20 - Una cosa che non ti ho detto

Mattias era seduto a un tavolo con dei ragazzi che non avevo mai visto. Mi bloccai, Alice appena notò la mia espressione, mi strinse una mano.

- Vogliamo andare da qualche altra parte? Per me non ci sono problemi.

Dopo quello che era successo nel pomeriggio, non potevo permettere che lui mi rovinasse anche la serata.

- Entriamo e non preoccuparti. - Le sorrisi. - Voglio solo rilassarmi un po' con te, e nessuno mi farà cambiare idea.

Trovammo un tavolo. La band che stava suonando era davvero brava. La solista era una ragazza della nostra età. Alice mi spiegò che aveva frequentato l'Accademia e che si erano conosciute lì. Dopo aver suonato altri tre brani, la band prese una pausa e la cantante, Jan, venne verso di noi.

- Ciao Alice! Grazie per essere venuta.

- Ciao Jan! Complimenti, le tue canzoni sono davvero belle.

Alice non mi presentò.

- Lui è Daniel, il mio ragazzo.

-Ciao. Piacere.

Rinnovai i complimenti stringendole la mano.

- Daniel, tu cosa fai?

- Frequento anch'io l'Accademia. Suono la chitarra e ho conosciuto Alice al corso di canto.

- Ah! Alice ha un debole per i musicisti, non è vero?

Jan fece l'occhiolino ad Alice e infine ci salutò. La vidi avvicinarsi a Mattias e abbracciarlo amichevolmente. Ovviamente conosceva anche lui.

La pausa era quasi conclusa, quando Jan si riavvicinò al nostro tavolo.

- Daniel, perché non sali sul palco con noi e non ti esibisci? Alice mi ha detto, la cito letteralmente, che hai "una voce stupenda!" .

Quel complimento mi lusingò, la mia ragazza non perdeva mai l'occasione di evidenziare positivamente le mie doti canore e la cosa, specialmente al momento, per me significava davvero tanto.

-D'accordo! - mi girai verso Alice. - Cosa vuoi ascoltare?

- Everything I do di Bryan Adams. Non te l'ho mai sentita cantare dal vivo e sono davvero curiosa di ascoltarti.

Accettai la proposta di Alice e non appena Jan salì di nuovo sul palco, mi chiamò per raggiungerla. Mi diede la sua chitarra acustica e mi presentò.

- Prima di ripartire, vorrei farvi ascoltare un amico che stasera è passato a trovarci. Fate un applauso a Daniel!!

Mi esibii guardando intensamente Alice. Era il mio modo per ringraziarla per tutto il sostegno che mi stava dando in quei giorni difficili.

La fine della mia esibizione fu sottolineata da scroscianti applausi.

Alice mi abbracciò e mi baciò. Quel gesto non passò inosservato agli occhi di Mattias. Lo vidi avvicinarsi e, con un'espressione che avevo imparato a conoscere, mi porse la mano.

- Complimenti. Ma allora canti male solo contro di me? Non riesci a resistere al mio fascino?

Quelle parole furono la goccia che fece traboccare il vaso. Quando è troppo, è troppo! Stavo per scagliarmi su di lui ma qualcuno mi precedette. Vidi la mano affusolata di Alice mollare uno schiaffo sonoro sul viso di Mattias. L'espressione del ragazzo non aveva prezzo: era scioccato, incredulo, non si sarebbe mai aspettato una tale reazione da parte della sua ex ragazza.

- Basta! Ti ho ignorato, ho cercato di comprendere alcuni dei tuoi comportamenti ingiustificabili agli occhi di chiunque, ma esiste un limite e lo hai appena sorpassato. - Alice gli urlò contro. Non l'avevo mai vista furibonda.

Mattias si passò una mano sulla guancia. Mosse la mandibola e si accarezzò il mento. Il suo sguardo era tornato quello di sempre: strafottente. Si mise a ridere e mi guardò.

- Ti fai difendere dalla tua ragazza? Ma non l'hai ancora capito che tra qualche mese si stancherà di te e senza dirti nulla, ti lascerà dall'oggi al domani? Non illuderti di essere diverso, non lo sei.

Quelle parole mi fecero capire tante cose. Mattias era ancora ferito dalla rottura con Alice, sebbene lei mi avesse spiegato che avevano deciso di lasciarsi di comune accordo. Forse non era del tutto vero. Ripensai a tutte le provocazioni di Mattias, alle continue allusioni alla loro storia passata, e compresi che erano tutte dettate dalla gelosia.

Mattias era geloso del mio rapporto con Alice e ovviamente se la stava prendendo con me, per colpire anche lei.

Non gli risposi. Abbracciai Alice e la allontanai da lui.

- Usciamo a prendere un po' d'aria.

Alice mi seguì.

Spezzai la tensione.

- Non vorrei essere al posto dei tasti del pianoforte quando sei nervosa. Non sapevo di stare con la versione femminile di Mike Tyson. Ho avuto quasi paura.

Ci guardammo e scoppiammo a ridere.

- Adesso sei avvertito. Non farmi arrabbiare!

- Ah tranquilla!! Comprerò un paraorecchie il prima possibile.

Ci sedemmo su una panchina davanti al locale. Dopo aver parlato un po', evitando l'argomento Mattias, non ce la feci e le domandai.

- Cosa intendeva Mattias con quelle parole? Non mi avevi detto che avevate deciso insieme di lasciarvi? C'è qualcosa che non so?

Volevo sapere tutto. Perché Mattias era ancora così arrabbiato a distanza di un anno? Cosa gli aveva fatto Alice?

Alice abbassò lo sguardo.

- Te l'ho detto, ci siamo allontanati gradualmente. Prima di lasciarci era diventato impossibile anche sostenere una semplice conversazione. Litigavamo tutti i giorni e non parlavamo più di musica, che era la cosa che ci aveva fatto incontrare.

La sua spiegazione non mi convinceva. Ci doveva essere stato qualcosa che era successo e che lei non voleva dirmi. Rimasi ad ascoltarla per tutto il tempo senza interromperla, per paura che smettesse di parlare.

Alice capì che non le avevo creduto completamente. Fece un respiro profondo e continuò.

- Io... C'è solo una cosa che non ti ho mai detto e della quale non mi piace parlare... L'anno scorso ho vissuto un momento difficile...

La sua risposta fu interrotta dal suono del mio cellulare: una chiamata di Mister L.

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