"How I wish, I wish you were here
We're just two lost souls
Swimming in a fish bowl"
- Pink Floyd
Novembre 1994
«Ehi, Ginny, anche tu ansiosa di sapere chi sono i nomi che usciranno dal Calice di Fuoco?» domanda la ragazza strofinando velocemente i palmi delle mani sulle cosce.
«Ciao, Hermione» Ginny si gira verso di lei sorridendo in maniera evidentemente tesa
«A dire il vero sì, non sto più nella pelle e vorrei sapere i tre famosi nominativi, ma...» sbatte freneticamente l'indice sul tavolo, voltando la testa ora da un lato ora dall'altro, come se voglia accertarsi di non essere ascoltata «Spero che quelle teste calde di Harry e Ron non si facciano prendere nuovamente dal protagonismo e non facciano nulla di stupido stavolta» sempre animata da forte agitazione inizia a mordicchiarsi le unghie.
«Ehi, tranquilla, Ginny. Sono sicura che non si metteranno nei guai, almeno spero» Hermione le afferra una mano accarezzandogliela per tranquillizzarla, anche se anche lei sta iniziando ad agitarsi parecchio.
«Grazie, Mione» afferma rivolgendo un sorriso ora più rincuorante all'amica, inspirando ed espirando lentamente per acquietarsi un po' .
«Di cosa, Ginny?» controbatte Hermione, continuando a carezzarla delicatamente.
«Di essere mia amica. Sai, prima di venire qui non avevo alcuna amica a cui esternare le mie emozioni e con cui condividere questi piccoli momenti» Ginny arrossisce violentemente in volto, abbassando la testa per la timidezza.
«Grazie a te, Ginny» Hermione allunga la mano libera verso di lei, alzandole gioconda il viso per rasserenarla «Sei un'ottima amica, seppur un po' pazzerella» ride leggermente per sdrammatizzare, provocando anche nell'amica la risata.
Ginny tiene in mano il suo diario segreto, in cui custodisce pensieri, foto e sogni sin dall'infanzia. Nel frattempo, spensierata, presta ascolto a Hermione, che ha le gambe distese in verticale sul muro e le braccia piegate sotto il capo. Dalle sue labbra esce un filo di voce che s'insinua persino negli angoli più angusti dell'ufficio, come una lieve brezza che s'incunea tra esili fronde. Hermione parla con estrema calma sospirando a momenti tra uno spezzone di pensiero e un altro. Ginny resta adagiata a gambe incrociate sul bordo del letto dell'amica, mentre trascorre un pomeriggio in sua compagnia colmo di sane risate.
«Ti ricordi, Ginny, di quando eravamo ancora agli inizi del nostro percorso di studi a Hogwarts?» Hermione si gira e si mette supina con lo sguardo rivolto verso l'amica, mentre si trastulla con la punta del cuscino.
«Già. Eravamo così piene di oneri e, allo stesso tempo, coinvolte in situazioni misteriose e pericolose» Ginny ride, poi corre verso la sedia lì di fronte e come una porta girevole ruota su se stessa aprendo e stringendo al petto le braccia.
«È anche vero, però, che all'inizio nemmeno ci sopportavamo, insomma, io ero ancora un po' diffidente nell'interagire con altre persone e tu, quando mi vedevi, avevi la faccia dei tempi in cui hai visto Harry a colazione a casa tua» la ragazza, ora fiondatasi con la faccia sul cuscino, mentre piange senza contegno dal ridere.
«Ehi, così non vale però!» la pazzerella dai capelli rossi ferro si avvicina adoperandosi per farle il solletico «Insomma, immaginati nei miei panni, gattina mia. Che reazione avresti avuto nel vedere il più noto ragazzo di tutti i tempi, il cosiddetto Bambino Sopravvissuto, in casa tua?» si ferma, alzando le mani, per poi piantare i palmi sui fianchi aspettando una risposta, intanto che cerca di non scoppiare a ridere di nuovo.
«Di certo non questa!» non riesce a smettere di ridere, mentre tenta di imitare l'espressione di Ginny, stando a quello che molti anni prima quest'ultimo le ha raccontato «Va bene, va bene, scherzo!» ammonita dall'occhiataccia dell'amica, inspira ed espira adagio, dandosi una calmata, poi continua a parlare «Ammetto che sarei quasi certamente annichilita nel vederlo e, poi, me ne sarei corsa in camera a darmi qualche schiaffo, al fine di assicurarmi che non fosse stato un brutto sogno»
«Senti, intelligentona, ti va di andare un po' al cortile della torre dell'orologio? Ho bisogno di cambiare un po' aria e stare sola, in un luogo in cui nessuno ci può disturbare» Ginny sospira e si alza dal letto, confidando in una risposta positiva da parte di Hermione «Allora, che fai? Andiamo?» inizia ad agitarsi e gironzolare da un capo all'altro della stanza, sbuffando per la noia e l'apprensione.
