Capitolo 4

Era passata una settimana dall'inizio della scuola e tutto stava procedendo liscio.
Atsushi e il suo piccolo gruppetto aveva iniziato a passare del tempo anche con Dazai, Chuuya, Kunikida e Akutagawa.

All'inizio i tre ragazzi di terza erano rimasti sorpresi dalla cosa.
Non credevano possibile che un tipo come Akutagawa, sempre solitario e con un espressione arrabbiata dipinta in volto, potesse unirsi a quel gruppo di persone e passare con loro del tempo.

Ma la persona più sorpresa da tutto questo era Atsushi.
I due non avevano avuto modo di riparlare della caduta e della spalla del corvino, ma il grigio lo guardava sempre e cercava di capire se li doleva ancora.

Poi, Nakajima e Akutagawa discutevano sempre, anche sulle cose più piccole.
I due ragazzi non si sopportavano e andavano avanti a istigarsi a vicenda, nonostante la timidezza, specialmente iniziale, del minore.

Spesso, Ryunosuke si chiedeva cosa ci facesse in mezzo a quei ragazzi.
Litigava con Atsushi e non lo sopportava, però, non riusciva a togliersi dalla testa quello sguardo preoccupato che aveva avuto, quel giorno, il ragazzo e pensava sempre che non voleva lasciarlo solo.

Durante quella settimana, aveva cercato di fare amicizia anche con gli altri, ma quello con cui parlava sempre era Atsushi, anche se la maggior parte delle volte si trattava di piccoli litigi.

Naomi, suo fratello e Kenji avevano accettato la sua presenza all'interno del loro gruppo, anzi, li faceva piacere avere una persona in più con cui parlare (la maggior parte delle volte, però, Akutagawa si trovava solo ad annuire ai loro discorsi, ma a loro andava bene così, era un piccolo inizio).

Il martedì della seconda settimana, dopo aver fatto due ore di scienze con il professor Mori, la classe di Akutagawa e Tanizaki aveva lezione con Oda.

Ryunosuke apprezzava le lezioni di letteratura, era una materia che gli piaceva molto e, poi, il modo in cui il professore spiegava era sempre in grado di coinvolgerlo.

Oda-sensei entrò nella classe e tutti gli alunni si alzarono per salutarlo.
Una volta che si furono accomodati, l'uomo iniziò la lezione.

Terminata l'ora, suonò la campanella della pausa pranzo e tutti i ragazzi si alzarono.
Anche Akutagawa fece lo stesso, ma venne chiamato da Oda.

<<Ha bisogno di me?>> chiese il corvino, guardando il professore che gli sorrideva un poco.
<<No, volevo solo dirti che ho notato che stai facendo amicizia con Tanizaki e altri ragazzi. Ne sono molto felice.>> gli disse l'uomo.

Prima di congedarlo, Oda gli passò una mano tra i capelli e glieli scompigliò un po'.
Ryunosuke arrossí un poco.
Non aveva mai ricevuto quel tipo di carezze da suo padre e, ai suoi occhi, quel sensei così pacato risultava come una figura paterna.

Un po' era anche quello che voleva Sakunosuke.
Appoggiare i ragazzi a cui insegnava, insegnarli a vivere e ad affrontare la vita e, cosa più importante, farli capire che lui ci sarebbe stato in quegli anni.
Lui ci provava e ,con il corvino, ci stava riuscendo.

Oda congedò il ragazzo, che prese il suo bento e, insieme a Tanizaki, che lo stava aspettando fuori dall'aula, raggiunse il loro gruppo nel cortile.

Si sedette in silenzio, vicino ad Atsushi, e iniziò a mangiare, dopo aver ringraziato per il cibo.

Il suo posto era sempre al fianco del grigio, anche quando, come in quel momento, arrivava un po' in ritardo.
Nessuno lo occupava, anche perché tutti sapevano che l'unico in grado di farlo parlare, per un po' di tempo, era Nakajima.

Il minore si girò a guardarlo e si soffermò sul suo viso per qualche istante.
<<Come sono andate le lezioni mattutine?>> gli domandò gentilmente.

<<Bene. Abbiamo fatto biologia con Mori-sensei ed è stato interessante.>> rispose Akutagawa, ricambiando lo sguardo.
<<Oh, noi abbiamo appena iniziato chimica. Al momento mi sembra affascinante.>> disse Atsushi, sorridendo un goccio.

"Bene. Stiamo parlando normalmente, senza litigare." pensó, poi, mentre il suo sorriso si ampliava.

Ryunosuke, guardandolo, si accorse che all'angolo sinistro della bocca del minore era rimasto un chicco di riso.
Prese uno dei tovaglioli puliti che aveva e si avvicinò al grigio.

<<Stai fermo un attimo.>> affermò, mentre il suo viso era ormai a qualche centimetro da quello di Atsushi.

