4 - E' una questione di anima

‪#‎jesuischarlie‬ è l'hashtag con il quale il web si è schierato contro l'attentato al Giornale Charlie Hedbo del 07/01/2015.

In memoria delle vittime dell'attentato al giornale Charlie Hedbo.

La nostra libertà dipende dalla libertà di stampa, ed essa non può essere limitata senza che vada perduta.

(Thomas Jefferson)

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RICAPITOLANDO [DAL CAPITOLO 3]

Alice si alzò improvvisamente e mi baciò. Non vidi le sue labbra avvicinarsi ma ne assaporai istantaneamente la morbidezza. La mia risposta non tardò ad arrivare. Il bacio fu lento e durò qualche minuto. Ci allontanammo. Mi fermai a osservarla: lei si chinò per raccogliere il plettro che mi era caduto dalla tasca dei jeans e me lo porse. Io le presi la mano, gliela strinsi, l'attirai a me e la baciai di nuovo. Lei non si tirò indietro.

Trascorsi il weekend in Accademia. Impiegai ore per studiare dodici pagine di storia della musica e scrivere un testo sulle differenze tra chitarra e basso. Il pensiero del bacio di Alice mi distraeva in continuazione e non pensai ad altro per tutto il tempo, lei, però, non si fece sentire. 

Non sapevo come comportarmi, non volevo sembrare assillante, né disinteressato, ma decisi di rispettare il suo silenzio e aspettare l'inizio della settimana per chiamarla.

Conclusi i miei compiti domenica pomeriggio, mi distesi sul letto per riposarmi un po'. Verso le sei Sara mi mandò un messaggio per chiedermi cosa stessi facendo, digitai il suo numero e ne approfittai per raccontarle gli eventi degli ultimi giorni. Chiusi la telefonata con la mia amica e trovai un nuovo messaggio sul display.

Non dovrei farlo, ma ti sto pensando. Alice

Le risposi. Ci vediamo tra cinque minuti da te.

Era inutile negare il fatto che volevo vederla.

Sono già fuori. Scendi, ti aspetto.

Mi alzai dal letto e uscii immediatamente. La vidi seduta sul muretto davanti l'entrata, indossava un paio di Converse rosse e dei pantaloni bianchi.

- Ciao!

- Ciao. - Immobili e spaventati ci fissammo per una decina di secondi. Mi feci coraggio, mi sedetti accanto a lei e le sfiorai un ginocchio.

- Ti ho pensato anch'io.

- E' un problema sai?! - Non riuscivo a capire a cosa si riferisse.

- Cosa? - Le chiesi.

- Questo. - Indicò i nostri corpi che si toccavano. - Tutto questo per me è solo un problema. Finalmente capii e cercai la sua mano. Lei l'allontanò. - Tu non mi conosci. - Mi rispose.

- Lo so. Sono qui per farlo e... - poggiò due dita sulle mie labbra e mi bloccò.

- Non sono fatta per lunghe relazioni, ho deciso di vivere al massimo la mia libertà, finirei per ferirti e non lo meriti.

Rimasi in silenzio, poi le dissi - Capisco.

La sua confusione era riflessa sull'espressione del suo volto.

- Meglio così, non voglio complicazioni.

Le sue parole la tradirono e fecero trapelare una leggera delusione.

- Ho detto che capisco, ma non che accetto la situazione.

- Vi comportate tutti così davanti a un rifiuto. - La bloccai.

- Fammi finire quello che stavo dicendo, - le dissi - ti chiedo un mese di tempo, usciamo insieme, senza impegni precisi, solo tu e io, e forse una chitarra. Se alla fine non avrai cambiato idea, rispetterò la tua decisione. - Finalmente mi sorrise.

- Me lo aspettavo. Sapevo che non ti saresti arreso tanto facilmente. Posso avvertirla sai?

- Avvertire cosa? - Ero incuriosito da questa sua affermazione ed eccitato dal fatto che sembrasse cedere alla mia richiesta.

- La tua determinazione. E' il filo che tesse la trama della tua voce. Quando canti arrivi sempre dove vuoi. - Forse aveva ragione.

- Allora, affare fatto? - Le porsi la mano destra, lei la strinse e io non la lasciai andare, la spinsi in avanti e la baciai. Un bacio sugella un patto meglio di una stretta di mano.

Tornai in camera. L'indomani la lezione di Mister L sarebbe iniziata presto ed ero stanchissimo. Marco dormiva già e non si svegliò. Prima di prendere sonno inviai un messaggio a Sara per aggiornarla degli ultimi eventi e del mio incontro con Alice. Infine inviai la buonanotte ad Alice. Nonostante l'ora tarda la mia migliore amica mi rispose quasi immediatamente.

Sei il solito romantico e sognatore, non cambierai mai. Buonanotte.

Mister L iniziò puntale. Alice era arrivata prima e aveva occupato due posti. L'insegnante ritirò i fogli con le nostre ricerche e considerazioni.

- Qual è la differenza tra una chitarra e un basso? - Le risposte furono più, o meno le stesse.

- La chitarra acustica ha sei corde ad esempio, il basso elettrico ne ha quattro ed è più lungo, produce suoni nel registro grave... - un ragazzo in fondo alla stanza aggiunse un'altra informazione. - La chitarra è uno strumento traspositore all'ottava inferiore.

- Molto bene! Poi? Pensateci bene. Cosa differenzia uno strumento musicale dall'altro? - Nessuno rispose.

- E' una questione di anima. Gli strumenti musicali hanno anime diverse.

Anime diverse? Continuò la sua spiegazione.

- Lo strumento musicale possiede un'anima che attrae sensibilità affini. La scelta del musicista avviene naturalmente e può dipendere da vari fattori, ma quando dedicate tutto il vostro tempo alla musica, e lo affidate a uno strumento, stringete un patto definitivo con esso, un accordo dal quale non potete scappare.

Le parole di Mister L mi fecero ripensare a quando mio zio mi regalò la prima chitarra. Subito dopo ebbi una folgorazione, se Alice frequentava quel corso con me, doveva per forza suonare uno strumento musicale, ma non me ne aveva mai parlato e non l'avevo mai vista a lezione di chitarra. Prima che potessi formulare la domanda, lei rispose al mio silenzio.


- Suono il pianoforte.

#versounsogno

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