Il Libro delle Fate

Il giorno dopo l'accaduto, Ele non riuscì a sentire la sveglia e di conseguenza saltò scuola. Fu una sorpresa per i genitori che da quel punto di vista non aveva mai deluso.
Suo padre cercò di capire meglio il motivo di questa strana svista.
Quando la ragazza raggiunse la sala per far colazione, ne approfittò per parlarci.
<< Tutto bene? >>
Eleonora cercò di non incrociare il suo sguardo sapendo bene che non era in grado di dire bugie. La sua mente poteva ingannare, ma i suoi occhi no. << Si, è solo stanchezza. A scuola abbiamo cominciato con l'orario definitivo e ci sono tante cose da fare >>.
Entrò in scena anche sua madre pronta ad intervenire in caso di bisogno. Da sempre la mamma di Ele fungeva da arbitro durante le discussioni più animate.
<< E' per questo che stanotte sei uscita di casa? Per prendere un pò d'aria?>>.
La ragazza sbarrò gli occhi: beccata.
Nonostante tutto, cercò di inventarsi una bugia, ma ormai serviva a ben poco. << Veramente ero in terrazzo a vedere le stelle >>.
Il padre scambiò uno sguardo con sua moglie per capire come poter continuare il discorso senza doversi arrabbiare.
<< Io ho chiuso la porta d'ingresso girando tre volte la chiave e non una, come l'ho trovata stamattina >>. Beccata alla grande. Pensò tra sé e sé "Stupida Ele, perché non sei rientrata dalla finestra? Ah già, non sono in grado di fare salti alti due metri!".
Questa volta Eleonora non seppe rispondere. Dopo i fatti accaduti durante la notte, non ricordarsi di chiudere a chiave con tre mandate anziché con una era un errore più che legittimo. Non aveva la testa per pensare a quei dettagli dopo lo sconvolgente confronto con un essere che, ancora non capiva se fosse reale o illusione.
<< Tu esci di casa solo per andare a scuola per un mese, e vedi di rigare dritta, signorina! >> furono le parole dell'unico uomo in casa.
<< Caro, non credi di stare esagerando? >> l'arbitro di famiglia iniziò il suo gioco.
Gli occhi di Eleonora divennero lucidi, poi prese dei biscotti e cercò di mangiarli evitando di tirar su con il naso. << Non esiste! Uscire di casa la notte come se fosse una cosa del tutto normale! Sei andata nel bosco? >>. Ele non rispose sapendo che non le avrebbe comunque creduto. << Vedi? E' colpa di quelle cose che ha in camera! Quei mostri devono sparire! La rendono strana! >> concluse lui andando alla porta d'ingresso. Ele non resse l'ultima frase di suo padre e corse in camera sua abbandonandosi ad un pianto disperato.
Dopo aver sentito la porta chiudersi, venne raggiunta dalla madre che subito cercò di consolarla. La donna trovò sua figlia sdraiata sul letto abbracciata ad un peluche gigante a forma di folletto. Le si sedette accanto e cominciò ad accarezzarle i suoi lunghi capelli castani.
<< Tesoro mio. Non piangere. Lui non voleva essere così duro >>.
Ele singhiozzando si accasciò sulle gambe della madre e cercò di parlare anche se con gran difficoltà.
<< Ma perché se la prende con le mie passioni? Non ho mai fatto nulla di male per meritarmi questo. Lui non vuole che sia felice! >>.
La madre prese un fazzoletto e asciugò delicatamente le lacrime di sua figlia. Poi cercò di spiegare il motivo del comportamento di suo marito.
<< Vedi, lui fa così solo per proteggerti. Non vuole che questo mondo fatato che tu ami tanto possa portarti a compiere azioni particolari>>.
La ragazza si alzò e guardò con occhi incuriositi la sua dolce mamma.
<<In che senso "azioni particolari"?>>.
La donna non riuscì a rispondere ma si limitò a formulare un'altra domanda:
<< Ele tu non sei entrata nel bosco, vero? >>.
La ragazza fece cenno di no con la testa. Il resto venne archiviato con un abbraccio materno. La manifestazione d'affetto venne interrotta bruscamente dal campanello d'ingresso.
Mentre la madre raggiungeva la porta, la figlia si diresse in bagno per lavarsi il viso arrossato dal pianto. Poi venne distratta da una voce femminile famigliare.
<< Tania? Ciao! Come facevi a sapere che abitavo qui? >>.
La ragazza dai capelli rossi indugiò poi disse di aver chiesto in giro facendo il suo nome. Le due compagne corsero in camera e Tania sbatté sul letto un volume gigante dal titolo: Il libro delle Fate.
Ele non capì, ma le bastò guardare il sottotitolo: Leggende della Toscana.
La sua nuova ed unica amica del paese si sedette a gambe incrociate sul letto e cominciò a sfogliarlo. Dopo gli avvenimenti della notte passata, fu proprio Eleonora a chiedere se vi era qualche racconto locale che poteva spiegare ciò a cui avevano assistito sul ponte.
Quel libro fu la risposta. Tania iniziò a leggere.

