Cap 3 - HOGSMEADE

Dopo le novità sul conto di Draco e il breve ma intenso  momento di intimità tra quest'ultimo e la intelligentissima Hermione, la luna, ugualmente stanca di essere sopraffatta dalle luci della scuola, influisce nel suo tenue splendore sulle menti dei giovani, facendo sì che sprofondino nei loro sogni.

La notte passa in fretta, silenziosamente, come il fuggitivo in una rapina che cerca a tutti i costi di evitare eventuali presenze umane in grado di scoprirlo. E, così, il sole con fare lento e inesorabile spunta dal suo nascondiglio quotidiano, situato dietro le montagne più lontane che riusciamo solo ad immaginare come in una favola. Hogwarts, così come tutte le altre città del mondo, viene invasa dalla luce gialla, tendente all'arancione, al rosso. I raggi solari cercano di penetrare nelle varie camere dell'immensa scuola, implorando, quasi come in una supplica, che le tende si spostino automaticamente. 

Dopo circa mezz'oretta dal sorgere del sole, pian piano Hermione, Draco, e così anche gli altri studenti e docenti della struttura, si iniziano a preparare per il risveglio: gli occhi degli allievi si aprono e il cervello inizia a mandare impulsi alle varie parti del corpo, che cominciano a muoversi, a stirarsi e a percepire l'incombere del giorno. Pian piano Hermione sgrana gli occhi, dopo averli stropicciati con i propri pugni, mentre volge lo sguardo tuttora abbagliato dalla luce solare verso l'amica Ginny, la quale contrariamente dorme ancora come un ghiro. 

In quello stesso momento, Draco, che attualmente condivide la camera con docenti, con cui ancora non si sente pronto a relazionarsi per via del suo carattere personale, si alza nettamente prima di Hermione. Si veste con una camicia e un pantalone e, poi, si dirige all'esterno, per rimanere un po' a contatto con la natura che, forse, lo avrebbe aiutato a schiarirsi un po' le idee.

Hermione si mette dietro le tende, ancora chiuse in rispetto all'amica e appoggia i gomiti sul davanzale della finestra, guardando un po' il bellissimo panorama che si estende davanti ai suoi occhi. Ad un certo punto, però, quando decide di tornare dentro, vede di sfuggita un piccolo omino dai capelli bianchi che, per l'esattezza, sta seduto sul prato con la schiena appoggiata al tronco dell'albero più vicino alla scuola con aria pensante. 

Hermione indecisa se rimane lì a poltrire un altro po' tra i suoi beneamati libri o se andare da Draco e controllare come si sente, cammina davanti la tenda, giocherellando in maniera ansiosa e pensierosa, in attesa di una risposta dal suo cervello. Alla fine, però, di getto sceglie la seconda opzione, anche se ancora il suo cuore e la sua mente non si spiegano il perché di questa decisione. Non è che forse lei prova qualcosa per quel ragazzo che ha odiato per anni e anni prima di riprendere questo nuovo cammino?

Agendo di conseguenza, Hermione va in bagno, si pettina velocemente i capelli, per evitare che alcuni di essi escano in maniera ribelle, come se avesse preso una scossa durante il tragitto. Successivamente indossa una maglietta sul rosso, che infila dentro i pantaloni di jeans, un paio di scarpe normalissime sul bianco e, prima di uscire dalla camera, prende un cardigan nero in caso di improvviso freddo.

Scende le scale con passo sereno e costante sia per evitare di cadere in caso vada più veloce sia per evitare di finire altrove a causa del possibile cambio delle scale. In cinque minuti arriva all'ingresso, scende le scale, tenendosi con la mano al muretto che fa da ringhiera e raggiunge il prima possibile il ragazzo.

"Mattiniero anche tu oggi?" Hermione gli si siede accanto, cercando di fare attenzione a non infastidirlo più di tanto, in quanto sicuramente è ancora scosso dai fatti accaduti solo qualche ora.

