Capitolo 2 - RINASCITA - terza parte

Alteria aveva passato la sua prima giornata tra visite alle varie aree della torre e nozioni teoriche riguardanti i suoi nuovi poteri.

«I primi giorni non ti sarà facile neanche orientarti, le scale e i corridoi sono costruiti apposta per confondere le idee di chi non conosce l'edificio.» le aveva detto Selene.

In effetti era vero.

La ragazza si trovava nella stanza che le era stata assegnata. Era piccola ma pulita, arredata in modo spartano con un letto singolo, uno scrittoio di mogano dove erano sparsi alcuni fogli di carta e una robusta libreria adiacente a un piccolo armadio, posizionati sulla parete opposta. La sua maestra le aveva dato appuntamento in un luogo della torre visitato nella giornata precedente e Alteria doveva riuscire a raggiungerlo. Dopo aver superato un dedalo di scale e corridoi, giunse di fronte a un'alta e stretta porta che recava delle scritte in caratteri sconosciuti.

«C'è scritto Stanza della Meditazione in lingua arcaica, se ti interessa saperlo», disse Selene spazientita, «ti aspettavo mezz'ora fa.»

Alteria non sapeva come scusarsi.

«È che questo posto...»

«È un vero labirinto!» concluse Selene, rubando le parole di bocca alla sua allieva per schernirla un po'.

«Comunque non ti preoccupare, avevo calcolato il tuo ritardo.»

La porta della stanza si aprì automaticamente con il semplice tocco della mano della strega più esperta.

«Ora cerca di parlare a bassissima voce, i maghi all'interno della stanza stanno sviluppando le loro capacità di concentrazione ed esigono silenzio!»

La stanza della meditazione era ampia, con le pareti di metallo nero. Non vi era la presenza di lampade per l'illuminazione e, la poca luce presente, era generata solo da piccole candele di cera poggiate sul pavimento. A parte quello, c'era solo silenzio. Un silenzio greve, opprimente, che trasmetteva un leggero senso di angoscia ad Alteria, non abituata a un luogo privo di qualsiasi rumore di fondo. 

In un angolo della stanza un ragazzo abbigliato in vesti da gentiluomo sedeva a terra con gambe e braccia incrociate. Indossava un panciotto marrone sopra una camicia dal collo alto, dove un'elegante cravatta di organza conferiva a tutta la mise un ulteriore tocco di classe. Alteria notò che si trattava di un giovane molto bello. I lineamenti del suo viso erano asciutti, i capelli ordinati e corti, con una piccola treccia che gli scendeva dietro a un orecchio. Il fatto che portasse gli occhiali suscitò subito empatia da parte della ragazza nei suoi confronti.

L'uomo non si scompose all'arrivo delle due e rimase isolato nella sua condizione meditabonda. Impossibile che non le avesse sentite, in quell'assoluta coltre di silenzio anche i loro leggeri passi rimbombavano come lo scoppio di un motore. All'improvviso le fiammelle delle candele sparse a terra cominciarono ad agitarsi come se fossero spinte da un forte spiffero d'aria. Sotto gli occhi entusiasti della novizia, lo stregone si sollevò da terra per un paio di spanne, rimanendo sospeso in levitazione per almeno mezzo minuto. Tornato a terra aprì gli occhi sorridendo alle due ragazze.

«Buongiorno signorine.» disse con gentilezza.

«Buo-buongiorno.» balbettò Alteria, quasi in imbarazzo davanti ai modi educati di quel ragazzo.

«Alteria, ti presento Maximilian.» Selene era decisamente più spiccia e "alla buona" nei suoi modi di esprimersi.

Il ragazzo si avvicinò alle due e prese la mano della nuova arrivata, baciandola con un leggero inchino.

«È un piacere conoscerti Alteria.»

La giovane arrossì senza riuscire a proferire alcuna parola. I modi nobili e il portamento, le ricordavano quelli di un giovane figlio della ricca borghesia della città da cui proveniva. Quel genere di ragazzo con cui i suoi genitori avrebbero voluta vederla maritare.

«Sei fortunata ad avere un'insegnate come Selene, sono sicuro che imparerai molto da lei.»

«Scusa Alteria, mi correggo: ti presento Maximilian, il mago ruffiano!» esclamò sarcastica.

Il giovane sorrise divertito, evitando di raccogliere la provocazione.

«Dico solo la verità.»

La ragazza adulata incrociò le braccia e scosse la testa infastidita.

«Bah! Visto che sei qua, perché non ti rendi utile e ci fai vedere qualcosa?»

«D'accordo, visto che me lo chiedi così gentilmente.»

