Cap 31 - POZIONE D'AMORE
"Ogni mattina si apre e si espone la propria merce
per ingannare la gente; e a sera si chiude,
dopo aver ingannato tutto il giorno."
- Jean de La Bruyère
Tre giorni prima - 03:47 a.m.
È buio pesto e spira un vento fortissimo e gelido che, a momenti, strappa con violenza alcuni esili rami dai loro tronchi madre. Li scaraventa per terra e, astutamente, li ricopre di verdi foglie, dando origine a una trappola per chiunque decida di avventurarsi nel bosco di notte. Ci vuole sangue freddo per sfidare Nyx, dea greca della notte, coadiuvata da suo figlio Tanato, personificazione della morte. Mentre Hypnos, ulteriore erede della divinità femminile, agevola i sogni degli esseri umani, il male si accinge a prendere il controllo del mondo.
Con le orbite oculari, ora, abitate dall'ira e dalla voglia di avere qualcuno per sé, Isaac, docente di pozioni, cammina celermente verso la sua aula di lezioni. Chiusosi alle spalle la porta d'ingresso alla stanza dove insegna di solito, prende dai vari scaffali o cassetti l'occorrente per creare una pozione d'amore. Vi sono innumerevoli modi per produrne una, ma i più conosciuti prevedono l'utilizzo dell'olio di rosa o l'ausilio di una rosa rossa. Tuttavia, vi è anche una terza via, forse meno ciottolosa e intricata, che prende in considerazione l'impiego dell'acqua piovana. Isaac colloca sulla cattedra un set di provette, una bilancia, un calderone e un servizio completo di ingredienti per pozioni. Poi, indossato un mantello per evitare di ritrovarsi qualche macchia sugli indumenti, si adopera per dare vita a questo filtro d'amore.
Agevolato nella sua scelta dal maltempo esterno, apre una delle finestre e con un vaso tra le mani si sporge di poco per raccogliere dell'acqua. Tuoni, fulmini che squarciano le tenebre, conferendo loro un'aria ancora più cupa e misteriosa. Raccattato un quantitativo di acqua più che sufficiente, chiude le imposte e poggia il vaso sul tavolo. Tagliata una mela a fettine sottili, pone in una casseruola le fette di mela, del timo, del sale marino e della cannella. In seguito, vi aggiunge l'acqua piovana e fa cuocere il tutto a fuoco basso. Mentre il contenuto si cucina dentro il calderone, l'uomo si affretta a prendere da una piccola vetrata all'angolo della stanza un libro. Evidentemente antico, questi è reso più opaco da un sottile strato di polvere, che Isaac con un panno di lino bianco si premura di spazzare via da esso. Costui ritorna alla propria postazione di lavoro e adagia il libro aperto sulla pagina interessata su un piccolo leggio in legno, lavorato d'intarsio. Appena il contenuto si accinge a bollire, tramite una sorta di mestolo Isaac mescola il tutto, mentre si schiarisce la voce per recitare le parole del volume.
"Mi baci con i baci della sua bocca!
Sì, le tue tenerezze sono più dolci del vino.
Per la fragranza sono inebrianti i tuoi profumi,
profumo olezzante è il tuo nome,
per questo le giovinette ti amano.
Attirami dietro a te, corriamo!
M'introduca il re nelle sue stanze:
gioiremo e ci rallegreremo per te,
ricorderemo le tue tenerezze più del vino.
A ragione ti amano!"
