XXXXIV. IL VAMPIRO
Il giorno seguente ebbi il mio incontro con la sorellastra di Joseph. Fu lei a cercarmi a casa mia. Era una donna che all'epoca mi sembrò anziana, con profonde rughe vicino agli occhi e capelli tinti di rosso. Oggi, ripensandoci, non doveva poi essere così vecchia, probabilmente il suo viso era consunto per la vita faticosa che conduceva a Londra. Indossava un lungo abito rosso, con la crinolina e molti gioielli.
Raiver mi rivolse un sorriso divertito. –Pania, suppongo- disse.
Annuii, un senso di angoscia che mi stringeva il petto. Cosa voleva da me?
-Mio fratello ti tiene ben nascosta- fece un passo avanti e mi squadrò con attenzione –sei bella, molto bella- mi girò intorno, come uno squalo che voleva lanciarsi sulla preda.
-Grazie... cosa ci fate qua?- domandai, sentendomi piccola e ingenua in confronto a lei.
-Volevo vederti, prima di partire- disse.
-Partite?- domandai, sorpresa.
-Joseph non ti ha detto nulla?- si fermò di fronte a me, inarcando le sopracciglia perfette.
-No, non ne so nulla-
-Joseph non voleva che... - abbassò la voce –ha paura che tu lo abbandoni-
-Cosa? Io non potrei mai!- dichiarai. Ma perché mi diceva quelle cose?
-Sembri proprio innamorata, ma per quanto tempo l'amore resisterà?- chiese, giocherellando con la sua collana.
-Io lo amerò per sempre!- protestai, alzando la voce.
-Certo, certo, così dici ora... ma domani?-
-Per sempre- ripetei, convinta.
-Il per sempre non esiste... soprattutto in amore- poi abbassò la voce -Joseph è... -
-Raiver!-
La donna sobbalzò, il viso contratto in un'espressione sorpresa e spaventata. Quando voltò la testa potei vedere Joseph fermo a qualche metro da noi, lo sguardo furente e l'ampio mantello nero che gli volava intorno alle spalle, come delle ali. Era bellissimo e terribile, quasi un'antica divinità pagana uscita da chissà dove.
-Cosa ci fai qua?- chiese, gelido.
-Nulla- si affrettò a dire lei –volevo solo conoscere la ragazza che ti rapito il cuore-
Joseph procedette rapidamente e si fermò al mio fianco. Il suo sguardo parve volermi controllare, come se temesse che avessi subito dei danni.
-Sto bene- gli sussurrai, per rassicurarlo.
Lui mi passò un braccio intorno alle spalle, quindi si voltò verso Raiver. –Torna a casa, preparati per la partenza-
La donna sembrò sorpresa della cosa.
-Vai- insisté Joseph, con un tono che non gli avevo mai sentito.
Raiver annuì, aprì la bocca, come se volesse dire qualcosa, ma si trattenne e si allontanò. Io restai immobile a guardarla.
-Non mi piace che ti giri intorno- disse Joseph.
Non gli chiesi perché. Non ce n'era realmente bisogno. Immaginavo che si vergognasse di quella consanguinea che a Londra faceva sicuramente la vita...
Fu quello stesso giorno che vidi l'altra sorella di Joseph, Bel, per l'ultima volta. Non mi capitava spesso d'incontrarla. Bel viveva in un totale isolamento. La malattia la divorava sempre di più. Suppongo che chiese di vedermi perché sapeva che ormai era giunta la fine, l'ultimo rintocco della sua vita. Un brivido gelido corre lungo la schiena ogni volta che ci penso.
-Bada a Joseph- mi sussurrò.
E la vidi. La pallida Dama Bianca, colei che ogni tanto appariva nella mia vita. Mi fissava nel suo abito bianco completamente bagnato. Il suo volto stranamente familiare. Sfiorò con tristezza Bel. Un groppo mi strinse la gola. Qualcosa di orribile sarebbe successo, lo sentivo.
Un paio di giorni dopo Joseph mi annunciò, con le lacrime agli occhi, di come Bel fosse morta. Io ricordai la ragazza che tossiva, il fazzoletto premuto contro le labbra che si colorava di rosso. Tutti avevano parlato di consunzione, ma in giro si diffuse la voce che Bel fosse stata morsa da un vampiro. Le convinzioni più assurde sono più sono difficili da estirpare, un po' come l'erbaccia. Fu così che qualche sciocco una notte andò a disseppellire il suo corpo e lo bruciò. La furia di Joseph fu senza paragoni. Percorse tutto il paese, alla ricerca dei colpevoli. Non lo vidi per molti giorni, ma le voci che lo riguardavano giunsero comunque alle mie orecchie. Chris riportava tutte le peggiori, attento a ogni dettaglio. Beth, che continuava a essere in dubbio riguardo a Joseph, mi raccontava tutte le altre.
-Dicono che nessuno lo abbia mai visto così- mi confidò.
Non ne dubitavo. Sapevo l'affetto che l'aveva legato a Bel ed ero consapevole del fatto che mai e poi mai avrebbe accettato che qualcuno le facesse del male, perfino dopo la morte.
-Ha scoperto chi è stato?- chiesi con un filo di voce.
Beth si avvicinò un po' di più a me. Eravamo in giardino, sedute nell'erba, come due bambine piccole. La sua mano si strinse alla mia, come se volesse trasmettermi quel coraggio che non avevo. –Sì... ed è stato orribile- disse piano, in un soffio.
-Quanto orribile?-
Beth evitò il mio sguardo. Era in imbarazzo?
-Quanto orribile?- ripetei.
-Li ha fatti a pezzi- sussurrò mia sorella.
Deglutii. Li aveva fatti a pezzi. Come una belva. –Non è possibile-
-Sì, invece, Joseph non è un santo, questo tu non riesci proprio a capirlo... è maledetto dal mare-
No, non potevo capirlo. Io vedevo un Joseph buono e dolce. Il mio Joseph. Il resto per me era inaccettabile.
NOTE DELL'AUTRICE:
Ciao!
L'aggiunta della Dama Bianca ha un suo scopo. Ho modificato alcuni pezzi precedenti della storia per poterla inserire (purtroppo con un romanzo in corso d'opera è così). La sua identità sarà svelata alla fine della storia.
A presto
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