VI
Song
[Insuperabile,Rkomi]
Monastero di Firenze, 2 mesi all'ora 0
Martin spalanca gli occhi, non sa cosa dire.
Conosceva la sorella, sapeva come era fatta, e cosa era capace di fare.
Ma mai avrebbe immaginato che si sarebbe spinta così oltre.
Che avrebbe avuto il coraggio di uccidere.
In cui ci sentiamo da soli
Uccidere, di nuovo.
Non era finita bene la prima volta che aveva preso in mano una pistola...
Monastero di Firenze, 7 anni all'ora
Camminai a passo deciso, uscii dalla banca coprendo il viso con degli occhiali da sole, quando degli spari mi fecero gelare il sangue nelle vene.
Non so per quale assurdo motivo, la poca sanità mentale che mi era rimasta, svanì.
Percepisco sangue freddo nelle mie vene
Martin.
Volevano colpirlo.
Il mondo si fermò, e mi dissi che sarebbe stata la cosa più giusta da fare.
Presi la pistola dalla tasca della giacca, con gli occhi in fiamme buttai a terra la custodia del violino, non curandomi del fatto che probabilmente si fosse rotto.
Ma non mi importava.
A centottanta mila giri su una coupé
Caricai l'arma, presi un respiro profondo e strinsi la presa sulla pistola, una guardia teneva Martin in ostaggio.
Mi avvicinai lentamente, presi la mira e sparai.
Lo avevo ucciso.
Avevo ucciso un poliziotto.
Lo avevo ucciso.
Il mio respiro si fece irregolare, la testa mi scoppiava, consapevole del mio gesto, mi maledissi mentalmente, mentre Martin si rialzava da terra.
Due Molotov in fiamme, nella corrente
Con gli occhi sbarrati fissai il corpo senza vita dell'agente che avevo appena ucciso.
Una mano si posò sulla mia spalla, ma io la scansai di scatto, con gli occhi ancora puntati sul cadavere dell'uomo.
Monastero di Firenze, 2 mesi all'ora 0
"Tu, cosa?" Balbetta Palermo sotto lo sguardo divertito di Carmen, "sei diventato sordo? Ho detto che la voglio uccidere" ripete scandendo ogni lettera che compone l'ultima, terrificante, parola.
Palermo è sconvolto, le parole gli muoiono in bocca mentre Carmen tira fuori un oggetto che Martin non vedeva da tanto tempo...
Grecia, Eretria, 6 anni all'ora 0
"Guarda!" Indicai degli uomini che si sfidavano in una gara di tiro con l'arco, lanciai una occhiata beffarda ai tre uomini al mio fianco, "Carmen, no" mi intimò Serchio, ma presi il mio arco e lo ignorai.
La piazza era affollata, le urla dei tifosi riempivano l'aria, quell'ambiente mi sapeva di allegria.
Ma soprattutto, di rivalità.
E questo si che mi piaceva.
"Scusi, potrei provare?" Chiesi ad un uomo, lui bevve un generoso sorso di birra, per poi scoppiare a ridere, "una donna? Questa è una gara per uomini, ma ti sei vista? No,non puoi partecipare" strinsi in pugni, "ok, grazie per l'informazione" girai sui tacchi e mi diressi verso l'arena, "TI MANGERANNO A COLAZIONE!" mi urlò l'uomo alle spalle, lo ingnorai.
Mi posizionai nell'unico posto libero rimasto, sotto lo sguardo sconvolto degli altri partecipanti.
"Beh?" Protestai infastidita, un fischio annunciò l'inizio della gara.
Inutile dire che quando vinsi il primo premio, nessuno riusciva a crederci.
Per me era puro divertimento, niente di più.
Ma cazzo, essere una donna in un mondo di uomini e sfidarli con lo sguardo, si che era divertente.
Ti stringo i fianchi, amore sei tu
Monastero di Firenze, 2 mesi all'ora 0
"Che ci vuoi fare con quello?" Lei ride, "mh, pensavo di ucciderla con questo, tu che ne pensi? È un modo più elegante di commettere un omicidio non credi?" Lui sgrana gli occhi, "spero tu stia scherzando Carmen, ti rendi conto di cosa stai per fare?" Lei si volta a guardarlo, "certo che mi rendo conto, mi conosci, non esiterò a piantare una freccia nel petto di quella poverina".
L'ultima curva
Carmen aveva ragione, e Palermo lo sapeva, lo sapeva benissimo.
E con suo grande orrore, capì che era vero, lei non avrebbe esitato ad interrompere una vita.
"Ti prego Carmen, non farlo" lei ride, "Martin Barrotti che supplica? Ti senti bene?" Scherza rigirandosi fra le mani l'arco, "per favore, non siamo qui per uccidere" lei alza lo sguardo, "beh, neanche alla Zecca, ma come hai ben visto, ne sono morte di persone lì dentro" il suo tono è crudele e freddo, "e proprio per questo, non commettere lo stesso errore" lei lo fissa un momento e scrolla le spalle, "sono adulta e vaccinata, credo di essere in grado di fare le mie scelte, la cosa ti turba per caso?" Lo sfida, lui tace.
Insuperabile
"Mi dovrò esercitare però, non lo uso da un po'" dice con nonchalasche, "seriamente, parliamone" Carmen incrocia le braccia, "guarda che io sono serissima" lui la guarda storto, "no ti prego, lei non ti ha fatto niente" lei sorride tagliente, "mh, è un'assassina, la conosco sai? Ha ucciso una guardia per salvare Renée, il suo deceduto fidanzato, lo sapevi? Quanto amo i gossip" gli fa l'occhiolino in modo provocatorio, si avvicina lentamente al fratello.
"Io sono un'assassina, non scordarlo" gli sibila nell'orecchio, un brivido gli percorre la spina dorsale.
Paura.
Ecco cosa provava Palermo in quel momento.
Aveva paura che Carmen mantenesse la sua promessa mortale.
Insuperabile
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