V

Il tempo che mi separa dall'ingresso nella nuova casa è quasi trascorso del tutto. È venerdì sera, ho cenato e sto chiudendo gli ultimi quattro scatoloni che mi restano.

Melissa è stata gentile più del solito e ha chiesto a Gabriele di aiutarmi con il trasloco di domani. Non ho molte cose da spostare, però anche se poche sono ingombranti, come ad esempio il bellissimo specchio che ho in camera; c'è anche la gabbietta di Happy, che è lunga quasi un metro e larga mezzo.

I giorni sono passati in fretta e devo dire che sono stata anche fortunata che non mi siano capitate ulteriori disgrazie. Lascerò tutto in ordine e l'unica faccenda rimasta in sospeso è quella del portone. Infatti, ho deciso di non smacchiarlo finché non me ne sarò andata, questo perché credo di aver capito che me lo sporchi qualcuno di proposito; pertanto, è inutile pulirlo prima che me ne vada.

Ho finito di organizzare tutte le mie cose, le ho accatastate in un angolo vicino alla porta principale e adesso posso andare a dormire.


Sono le sette di mattina e mi sono alzata in perfetto orario. A essere sincera, non ho dormito granché, mi sono girata spesso nel letto, ma almeno adesso sono in piedi. Sono emozionata per questo inizio. Gabriele sarà qui per le otto e mi aiuterà a caricare gli scatoloni nella sua macchina, nel frattempo posso uscire a pulire il portone in modo definitivo, sperando che non debba farlo mai più. Come la scorsa volta, prendo un panno umido, scendo le scale e strofino energicamente la macchia. In questo caso però, cerco di far andare via proprio tutto, alone residuo compreso.

Decido di portare con me anche qualche ciliegia come souvenir e come ricordo temporaneo della permanenza in questa casa.

All'arrivo di Gabriele lo saluto e cominciamo subito a caricare l'auto. Il fidanzato di Melissa ha gli occhi molto chiari, infatti sembrano fatti di ghiaccio, mentre i suoi capelli sono castani. A differenza della mia amica, il ragazzo non ha un fisico molto asciutto pur essendo alto, ma è invece piuttosto robusto e muscoloso in modo proporzionato.

Un viaggio solo non basterà, ma cerchiamo di gonfiare la sua Golf al massimo, così da andare in giro il meno possibile. Il sabato non è un gran giorno per fare traslochi, perché le strade di Ancona sono molto trafficate dalle automobili, che in mezzo alla settimana girano un po' meno. Purtroppo, però, soltanto oggi siamo liberi entrambi.

Lasciamo gli scatoloni nel mio nuovo appartamento, chiudo la porta e ci sediamo di nuovo in macchina. Torniamo nella vecchia casa, prendiamo ciò che è rimasto da spostare e lo carichiamo nella Golf. Credo che ci siamo: abbiamo preso tutto e Happy è nel suo trasportino sulle mie ginocchia. Saluto la padrona di casa, la quale è venuta a controllare che fosse tutto in ordine e, con mio grande stupore, non si è accorta minimamente di quel piccolo residuo che c'è sul portone.

Ho provato a strofinare ma è rimasto lì un cerchietto blu quasi invisibile. Ci salutiamo come due grandi amiche, anche se in realtà l'ho vista solo quando c'era da ritirare l'affitto. Mi augura buona fortuna e io faccio lo stesso con lei: spero che trovi dei nuovi inquilini per la casa.

Rivolgo un ultimo sguardo all'edificio che mi ha protetta in questi tre anni e provo un po' di tristezza mista a nostalgia. Mi siedo in macchina e Gabriele accende il motore, esce dal parcheggio e mi accompagna verso la nostra nuova casa, la mia e di Happy.