[La Toscana è una delle terre più ricche di storie e leggende. Molti sono racconti inventati, altri invece potrebbero avere un fondo di verità. Il piccolo popolo è protagonista di varie leggende toscane ambientate specialmente nell'entroterra.]

Ele, sdraiata sul letto, si sporse per guardare le immagini del libro e, rapita dalla voce della sua amica, continuò ad ascoltare interessata.

[In provincia di Lucca sono le Fate le vere protagoniste del mondo magico tant'è che la provincia viene denominata Terra dei Sogni.]
Ad Ele brillavano gli occhi. "Forse non è stata una brutta idea traslocare" pensò mentre guardava la sua amica leggere.
Nel libro si racconta che vi sono tre tipologie di spiriti fatati: le rosse, le bianche e le giganti.

[Le Fate Rosse dette anche "Diaboliche": sono le fate dalle quali bisogna stare alla larga. Sono in grado di creare illusioni e di rapire così esseri umani adulti e non, ma solo se dotati di cuore puro. Simboleggiano l'Autunno e la morte. Hanno ali dorate, capelli rossi e vestiti fatti di foglie dai colori autunnali.]
Eleonora guardò divertita i capelli rossi di Tania facendole capire che lei avrebbe potuto essere una di quelle fate rosse. La sua amica rispose dandole una pacca sulla spalla e le porse il libro. Ele continuò a leggere.

[Le Fate Bianche: sono le classiche fate dei racconti. Belle e buone, si limitano a giocare con gli esseri umani e le creature del bosco. Non superano i venti centimetri di altezza. I loro vestiti sono fatti di petali di margherita e di soffioni bianchi. Simboleggiano la Primavera, ovvero la vita. Adorano giocare e danzare con gli essere umani dal cuore puro, che sono fonte di felicità e benessere per loro.]
[Le giganti o guardiane sono le fate chiamate così per la loro statura pari a quella di un essere umano. Non si hanno molte informazioni riguardo questa tipologia di fata. Non hanno ali e si possono confondere facilmente con gli umani. Esistono sia guardiane del bene che del male e quest'ultime hanno il potere di persuadere gli esseri umani a compiere atti contro la loro volontà.]

