Mind War, Parte III

Stupido. Era tutto ciò che riusciva a pensare di se. Stupido. Era stato stupido a illudersi che la vera guerra potesse essere anche solo paragonabile a quella di Mind War III, stupido a credere che la loro squadra potesse diventare uno dei team eroici di cui l'esercito tesseva le lodi, stupido a farsi convincere da Zeta e Loki ad accettare la richiesta dei militari. "Tutte le squadre più forti accettano, e noi siamo nella top 50 dei tre pianeti. Non possiamo rifiutare." Zeta non era stato abbastanza convincente, ma Loki, come al solito, sapeva che tasti premere: "Se diventassi un eroe di guerra, Mark, nessuna ragazza potrebbe resisterti. Neanche quelle più irraggiungibili. Neanche la nostra Alicia. Sapevi che ha un debole per le divise. vero?" Lei in realtà era stata quella più dubbiosa, ma quando anche Mark si era mostrato favorevole all'arruolamento aveva smesso di sollevare obbiezioni. L'ho uccisa io. Se mi fossi rifiutato di arruolarmi, lei sarebbe ancora viva. Quel pensiero gli martellava i neuroni. Se solo si fosse fermato a pensare che quel maledetto gioco era solo un mezzo di propaganda, una favola dell'esercito per rendere più appetibile il fronte, non sarebbero mai partiti verso il Pianeta Nero.

"Mark?" Sentire il suo nome lo riportò alla realtà. Era stato Ludwig a chiamarlo. Ludwig, noto ai più col suo nome da battaglia: Loki. "Amico, tutto bene?"

Anche solo per quella domanda, Mark avrebbe voluto strangolarlo. La sua mancanza di tatto, però, non era l'unico motivo per cui avrebbe volentieri ucciso l'amico: da quando erano iniziati gli scontri il suo comportamento era stato insopportabile. Paradossalmente insopportabile, perché una persona calma e controllata dovrebbe essere bene accetta in situazioni del genere. Loki, però, non si limitava a mantenersi calmo. Sembrava quasi divertito. Mentre venti uomini adulti e addestrati piangevano e si disperavano nella straziante attesa di una morte certa, lui riusciva a stento a nascondere un insopportabile sorrisetto.

"Non fare così." disse Ludwig. Stava guardando le mani di Mark, che si erano strette in modo minaccioso.

"Così come?" la voce uscì roca, distorta dall'ira.

"Come stai facendo. Lo capisco che sei scosso per la morte di Valkiria, ma non sei l'unico. Dispiace a tutti." Mark non si trattenne. Colpì l'amico sul setto nasale.

"Il suo nome era Alicia." Ludwig, come se a ricevere il pugno fosse stato qualcun altro, si pulì lentamente il naso col palmo. Osservò con morbosa attenzione il sangue che gli macchiava la mano, quasi fosse la prima volta che lo vedeva. Poi lo scrollò via con un gesto.

"Certo, Alicia. La stessa Alicia che ti ha eletto capo-plotone. Sai, se volessi davvero onorare la sua memoria dovresti, che so, fare quello che ti ha chiesto?"

"Se vuoi che ti massacri di botte chiedilo e basta." Loki rise, come se avesse sentito una battuta particolarmente divertente.

"In effetti non sarebbe male. I pochi che non se la sono ancora fatta nei pantaloni là fuori ti prenderebbero per pazzo, ed eleggerebbero un nuovo capo-plotone. Magari qualcuno che non si sia fatto ancora prendere dal panico."

"Qualcuno come te, vuoi dire? Si può sapere cosa ti è preso, Ludwig? Alicia è morta. Abbiamo assistito al massacro di venti persone. Tra poco potremmo essere uccisi anche noi. Possibile che tu riesca solo a pensare che lei non ha scelto te come capo?"

"No, no Mark. Non è questo che mi preoccupa, era ovvio che scegliesse te. Semplicemente, non ritengo che abbia fatto la scelta giusta. Dovrei essere io il capo-plotone. Io riuscirei a salvare tutta questa gente."

Stavolta fu Mark a ridere. Una risata dura e priva di divertimento.

"Ti conosco troppo bene, Loki. A te non frega un cazzo del plotone. Maledizione, a volte mi sembra che non te ne freghi niente neanche dei tuoi amici."

"Così mi ferisci."

"Stronzate. Tu hai in mente qualcosa, come sempre, e per farlo ti servono degli uomini. Se conoscessi una via di fuga sicura l'avresti già presa da tempo."

"Mi stai forse dando del codardo?" Per la prima volta quel pomeriggio, il fastidioso sorrisetto scomparve.

"Codardo? No. Più egoista e approfittatore. Il tuo soprannome ti si addice alla perfezione."

"Forse hai ragione" Loki non aveva risposto a parole, ma usando il mist, il linguaggio di gesti usato da loro quattro per comunicare in battaglia. "Ma sempre meglio che essere un povero illuso troppo intento a frignare per fare ciò che deve."

"Vattene!" Mark usò le parole, il suo unico gesto indicava la porta. Ludwig tornò a sorridere. "Certo, certo. Me ne vado signore." Si allontanò lentamente verso la porta. "Ma sappi che tra poco mi richiamerai." Mark non voleva richiamarlo. Era l'ultima cosa che avrebbe voluto fare. Ma sapeva che sarebbe successo: era ovvio che l'amico nascondesse qualcosa di fondamentale per uscire da quella colonia, e lui aveva bisogno di quell'informazione. Ancora una volta, Loki aveva ragione.


