompigliava i capelli. L'aria era frizzante e le nuvole erano talmente vicine da poter essere toccate. In basso, una grande distesa di verde, costituita dalla fitta vegetazione, si apriva a macchia d'olio, dopo aver superato il braccio di mare che separa l'isola della Torre Scarlatta dal continente.

«È la prima volta che voli in mongolfiera?» le chiese Dass.

«Sì, e devo dire che è magnifico!» rispose Alteria guardando affascinata il cielo davanti a sé. Anche Selene e Maximilian si scambiarono un cenno di intesa, contagiati dall'entusiasmo della giovane.

«Dovremmo farlo più spesso no?» aggiunse Max, mentre con la forza della sua magia alimentava un robusto alito di vento che li trasportava velocemente nella direzione desiderata. Selene arricciava i suoi lunghi capelli, con la coda dell'occhio incrociava lo sguardo languido di Maximilian arrossendo leggermente. 

Il loro viaggio proseguì per qualche ora, finché la vegetazione non lasciò spazio a una vallata, dove un grande agglomerato di costruzioni si ergeva dalla madre terra, come una moltitudine di dita sottili che andavano ad accarezzare il cielo.

Era la città di Mirtia.

La mongolfiera rallentò e, raffreddando l'aria all'interno del pallone aerostatico, scese di quota. Dalla minore altezza era possibile osservare le strade in terra battuta brulicare di gente a piedi, mischiata a mezzi di locomozione trainati da muli e ronzini. Nei quartieri industriali, lunghe ciminiere dipingevano l'aria di tinte cupe, offuscando spesso la vista del sole anche nei giorni in cui il cielo era sereno. Alteria non aveva mai visto da così in alto la sua città natale; il suo sguardo correva lungo le vie che negli anni precedenti aveva percorso con i piedi ben piantati a terra. Vide il crogiolo di bancarelle che riempiva la piazza del mercato, dove, in passato, con i suoi genitori, giornalmente si recava a comprare le derrate alimentari per la cucina.

«È il quartiere dove vivevi Alteria?» chiese Selene, notando lo sguardo nostalgico stampato sul viso della giovane.

«Sì, lavoravo in una locanda assieme ai miei genitori.»

«Una locanda?» domandò Dass. «Sei per caso una cuoca?»

«In verità mi occupavo della sala, anche se, quando c'era bisogno, aiutavo mio padre in cucina. Lui è lo chef della famiglia.»

«Beh allora sai cucinare! Alla Torre Scarlatta si mangia di merda, potresti venire una sera nella mia stanza a cucinare qualcosa per me?» domandò il ragazzo con sguardo maliziosamente famelico.

«Sì, volentieri» rispose Alteria, mentre Selene colpiva Dass con un pugno in testa.

«Ahia! Ma che ho detto?»

«Non fare il furbo, la tua è solo una scusa per portare una ragazza nella tua camera!»

L'allegro siparietto, strappò un sorriso ai due che facevano da spettatori.

«Anche tu te la cavi in cucina Selene, potremmo cenare insieme qualche volta» aggiunse Maximilian.

«Non ti ci mettere anche tu» rispose la ragazza, arrossendo.

«Secondo me tra i nostri due maestri c'è del tenero» bisbigliò Dass all'orecchio di Alteria, ricevendo un altro sonoro pugno sul capo.

Bạn đang đọc truyện trên: AzTruyen.Top