15 - Una telefonata inaspettata
Nelle settimane seguenti il nostro primo incontro, per fortuna non ebbi più nulla a che fare con Mattias direttamente. Lo vidi un paio di volte a lezione, ma evitai di incrociarlo. Con Alice le cose andavano bene, trascorrevamo tanto tempo insieme, sia in accademia che fuori. Le prove con la band procedevano e avevamo già provato un paio di volte il pezzo che avevamo scelto, identificando i primi problemi e cercando possibili soluzioni.
Giovedì mattina, dopo la seconda ora di lezione, mi sentii chiamare nel corridoio. Mi girai e vidi Mister L che mi faceva segno di seguirlo. Mi affrettai tra la folla e lo raggiunsi nel suo ufficio. Eravamo soli.
- Daniel, accomadati un attimo... - Mister L indicò una sedia davanti la sua scrivania.
Avevo lezione con la Professoressa Loresta e non volevo finire nei guai. Non sapevo come dirlo senza risultare sgarbato, ma mi precedette.
- Non preoccuparti, ho parlato personalmente con la tua Professoressa, è al corrente che sei qui con me e sei scusato.
Gli sorrisi e lo ringraziai. Rimasi in attesa di ascoltare cosa aveva da dirmi.
- Da quando sei arrivato non abbiamo avuto modo di parlare da soli. Volevo sapere se ti trovi bene. Con la formazione della band e il concorso sarai molto impegnato.
- Grazie. Effettivamente è un periodo molto intenso. Sono stati tutti molto gentile con me, fin dall'inizio. Sto imparando tantissimo. Non ho mai avuto modo di lavorare con tanti professionisti, pronti ad aiutarmi e insegnarmi sempre cose nuove. Sono davvero felice e carico di energia e non vedo l'ora di continuare a lavorare.
-E' un sollievo sentirti parlare così. E per il concorso accademico? Come ti senti? La canzone ti piace? Avete bisogno di qualche consiglio?
Come mi sentivo? Ci pensai un attimo prima di rispondergli. Il distacco da Sara e l'evolversi della mia relazione con Alice, mi avevano momentaneamente distratto dall'ansia che provavo inizialmente. Lavorare e suonare in gruppo mi stava aiutando tantissimo, mi aveva rassicurato da un lato e aveva svegliato la voglia di conoscere cose nuove e vivere ogni momento al massimo. Quei mesi in Accademia si stavano rivelando essere i più belli che avessi mai vissuto fino a quel momento.
Spiegai, nei limiti del possibile, il mio stato d'animo a Mister L, che ascoltò in silenzio annuendo saltuariamente.
Finimmo per parlare del brano che avevamo scelto e del tipo di esibizione che avremo dovuto preparare.
L'ora passò velocemente. La compagnia di Mister L si rivelò molto piacevole e se fosse dipeso da me, avrei speso tutto il giorno con lui.
Prima che andassi via mi disse un'ultima cosa.
- Daniel, mi ricordi molto me stesso all'inizio dei miei studi. Entrai in una delle Accademie più prestigiose del mio Paese che ero ancora giovanissimo e con pochissima esperienza. Rivedo in te la sete di conoscenza, la voglia di prendere da tutto e da tutti quelli che ti circondano. Capisco bene le tue paure, ma sono certo che presto scoprirai i tuoi limiti e li supererai. Credo molto in te.
Uscii dallo studio di Mister L felice. Non pensai più a Mattias o a Sara. Incontrai Alice in mensa e le raccontai dell'incontro con il nostro professore e del nostro discorso. Lei ne rimase piacevolmente sorpresa, suonando il pianoforte non conosceva bene Mister L, ma ne aveva sentito parlare molto. Specialmente da Mattias, immaginai.
Nel pomeriggio c'eravamo dati tutti appuntamento in sala prove. Dalla strada vidi uno strano movimento nell'ingresso principale, ma non avevo tempo per capire cosa fosse successo.
In sala c'era solo Alice, era al pianoforte. Decisi di rimanere in ascolto senza disturbarla. Mi sedetti dietro di lei e attesi la conclusione dell'esecuzione. Non riconobbi cosa suonò, ma l'energia e il trasporto che metteva nell'esecuzione, mi coinvolsero totalmente. Subito aver concluso staccò le mani dallo strumento e finalmente mi notò.
- Da quanto tempo sei qui? - Puntualizzò.
- Da un po', mi hai rapito con la tua musica. A proposito, che composizione era?- Le domandai.
- Nulla di particolare: un'improvvisazione che stavo provando, ma non è ancora completa e non mi piace. Tu piuttosto, sai dove sono finiti Marco e Nina?
- Non ne ho idea, ho visto della confusione nell'ingresso prima, non so cosa sia successo, forse si sono fermati là.
- Vogliamo andare a vedere? - Alice suggerì.
Ci avviammo ma quando arrivammo sul posto era tornato tutto alla normalità. Chiedemmo a un paio di ragazzi, ma nessuno riuscì a darci una risposta. Improvvisamente Marco e Nina ci vennero incontro con passo veloce.
- Visto la bella giornata, dopo pranzo, siamo andata a fare una passeggiata, ci siamo addormentati su un prato sotto un albero e abbiamo fatto tardi.
Si scusarono entrambi mortificati.
- Capita, non preoccupatevi. Piuttosto, sapete cosa è successo oggi in Accademia? Ho visto parecchi ragazzi riuniti all'ingresso ma poi non abbiamo trovato nessuno che fosse in grado di darci una spiegazione.
- Sarà stato un qualche incontro tra musicisti o cose del genere. Ne fanno tanti durante l'anno.
Marco rispose. Dopo le prove andammo a mangiare tutti in una pizzeria non lontana. Alice ordinò una pizza bianca con mozzarella e funghi e io una margherita. Quando gli offrii un trancio della mia come assaggio, rifiutò spiegandomi che era intollerante ad alcuni cibi, compreso il pomodoro.
Di ritorno dalla cena ricevetti una telefonata da un numero che non avevo in memoria.
Risposi incuriosito: chi mi chiamava a quell'ora?
La voce dall'altro capo del telefono mi meravigliò.
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