Tania ed Ele sospirarono insieme. Leggere certi argomenti, ed essere consapevoli di trovarsi in un paese pieno di leggende e luoghi fatati non faceva altro che alimentare il loro desiderio di poter entrare in quel regno, se solo fosse esistito veramente.
Nel libro era presente una mappa che mostrava l'estensione ed i confini del mondo fatato. Il loro paese pareva fosse a pochi chilometri dal confine e vicino ad una delle entrate del regno.
Ele continuò a leggere scoprendo così che il regno veniva chiamato 'La Terra dei Sogni' dalle fate bianche e 'La Foresta delle Illusioni' dalle fate rosse. Nomi inquietanti per descrivere lo stesso luogo ma la coppia di ragazze era elettrizzata e per nulla spaventata da quello che leggeva.
Il tramonto era ormai giunto e la foresta che circondava il paese pareva avesse preso vita grazie ai vari riflessi variopinti che il Sole le regalava.
Ele si girò volgendo lo sguardo al soffitto. Tutt'ad un tratto l'atmosfera cambiò improvvisamente. Tania capì che la sua amica stava pensando ancora alla notte paurosa, la notte della prova del Diavolo. Poi iniziò a sfogliare il libro cercando di scoprire se ci fossero informazioni riguardo alla bestia nera.
Dallo sguardo terrorizzato pareva di averle trovate.

[Il Gramo: spirito notturno che prende le sembianze di un canide dal pelo scuro. Il suo avvistamento è presagio di sventura e pericolo. E' considerato un guardiano del mondo magico ed è in grado di parlare la lingua umana.]
La ragazza rimase in silenzio con lo sguardo perso nel vuoto quando lentamente il suo cuore iniziò a palpitare come quando era sul ponte durante la prova. Tania la vide in difficoltà e non ci pensò su due volte regalandole un bellissimo abbraccio colmo d'amore.
<<Hai paura di quello che hai visto?>>
Eleonora non rispose. Non riusciva a trovare una giustificazione a ciò che aveva vista quella notte, nessuna spiegazione logica.
<< Prima di decidere se avere paura, devo capire se ciò che ho visto era reale >>.
Tania iniziò ad accarezzarle la testa facendola rilassare. << Ora tutto quello che devi fare è riposare. Sei stata molto coraggiosa. Non ha senso preoccuparsi ora >>. Fu la prima volta che anziché affrontare l'argomento, cercò di deviarlo e lo fece con dolcezza, in modo quasi impercettibile. Eleonora si lasciò andare a quelle coccole amichevoli e quando si sentì intonare una ninna nanna si rilassò ancora di più. La voce creò un campo d'energia che l'avvolse completamente portando la ragazza a chiudere gli occhi e a viaggiare con la fantasia. Cadde in un sonno profondo.

Il fitto bosco era pervaso da una luce dorata che metteva in risalto le foglie rosse. Gli alberi parevano più alti e maestosi e cosa ancor più strana, vi era un silenzio surreale a dimostrare l'assenza di animali. Eleonora camminava lungo un tappeto di foglie secche ma non produceva alcun rumore: regnava il silenzio. Si guardò attorno, meravigliata da quel luogo fatato sospeso nel tempo. La voce della sua amica echeggiava tra gli alberi come facente parte della foresta stessa e riconobbe le note della ninna nanna.
Poi le vide: piccole luci danzanti fluttuavano a pochi centimetri da terra eseguendo un cerchio.
La ragazza capì di trovarsi davanti a degli spiriti della foresta. Uno di essi si avvicinò mettendo in risalto il suo corpo minuto e senza paura si posò sulla sua mano. Era una fata bellissima, con capelli raccolti ed un vestito fatto di foglie rosse. Le altre fate la raggiunsero e continuarono la danza intorno all'umana. La voce fuoricampo della sua amica continuava ad intonare la ninna nanna ed Ele si accorse che anche le fate la stavano cantando. Con le piccole mani facevano cenno alla ragazza di seguirle. Lei camminò lentamente attraversando il bosco e lasciandosi trasportare da loro, non si rese conto del pericolo a cui stava andando incontro. La ninna nanna della sua amica si dissolse mentre le fate rimasero a guardare. L'atmosfera cambiò improvvisamente. L'alito pesante alle sue spalle, quell'ombra minacciosa che oscurava il terreno fecero capire ad Eleonora di trovarsi di nuovo a tu per tu con la morte. Quando si voltò, non vide gli occhi rossi minacciosi della bestia nera.
Solo fauci spalancate.

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