Cap 29 - L'INIZIO DI UN ETERNO CONFLITTO

"The game of life is hard to play
I'm going to lose it anyway..."

Una tempesta infuria tutta la notte, senza sosta. Un vento gelido scuote con veemenza le fronde degli alberi, il terreno viene inzuppato dall'acqua, tuoni e fulmini squarciano l'oscurità. Nel mentre il male progetta minuziosamente la sua prossima mossa.

All'interno del castello i lampadari si muovono scossi dal vento, producendo un caliginoso rumore di cristalli che sbattono, magici refoli di vento serpeggiano tra le fessure delle finestre rinfrescando il dormitorio.

D'altro canto, Draco e Hermione trascorrono indisturbati la notte nella casa di lui, riscaldandosi a vicenda in un dolce abbraccio. All'improvviso, però, le finestre si spalancano facendo entrare freddo, i cardini delle porte cigolano e gli oggetti più leggeri si muovono come se posseduti.

Il ragazzo, mentre stringe al proprio petto la sua amata, apre di poco un occhio e si guarda attorno. Il suo sguardo si posa su delle strane ombre, ma, prendendo ciò alla leggera, giacché è solo un effetto del maltempo esterno, chiude di nuovo gli occhi assonnato. Ella, invece, dorme sonni tranquilli, nonostante a momenti nelle sue orecchie si insinui il fastidioso rumore della pioggia scrosciante.

Ben presto giunge l'alba, unico momento della giornata in cui nel cielo terso si possono distinguere molteplici colori sfumare in uno più chiaro più scuro. Della tempesta notturna è rimasto soltanto il vento, ora più caldo, perché intiepidito dal calore dei raggi solari.

Il primo a svegliarsi è proprio Draco che, abbagliato dalla luce esterna, porta una mano davanti agli occhi per coprirli. Hermione, differentemente dal solito, appena avverte i lenti e lievi movimenti dell'amato, decide di svegliarsi. Inizia a carezzare con la punta dell'indice il petto di Draco, mentre emette un profondo sospiro, simboleggiante il suo progressivo risveglio. Pochi istanti dopo comincia a sbattere le palpebre, per riabituarsi alla luce solare, mentre dalle sue labbra viene fuori una sola parola: Draco. Quest'ultimo gira la testa verso di lei, lisciandole i capelli, mentre un sorriso nuovo illumina il suo volto.

«Buongiorno, amore mio!» con il pollice della mano libera le sfiori gli zigomi e le labbra, tastando così la sua pelle vellutata.

«Buongiorno, amore mio. Da quanto sei sveglio?» domanda lei preoccupata di aver riposato più del dovuto.

«Tranquilla, Mione, sono sveglio da neanche cinque minuti» la rassicura parlando con un tono di voce basso, per non stordire l'amata, destatasi da poco «Che ne pensi se andiamo a fare colazione? Ti ricordo, testolina buffa, che oggi dobbiamo obbligatoriamente tornare al castello, senza rimandare oltre» Draco scatta in piedi, si infila le pantofole e si avvia verso la cucina, aspettando che lei lo raggiunga.

Due mani, a un certo punto, avvolgono in vita Draco, che è in procinto di preparare due cappuccini da sorseggiare assieme a una brioche con il tuppo. Finito ciò, entrambi procedono con la vestizione, chiudendosi poi la porta d'ingresso alle spalle dopo essersi dati a qualche smanceria. Mentre camminano mano nella mano, scambiano amorevolmente qualche parola.

«Draco, secondo il tuo modesto parere, la tempesta di stanotte la dobbiamo considerare come un presagio? Insomma, di questi tempi ogni cosa apparentemente scontata e normale ha avuto delle ripercussioni sulla nostra vita o su quella delle persone a cui teniamo particolarmente» Hermione tiene la testa bassa, facendo attenzione a dove mette i piedi, mentre nella sua mente cominciano a scorrere spaccati di momenti bui vissuti.

«Non lo so, Hermione...» mentre infila le mani nelle tasche dei pantaloni, ruota la testa verso di lei percependo la sua tensione e la sua parziale assenza, nonostante fosse fisicamente presente «Ehi, va tutto bene, Testolina Buffa?» lungo il tragitto si ferma al bar "I tre manici di scopa", lasciando entrare da gentiluomo prima la sua amata.

«Sì, Draco, è solo che non voglio vivere nel costante timore che un giorno o un altro dovrò morire a causa di un cattivi che cospira alle mie spalle» Hermione lo guarda dritto negli occhi m, come se voglia penetrare dentro la sua anima, per poi cambiare repentinamente espressione «Dai, amore, ordiniamo qualcosa da bere!» lei sorride e si colloca accanto a lui, mentre prova a scrollarsi di dosso quei ricordi riprovevoli.