"Oh, ciao, non ti avevo vista, Hermione" Draco si gratta la nuca, arrossendo un po' per non averla vista, la guarda negli occhi qualche secondo, ma poi rivolge lo sguardo verso il terreno, riprendendo a strappare piccoli ciuffi di erba.

Hermione lo ferma, altrimenti di questo passo lui avrebbe tosato l'erba a mano ed è sicura che ciò alla McGranitt non sarebbe piaciuto molto. Tiene la mano sul polso di Draco ancora per qualche secondo, mentre i suoi occhi marroni si perdono in quelli grigi di lui. Per qualche secondo tutto ciò che li circonda sembra annullarsi, quasi diventare una sfumatura dei loro pensieri: se la ragazza si avvicinasse anche solo un centimetro di più, forse, riuscirebbe a vedere anche delle piccole nuvolette sfrecciare alla velocità della luce in quegli occhi così pieni di vita, ardore, ma anche di tristezza. 

Dopo qualche secondo i due sorridono ed escono contemporaneamente da quel magnifico stato di trance. Hermione toglie la mano dal polso di Draco, mentre quest'ultimo la ritira. Da quel momento i due si comportano in maniera un po' impacciata.

"Ehm, sei pronto per questa gita scolastica ad Hogsmeade con gli studenti  della scuola?" arrotola con il dito una ciocca di capelli a causa della situazione alquanto strana che si è creata tra i due.

"P-Penso di sì" dice balbettando, per poi sfogare la tensione con un colpo di tosse "E tu?"

"Sì, direi proprio di sì" Hermione guarda in cielo e sospira.

Si alza da terra, strofinando la mano sui vestiti come per ripulirli da eventuali foglie, rametti d'erba o insettini minuscoli che risiedono nel prato.

Si sposta una ciocca di capelli, che a causa del vento le va davanti agli occhi. Tiene con l'altro braccio il cardigan, come un cameriere tiene quella sorta di tovagliolo bianco al braccio come da galateo.

Draco si drizza in piedi subito dopo Hermione, pulendosi allo stesso modo i pantaloni. Poi fissa Hermione con curiosità e agitazione, mentre tiene le mani nelle tasche.

"Beh, penso che dovremmo andare dagli altri docenti, visto che abbiamo la gita scolastica ad Hogsmeade" Hermione sorride, cercando di non dimostrare la sua euforia per la gita.

"Beh, sì, andiamo" conclude Draco, cercando di trattenersi allo stesso modo.

Passo dopo passo, tra uno sguardo fugace e un altro Hermione e Draco arrivano all'ingresso, dove già si trovano radunati il resto del corpo docenti e tutti gli allievi delle varie case.

Ginevra, la collega di Cura delle Creature Magiche, assieme a Ronald, insegnante di Babbanologia dal secondo anno in poi, stanno raccogliendo le varie autorizzazioni degli studenti assieme ad altri docenti.

Ginevra Weasley, nota anche come Ginny, è la migliore amica di sempre di Hermione. È una ragazza dagli occhi castano chiaro, che, se visti da lontano, possono anche sembrare di un verde tendente al marrone, se non proprio azzurro chiaro, quest'ultimo specialmente se di sera. Ha una personalità spiccata, è generosa, altruista, amichevole, ma sa essere anche dura, razionale e, quando si arrabbia, sembra un piccolo diavoletto infuriato.

Invece, chi è per Hermione Ronald, noto più comunemente come Ron, Weasley? Beh, non ci sono parole per descrivere quanto egli sia importante per lei. Sono sempre stati legati da una profonda e salda amicizia, che ha superato momenti tristi, pericolosi, felici, preoccupanti, a volte anche mortali. Però, una cosa c'è sempre stata nell'animo di questi due giovani: l'amore. Un amore come quello loro ha superato svariati tipici di atteggiamenti ed emozioni, ma la verità è che tutto ciò non ha fatto altro che avvicinarli sempre di più, fino a diventare una vera e propria coppia affiatata, dolce e con un fondamento di lealtà l'uno verso l'altra.