Il ragazzo di Melissa è così gentile da scaricare tutti gli imballi rimanenti mentre io inizio a sistemare le cose in casa. Mario, il proprietario, mi ha lasciato le chiavi ed è dovuto andare via. L'appartamento è molto pulito, quindi non avrò bisogno di dargli una ripassata prima di sistemare le mie cianfrusaglie.

Chiedo a Gabriele di rimanere a pranzo giacché passerà anche Melissa e lui accetta con molto entusiasmo. Si offre di collaudare i fornelli, poiché è il cuoco di un pub, così ne approfitto per disfare una valigia e sistemare i miei vestiti nell'armadio. Sono fortunata a non avere molte cose, almeno ho già finito di riempire la casa. Sono riuscita a collocare tutto al proprio posto, persino lo specchio grande in camera. L'unico cui mi resta da pensare è Happy.

L'appartamento è composto da una camera con il letto matrimoniale e un bagno al piano superiore, che in realtà è una specie di soppalco, mentre al piano inferiore ci sono una grande cucina abitabile e un altro piccolo bagno. Mario ha comprato un grande divano e di fronte c'è una nicchia nel muro con un televisore. Questa è una grande comodità perché sotto la tv c'è lo spazio perfetto per la gabbia di Happy.

Suona il citofono ed è Melissa: le apro subito la porta di casa.

- Mhmm che profumo, che cosa stai cucinando? - domanda la mia amica.

- Io niente, ma il tuo fidanzatino sta preparando qualcosa di buono – le rispondo ridendo.

- Oh! Ciao amore, che cucini di buono? - chiede Melissa a Gabriele, con l'acquolina in bocca.

- Il tuo piatto preferito: tortellini panna e prosciutto.

Melissa stampa un grande bacio sulle labbra di Gabriele, ma non so se sia dato per affetto o per la storia dei tortellini.

Il pranzo è andato molto bene: Gabriele ha cucinato, Melissa ha lavato i piatti, e io ho finito di mettere a posto le ultime cose. Adesso non ho più nulla da fare, solo prepararmi per questa sera. I due innamorati decidono di fare una passeggiata e mi invitano a cenare fuori con loro, prima di andare al locale. Sono davvero due amici gentili e preziosi. Accetto.

Mentre sono occupati a fare i piccioncini per le vie di Ancona, ne approfitto per fare la spesa, perché tutto quello che possedevo nella vecchia casa l'ho finito.

Prendo l'autobus e arrivo al supermercato, che adesso si trova più distante rispetto a dove vivevo prima. Riempio avidamente il carrello e questo mi permetterà di non vedere il negozio per almeno due settimane. Tornata a casa rifornisco tutti gli armadietti della dispensa e il frigo con ciò che ho appena acquistato.

Oggi devo consegnare il lavoro che ho cominciato la settimana scorsa, poiché in questi giorni non ho avuto tempo di farlo, dati i preparativi del trasloco.

Esco nuovamente di casa e vado all'impresa di pompe funebri, ma quando arrivo, ironia della sorte, sono chiusi per lutto. Ricordo, infatti, che il proprietario era preoccupato per la salute di suo padre; quindi, credo che quest'ultimo sia passato a miglior vita.

Torno a casa amareggiata, mi preparo per la cena e quindi per la festa, e non appena Melissa e Gabriele suonano il citofono li raggiungo.

Mangiamo in un pub, i ristoranti non piacciono molto né a noi né alle nostre tasche, e passiamo un'ottima serata alla festa che finisce alle cinque di mattina.

I miei amici mi accompagnano a casa e mi salutano frettolosamente: sono le sei e credo abbiano più sonno di me.

Apro il cancello e percorro la passerella tra i fili d'erba che mi conduce alla porta di casa.

È tutto bellissimo: il giardino è spazioso, impreziosito da così tanti fiori e alberi da frutto che sembra di essere in quello dell'Eden.

In realtà mi trovo all'Inferno, ma me ne accorgo solo nel momento in cui raggiungo la porta di casa.

Anche qui c'è quella macchia, quel marchio.

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