"Dove cazzo è Ludwig? Ho bisogno del comunicatore!" Alicia era nascosta dietro quel che rimaneva della trincea, Zeta e io eravamo appostati poco lontano.

"E' sparito, Valkiria. Quando ha visto il muro di quel palazzo crollare, ha mormorato qualcosa ed è scomparso." Zeta stava usando il mist.

"Ha detto 'lasciate fare a me'" Aggiunsi io.

"Cosa?! Stavolta giuro che lo ammazzo." Il piano che avevo organizzato per quel livello di gioco richiedeva una perfetta coordinazione. Era ovvio che Alicia fosse arrabbiata, se qualcosa fosse andato storto saremmo usciti dalla tanto sudata top 500. "Invece le squadre Bravo e Foxtrot?" Continuò lei, sempre più preoccupata. "Dovevano incontrarci qui due minuti fa! Deve essere successo qualcosa."

"Eccole." Zeta indicò un punto lontano "Stanno entrando in quel palazzo, lo stesso del muro crollato."

"Sono impazziti? Non lo vedono che dietro quel muro ci sono due cisterne di carburante? Basta un proiettile vagante e moriranno tutti."

"Anche Lima, Delta e Zulu sono nel palazzo, stanno sparando sul nemico. Dalla loro posizione le cisterne non sono visibili, evidentemente non se ne sono accorti."

"Fanculo." Alicia diede un pugno ai sacchi si sabbia. "Che crepino tutti."

Teoricamente quelle tre squadre dovevano trovarsi sul lato Ovest della mappa, mentre Bravo e Foxtrot dovevano stare con noi, Alpha, sul lato Est. Era tutto sbagliato. "Ci eravamo messi d'accordo che la squadra Alpha dava gli ordini, perchè cazzo fanno di testa loro?!"

"Sono fottuti" Il mio tono era quanto meno sconsolato. "Tutte le squadre nemiche stanno convergendo nel palazzo. Li massacreranno."

"Aspettate, vedete quel riflesso?" Zeta aveva spostato il suo binocolo a nord. "E' un cecchino. Amico o nemico?"

"Sembra... ma quello è Loki!" Non ebbi neanche il tempo di finire la frase che un lampo partì dal fucile. In un attimo una luce accecante inglobò il palazzo, seguita due secondi dopo da un boato assordante: le cisterne erano esplose. Qualunque suono di spari cessò all'istante.

Un minuto dopo Ludwig ci raggiunse. "Allora? Che ve ne pare?" Alicia sollevò il fucile verso la sua testa. "Dammi un buon motivo per non spararti."

"Wow, wow, calma dolcezza. Posso dartene 60 di motivi. 60 motivi morti in un colpo."

"60?!" Zeta era, giustamente, esterrefatto. "Ma è tutta la squadra nemica!"

"Vuoi dirmi cosa hai combinato, Loki? 60 morti o no, ancora non ho deciso di risparmiarti. Non morirai, certo, ma sai bene quanto me che un proiettile nella simulazione fa molto male."

"Ehi, ti ho detto di calmarti, Valkiria. Sentite, il piano di Mark era... carino, al più. Troppo standard, troppo meccanico. Senza offesa amico."

"Era un piano ottimo, avrebbe funzionato alla perfezione." Mi difese Alicia.

"Forse, ma il mio piano non ha semplicemente funzionato. Ho fatto molto di più. Sentite, ho comunicato con Bravo e Foxtrot, poi con Delta, Lima e Zulu. Gli ho detto che Valkiria aveva cambiato i piani..."

"Che hai fatto, scusa?" Il fucile della ragazza si poggiò minacciosamente sulla fronte di Ludwig, che sollevò istintivamente le mani.

"Lasciami finire, vedrai che ti piacerà. Li ho mandati tutti nel palazzo, ordinandogli di sparare sul nemico. Quegli idioti degli avversari hanno abboccato e sono corsi tutti a prendersi quella che sembrava una vittoria facile. Nessuno ha notato le cisterne, si vedono solo da questa angolazione. E poi..." Mimò il gesto di prendere la mira. "BOOM!"

"E' stato rischioso, avventato e stupido, è un miracolo che abbia funzionato. Perchè non hai seguito il piano?"

"Ma come 'perchè'? Sessanta uccisioni in un colpo, lo sai cosa vuol dire? Se non ho sbagliato i conti, e ti assicuro che non li ho sbagliati, grazie alla mia 'azione stupida' appena raggiungeremo la nave di salvataggio e finiremo questo livello entreremo dritti dritti nella top 50." Silenzio. Nessuno di noi sapeva cosa dire. Alicia abbassò l'arma. "Hai sacrificato una trentina di uomini per farlo, te ne rendi conto?"

"Sono bambini grandi, capiranno. Al massimo la prossima volta non mi daranno ascolto, ma ormai siamo talmente più in alto in classifica che non li incontreremo per un pezzo."

"Sessanta in un colpo..." sussurrò Zeta come se non avesse sentito nulla della seconda parte di discorso. "E' una medaglia rubino. Con quella, nella classifica dei singoli giocatori arrivi nella... top 10. Ludwig, lo capisci?! Sei nella top 10!"

Zeta, ingenuamente, non se ne era accorto, ma Ludwig lo capiva. Lo capiva eccome. Lo aveva pianificato proprio per quello. Bastava uno sguardo per accorgersene: per quanto si sforzasse, Loki non riusciva a nascondere un sorrisetto compiaciuto.

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