XVIII
Il vecchio Alvise attende una risposta, ma finora nessuno fra me, Edgar e Nina ha saputo fornirgliene una.
- Cos'è accaduto durante la notte? - ripete più forte l'anziano, lasciando che la sua voce riecheggi per tutta la sala centrale del Consiglio.
Edgar mi sta ancora fissando. In realtà, credo che il suo sguardo sia perso nel vuoto e si sia soltanto poggiato sulla mia figura. Mi volto nella direzione opposta alla sua e osservo Nina, i cui occhi incandescenti annientano l'ombra che li avvolge. La stanza è ben illuminata nella zona centrale, ma in quella più esterna, nella quale risiedono Guardiani e Custodi, c'è una penombra che non permette di distinguere alcunché. Questo è dovuto alle finestre troppo alte e alla nube carica di pioggia che avvolge il Palazzo.
Intuita la mia inquietudine, Edgar abbandona il suo posto per raggiungermi, si pone al mio fianco e porta una mano sul petto. Nina, con passo deciso, fa lo stesso e insieme al Comandante della prima armata di Draconem si rivolge ad Alvise. I due Guardiani raccontano l'intero accaduto: un manipolo di basilischi capitanati da cinque arpie ha invaso il castello della Terra, Edgar è rimasto ferito e la Guardiana del Fuoco ha provveduto a curarlo, mentre la Promessa è salva.
Il vecchio dalla barba lunga muove piccoli e lenti passi nella nostra direzione; l'espressione è severa, gli angoli della bocca si abbassano, gli occhi, lievemente coperti dalle folte sopracciglia, sono impregnati di rabbia. Con un gesto di stizza, agita il suo bastone e chiede:
- Comandante Edgar, Guardiano della Terra, difensore di Draconem, non era forse protetto il vostro castello? Come ha potuto il nemico eludere il Sigillo della Viverna Prasio ed invadere la vostra dimora? Come sono riusciti i Nequam ed i loro infimi servitori ad infliggervi ferite così gravi? Com'è stato possibile che la Promessa si trovasse in pericolo? Rispondete.
A queste parole il mio protettore non fornisce alcuna spiegazione, ha lo sguardo rivolto al freddo pavimento di marmo, perso, distante dal luogo in cui si trova adesso. All'improvviso i suoi occhi si posano su di me, su Nina ed infine sul volto del vecchio Custode delle Arti. Sfodera la spada, la impugna saldamente e s'inginocchia poggiandone la punta al suolo.
- Perdonatemi, Alvise; non riesco a trovare una motivazione per quanto successo. La mia permanenza sulla Terra è stata deleteria per il conteggio dei giorni rimanenti alla scadenza del Sigillo, così non l'ho rimarcato, tuttavia non ho idea del perché io sia stato ferito dal nemico. Sono stato un inetto la scorsa notte, ma vi prego, perdonatemi. Scoprirò il motivo della mia improvvisa debolezza e non vi deluderò più.
Edgar è ancora in ginocchio, Nina lo sta fissando con gli occhi sgranati ed io osservo la scena cercando di non far rumore nemmeno con il mio respiro, quando Alvise si pronuncia:
- Comandante, alzatevi. Ricordate il vostro ruolo, non dimenticate chi siete. Non deve essere questo vecchio a perdonarvi, so già che non avete scordato l'importanza del vostro compito e quanto sia indispensabile che la Promessa aiuti Draconem.
L'anziano sospira scacciando l'ira che aveva annebbiato la sua vista, poggia una mano sulla spalla di Edgar e invitandolo ad alzarsi decreta:
- Comandante Edgar Wahren, finché il vostro castello non sarà nuovamente sicuro e il Sigillo della Viverna Prasio non sarà ripristinato, vi sollevo dal compito di proteggere la Promessa, Hope Leone, la quale sarà custodita momentaneamente nel castello dei Mari e protetta dal giovane Adrian. Questa è la mia decisione e quella di noi Custodi.
In questo momento il mio cuore è diventato freddo, pesante, un blocco di ghiaccio che si frantuma in mille pezzi al solo pensiero di allontanarmi da Edgar, l'unico volto amico in questo posto sperduto. Quando sto per esprimere il mio dissenso, una voce femminile giunge alle nostre orecchie dalla penombra che circonda la sala, impedendomi di replicare.
- Custode Alvise, il comandante Wahren è un nostro superiore e anche se più giovane di noi si è prostrato ai piedi di un Custode. Sa che ciò che è accaduto è pericoloso ed errato, ma ha chiesto perdono. Confido in lui e in tutti i Guardiani, i quali hanno la responsabilità di governare la natura di Draconem, tuttavia mi trovo costretta ad appoggiare la scelta di sollevarlo dall'incarico. Oltretutto, mi sento di aggiungere qualche dettaglio sul da farsi. La Promessa, Hope Leone, si recherà qui tutti i giorni, alla Grande Biblioteca Centrale, per conoscere a fondo i principi di Draconem e per informarsi riguardo alla profezia che la coinvolge. Il comandante Wahren sarà congedato da tutti i suoi incarichi al fine di riposare e riprendere il controllo del suo castello. Non potrà avere contatti con la Promessa, così da permetterle di concentrarsi nello studio e di sopravvivere anche da sola nel nostro mondo. Questo provvedimento sarà temporaneo e durerà un'intera settimana a partire da questa sera, quando la giovane verrà accompagnata al castello dei Mari. Ora andate e siate cauti: le forze del male si stanno risvegliando ed i Nequam iniziano a percepire la presenza di Hope nel nostro mondo.
