XI
Immersa a osservare ogni dettaglio dell'ambiente in cui mi trovo, sento gli occhi di Edgar puntati su di me; ciò non mi distrae dal catturare ogni piccola sfaccettatura del rigoglioso paesaggio, celata finora dalle ombre notturne di Draconem.
La terra, dapprima scura e arida, appare adesso ricca di lussureggianti prati erbosi e di germogli pronti a ravvivare ogni cosa; gli alberi, in principio spogli e accartocciati, ora si mostrano fieri e adornati da giovani foglie floride. La vegetazione esuberante è caratterizzata da petali colorati che, dipinti con pennellate sapienti, definiscono sublime l'opera davanti ai miei occhi. Della notte passata non resta che un lontano ricordo.
- Edgar, perché adesso è tutto così pieno di vita e invece la scorsa notte era tutto praticamente morto? - domando curiosa e visibilmente meravigliata.
- Signorina Hope, quello che avete visto ieri notte è l'effetto di Morsus: l'alleanza fra Nequam e Nigradraco. Il potere malefico sprigionato dalle azioni di questa terribile unione si ripercuote sulla natura di Draconem; Morsus agisce di notte infestando l'aria, imputridendo l'acqua, intossicando il fuoco e sopprimendo la terra. La devastazione è l'unica cosa che regna durante le ore notturne, ma al sorgere del primo sole i draghi protettori dell'Equilibrio ristabiliscono l'ordine naturale delle cose e tutto torna come è sempre stato: prospero e fiorente - mi spiega.
- Che tristezza, dev'essere disarmante assistere a un tale scempio ogni notte – dico, pensando a quanto mi abbia destabilizzato l'essere catapultata in un luogo freddo e angusto di notte, che in realtà è tutto l'opposto durante il giorno. Posso solo immaginare il terrore e la rabbia che provano gli abitanti di Draconem al calare del sole, sapendo che ogni notte rischiano di essere predati dall'alleanza malvagia di Morsus.
- Lo è, signorina Hope, lo è davvero – sospira – adesso però dobbiamo andare – conclude, per poi fischiare come l'ultima volta, guardando davanti a sé Forestis che arriva velocissima tagliando l'aria, dopo aver effettuato una ricognizione veloce.
Il comandante, dopo avermi issato, monta in groppa alla sua fedele compagna dalle scaglie splendenti, la quale si alza in volo con invidiabile eleganza. Mentre il vento gli scompiglia i capelli, Edgar mi informa che siamo diretti al Consiglio a guardia di Draconem, così, mentre Forestis fluttua leggera a una ventina di metri da terra, ne approfitto per ammirare ancora un po' il luogo meraviglioso in cui mi trovo. Il suolo è ricco di vegetazione e di vita; rigogliosi corsi d'acqua colorano i prati incontaminati e concedono ristoro a moltissimi animali che non ho mai visto. Alcuni di essi hanno una morfologia simile a specie che si trovano sulla Terra, ma differiscono nella colorazione del manto e nella grandezza: uno, per esempio, è imponente come un elefante, ma non gli somiglia affatto, ciò che lo caratterizza sono grosse fauci fameliche, zampe graffianti ed enormi vibrisse; come se si trattasse di una tigre mastodontica.
Il cielo invece è sgombro, limpido e con un sole immenso che illumina tutto il panorama.
- Mi avevi detto che a Draconem i soli sono tre. Dove sono finiti gli altri due? - domando, continuando a scrutare il cielo alla ricerca delle stelle mancanti.
- Non sbagliate, signorina Hope, i soli sono tre, ma sorgono uno dopo l'altro: il primo affiora all'alba sostituendo le due lune, a mezzogiorno sorge il secondo e alle sei un altro ancora, l'ultimo. Ovviamente con il calare della sera lasciano tutti e tre il posto alle due lune: quindi il nostro cielo non è mai sgombro. Non possediamo piccole stelle a illuminare la notte, ma soli e lune sono sempre presenti.
Edgar spiega la geografia astronomica di Draconem con molto trasporto, sembra piacergli la mia curiosità fino al punto da lasciar intravedere una linea sottile di soddisfazione dipinta sul suo volto: ama parlare del suo mondo e questo va a mio favore.
- Spiegami meglio, qui a Draconem i soli sono stelle e le lune sono satelliti proprio come il Sole e la Luna della Terra?
- No, signorina Hope, mi spiace deludervi, ma si tratta di cinque stelle; non c'è alcun satellite. L'astronomia nel nostro mondo è poco chiara al momento, anche perché fino a qualche anno fa i soli erano quattro e c'era una sola luna. Ancora non riusciamo a comprendere questi cambiamenti; è tutto un po' confuso, ma ho la sensazione che non debba passare ancora molto tempo prima che i saggi riescano a scoprire come stiano realmente i fatti.
