18- Neve
Kim che lancia le pietre sul fiume, Kim che indossa la felpa lunga di mio marito, Kim che si fa i selfies e li manda in Corea del Sud. Oggi pomeriggio, dopo aver finito le faccende domestiche, mi sono appisolata e me lo sono ritrovata con l' orecchio sul mio grembo. Non rimarrà a lungo con noi, perché deve finire il liceo; ma mi sta dando una voglia di vivere immensa.
Non che lui abbia solo lati positivi: è capriccioso, un tantino esibizionista ed è sempre con il cellulare tra le mani o al computer. Si scatta foto a macchinetta e mette sempre in disordine ogni cosa. Tuttavia, sa essere talmente carino che è difficile avercela con lui a lungo. Se ho bisogno di aiuto, è sempre disponibile e mi fa le spremute di limone, per mandare via le nausee. Combina un pasticcio in cucina, ma le fa...
Stasera Scott mi ha sfiorato la pancia e mi ha detto "E se lo chiamassimo Kim?"
"Non so" gli ho risposto "il piccolo dovrà avere anche un nome italiano, oltre che coreano..."
"In Corea del Sud, si userebbe anche 'Scott Junior'" si è intromesso il diciottenne "visto che il padre si chiama Scott..."
"Non dovresti essere a letto, tu?" L' ha rimproverato mio marito "Non hai l' obbligo di connetterti domani con la scuola, in Asia? Alle 6,30 dovrai essere sveglio. Lo sai, vero?".
"Sì, lo so" ha risposto con un broncio "ma non riesco a dormire, se voi non dormite..."
"Che vuol dire?" Mi sono chiesta.
"Niente di importante, amore. È che, al dormitorio, dormivamo tutti insieme".
"Non riesci a chiudere gli occhi, se non c' è Scott con te?" Ho chiesto.
"Sì, ci riesco; ma preferisco fare le sue stesse ore di sonno". Si è poi ritirato nella cameretta che, un giorno, sarà di nostro figlio e non si è fatto sentire fino al mattino seguente.
Mesi dopo
Quando nacque nostro figlio, era identico a Scott: aveva preso le sue orecchie, la stessa curva degli occhi, lo stesso viso.
Lì per lì, quando lo vidi per la prima volta, pensai fosse bruttino. Poi, invece, mostrò tutta la sua delicatezza...
Kim partì esattamente un giorno prima della sua nascita, infatti non potei accompagnarlo all' aeroporto; perché avevo le doglie.
Andò Scott, seguito di nascosto da Kai. Mentre ero in ospedale, vidi una bellissima foglia rossa, ornata di fitto oro, posarsi sul davanzale della finestra.
Mia madre non cambiò atteggiamento con la nascita di nostro figlio, anzi diventò ancor più petulante ed insistente.
Volle per forza stare in casa con noi e continuò con le sue solite richieste.
Spesso, io e Scott ci recavamo in albergo per avere un po' di intimità.
Un dì Kai chiese a mio marito se poteva fare qualcosa per noi.
Con la situazione che si era creata, lui cedette e l' assunse come baby- sitter.
Tuttavia, anche quando non c' eravamo, era tutto un litigare con i miei parenti; perché il povero Kai era uno spirito libero e non dava tutte le attenzioni che 'meritava' nostro figlio... O almeno, secondo le lamentele di mamma...
Inoltre, l' amico di mio marito aveva un carattere molto testardo e, se lo facevano innervosire, non esitava a urlare...
Per quanto riguardava me, ero felice quando i miei non c' erano. Potevo godermi il mio amore e il mio piccino.
Scott non ci faceva mancare nulla, benché non lavorasse più come idol. Tutti i soldi che aveva messo da una parte, li usava per noi...
In fin dei conti, la mia vita era diventata più bella grazie a lui e al frutto del nostro amore.
Ripresi anche a dipingere, ma non coppie; bensì paesaggi autunnali e il nostro bellissimo fiume.
Con o senza il piccolo, ero sempre per le strade del torrente o giù di lì.
L' acqua mi faceva sentire libera.
Scott mi seguiva, quando poteva, nonostante i pizzichi d' insetti che si prendeva...
E così faceva anche il suo amico, almeno non bisticciava con nessuno...
Chiamammo il nostro bambino Jacopo, un nome che mi piaceva fin dall' infanzia...
Bạn đang đọc truyện trên: AzTruyen.Top