«D'accordo, terremoto! Forza, muovi il sederino e diamo inizio a questa intrigante avventura!» Hermione la prende sottobraccio e la conduce a destinazione con fare divertente, rispecchiandosi a momenti in Peter Pan in compagnia della sua Campanellino.
Di conseguenza, le due amiche si avviano al chiostro ai piedi della Torre dell'Orologio, una delle parti più antiche dell'intera struttura. Costituito da una fontana centrale adornata da quattro aquile e da contigue pareti in rovina, ben presto le maghe giungono lì. Ambedue siedono sul muretto di pietra che circonda la fontana, scambiandosi occhiate silenziose. Hermione e Ginny da tempi remoti sono amiche per la pelle, ma, a volte, la quiete che si crea tra di loro si dimostra essere imbarazzante, se non inopportuna. Forse ciò accade perché si sono a rilento abituate a parlare senza interruzione o forse perché, da docenti, hanno meno tempo da trascorrere insieme. Di contro, anche se può sembrare strano, può darsi che proprio questa frequente distanza sia una delle motivazioni che hanno portato al verificarsi di questi vuoti nelle loro conversazioni. C'è sicuramente tanto da rivelarsi a vicenda, ma ormai entrambe hanno una loro vita distinta e separata per quanto possano essere complementari e inseparabili.
Hermione si avvale della silenziosità per ascoltare i rumori esterni alle quattro mura in cui è solita stare rinchiusa, giacché lavora abbondantemente giorno e notte. Intanto che costei con le punte delle dita sfiora l'acqua della fontana con movimento circolare, Ginny si gira i pollici tenendo la testa bassa. Alla fine, per smorzare la tensione venutasi a creare tra le due e, ora, diventata eccessiva, quest'ultima schiude le labbra e proferisce parola.
«Ehi, Hermione, senti...» esita appena appena nel continuare la frase, in quanto non vuole ridestarla dai suoi attuali pensieri bruscamente.
«Dimmi pure, pazzerella» Hermione, adesso, intreccia le dita delle mani, mentre accavalla le gambe e piega la testa di lato portandosi una ciocca di capelli dietro l'orecchio.
«Mi chiedevo se ti andasse domani sera di venire con me a una festa a Hogsmeade» nel mentre nella testa di Ginny iniziano a frullare varie idee bizzarre, ma degne di una pazzerella come lei.
«Sinceramente, Ginny, vorrei tanto venire e impiegare la serata di domani per stare in tua compagnia, ma non me la sento» sposta lo sguardo verso il basso per pochi istanti, poi si inumidisce le labbra e prova a fornire all'amica una valida spiegazione «Insomma, sono già stata via con Draco troppo spesso e non mi sembra professionale mancare ancora ai miei doveri da docente» scatta in piedi facendo avanti e indietro di fronte all'amica, ora, terribilmente nervosa.
«Non avrei mai pensato di dirlo, ma risulta evidente che trovi tempo soltanto per il tu fidanzato» Ginny, evidentemente contrariata, si drizza e si rivolge a Hermione con parole insolitamente avulse.
«Ehi, non è vero!» l'altra controbatte ferita dalle sue parole, che dal suo punto di vista non corrispondono a verità «Il fatto che io mi prenda qualche pausa dal lavoro con Draco non c'entra un fico secco! Io posso anche venire con te alla festa senza problemi, ma...» si accinge a concludere la frase ribadendo che non se la sente di venire, anche per problemi di salute, ma viene interrotta da Ginny.
«Basta, Hermione, inventare ancora balle, ok? È evidente che non hai voglia di uscire con me» conclude quest'ultima stufa di quella conversazione palesemente fondata su bugie «Troverò qualcun altro con cui andare» fa un sorriso forzato all'amica e gira sui tacchi allontanandosi, quando viene richiamata all'attenzione da Hermione e si ferma.
«E va bene, Ginny» stringe forte i pugni e digrigna leggermente i denti in parte infastidita dalle accuse ricevute, in parte contenta di vederla felice «Verrò a quella festa, ma a patto che staremo sempre assieme, perché queste feste troppo movimentate non mi vanno molto a genio» capitola Hermione al suo ultimo ragionamento.
«Ti va bene alle 21:10 di fronte al Castello Principale?» si volta verso di lei abbozzando un sorriso più veritiero e compiaciuto di prima.
