Cap. 12 Gioco pericoloso
Non era solo la voce della paura. La donna è un pericolo, ora lo so, anche se non ho certezze sul suo legame o meno con il Duca.
Si è presentata in bottega conducendo a mano il suo cavallo, e ha messo in risonanza ogni fibra del mio corpo. Ho conosciuto donne belle ma prive di fascino, e donne brutte capaci di suscitare interesse ed eccitazione. Questa, però, è fuori da ogni categoria. Ha lineamenti perfetti, fronte alta, sopracciglia arcuate e folte, occhi grandi, zigomi scolpiti. Bocca carnosa, collo lungo, corpo... Il corpo è ben nascosto ma giurerei che sia morbido. Si muove con leggerezza, in silenzio, ma è poi la voce, quando parla, che cattura. Senza inflessioni, con una scelta di parole che denuncia una educazione raffinata, ma non esprime alcuna dolcezza. Lievemente roca, esce da una bocca che sorride solo per sfidare.
Con ogni atteggiamento, sfida chi le si avvicina a starle alla pari. Sfida che chiunque non può che perdere.
Ho accarezzato il suo cavallo, per sentire attraverso lui che mano abbia. Lo tratta con gentilezza, come dubito faccia con alcun essere umano, ma comunque lo domina completamente; è una manipolatrice, e a guardare oltre il colore incredibile delle sue iridi, si intravede la calma glaciale con cui affronta ogni evento, con cui risponde a ogni interrogativo, con cui si fa beffe di ogni benevolenza.
Se decidesse di volere l'attenzione d'un uomo, ottenerla temo sarebbe un gioco. E ottenuto l'interesse, di lì a stregare qualsiasi malcapitato il passo sarebbe un nulla. Questo fa di lei, a priori, un pericolo per qualsiasi uomo che tenga alla sua dignità.
Quanto a me, in particolare, la storia di mio padre, che pare avesse cominciato a infilarsi nel letto delle servette appena adolescente, mi ha segnato. Pur dovendo la vita a questa passione smodata per le donne, sono cresciuto con la convinzione che l'attrazione sia un istinto da tenere saldamente a bada, da parte di un uomo saggio. La ricerca di una compagna è qualcosa che intendo riservare a un tempo migliore della vita, uno in cui avrò trovato un rifugio stabile e un ruolo definitivo. Nel frattempo, meglio non indugiare neppure nei passatempi, a maggior ragione perché mi ripugna l'idea di usare qualcuno come passatempo, almeno quanto mi ripugna di diventarlo io, il trastullo di una donna.
Tutto questo mi ha portato inizialmente a una risoluzione: stare alla larga da questa donna. A maggior ragione perché il suo modo di fare mi ha attratto, come il ferro viene attirato da quelle pietre curiose che vengono dalla lontana Magnesia. Quando nel deporre del denaro sull'incudine, l'altro giorno, mi ha appena sfiorato, un brivido mi ha percorso la schiena: non di paura, ma neppure solo di eccitazione. È stata una sensazione difficile da classificare e da allora l'istinto continua a lanciarmi messaggi poco chiari, al punto che sto risolvendomi a tornare sulla mia prima decisione.
Razionalmente, se è un pericolo sarebbe bene misurarlo, soprattutto chiarire se la sua presenza a Mouzy abbia o meno a che fare con me. Sarebbe opportuno accertare, insomma, se debba solo stare in guardia da una cacciatrice generica, e se la sua pericolosità sia solo legata a una natura di creatura selvaggia, o se vi sia altro: se come ho pensato subito è un'inviata di mio zio. Possibilità che pare più assurda ogni nuovo giorno che passa, perché se mi avessero trovato non sarei ancora libero; eppure, non riesco a tranquillizzarmi.
Oggi c'è stato rumore al villaggio, perché pare che la donna che vive con lei sia stata male. L'ho vista cercare aiuto dallo speziale e per l'ennesima volta un campanellino ha suonato stonato, dentro di me. Come se nel suo comportamento ansioso ci fosse del voluto, non l'avrei detta capace di essere in ansia per nulla.
E alla fine ho deciso. Meglio affrontarla di petto, accostarla, sia pure con cautela, ma cercare prove che mi dicano chi è veramente. Per assurdo, c'è la possibilità che abbia messo in scena la malattia della sua inserviente solo per attirarmi in casa. Bene, potrei darle l'idea di essere riuscita ad ingannarmi. Potrei stare al gioco.
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