Nell'arco di altri dieci minuti già docenti e allievi si sono messi in cammino verso la meta prefissata. Durante il viaggio tutti si guardano attorno, chi in maniera più meravigliata chi un po' meno, come nel caso di Hermione, Ron e Draco.

Hermione cammina al fianco di Ginny, mentre Ron sta con degli insegnanti, un po' più in là. Ad un certo punto Draco sfiora per sbaglio il braccio di Hermione, che di conseguenza si gira verso di lui come per fare una sgridata bella e buona alla persona distratta che l'ha appena toccata. Ma, appena vede che si tratta di Draco, abbassa il dito e chiude la bocca, parlando di getto in maniera leggermente confusa.

"Perdonami, ti prego, veramente, pensavo fosse qualcun'altro. Non avrei mai pensato che fossi tu" gesticola con le mani, cercando di spiegarsi, ma Draco la ferma e sfoggia un sorriso rassicurante.

"Non hai nulla da farti perdonare, veramente" Hermione si lascia riscaldare le mani per quei pochi secondi.

Ron li nota in quell'atto un po' troppo intimo, ma, visto che si fida di Hermione ciecamente, decide di mantenersi sull'attenti. Appena Ron vede che Hermione lascia le mani di Draco sorride e sospira, come se si fosse tolto un peso dal petto.

Hermione e Draco camminano l'uno a fianco all'altro senza toccarsi come due rette parallele. Si guardano attorno, notando che le persone si comportano in maniera piuttosto strana, direi insolita.

"Ma cosa vogliono questi?!" dice Hermione infastidita e seccata da tutte quelle occhiatine, che nascondono un non so che di losco e/o ingiurioso.

"Beh... Magari sono stupiti nel vederci insieme oppure ci guardano, perché pensano che io sia un assassino..." Draco china il capo, dopo questa affermazione.

"Beh può darsi, ma loro non ti conoscono, non ci conoscono e non hanno alcun diritto di screditarci, specialmente se alle nostre spalle!" controbatte Hermione cercando di stare il più lontana possibile da quelle persone.

Nel mentre i docenti fanno una sosta a turno assieme agli studenti, per riposarsi un po'. Così Hermione, Draco e altri del corpo docente entrano per primi ne I Tre Manici Di Scopa, prendono posto in un tavolo alquanto isolato, scelto da Hermione, sedendosi gli uni di fronte all'altro, e si riscaldano con una burrobirra.

Una volta che gli insegnanti finiscono la loro burrobirra, Hermione e Draco rimangono per un po' soli. Si guardano negli occhi a vicenda con intensità, comprendendo che qualcosa non sta andando come dovrebbe.

"Dobbiamo parlare..." dice Hermione diretta, guardandolo negli occhi.

Draco in quel momento pensa a qualsiasi cosa, alquanto sorpreso da quel tono serio e diretto della ragazza: "Mi vorrà parlare di quella notte o di quando l'ho trattata male o forse vuole confessarmi qualcosa di più su di lei?! Cosa vorrà sapere?!" Nella mente del ragazzo le domande si moltiplicano ogni secondo, ma la ragazza lo riporta alla realtà con uno schiocco di dita.

"Hey, Draco, sei sulle nuvole? Torna sul pianeta Terra!" agita la mano davanti ai suoi occhi, per farlo uscire da questo stato di trance.

Ad interrompere la discussione provvede Madama Rosmerta, che viene a prendersi di nuovo i nostri boccali vuoti.

Nel frattempo Draco pensa a qualcosa da dire alla ragazza, per non dirle la verità.

"Che cosa le dico? Forza, un argomento stupido o credibile? Quale posso scegliere?!"

Draco è così agitato che involontariamente parla ad alta voce, senza pensare. Fortunatamente Madama Rosmerta se n'è andata, altrimenti lo avrebbe preso per pazzo.

"Libri!" afferma Draco.

"Libri?!" dice Hermione, cercando di capire il perché della sua esclamazione improvvisa.

"Ehm, sì...ti ho portata qua, perché volevo parlarti di alcuni libri e vorrei che mi consigliassi, sai per...per..."

