L. LA FINE

Molto si parlò di ciò che successe una settimana dopo. Non ho mai saputo cosa sia realmente accaduto. Credo che non lo saprò mai. I racconti sono diversi l'uno dall'altro e io stessa sono una testimone poco affidabile. Il dolore ha filtrato l'accaduto, ha modificato ciò che è successo.

Era una mattina ventosa, il cielo aveva assunto una tinta quasi rossastra, come se preannunciasse sventura. Fu uno strano senso d'angoscia a farmi scendere al porto. Gli eventi in quei giorni sembravano aver assunto una strana sfumatura. Li vidi subito. Joseph e mio fratello, lo scoglio, le alte onde del mare. Stavano urlando parole che non capivo. E poi, senza nulla che potesse far presagire l'accaduto, Chris scivolò e finì in mare. L'immagine è impressa nella mia memoria. La bocca spalancata di sorpresa e nera come una voragine, i capelli scuri che gli volavano intorno, le braccia che si muovevano alla ricerca di un invisibile appiglio. Lanciai un grido. Joseph fissava la scena, il viso travolto dallo shock. Giuro che non sfiorò Chris, se lo avesse fatto lo direi. Se avesse spinto mio fratello in mare lo odierei. Joseph non ebbe la prontezza di prenderlo, questa fu la sua unica colpa. Rimasi immobile alcuni secondi, certa che Chris, il migliore nuotatore dell'isola, sarebbe tornato in superficie, furioso. Doveva essere uno scherzo. Purtroppo lui non riemerse. A volte la notte sogno ancora Chris che cade in mare. Lo chiamo, mi sporgo oltre lo scoglio, lo cerco tra le onde. A volte lui ritorna, ma non è più il mio Chris, il mio amato e odiato fratello. No, è una parodia di essere umano gocciolante d'acqua salata, il corpo gonfio, le alghe che lo avvolgono come se fossero vesti. Cerca di toccarmi, di afferrarlo, di trascinarmi in mare con sé.

Quel giorno ormai lontano, incredula corsi fino a raggiungere lo scoglio, l'abito che mi s'impigliava ovunque, che si strappava dandomi quasi un senso di doloroso piacere. –Chris- urlai, folle, lanciandomi verso il mare schiumoso.

Joseph mi afferrò per le spalle, tirandomi indietro e facendomi voltare verso di lui. –Cadrai-

-Non importa- cercai, inutilmente, di divincolarmi dalla sua presa di ferro –dobbiamo tirarlo su, dobbiamo salvarlo-

Joseph mi guardò tristemente. –Le onde sono troppo violente, non puoi lanciarti in mare-

-Non possiamo lasciarlo così-

-Dobbiamo chiedere aiuto- replicò.

Era la cosa più logica. Con dolore mi lasciai condurre via da Joseph. Ero quasi svenuta tra le sue braccia. Non ricordo molto di quello che successe dopo. Il dolore era tale da annebbiarmi la mente. Chris era morto e io non gli avevo detto che gli volevo bene, nonostante tutto. Piansi tutte le mie lacrime.

Il suo corpo non fu mai ritrovato, nonostante le ricerche che iniziarono quasi subito e andarono avanti per giorni. Dicono che le onde lo abbiamo portato via. Io non riesco a crederci. Chris era un bravo nuotatore. Spesso nuotava anche al fiume, dove la corrente era forte, dove rischiava davvero di essere trascinato via. Non credo che sia affogato... eppure non c'è altra spiegazione. Chris non è mai emerso da quelle acque. Forse ha sbattuto la testa ed è svenuto. È l'unica spiegazione che riesco a darmi. Oppure qualcosa si è attorcigliato alla sua gamba. Forse un mostro con orrendi tentacoli, come quelli delle storie. In cuor mio spero che lui tornerà da me. Forse non è morto. Questo potrebbe essere solo uno dei suoi stupidi scherzi.

-Non ti lascerò mai, sorellina- mi diceva quando ero piccola e lui stava per partire con nostro padre.

-E se succedesse qualcosa alla nave?- chiedevo, terrorizzata da questo pensiero.

-Troverò sempre il modo di tornare, dovessi percorrere il mare a nuoto- mi rispondeva, avvolgendomi nel suo forte abbraccio.

Una parte di me lo attende ancora. Lo attenderà per sempre. Guardo ancora il mare alla sua ricerca.

Quella notte stessa Joseph venne a farmi visita. Non so come fece a evitare Kevin che girava furiosamente intorno alla villa, deciso ucciderlo e certo che sarebbe venuto. Joseph era sempre stato capace di fare cose incredibili. Quella notte sgusciò silenziosamente dentro la mia stanza, dalla finestra che avevo lasciata accostata in sua attesa. Vestiva completamente di nero, come se fosse anche lui a lutto.

-Penny- mi chiamò, la voce bassa, rocca. Notai, alla tenue luce delle candele, che aveva gli occhi rossi, tanto che mi chiesi se avesse pianto.

-Oh, amor mio- mi lanciai tra le sue braccia –sono felice che tu sia qua- mi strinsi forte a lui.

-Mi dispiace, Penny- sussurrò Joseph al mio orecchio. Le sue labbra erano stranamente gelide.

-Non è colpa tua- mi strinsi a lui.

-In parte sì- sussurrò.

-Non dirlo neppure- mormorai –non dirlo nemmeno scherzando- le lacrime mi corsero lungo le guance –ti amo- sussurrai.

Joseph voltò la testa verso di me. Le sue iridi azzurre sono brillanti di lacrime. Potei vedere dei piccoli fili blu che mi ricordavano delle onde.

-Joseph- lo chiamai.

Lui mi strinse forte a sé. –Voglio stare con te per sempre- sussurrò piano.

-Anch'io- sorrisi debolmente.

Mi sollevò, tenendomi per la vita e mi portò fino al letto, dove mi lasciò cadere. Io lo presi per le braccia e lo trascinai giù con me. Restammo così, semplicemente abbracciati.

La mattina seguente, quando mi svegliai, Joseph non c'era. Mi misi seduta sul letto, consapevole che se n'era andato prima che qualcuno si accorgesse della sua presenza. Non potevo biasimarlo. Ormai nella mia casa erano tutti suoi nemici. Pensai con un brivido di disperazione che non avrebbero più approvato il mio matrimonio con lui. Aveva ucciso mio fratello, non importava che non l'avesse fatto intenzionalmente, era una colpa troppo grave per poter essere ignorata. Le lacrime cominciarono a corrermi lungo le guance al pensiero che ero sola. Senza Joseph la mia vita non aveva più alcun senso. Era come viaggiare in una notte senza luna. Inspirai a fondo. Il dolore mi pulsava nelle tempie. La mia vita era finita, tanto valeva chiudermi in una stanza come mia zia.

Fu nei giorni seguenti che sorsero in me frammenti di vita che non riuscivo a spiegare. Balli intorno al folò, risate con una ragazza dai capelli neri come la notte, liti con un giovanotto vestito di rosso. Strappi della mia esistenza che non riuscivo a spiegare. Ben presto però avrei compreso.


NOTE DELL'AUTRICE:

Ciao!

La fine si avvicina, ancora due capitoli e l'epilogo.

A presto

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