Dopo aver terminato di recitare codeste parole, Isaac inspira profondamente, come a inalare quell'ondata di vapore per ritemprare il corpo e l'animo. Una volta aperti gli occhi, lascia bollire il filtro d'amore per un'altra ora e mezza, durante la quale resta vigile, pronto a scovare qualsiasi intrusione. L'uomo castano siede a braccia conserte sulla sedia retrostante la cattedra, girando una, due, tre volte su se stesso. Più le lancette si muovono a ritmo di lumaca più Isaac si annoia. A momenti appoggia le braccia al bordo del tavolo, servendosi di esse come piano di appoggio per il mento. Nel frattempo i suoi occhi fanno su e giù, nell'osservare l'acqua cadere goccia a goccia nel bicchiere, lentamente. Ancora, altre volte, tediato, porta i palmi della mani dietro la nuca e poggia i piedi incrociati sul tavolo di fronte, scrutando il pallido soffitto. Quel breve arco di tempo, purtroppo dilatato da una certa pachidermia, sembra non terminare mai. Ma, quando Isaac perde la pazienza a tal punto da scompigliarsi i capelli e alzarsi con violenza dalla sua postazione, finalmente l'orologio segna le cinque meno venti. Altri milleduecento secondi prima dello scoccare della nuova ora, nonché sempre meno tempo per completare la sua missione. Conclusasi quest'ultima fase della preparazione della pozione, Isaac spegne la fiamma, scola il preparato e lo mette una piccola parte in due provette. Così, ne avrà a disposizione un ristretto quantitativo da poter sfruttare in qualsiasi momento. Mentre, il resto lo versa in una bottiglietta di vetro e lo conserva in un luogo ignoto, in modo tale da servirsene come riserva.
Fiero del prodotto ottenuto, tiene in mano una delle due provette, chiuse con un tappo di sughero, e la alza all'altezza dei propri occhi. La gira e rigira con i pollici per attimi incommensurabili, quando le sue labbra si arcuano in un sorriso maligno e una risatina sadica risale dalla sua gola. Finalmente l'elemento che gli permetterà di far cadere ai suoi piedi la bella Mione è pronto e nessuno, nessuno, lo scoprirà mai. Prima di uscire dall'aula e chiudersi la porta alle spalle, con un colpo di bacchetta ripulisce l'ambiente, rimuovendo ogni possibile traccia del suo operato. Accostata la porta, si lascia alle spalle quanto successo, chiudendo a chiave anche il cassetto dei ricordi, così da non far intuire alcunché agli altri.
Al giorno d'oggi molte persone sogliono destarsi dal loro riposino serale alle prime luci dell'alba, giacché hanno l'onere di adempiere a rigorose regole. Che si tratti di lavoro, di un'abitudine per, magari, dare una sfogliata a qualche libro prima di un'interrogazione non importa. A ogni aurora corrisponde una rinascita, una svolta nella vita. L'indomani potrebbe avere in serbo elettrizzanti sorprese e un mare di soddisfazioni o, al contrario, mutare in una marasma.
Esistono uomini, nel senso generale del termine, che percepiscono l'arrivo del nuovo giorno, magari, per merito del canto di un gallo. Ancora, vi sono anche coloro che scendono dalle nuvole e mettono i piedi per terra, perché sulle loro paffute guance si posano due dolci labbra materne. Ma, purtroppo, non è impossibile imbattersi in qualcuno che, nonostante inizi a sbattere le palpebre animato da buoni propositi, sciorina tutta la sua crudeltà celatamente. Potrebbe sembrare un controsenso, ma, sciaguratamente, questa gamma di uomini non manca e opera alle spalle della sua preda. A discapito degli altri essa muove i suoi burattini ed elabora argutamente la sua prossima mossa, abbattendo il pedone avversario con il proprio nero.
Nell'ufficio di Hermione i raggi solari serpeggiano tra le fessure della serranda, lasciate aperte cosicché da evitare che le tenebre più profonde si impadronissero della stanza. Da un angolo all'altro della camera viaggia nell'aria un odore dolce, simile al profumo del gelsomino. Invece, sotto le coperte di Hermione si fa spazio un confortevole tepore, proveniente dal corpo di quest'ultima e di Isaac, stretti in un abbraccio. Lui ha la mano sinistra poggiata sulla schiena nuda di Hermione e il viso affondato nel suo seno. Differentemente, lei tiene un braccio attorno al suo viso e le labbra carnose tra i suoi capelli, come se Isaac fosse suo figlio.
Quando quel fascio luminoso colpisce violentemente le palpebre serrate di Hermione, lei si muove leggermente, cambiando posizione. Mentre si stropiccia gli occhi, si mette a pancia in su, svegliando anche Isaac che dorme sul suo petto. Finalmente le sue pupille incontrano la luce e, dopo essersi abituate a essa in cinque minuti. La donna prova ad alzarsi da lì con un terribile mal di testa, ma, appena inarca di poco la schiena facendo leva con le braccia, sente un peso. Abbassa la testa e sussulta impercettibilmente nel vedere Isaac appoggiato al suo petto, poi si ricorda della sera precedente. Lei gli ha cordialmente chiesto di farle compagnia durante la nottata, di modo che, se avesse avuto un ulteriore malore, qualcuno l'avrebbe potuta aiutare.