Il sesto senso femminile di Alteria le suggerì che quei due sembravano essere qualcosa di più che semplici conoscenti.

Max si spostò al centro della stanza, arrotolò le maniche della camicia e unì i palmi delle mani come in segno di preghiera. Dopo qualche istante di concentrazione, cominciò a muoversi con gesti lenti e leggeri. Braccia e gambe si spostavano assumendo forme e kata simili a quelli delle arti marziali. L'ambiente circostante sembrava reagire al suo passaggio: le fiamme delle candele si agitavano e il leggero strato di polvere che poggiava sul pavimento vorticava attorno a lui.

«Il controllo dell'energia degli elementi è una delle basi della stregoneria», disse mentre una tenue luce cianotica avvolgeva i suoi arti. La stanza cominciò a raffreddarsi rapidamente, il pavimento si coprì di brina come un prato in una tipica alba invernale, e una gelida brezza generata dal nulla invase la stanza.

«Aria, terra, acqua e fuoco con tutte le loro combinazioni. I maghi riescono a richiamare queste energie e dominarle.»

Tutto a un tratto le movenze cambiarono diventando più rapide e spigolose, il freddo cessò e, con un veloce gesto della mano verso l'alto, il ragazzo eccitò le fiammelle delle candele, facendole esplodere in piccoli roghi, che fecero indietreggiare le due ragazze per poteggersi dall'improvviso bagliore e dall'alta temperatura.

«Tutto ciò non è fine a se stesso, ma permette allo stregone di diventare un'arma umana dalla potenza devastante.»

I roghi cessarono, e caldi fiumi di aura andarono ad avvolgere le estremità superiori di Maximilian. Con un rapido gesto si abbassò lanciando entrambi i palmi verso la parete davanti a sé, generando una grande e pirotecnica vampata di calore.

«E' un grande potere quello che possediamo e non è affatto facile da controllare. Perché non è un potere che deriva dalla nostra natura, ma ci viene fornito dal Quaresh che vive dentro di noi.»

Per quanto fosse rivestita da solido metallo, la parete investita dal cono di fiamme, fumava ancora per il calore residuo.

«Posso farlo anch'io?» domandò la novizia, forse con troppa ingenuità.

«Certo! Vedrai che un giorno padroneggerai anche tu tali forze.» rispose con un sorriso di incoraggiamento il ragazzo.

«No, io intendo ora, posso provare a farlo?»

«Beh ecco, è un po' presto per ottenere dei risultati, però tentar non nuoce.»

«È già riuscita a trovare uno degli ingressi segreti alla torre.» aggiunse Selene con un pizzico di orgoglio nei confronti della sua allieva.

Alteria non se lo fece ripetere due volte e si sistemò al centro della sala.

«Sono brava a imitare i movimenti, e conosco le arti marziali. Proverò a ripetere le forme che mi ha mostrato signor Maximilian!»

«Non basta saper imitare, queste non sono arti marziali! Devi riuscire a concentrarti, a percepire la magia che scorre al tuo interno ed evocare la forza degli elementi. E' già difficile da spiegare a parole, figurati a farlo!»

La giovane chiuse gli occhi per visualizzare il ricordo di quanto appena visto; la sua ottima memoria fotografica, congiunta ai passati allenamenti, le furono molto utili in questo frangente. Mentre ripeteva a grandi linee i movimenti fatti dal ragazzo, tentò di concentrarsi ulteriormente cercando di attingere alle sue nuove capacità. Cercò di fare come fatto in precedenza quando era stata in grado di trovare la porta sulla parete della torre, ma si trattava di un caso diverso: qui non c'era nulla di definito da visualizzare e la sua mente ancora non era in grado di elaborare percezioni così astratte. Dopo qualche istante di danza, protese in avanti le mani cercando di lanciare anch'essa una vampata di calde fiamme. I risultati, purtroppo, non furono quelli sperati e dai suoi palmi non fuoriuscì nulla.

Imbronciata Alteria guardò i suoi due spettatori.

«Nessuno è mai riuscito al primo tentativo. Ci vuole parecchio tempo per sviluppare un incantesimo di questo genere, non è il caso di scoraggiarsi.» la consolò la sua insegnante.

Maximilian invece era rimasto compassato a osservarla. C'era qualcosa che in quella giovane aveva attirato la sua attenzione.

«Qualcosa non va?» domandò Selene.

«No nulla.» rispose lui, sforzandosi di sorridere per non destare preoccupazione.

«Dai Alteria, ora proseguiamo nella visita della torre. Ci sono altre cose che vorrei mostrarti oggi.»

«Sì, maestra!»

«Grazie mille per la lezione, signor Maximilian.» si congedò Alteria, salutando il mago con un inchino.

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