Edgar è un uomo gentile e vorrei chiedergli ancora miliardi di cose, ma sono interrotta da una visione sublime: centinaia di draghi volteggiano nel cielo sereno davanti a noi, dando origine a un turbinio d'ali che avvolge un enorme edificio sospeso, proprio come fanno le api quando danzano nei pressi dell'alveare. La porzione di terreno che galleggia a decine di metri da terra, quasi fosse un'isola fluttuante, è davvero mastodontica e al suo centro risiede un magnifico castello.
Man mano che ci avviciniamo, si vedono distintamente le vetrate luminose e colorate che caratterizzano le torri minori della fortezza, tra le quali troneggia possente il mastio: la torre centrale più grossa, abbellita da vetrate importanti e maggiormente lavorate, infine sormontata da una meravigliosa merlatura guelfa.
- Siamo quasi arrivati, vero? Quello dev'essere il posto in cui risiede il consiglio – ipotizzo e indico la costruzione che si fa sempre più imponente.
- Siete in errore, signorina Hope, quello che state osservando non è altro che il mio castello - risponde serio.
Rimango momentaneamente ammutolita ed esterrefatta, tanto che solo dopo alcuni secondi riesco a rompere il silenzio.
- È incredibile che tu viva in un castello, è davvero molto bello – sentenzio - ed è grande quasi quanto il mio appartamento – finisco sarcasticamente, ma Edgar mi guarda pensoso sospettando che sia sincera.
Sorride.
- Magari fosse più modesto, mi piacerebbe avere una dimora dalle dimensioni simili a quelle della vostra; non so che cosa farmene di un castello vuoto e freddo solo per me – dice, mentre le sue labbra tornano serrate e i suoi occhi si incupiscono. È triste.
- Non credevo vivessi da solo. Non hai una famiglia, una moglie o dei figli? - domando scavando inconsciamente nella vita privata del Comandante seduto davanti a me. Edgar è un uomo affascinante e gentile nonostante la sua costante serietà, ma credo che in questo mondo siano un po' tutti come lui, vista la situazione in cui si trova Draconem: non c'è tempo per il divertimento e i sorrisi in un posto così.
L'uomo dalle spalle larghe non risponde, così capisco di essere stata troppo invadente ad aver fatto certe domande. Affranta, appoggio tristemente la guancia sulla sua schiena morbida e torno a stringergli la vita per reggermi meglio.
Di fianco a noi lancio un ultimo sguardo all'isola di Edgar, prima che Forestis la superi, immaginando come potrebbe essere vivere in un castello così imponente da soli.
- No, signorina Hope, non vivo da solo in quel castello – dice guardando dritto davanti a sé, rispondendo alla mia domanda lasciata in sospeso.
- Non ho né moglie né figli, Forestis è l'unica che mi è vicina da sempre e che abbia mai avuto accesso alla mia dimora, almeno fino a questo momento – conclude, voltandosi a guardarmi.
Mentre Edgar volge la sua attenzione nuovamente davanti a sé, decido di lasciar perdere la sua vita privata, ma approfitto per indagare su Draconem. Il primo quesito che mi viene in mente riguarda l'aspetto dei draghi: infatti, ho notato che tutti quelli incontrati finora sono totalmente diversi da Forestis. Le dimensioni di questi draghi quadrupedi sono molto più piccole rispetto a quelle di Forestis e sono caratterizzati da un massiccio paio d'ali. Sono esseri assolutamente imponenti e strabilianti, ma il drago del mio protettore è sicuramente diverso.
- Quelli che ci circondano adesso sono draghi di primo grado, signorina Hope. Questo vuol dire che sono sottoposti ai draghi come Forestis: uno dei tre draghi degli elementi ora presenti su Draconem - mi spiega il Comandante.
- Edgar, gli elementi sono quattro se ti riferisci ad acqua, aria, fuoco e terra. Qui a Draconem sono tre?
- No, signorina Hope, anche qui gli elementi sono quattro, ma ci sono soltanto tre draghi e tre Comandanti Elementali ed è proprio per questo motivo che il nostro mondo sta subendo tutto questo scompiglio. Se trovassimo il quarto comandante e il suo drago, Morsus sarebbe sgominata e potremmo osare di più: sfidare il Nigradraco. Vi spiegherò tutto più tardi, adesso siamo arrivati - dice e ordina a Forestis di atterrare.
Approdiamo su un'isola fluttuante più piccola rispetto a quella di Edgar, ma l'edificio che si staglia davanti a noi è comunque maestoso, così smontiamo da Forestis e nel frattempo giunge una guardia che si inginocchia davanti a noi; con estremo rispetto dichiara:
- Comandante Edgar Wahren, vi stavamo aspettando con ansia. Siamo lieti che siate tornato.
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