In fondo è carino osservare Isaac mentre dorme benevolmente. Hermione, ravvivata da un sentimento di forte comprensione e da un sapore zuccherino inconsueto, gli accarezza i capelli. Sono morbidi e ricciolosi, proprio come li immagina da sempre su un futuro figlio maschio. Il respiro dell'uomo è regolare e il la sua barba è ispida ma, al contempo, dolce al tatto. Hermione si tiene improvvisamente la testa che duole così tanto, che sembra i neuroni stiano per collidere e dare vita a un'esplosione. Dalle sue labbra viene fuori un piccola esclamazione di dolore che la obbliga a portarsi le mani alle orecchie digrignando i denti, mentre si agita. Ciò non fa altro che destare dal suo momento di riposo Isaac che, richiamato bruscamente alla realtà da quei gridi, si drizza guardandosi attorno. Non appena scorge Hermione in quelle condizioni, le afferra i polsi e, messosi istintivamente a cavalcioni sopra di lei, la scuote con veemenza. Il suo polso, ancora in maniera minoritaria odorante di acqua piovana, calma la donna che, percepito quell'olezzo, sembra guarire miracolosamente. Non che la pozione abbia qualche effetto rinvigorente o sedativo, ma quell'inconsueto profumo tenue la aiuta a dimenticarsi del dolore.
Hermione, con le punte dei capelli in parte dorate perché illuminate dal sole del mattino, chiude qualche secondo gli occhi, come per meditare. Ma, pochi millesimi di secondo prima che li riapre, avverte una presenza sul suo volto. Due labbra carnose e passionali le accarezzano le sue. Isaac, timoroso che la pozione non abbia avuto effetto immediato, si discosta dal viso di lei per pochi istanti, di modo da vedere la sua reazione. Tra lo sbigottimento e la tenue allegria del suo cuore, ora, salterino Hermione incastona le sue orbite in quelle di Isaac, cercando di capire. Poi, fa un piccolo risolino compiaciuto e avvicina Isaac a sé fiondandosi sulle sue labbra, mentre lui con estremo piacere ricambia quel gesto. Le sbottona la camicetta bianca, spostando le sue labbra sull'incavo tra la spalla e il collo, mentre con le mani le sfiora la pelle dell'addome. Con la mano sale sempre più su, mentre viene spronato a continuare dai gemiti di goduria di Hermione. Procuratole un succhiotto sul collo, con una mano le accarezza una gamba, avvicinandola a sé, mentre infila l'altra sotto al reggiseno. Percorsa, in seguito, la circonferenza del suo corpo, le slaccia il reggiseno e glielo sfila. Ricevuto il suo consenso tortura con la lingua un suo seno, mentre con la mano destra gioca con i suoi capezzoli e con l'altra scende giù verso le mutandine. D'improvviso, però, Hermione lo ferma, scuotendo la testa, in quanto si devono affrettare a prepararsi ognuno per tenere le loro due lezioni e, oltretutto, non le va adesso.
Isaac ritira comprensivo la mano, non volendo forzarla già da subito. Poi, le prende il viso tra le mani e la bacia a stampo sorridendo mentre tiene la fronte appoggiata alla sua. Finalmente, Isaac ha la donna che ama tutta per sé e nessuno, nemmeno quel canuto draghetto, riuscirà a strapparla mai via dalle sue grinfie.
Nell'arco di una mezz'oretta entrambi sono lindi, puliti e vestiti e si mettono in cammino verso le loro aule, situate in due piani differenti. Hermione non vede Draco dal pomeriggio precedente, o forse anche di più, ormai ha perso anche il conto, soprattutto a causa della pozione. Prima di separarsi per dirigersi ognuno alla sua postazione, i due adulti si scambiano un bacio intenso, mentre Isaac ne approfitta per accarezzarle il sedere e darle una pacca lì. Benché in quel breve istante non vi sia traccia di alunni ad aggirarsi nei corridoi ad assistere alla scena del bacio è Draco. Spuntato dal corridoio parallelo che fa angolo con quello dove si trovano Hermione e Isaac, il ventiquattrenne resta come imbambolato. Isaac lo nota e, mentre si diverte con la sua nuova ragazza, gli rivolge uno sguardo perfido e soddisfatto, quasi di minaccia. I due ben presto si separano istruendo, più felici ed eccitati del solito, i loro alunni. Al contrario, Draco, terribilmente infastidito dalla visione avuta di quei due, si dimostra più severo del solito con gli allievi e assegna loro maggiori compiti.
