Dal diario di Beth

La nave attraccò una notte in cui la luna era colorata da una strana luce rossa. Tutti sapevano di chi era quella nave, tutti sapevano cosa significava. Alla fine era venuto a riprendersela. Davy Jones, il mare, Joseph, non ha importanza il suo nome. Un nome non significa nulla. Un nome è solo una sciocca etichetta che non descrive nulla. A ben pensarci sembra la fine di una bella fiaba, di una storia d'amore, non di una tragedia, non di un tornado che ha spazzato via tutto.

Pania è in mare con lui ora. Viaggia in luoghi in cui io non potrò mai andare, percorre l'oceano al fianco dell'unico uomo che ama. Mi ha lasciata qua, sola, con una madre che ancora piange il suo amato primogenito e un padre che ama i viaggi più della sua famiglia. La dolce, affidabile Pania se n'è andata, rivelando uno spirito ribelle. Colei che tutti, di nascosto, chiamavano la sposa del mare e compiangevano, ora è felice. Certamente è più felice di me, costretta a restare su quest'isola bigotta e isolata dal mondo. Da secoli gli abitanti del villaggio si sono tramandati la storia di come lo spirito della prima Sposa entrasse sempre in una donna della nostra famiglia e di come lui, il Re degli Abissi, nascesse nel corpo di qualcuno dell'isola. Entrambi cambiavano corpo, immemori dell'amore  che li univa da secoli, e gli altri dovevano assistere alla continua pantomima. Fanciulle sono state sacrificate perché il mare si calmasse in attesa che tutto si risolvesse. Alla fine la Sposa non sceglieva mai il Re, nonostante in fondo al cuore lo amasse. La Sposa, Pania, finalmente ci è riuscita. Ha messo da parte l'orgoglio e ha scelto il Re, nonostante le mille prove a cui abbiamo sottoposto entrambi. Queste però forse sono solo leggende.

Dopo aver trovato questo suo resoconto avrei potuto far finta di nulla. Dopo averlo letto ho pensato di distruggerlo. Non so perché Pania lo abbia lasciato. È una storia che sembra scritta da una folle. Io stessa non credo a gran parte di ciò che ha scritto. Pania è sempre stata la sognatrice di famiglia. Ha preso da nostro padre. Lui solcava i mari, lei solcava la fantasia. Io non sono così, non riesco a vedere oltre la realtà. Non credo che Chris fosse un assassino. Non penso neppure che Joseph fosse quel santo che lei descrive. Ci ho riflettuto comunque parecchio e ho deciso che questa storia meritasse un epilogo. Non mi sorprende che mia sorella, sempre così distratta, non abbia voluto o ricordato, di scrivere il lieto fine. Per questo esistono le persone come me, forse. Per mettere la parola fine a una storia che altrimenti non l'avrebbe mai. Affido queste parole a una bottiglia. La lancerò in mare, saranno le onde a decidere a chi verrà consegnata. Forse lo percorrerà per secoli, in attesa di uno spirito affine, che le possa capire. Ricordate una cosa, voi che leggete, se mai vedrete una nave dalle vele nere, con delle candele che brillano sopra il ponte, guardatela con attenzione. Se sarete fortunati potrete vedere una ragazza dai capelli scuri che bacia un pirata dagli occhi azzurri come il mare. Se vi dovesse capitare di parlare con loro salutatemeli. Dite alla mia cara Pania, che sua sorella la pensa sempre e sempre la penserà. Ditele che la stirpe delle spose del mare continua ancora. Il loro sangue scorre nelle vene di mia figlia e scorrerà poi in quelle della sua e via così fino alla fine dei tempi. Ditele che non ho mai smesso di attenderla, perfino ora che i miei capelli stanno diventando bianchi. Ditele infine che in giro c'è chi dice di aver visto Chris. Nostro fratello l'ha perdonata, finalmente è felice, tra le onde del mare insieme alla sua Susy.  Addio, caro lettore, ricorda quello che ho scritto, ricorda di cercare la nave dalle vele nere.

NOTE DELL'AUTRICE:

Qui termina la storia. Spero che vi sia piaciuta. Grazie a tutti i lettori e a chi lascerà qua sotto un suo pensiero.

Prossimamente (non appena termino l'altra storia che sto pubblicando in questi giorni) inizierò a pubblicare il seguito de La principessa e la cocotte.

A presto