Cap. 10 Mouzy

Ho accettato un patto al buio, non ho avuto scelta; ero al limite, ormai, più di quanto volessi ammettere con me stessa.

Volevo a tutti i costi un'occasione, stavo soffocando come un cucciolo cui avessero legato uno spago al collo e a cui, crescendo, il laccio stesse affondando nella carne, tagliando la pelle, chiudendogli esofago e trachea. Lentamente morivo d'asfissia, e di fame e di sete pur davanti a cibo e acqua.

Non è raro che donne di un certo rango vadano in sposa prestissimo, quasi bambine, e se avevo evitato questo, certo era perché ero 'di rango' solo a metà. Ma mi aspettavo ormai che le cose precipitassero; ero pronta, con evidenza, per età, e persino di bell'aspetto... pronta per il macello. Quindi, non ho potuto guardar troppo per il sottile: quella via d'uscita che mi si offriva era tanto inattesa da parere irreale, un miracolo!

Il solo prezzo da pagare, ingannare uno sconosciuto. C'era forse da esitare? Peggio per lui, se si era attirato l'ostilità di qualche potente. Non mi interessava contro chi e perché avesse tramato, dovevo solo ottenere la sua confidenza e capire con chi era in combutta. E riferire.

Spiarlo. Forse non un gran mestiere, quello del delatore, ma poco importa, quel tizio avrebbe dovuto tenere di più alla propria vita, ed evitare di inimicarsi quelli che contano. Oramai io c'entro ben poco, la mia preda è già spacciata, per quello che ho potuto capire dalle parole del caro padre. Tanto che, offrendomi la libertà, il conte mi ha però minacciato ben più che di morte se a causa mia gli sfuggirà: "Jeanne, questa è la tua occasione, la prima e l'ultima che avrai. Conquista la sua fiducia e riferisci chi sono i suoi alleati, consegnaci l'intero gruppo di traditori e sarai libera. Ti viene data licenza di fare qualsiasi cosa ritieni necessaria, di usare ogni mezzo. Ma... capisci, senza che te lo dica, cosa rischi a fallire".

Ogni mezzo, ha sottolineato il caro genitore; poi, con due capaci borse di cuoio di abiti decorosi, un cavallo e del denaro, sono stata accompagnata in gran segreto fuori dalla contea. Secondo il piano, semplicemente, nessuno al castello mi troverà più, sarò per tutti svanita nel nulla.

Con un documento per il capovillaggio di Mouzy, piccolo centro piuttosto lontano dalla nostra contea, sto per diventare la rispettata vedova di un cavaliere, un eroe morto al seguito della prima crociata. Il Duca in persona, per tributare giusto onore alla sua memoria, accoglie il mio desiderio di vedova inconsolabile, rimasta sola così presto, di allontanarmi dai ricordi del passato, e mi concede una casa in uno dei centri abitati alla periferia del ducato, nonché un generoso vitalizio. Per la cura della casa, e per farmi compagnia, la missiva a me affidata chiede, meglio impone, all'incaricato del buon ordine della comunità di trovare una donna adatta.

Abbiamo studiato col caro padre il modo d'arrivare a Mouzy senza che si conosca la mia esatta provenienza. Mi ha consigliato un lungo giro vizioso, per il quale ho dovuto sforzarmi di non mostrare tutto il mio entusiasmo. Sono per la prima volta sola, senza altra protezione che il mio coltello, libera di cavalcare, di dormire sotto le stelle consumando provviste per tre giorni! Per un breve, breve attimo mi sono chiesta se considerare l'idea di una fuga.

Ma voglio vivere, ora lo voglio più che mai. E dunque no, mi atterrò al piano. Per sparire davvero dovrei avere chiari in mente una meta, un itinerario e il modo di viaggiare; mi servirebbe un piano dettagliato, che non ho, per seminare gli inseguitori che un simile sgarbo mi metterebbe alle calcagna.

Così, quando alla fine ho raggiunto il luogo fissato col conte mi sono attenuta ai suoi ordini, non era ancora il tempo di un colpo di testa. Mi sono cambiata nel bosco e mi sono presento in una cittadina ancora piuttosto lontana da Mouzy, con il bagaglio legato al dorso del cavallo e un normale abito da donna, sotto una calda mantella di lana grigia, il cui cappuccio ha coperto con modestia cristiana i capelli.

Il mio tempismo è stato perfetto, ogni settimana una carrozza parte di lì diretta a Bouillon e attraversa il borgo di Mouzy.

Ho potuto unirmi ai viaggiatori, e quando sono scesa dalla carrozza nella piazza del villaggio si è accesa subito intorno a me una curiosità vivissima. Mi son fatta indicare dal vetturino una locanda e lì mi sono diretta per chiedere una stanza tutta per me, incredibile richiesta, pare, da queste parti!, in cui poter dormire e lasciare il bagaglio. Ho affidato inoltre al locandiere il mio cavallo, perché lo sistemasse da qualche parte, e ho chiesto come poter parlare al capovillaggio.

In un paio di giorni ho ricevuto le chiavi di una costruzione modesta, parte in legno parte in pietra, e alcune donne del vicinato si sono premurate di venire a darmi il benvenuto, e a offrirmi un aiuto per qualsiasi cosa che possa servirmi, nuova come sono.

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