Hermione alza gli occhi al cielo e si sbatte piano una mano sulla faccia, avendo capito che Draco sta solo cercando di sviare il discorso, per poi riportarla sul bancone.

"Draco, non mentirmi. Dimmi che hai. Insomma, non sono cieca e, dunque, ti vedo che stai palesemente farfugliando cose insensate, solo per evitare l'argomento principale" dice aspettando una risposta pertinente al discorso, che contenga una risposta più che soddisfacente alla sua domanda.

"Io...Io...pensavo che tu..." Draco rimane stupito e sospira "Eh va bene! Ti ho portata ad Hogsmeade, perché ho bisogno del tuo aiuto, per cambiare in meglio" dice sottovoce, senza smettere di osservarla, mentre spera che lei accetti la proposta.

"Ma perché proprio io?" chiede lei, senza aver ancora capito bene il tutto.

"Per le tue qualità da brava ragazza" lui gioca con le proprie dita, mentre l'ansia lo divora.

"In che senso "brava ragazza""? domanda Hermione con aria innocente, in quanto non ha veramente compreso il significato di quella motivazione.

"Oh, andiamo" il ragazzo alza gli occhi al cielo e sospira "È inutile negare che sei una ragazza fantastica, che trova sempre il meglio nelle persone che le stanno accanto" tra una parola e l'altra si morde il labbro inferiore, mentre diventa rosso quasi come un peperone, a furia di dire cose dolci che di solito tiene per sé.

"Ma anche, perché vorrei conoscerti nei limiti del possibile, certamente" afferma Draco un po' imbarazzato.

Hermione arrossisce leggermente e inizia a sentire un po' di caldo per la piccola confessione -se così si può definire- di Draco, mentre lo guarda con uno sguardo di sfida, misto a felicità e gioia.

"Okay, a patto che tu oggi mi faccia ridere, che mi parli di te e che ti diverta ogni secondo" Hermione gli porge la mano "Affare fatto?"

Draco le stringe la mano e accompagna il gesto con un cenno di assenso della testa, come per dire un "Si".

Dopo aver parlato per tutto il tempo, essere morti dalle risate, aver scherzato, essersi divertiti e, ammettiamolo, aver giocato un pochino, come se fossero dei bambini, Hermione e Draco tornano con gli altri docenti e gli allievi a scuola, continuando a ridere e a stare assieme. Essi hanno riso talmente tanto che le rispettive gole sono diventate secche, ma si può dire che ne è valsa la pena.

Arriva il momento di tornare ognuno nei rispettivi dormitori: Draco ed Hermione si mettono l'uno di fronte all'altro e si scambiano qualche altra parola, prima di andare ognuno nelle proprie stanze.

"Grazie, Draco, per questa giornata fantastica" dice Hermione con sguardo basso, le spalle coperte dal cardigan e le braccia incrociate, mentre una ciocca di capelli le va davanti i capelli.

"Grazie a te Hermione, per avermi dato questa possibilità, l'opportunità di mostrarmi per quello che veramente sono" Draco le prende la mano ancora insicuro di quel gesto.

Lei ricambia la presa, sorridendo, e lo guarda negli occhi. Draco la guarda negli occhi e le sposta quella ciocca ribelle dietro l'orecchio, poi Hermione gli sussurra all'orecchio qualcosa che almeno lo avrebbe fatto stare meglio.

"Mi piace questo nuovo Draco" Hermione arrossisce, per aver detto quella frase, e lo saluta con un bacio sulla guancia, senza pensarci due volte. Poi, accortasi di essere un po' andata oltre, pensa a Ron e si allontana, continuando però a sorridere  "Notte Draco"

"Notte Hermione" anche lui, prima di farla allontanare definitivamente, le da un bacio sulla guancia.

E, così, la notte assorbe di nuovo tutte le energie vitali, raccogliendole dentro di sé, per poi donarle al sole in previsione del giorno seguente.

(REVISIONATO - 5/09/2018☑)

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Se vi piace questa storia, continuate a leggerla...rimarrete sicuramente strabiliati!

Grazie a tutti ❤

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