Madama Rosmerta accosta al tavolo dove sono seduti entrambi e annota sul proprio taccuino le loro ordinazioni. Dopo aver sorseggiato un grande boccale di burrobirra per ciascuno, si affrettano a uscire dalla locanda, accelerando il passo verso il castello. Giunti lì, Hermione e Draco, dopo essersi salutati, si separano avviandosi verso i rispettivi dormitori, in realtà installati nei loro uffici.

Draco a passo svelto è già arrivato alla sua postazione di lavoro, mentre Hermione devia dal suo percorso. Bisognosa di bere qualcosa a causa dell'umidità creatasi in seguito alla tempesta, procede spedita verso la cucina. Salutati educatamente gli elfi, si siede al tavolo della propria casata per comodità. Approfittando dell'assenza degli alunni, poggia i gomiti sul tavolo e, chiusi gli occhi, si regge il capo con le mani. Una di quelle creature le serve una tazza fumante e piena quasi all'orlo di cioccolata calda. Quell'allettante odore si insinua nelle sue narici inebriandone, poi, il corpo intero. Ma, non molto tempo dopo, avverte una presenza accanto a sé: un olezzo di colonia maschile viene percepito dal suo olfatto. Schiude a rilento le palpebre, non volendosi agitare più di tanto. Sorseggia la sua bevanda, facendo presa sulla tazza con ambo le mani, poi scruta con distacco il ragazzo al suo fianco.

«Isaac.» dice senza distogliere lo sguardo dal suo viso, al fine di studiarne ogni singolo movimento.

«Hermione.» controbatte lui con lo stesso tono, solo un po' più giocoso e beffardo «Tornata dal tuo viaggetto amoroso con quel drago?» si avvicina a lei mentre picchietta sul tavolo con le unghie della mano.

«La smetti, per favore, sacco, di produrre questo spiacevole rumore con le tue dita?» proferisce lei d'improvviso notevolmente irritata, alzando gli occhi al cielo.

La sua richiesta sembra essere stata esaudita, tanto che inizia a prevalere la quiete in quella stanza, come quando Hermione è arrivata. Quando d'improvviso quel rumore ritorna accompagnato da un ghigno, formatosi sul volto di Isaac.

Scrick. Scrick. Scrick.

Hermione, terribilmente infastidita dal suo comportamento menefreghista e provocatorio, sbatte con vigore la tazza sulla superficie del tavolo e la rompe involontariamente.

«Basta, sono stufa.» annuncia sbuffando, dopo aver riparato la tazza rotta con un incantesimo «Con te non si può parlare. Mai.» afferra la propria borsa e si affretta a varcare la soglia nuovamente, solo per provare il sollievo di stare in silenzio.

Chiusasi alle spalle la porta d'ingresso del suo ufficio, appoggia la borsa ai piedi della scrivania, iniziando a scartabellare faldoni alla ricerca dei compiti in classe dei propri alunni.

«Ma dove saranno mai quei stramaledetti compiti in classe? Dove li avrò messi?» la rabbia, accumulatasi nel suo petto a causa della strafottenza di Isaac, comincia a prendere il sopravvento sull'umore di Hermione.

«Intendi questi per caso?» una voce, la stessa di prima, si diffonde in ogni angolo dell'ufficio di Hermione, alimentando la stizza nei confronti di quel ragazzo, ora diventato insistente e petulante.

Hermione, dopo averlo fulminato con lo sguardo, accosta alla scrivania posandovi le scartoffie, per poi sedersi ad essa sbattendo con forza la seggiola a braccioli sul terreno. Con aria seria la donna apre il faldone e prende in mano in compiti, senza degnare di uno sguardo l'intruso.

«Adesso, sacco Isacco, te ne puoi andare. Subito, grazie.» con indifferenza gli fa segno con la mano di uscire dal suo ufficio, poi apre la penna e si accinge a correggere e valutare quei lavori.

«Giuro, Hermione, che te ne pentirai.» gira sui tacchi ed esce dalla stanza sbattendosi con veemenza la porta alle spalle, mentre si infervora parecchio.