Incredula, mi volto verso Edgar. L'uomo mi appare sfocato, come se fosse rinchiuso in una bolla d'acqua, ma in realtà sono i miei occhi troppo bagnati affinché io lo veda nitidamente. Sto piangendo senza far rumore e senza consapevolezza. Il mio è un pianto sommesso, si tratta di lacrime insicure e silenziose che sgorgano dal mio cuore straziato.
Il giovane mi regala la sua attenzione, anche lui è triste al pensiero di lasciarmi in mani altrui, ciò nonostante cerca di rincuorarmi con un sorriso a metà, forzato, che interessa soltanto le sue labbra e non i suoi occhi, non il suo cuore, non la sua anima.
- Non temete, signorina Hope, fino a questa sera sarò ancora io a prendermi cura di voi.
Il Guardiano della Terra sta cercando in tutti i modi di farmi sentire al sicuro, di abituarmi all'idea della sua lontananza, ma non riesco a pensare di trascorrere un'intera settimana senza vederlo, senza parlargli. Edgar è stato l'unico che mi ha conosciuta nel mio mondo, che abbia imparato anche se poco le mie abitudini, che sa quanto sia stato faticoso per me credergli quando mi ha spiegato il suo ruolo e la sua provenienza.
Potrò fidarmi così tanto di qualcun altro in questo luogo così lontano da tutto ciò che conosco? Potrò mai sentirmi al sicuro lontana dai miei affetti nonostante la sua mancanza?
Vedendo che non riesco a proferire parola, il Comandante interrompe i miei pensieri con una domanda:
- Signorina Hope, vi andrebbe di passare il resto della giornata al mio fianco? Vorrei portarvi in un luogo in cui potrete abbandonare la tristezza che vi affligge.
Stupita e felice della sua richiesta, accetto.
- Certo, Edgar, mi farebbe molto piacere seguirti - dico e asciugandomi gli occhi lascio spazio ad un quasi impercettibile sorriso.
Ci congediamo dai Custodi con un lieve inchino per poi dirigerci all'esterno del Palazzo del Consiglio, ma una volta vicini a Forestis, Nina ci corre incontro urlando:
- Aspettate, aspettate!
La giovane si ferma con le mani sulle ginocchia a riprendere fiato, dopodiché si rivolge all'uomo:
- Alvise e Draconia vogliono che Hope incominci subito l'addestramento nella Biblioteca Centrale. Ho riferito loro che sarò io a seguirla nel suo percorso e che inizieremo questo pomeriggio. Non ho potuto darvi più tempo di così, Edgar, quindi dovrete essere di ritorno appena sarà sorto il secondo sole.
- Grazie, Nina. Non preoccuparti, avrò il tempo necessario per mostrare alla signorina Hope qualcosa che la tirerà su di morale - risponde il Guardiano, sorridendo alla sua compagna di battaglie e accarezzandole una spalla.
La ragazza afferrandomi una mano mi rassicura entusiasta:
- Non temere, Hope, mi prenderò io cura di te e diventeremo ottime amiche!
Le sorrido e annuisco per ringraziarla, prima che si diriga verso il suo drago e voli via.
Edgar mi invita a montare sulla dragonessa della Terra ed insieme spicchiamo il volo.
Ammiro ancora il cielo che ci circonda, ogni isola che sorvoliamo ed inizio a notare che le nuvole cariche di pioggia che inglobavano il Palazzo del Consiglio sono ormai lontane. Il primo sole è luminoso in cielo e irradia la rigogliosità di un ambiente così speciale e incredibile come quello di Draconem.
Adesso mi sento più sicura, sono felice di aver lasciato quel luogo pieno di divieti e cattive notizie, anche se so che dovrò tornarci presto, perché fino ad allora potrò passare ancora del tempo con Edgar e godermi l'ultima sorpresa che ha in serbo per me.
- Dove stiamo andando?
- Vedrete, signorina, non siate impaziente. Piuttosto, avete intuito chi ha deciso la nostra lontananza?
- Certo, Alvise - rispondo sicura di me.
- No, signorina Hope. La persona che ha parlato per ultima è stata Draconia, una giovane donna sui trent'anni. Potremmo dire che è lei la prima Custode di Draconem, la più anziana, nonostante sembri la più giovane; non è mai cambiata nell'aspetto da quando la conosco.
- Perciò anche lei come te non invecchia?
- Questo non so dirvelo, signorina. Per i Custodi non esiste una regola, Alvise incanutisce e anche Ares diventa sempre più uomo andando avanti con gli anni. Quello di Draconia è un mistero, ma lei non sembra preoccuparsene - spiega assorto nei suoi pensieri come se stesse cercando una verità a lui nascosta.
- Chi è Ares?
- Ares è uno dei tre Custodi delle Arti. Ora non c'è tempo per istruirvi, signorina Hope, se ne occuperà Nina. Siamo Arrivati a destinazione - afferma e inizia a perdere quota per atterrare.
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