Lui si bloccò sul posto e le sue guance si imporporarono.
Sentiva il respiro caldo di Akutagawa quasi sul suo collo e, quella vicinanza, in un certo senso, gli faceva piacere.

Una volta che ebbe finito di ripulire il viso del più piccolo, Ryunosuke si allontanò un poco e notò le guance arrossate dell'altro.

Un piccolo sorriso si fece spazio sul suo viso a quella vista.
Era estremamente tenero e, solo ora, poteva vedere meglio gli occhi di Atsushi.

Gli piacevano incredibilmente tanto quelle sfumature e quell'espressione imbarazzata.
Tutto del grigio, in quel preciso istante, gli piacque molto.

"È stupendo." pensó, maledicendosi, poi, mentalmente.
Non doveva pensare a quelle cavolate, specialmente ora che erano circondati da un casino di gente.

Eppure, era come se il suo istinto gli dicesse di odiare e di amare quel ragazzo allo stesso tempo.
Non voleva allontanarsi un centimetro di più da quella figura più piccola e mingherlina di lui.

A riportarlo alla realtà, furono le urla di Dazai e Chuuya che, come sempre, avevano iniziato a battibeccare.
Il castano stava spiegando un nuovo metodo per suicidarsi e il rosso si era alterato.

Akutagawa si allontanò di colpo da Atsushi che, però, continuò a seguirlo con lo sguardo.

<<Akutagawa, ti fa ancora male la spalla?>> gli domandò il grigio, un po' titubante.
Non sapeva se porgli quella domanda oppure no.

<<No, è tornata come prima.>> rispose il corvino, tenendo lo sguardo fisso sulla coppia e su Kunikida, che stava cercando in vano di separarli.

<<Meno male.>> sussurrò Nakajima, dopo aver sospirato di sollievo.
Quel sussurro arrivò lo stesso alle orecchie di Ryunosuke, che arrossí leggermente.

Dopo che Dazai e Chuuya si furono calmati, il gruppo si divise.
Dovevano ritornare nelle loro rispettive aule per l'inizio delle lezioni pomeridiane.

Atsushi camminava, nei corridoi, in silenzio, dietro a Naomi e Kenji, che parlavano tra di loro.
La corvina si accorse che qualcosa non andava nel grigio e, allora, lo guardò.

<<C'è qualcosa che ti preoccupa, Atsushi-kun?>> gli chiese e lui la guardò, sorpreso.

<<No, va tutto bene.>> mentí Nakajima.
Sapeva bene che, in realtà, qualcosa, o meglio qualcuno, lo preoccupava.

Al centro dei suoi pensieri c'era un certo ragazzo, più grande e dai capelli corvini.
Lo odiava, lo sapeva bene, ma, quando l'aveva avuto così vicino, era arrossito e il suo cuore aveva iniziato a battere all'impazzata.

Si stava chiedendo il perché di tutto ciò è, anche se ci stava pensando da più di dieci minuti (quei pensieri gli frullavano in testa già durante la litigata di Dazai e Chuuya), non riusciva a venire a capo di quella situazione.

<<Non credi di piacergli?>> domandò, ad un certo punto, Naomi e le guance di Atsushi si tinsero subito di rosso.
<<Di chi stai parlando?>> chiese, in risposta, il grigio.

<<Di Akutagawa. Litigate sempre, però, ho visto, prima, come ti guardava.>> rispose lei, con fare ovvio.
<<Ah, sì! L'ho visto anch'io!>> esclamò Kenji con la sua solita energia.

<<Non so proprio di cosa voi stiate parlando.>> disse Nakajima, in evidente imbarazzo.
Anche loro avevano percepito quello sguardo, significava che non era solo una sua impressione.

Ryunosuke l'aveva guardato con uno sguardo dolce e aveva, addirittura, sorriso.
Agli occhi del primino era apparso come una cosa stupenda.
Akutagawa, con quel sorriso, per lui era semplicemente meraviglioso.

La campanella suonò e i tre furono costretti a dirigersi in aula di corsa.

Per fortuna che dovevano avere lezione con il professor Oda e lui non era una persona che arrivava puntuale.
Si scusava sempre, dicendo che alcuni studenti l'avevano fermato per chiedergli dei consigli, ed era vero.
Sakunosuke era un professore amato da molti alunni, che gli chiedevano sempre aiuto per qualcosa.

L'anno prima, una ragazza gli aveva pure domandato di aiutarla a conquistare un ragazzo che le piaceva.
All'inizio, l'uomo ne era rimasto sorpreso, ma poi era riuscito a darle un grande consiglio.
<<Sii te stessa e vedrai che andrà tutto bene.>> le aveva detto e, dopo qualche giorno, aveva notato i due ragazzi, che si erano fidanzati, camminare mano nella mano.

Tornando a noi, il trio arrivò in classe e i tre ragazzi si sedettero ai loro posti.
Poco dopo, arrivò il professore e iniziarono la lezione.

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