Isaac si dirige nella foresta, stringendo con una tale forza i pugni, che le nocche sbiancano e le vene del suo collo si ingrossano. Il corridoio è fortunatamente sgombro, giacché gli allievi sono tornati ai loro dormitori a poltrire o, nel caso dei nottambuli, a confabulare su vari temi. Isaac, evidentemente adirato, avanza frettolosamente verso il bosco vicino. Si strappa di dosso la maglietta, mentre il suo corpo è illuminato dalla tenue luce lunare e il suo sguardo è permeato d'ira. Le sue orbite scure e captanti iniziano ad assumere un colorito rosso rubino, mentre la sua pelle inizia a scottare. Isaac si accinge a trasformarsi in qualcosa di mostruoso e feroce che non prova pietà per anima viva e uccide chiunque incroci lungo il suo cammino. Il suo volto comincia a ricoprirsi di peli e i suoi lineamenti ad assomigliare più a quelli di un animale che di un umano. 

A sventare ciò provvede una donna, la stessa che non molto tempo fa ha fatto breccia nei sogni di Hermione facendola rinvenire. Quella donna dai capelli morbidi e scuri e dagli occhi di un azzurro intenso e magnetico veste un abito bianco drappeggiato nelle maniche. Costei si presenta alle sue spalle e gli afferra con forza il braccio, sicché lui possa notarla.

«Isaac, fratello mio, non farlo.» lo ammonisce Teresa, senza lasciare la sua mano, mentre lo fissa intensamente negli occhi riuscendo a contrastare il suo lato bestiale.

«Sorella, cosa ci fate qui?» ribatte il ragazzo voltandosi verso di lei confuso.

«È ora che tu ti fermi, Isaac. Se lasci che il tuo lato brutale ti domini, rischi di fare del male e inimicarti le persone che più frequenti»

«Non sarete di certo voi a fermarmi, Teresa. Sparite dalla mia vista, adesso!» prova a intimorirla, mentre prende la maglietta da terra e, tornato alla normalità, se la infila.

«Non ti è dato darmi ordini e sai che, se volessi, potrei riuscire a farti ragionare anche con le cattive» lascia penzolare le braccia accanto ai fianchi, mentre i suoi occhi si illuminano di un bianco lucente, simile al vuoto.

«Vai a farti fottere, Teresa.» cammina di nuovo verso il castello, spintonando di proposito il braccio destro della ragazza con il suo.

Teresa sbuffa per la boria del fratello e si muove in direzione opposta, eclissandosi nell'oscura foresta. Arrivata a una sorta di grotta, nascosta da rami di salice piangente, si fa spazio tra le frasche ed entra al suo interno. Lì l'aria è fresca e gradevole e dalle piccole aperture sparse qua e là per le pareti penetra un venticello vivace. La giovane ventenne cammina lungo un corridoio illuminato, come una star su un red carpet, e giunge a un altarino. Si inginocchia ai suoi piedi e, alzando le braccia verso la parete rocciosa soprastante, rivolge una preghiera alla luna, quel giorno piena.

“Grazie luna, grazie luna, grazie,
grazie, grazie, grazie, grazie, ti
amo, ti amo, grazie, ti amo.”

Simbolo di massima espansione del potere femminino, quest'ultima dona nuovamente forza a Teresa e rimargina le sue ferite, roventi come lo sguardo selvaggio del fratello. Due personalità contrapposte, rispettivamente incarnazione del bene e del male. Da una parte è schierata la salvifica magia bianca e dall'altra un oscuro potere soprannaturale. Quel giorno il bene ha prevalso sul male, ma presto giungerà un momento di imperituro conflitto che vedrà la gloriosa vittoria o l'eterno annientamento di quest'ultimo. La guerra non è finita, anzi è appena iniziata.

✂------Spazio autrice------
Buongiorno a tutti, miei amatissimi lettori. So che è passato tanto tempo dall'ultima volta che ho aggiornato questa storia, ma, come ho annunciato in bacheca, mi devi dedicherò in questo mese assiduamente ad essa, perché ho in mente di completarla, revisionarla tutte le volte necessarie per renderla perfetta e appenderla al chiodo, per poi iniziare un sequel. Questo capitolo rappresenta un po' una novità, perché vi scontrerete con un modo di scrivere differente, rispetto a quello dei primi capitoli (almeno spero che si noti), e anche con delle novità sconvolgenti, ma che spero facciano aumentare in voi l'adrenalina. Che ne pensate di questo capitolo? Vi piace? Vi elettrizza? Vi annoia? Fatemelo sapere nei commenti e, al solito, per qualsiasi tipo di critica sono disponibile. Vi ringrazio, inoltre, per le 5,45k letture che sono un traguardo immenso. Auspico di raggiungere vette più elevate, specialmente quando la storia sarà in perfetto stato. Grazie a tutti coloro che ancora mi sostengono. Un enorme abbraccio e bacio a tutti! Se vi piace il capitolo, vi invito a lasciare una stellina. ♥

-PowerOff PSY ♥


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