Fortunatamente, dopo ore e ore di fatica e di spiegazioni, la beneamata campanella si fa sentire e gli studenti si dirigono verso la Sala Grande per pranzare così come i professori. Hermione si trova fuori dalla sua aula e, sbattendo freneticamente la punta del piede per terra, attende Isaac che dovrebbe arrivare a breve. Draco, per buona sorte, lo precede e con il fiatone pronuncia il nome della donna, correndo fino a lei con un'espressione in viso indecifrabile.
«Hermione, ti posso rubare cinque minuti, per favore? Non capisco cosa ti prende stamattina» allunga una mano verso la sua, ma lei la nasconde dietro la schiena, girando il volto di lato quando lui si prova ad accostare al suo viso.
«Draco, ma che fai? Capisco che, magari, non hai ancora del tutto superato la nostra rottura, ma ormai è passato più di un anno da quando ci siamo lasciati» dice Hermione quasi con tono ovvio, ignara di ciò che Isaac le ha fatto per abbindolarla e farla innamorare di lui.
«Ma cosa stai dicendo? Hermione, noi siamo ancora-» Draco non riesce nemmeno a completare la frase che sopraggiunge repentinamente Isaac, che affianca Hermione cingendole la vita.
«Ciao, amore mio» Isaac, per provocare l'uomo di fronte a sé, bacia a stampo la sua biondina.
«Brutto verme schifoso, non osare nemmeno sfiorarla» alza in aria un pugno pronto a scaraventarlo sul viso di quel figurino che se ne sta sono approfittando.
«Non toccarla tu, invece, che non sei più il suo ragazzo da tempo, ormai» dice spintonandolo e facendolo cadere quasi al suolo di sedere «Ah, e ti consiglio di non venire a cercarla perché di sera potresti sentire dei gridi di piacere» si lecca le labbra, mentre lo informa con tono provocatorio e altezzoso, cercando di non farsi sentire dalla sua metà «E, dunque, spero di vederti presto, amico mio!» continua sorridente, una volta allontanatosi di una trentina di centimetri da lui, per non fare sospettare nulla alla sua amata.
«Andiamo in Sala Grande, cucciolotto mio? Ci stanno aspettando per pranzo» Hermione gli carezza la mano con cui lui le cinge, ora, il collo e lo bacia sulla guancia sorridente, mentre Isaac acconsente.
«Beh, alla prossima draghetto solitario» gli dà una pacca sulla spalla e ammicca con l'occhio, tornando dalla sua amata.
"If I had a plane, where would I fly to?
If I had to use my brain for something else, tell me what would I do?
And if I had a strange conversation with a lady in a waiting room
About leaving all this doom and gloom."
Draco non presenzia al pranzo in Sala Grande, rintanandosi nella sua stanza. Da un'estremità a un'altra della camera volano fogli appallottolati che rabbiosamente vengono lanciati dentro un cestino, situato ai piedi del letto. Nel mentre si strappa via la camicia, gettandola sulle coperte, per poi arruffarsi i capelli disperato. Chiude la tenda, facendo calare quasi del tutto l'oscurità in quello spazio limitato. Si siede a bordo letto, mettendosi le mani nei capelli, mentre un torrente di lacrime si riversa sul pavimento.
✂------Spazio autrice------✂
Buonasera, cari lettori. Oggi sarò più concisa, nonostante il capitolo sia lunghetto -sorry per questo-. Vi dico soltanto che in questi ultimi capitoli ci saranno davvero tantissime novità e, niente, spero che il capitolo sia di vostro gradimento.
Fatemi sapere cosa ne pensate nei commenti, carissimi! (づ ̄ ³ ̄)づ
-PowerOff PSY ♥
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