Ricevuta risposta affermativa da Hermione, Ginny corre verso di lei e l'abbraccia, come se un semplice "sì" sia bastato a ridonarle la sua solita ilarità. Di frequente, quest'ultima si dispone ad assumere questa condotta un po' bambinesca per raggiungere i suoi scopi. Ma, a occhi estranei sarebbe sicuramente potuta sembrare seria, fin troppo.
Come se non fosse capitato alcunché fino a pochi minuti prima, la pazzerella e l'intelligentona si prendono a braccetto e vanno a zonzo per i corridoi del castello. Le loro labbra si arcuano in giocondi sorrisi che, spesso, stimolano il riso dei passanti, conquistati dai loro assidui vaniloqui. Durante il breve tragitto le due si svagano nell'inane tentativo di richiamare alla memoria frammenti di vita passata concernenti vecchi amori, emozioni e sogni. In un lasso di tempo, apparentemente dilatato, assieme giungono all'ufficio di Ginny. Quest'ultimo, rispetto a quello di Hermione, si presenta differente. Infatti, le suppellettili sono pitturati con una colorazione simile a quella dei suoi capelli, su cui sono collocati dei peluche di piccole dimensioni. Ancora, al centro della stanza troneggia una scrivania di un robusto legno scuro. Su di essa vi sono appoggiati il libro di Cura delle Creature Magiche, un quaderno aperto e segnato da delicati tratti di mina. Infine, lì si trovano anche due foto che ritraggono Ginny in primo piano e quest'ultima in compagnia di Harry, il suo ragazzo, e un calamaio contenente inchiostro nero. All'altro capo della stanza, invece, vi è un letto singolo, tenuto sempre caldo da una coperta a trama scozzese, un armadio e un comodino.
Troppo stremata dalla giornata, Hermione rimane sulla soglia della porta dell'ufficio di Ginny, denegando l'invito di quest'ultima a farle ancora un po' compagnia. Nella mente della prima serpeggia tra un neurone e un altro un dolore lieve ma fastidioso, che la costringe a portarsi una mano alla fronte.
Dopo aver salutato con un bacio sulla guancia l'amica, la ragazza, inevitabilmente indolenzita, percorre la strada verso la propria postazione di lavoro. Arrivata nel piazzale di fronte a essa, Hermione cerca futilmente di lottare contro quel malessere inaspettato, quando ha un mancamento. Il tempo sembra rallentare, mentre la donna si accinge a cadere supina e, chissà, rompersi qualche costola al momento dell'impatto, ma la situazione viene sventata. Isaac, bizzarramente presente nel posto giusto al momento più adeguato, la scorge in lontananza. Come se d'un tratto abbia messo da parte l'astio verso di lei, le corre incontro in una corsa infinita e giunge appena in tempo. Evitatole fortunatamente una contusione al cervello, la prende in braccio e la conduce nel suo ufficio. Aperta la porta con un po' di forza e qualche spintone, si guarda attorno spaesato e si dirige a passo celere verso il letto. Isaac, visibilmente preoccupato, la adagia sul letto, mentre tenta di comprendere come si stia sentendo. Si avvicina al suo viso, ancora tentato da quelle labbra rosee, ma, in seguito, sposta lo sguardo verso i suoi occhi sfoggiando un piccolo sorriso. Mentre quel flebile raggio di sole investe come un treno in corsa gli occhi di Hermione, quest'ultima prova a mettersi seduta facendo leva con le braccia. Quasi del tutto riuscita nel suo intento, dalla sua gola risale un urlo sordo accompagnato da fulgide lacrime, mentre costei avverte la sua schiena quasi spezzarsi in due. Grazie al suo acuto sviluppato, Isaac sente qualche crack, tanto che la sostiene, aiutandola a stare seduta senza sforzarsi o farsi del male ulteriormente.
Le lancette dell'orologio si muovono velocemente e dopo altri sessanta minuti la situazione si è stabilizzata. Hermione, dopo qualche parola di conforto di Isaac sta distesa sul letto a occhi aperti, mentre giocherella amabilmente con lui nei modi più stravaganti. Isaac, stufo di vederle sempre quel broncio sulle labbra, seppur intervallato da delle risate contenute, la coglie di sorpresa e le fa il solletico. Appoggiato un ginocchio sul materasso, inizia a torturarle con le sue dita la pancia, per poi salire verso le sue braccia e il suo collo. A quel punto, i due sono a pochi centimetri l'uno dall'altra, intanto che si possono avvertire i loro respiri fondersi in uno solo. Hermione attorciglia tra le proprie dita un ricciolo di Isaac, mentre resta ammaliata come la volta precedente dai suoi occhi. Più passano i minuti più le loro labbra sono vicine, quando a interrompere quell'atmosfera interviene la schiena di Hermione. A causa di un impercettibile movimento errato, ha ripreso a dolere brutalmente, così Isaac si rimette composto al suo fianco, mentre si appresta a calmarla. Le accarezza il viso, scostando da esso una ciocca di capelli con ragguardevole dolcezza. A scuoterlo dai suoi dolci pensieri, sono le parole dell'altra che, assonnata ma bisognosa di un favore, si rivolge a lui.
