21 - Le note che mi portano a lei
Mister L mi aveva chiesto di andare nel suo ufficio il giorno dopo. Non mi aveva detto altro. Voleva parlarmi di qualcosa, probabilmente della mia esibizione davanti a Kig.
Alice attese la conclusione della chiamata.
- Tutto ok? Ci sono novità?
- Non lo so. Mister L mi ha chiesto di andare da lui domattina presto, ma non mi ha detto il motivo. Scusa per l'interruzione.
Non ero in ansia per il colloquio del giorno dopo, ma per quello che Alice mi stava per dire. La guardai negli occhi e lei capì che la stavo ascoltando.
- Ti stavo dicendo... L'anno scorso ho vissuto un momento difficile. - Sospirò. - Mia madre è morta a causa di un tumore.
Mi sarei aspettato di tutto, ma non una notizia così tragica. Non sapevo cosa dire, le presi le mani e gliele strinsi con forza.
- Con mio padre, sempre in viaggio per affari, lei era l'unica persona sulla quale potevo contare sempre. Facevamo tantissime cose insieme. Era sempre piena di energia ma, dall'oggi al domani, iniziò a sentirsi sempre più debole: aveva decimi di febbre quasi tutte le sere. Dopo approfonditi esami medici, abbiamo scoperto la presenza di un cancro. E' stato un decorso fulmineo e in pochi mesi ci ha abbandonato.
Con la sua morte tutto cambiò. Mi sentivo svuotata e solo attraverso la musica riuscivo a sentirla vicino. Iniziai vivere un isolamento doloroso e solo le note mi riportavano lei. Forse mi proteggevo da altri abbandoni. Da quel giorno il mio rapporto con Mattias ha iniziato a deteriorarsi. E' stata questa la ragione principale della rottura con Mattias. Lui ha provato a starmi vicino, ma ci siamo lasciati prima dell'estate. Da allora non l'ho più sentito. Poi ho capito che la sua delusione si era trasformata in rabbia perché dal ragazzo disponibile e gentile che era nei miei confronti, è diventato scontroso e strafottente. Adesso cerca di colpirmi in continuazione, in tutti i modi possibili.
Penso che ce l'abbia tanto con te perché non riesce ad accettare il fatto che io sia andata avanti senza di lui.
L'abbracciai. Ripensai a tutti i momenti che avevamo trascorso insieme all'inizio. Immaginai la paura che aveva dovuto provare nell'aprirsi. Aveva deciso di fidarsi e, seppure non aveva ancora detto di amarmi, avevo capito che mi voleva bene.
Alice intuì le mie perplessità e rispose domanda che avevo paura di farle: avrebbe lasciato anche me prima o poi?
- Non voglio mentirti, non ho pensato al futuro. In realtà non immaginavo nemmeno che sarebbe successo qualcosa tra di noi ma, senza che me ne rendessi conto ho iniziato, a pensare a te tutti i giorni, alla tua voce e al tuo sguardo limpido. Forse sei arrivato solo al momento giusto. Non posso dirti di più. Anzi si! - aggiunse sorridendomi. - Devi avere più fiducia in te stesso. In tutto! Hai un grande talento, non lasciare più che gli altri si mettano fra te e il tuo sogno. Ce la farai! Ne sono convinta.
- Per te ci sarò sempre. Spero che questo tu l'abbia capito. Ti amo.
Mi baciò. Fu un bacio lento, dolce, tenero e struggente.
- Mi dispiace non avertene parlato prima, ma è una cosa che mi fa ancora tanto male.
Annuii.
- Cosa voleva Mister L? - Mi chiese cambiando discorso.
- Mi aspetta domani in ufficio. Vuole parlarmi.
- Ancora?! Sono sicura che stavolta ti chiederà di preparare un brano di Ricky Martin! Come sempre...
La guardai un attimo perplesso, me lo disse con una tale serietà che non ero certo che stesse scherzando. D'altronde conosceva Mister L più di me.
- Sto scherzando! - Scoppiò in una risata fragorosa e decisi di prenderla in giro a mia volta.
- Accidenti! Per un attimo mi avevi illuso, Ricky Martin è stato un cantante che ho sempre ascoltato. Ho anche il suo primo cd a casa.
Alice mi fissò e trattenendo il riso. - Tra di noi non potrà mai funzionare, mi dispiace!
Si alzò platealmente dalla panchina e iniziò ad allontanarsi ma la fermai e iniziai a canticchiare un paio delle canzoni del cantante sudamericano.
Finimmo con i crampi allo stomaco per le risate.
Poi ci pensai un attimo.
- Seriamente, secondo te cosa vuole Mister L?
- Penso ti voglia parlare di quello che è successo oggi, non preoccuparti.
Come facevo a non preoccuparmi? Avevo tradito la fiducia del Maestro.
L'indomani arrivai nell'ufficio del mio insegnate. La porta era socchiusa, bussai e mi invitò a entrare. Era seduto alla sua scrivania e con lui c'era la professoressa Loresta.
- Daniel, vieni, siediti.
Mi accomodai cercando di nascondere l'agitazione.
- Non preoccuparti, siamo qui per assegnarti un compito.
- Ah! Si... - Ero sorpreso. - Che compito?
- Dopo la tua esibizione di ieri, ho parlato con la professoressa Loresta e, di comune accordo, abbiamo pensato di affidarti una ricerca e una sperimentazione.
Attesi che continuasse.
- Conosci il Britpop?
- Ne conosco gli esponenti maggiori, ma è un genere musicale che non ho mai approfondito.
- Bene. Se ti va, ne avrai modo. I ragazzi dell'ultimo anno stanno portando avanti un progetto sull'argomento. Vorremmo che ti unissi a loro.
Accettai senza esitazione.
- Certamente! Cosa devo fare?
- Una piccola ricerca sulla storia del genere, scegliere una band rappresentativa e preparare un brano da cantare dal vivo.
- Non ci sono problemi! Ho già qualche idea. - Risposi entusiasta.
- Mi fa piacere, perché fra tre giorni ci sarà il concerto dei ragazzi impegnati nel progetto e ti esibirai con loro.
Tre giorni? Cosa avrei potuto fare in tre giorni? Un altro fallimento mi spaventava, ma non potevo tirarmi indietro.
- D'accordo!
- Mi piace il tuo entusiasmo! Forza! Ricordati sempre che da un'esibizione sbagliata si può imparare molto.
Mister L non mi disse altro. Mi alzai e me ne andai salutando e ringraziando.
Era un'occasione importante, avevo sbagliato un brano non solo davanti a Kig, ma anche a centinaia di ragazzi.
Pensai che mi stava dando un'altra possibilità e un modo per riscattarmi dalla brutta figura che avevo fatto.
Tornai in camera con quell'idea, ma mai avrei immaginato quello che sarebbe successo da lì a pochi giorni.
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