«Isaac, per favore, puoi mandare appena puoi un messaggio a Draco da parte mia dicendogli che mi manca e spiegandogli che non ho trovato tempo in serata di andarlo a trovare per colpa di quel che mi è successo? Ti prego, è importante.» Hermione allunga la mano verso la sua e la stringe molto delicatamente, mentre i suoi occhi riflettono il suo momentaneo stato di debilitazione.
«Certo, Mione. Posso chiamarti così, vero?» le sorride ricambiando la stretta di mano voglioso di poter fare qualcosa per farla stare meglio.
«Sì, certo, Isaac» tiene lo sguardo alto in direzione delle sue orbite sconosciute e inabitate, quando lo nota incupirsi e assumere un'espressione triste «Senti, Isaac, mi sembra giusto chiederti scusa per come ti ho trattato di recente. Non volevo sembrare maleducata o scontrosa nei tuoi confronti, davvero. Quindi, per favore, sorridi per me, dai» sfoggia anche lei un piccolo sorriso per rassicurarlo, quando per due millesimi di secondo chiude le palpebre.
«Va bene, Hermione, ma tu devi riposare» si toglie il giaccone e la copre con la coperta lì presente restando al suo fianco.
«G-Grazie» balbetta un po' assonnata, mentre serra le palpebre e, senza rimorsi, lo invita a stendersi accanto a lei, per non farlo stare seduto tutta la notte sulla sedia.
Compiaciuto della proposta della ragazza, appena lei si addormenta definitivamente, Isaac spegne la lampadina del comodino. Spogliatosi anche della maglietta e delle scarpe, si distende di fianco accanto a Hermione, tenendosi la testa con il palmo della mano. Le scosta i capelli dal collo per osservare bene il suo viso, poi le sfiora dolcemente la pelle del braccio. Arrivata alla mano, gliela stringe di poco più forte di prima. Gli occhi di Isaac si colorano di giallo e sul suo polso appaiono delle vene nere che assorbono parte del dolore di Hermione. Garantitale una notte serena grazie a quella piccola azione, si avvicina ai suoi capelli attratto da quel profumo di miele. Infine, ugualmente chiamato da Nyx e da Hypnos a un sonno temporaneo, affonda la testa nel cuscino, mentre le cinge la vita e si avvicina a lei.
Quel giorno è stato diverso da tutti gli altri, ma sconvolgerà, come in una marasma, la vita di tutti coloro a cui è legata Hermione e di quest'ultima in particolare. Quel giorno il male si è solo acquietato, ma presto il vulcano erutterà e ricoprirà di ira e di cenere i cuori e i pensieri di tutti.
✂------Spazio autrice------✂
Buonasera a tutti, miei cari lettori della Dramione. Oggi vi porto questo nuovo capitolo un po' più lungo del solito, ma, a mio parere, pieno di emozioni e abbastanza movimentato. Qui oggi abbiamo visto due tratti nuovi di due personaggi principali della storia: Ginny e Isaac. Ci siamo scontrati con il lato più sprovveduto, indecifrabile, misterioso ma divertente del carattere della donna e con quello più dolce, spontaneo, controllato dell'uomo. In particolare quest'ultimo ha dimostrato con queste dolci e premurose azioni di essere capace di mettere da parte il rancore e aiutare il prossimo. Certo, voi direte che magari lo ha fatto perché in fondo sarà sempre innamorato di Hermione, e ci può stare. Però, vi assicuro che questo lato del suo carattere esiste, solo che, abituato a essere sempre scartato, non lo fa emergere spesso. Ma pensate che il male che ha operato con il sostegno della notte sia finito? Beh, non è così. Che cosa vi aspettate nel prossimo capitolo di questa storia? E, domanda che mi incuriosisce, che ne pensate di Isaac in quanto licantropo? Ve lo sareste mai immaginati? Infine, ci tengo a ringraziarvi per le 5,56k letture, come faccio di solito. Grazie veramente di cuore. Ci vediamo al prossimo capitolo! Buona serata!
-PowerOff PSY ♥
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