Addio

Un ricordo dello Sveglio, due mesi prima

Lo Sveglio: Ho bisogno di parlarti (si appoggia al muro saturo di diti medi disegnati in rosso, respirando a pieni polmoni l’aria della monotonia)

La Sognatrice: (sorride malinconicamente, infilando una mano nella tasca dei jeans) Sono qui, a tua disposizione.

Lo Sveglio: (inghiotte più aria che può, annegando nelle pupille dell’amica, forse amata, assetati del reale. Ha paura di mentirle, come la maggior parte degli altri ha fatto, con le frasi fatte o i gesti stupidi) Vedi... quest’estate farò l’esame di maturità, poi deciderò in quale università andare e che cosa voglio fare di questa vita. La differenza di età che ci separa, come vedi, è troppa. Dovrò lasciarti, purtroppo. È stato bello sognare insieme a te. Ho amato le tue sale da ballo, gli specchi dei corridoi del tuo palazzo, gli abiti che indossavi, le tue poesie, i fiori, i profumi…adesso non posso più farlo, sto diventando un vero adulto.

La Sognatrice: (una lacrima traccia un sottile filo sul volto, abbassa il capo e si stacca dalla parete. Pensieri di dolore le schiacciano il cervello, riducendolo a una poltiglia da buttare. Senza amore non vive, non sogna) E così mi abbandoni? Ma siamo amanti, non può finire così.

Lo Sveglio: (la abbraccia) Lo so, ma voglio costruire la seconda fase del mio esistere. Non devo marcire tra i sogni. Se non li abbandoni, non aprirai più gli occhi. Lo dovresti sapere.

La Sognatrice: sono parole di tuo padre. Perché non hai frasi tue, pensieri tuoi? Sei piatto, a volte. Cerca di staccarti da paparino (la bocca si schiude in un sorrisetto perfido). Fortuna che i miei sono sempre via, che si sono persi nei sogni di lavoro e denaro, almeno ho diritto a esprimermi, visto che non ci sono.

Lo Sveglio: Questa volta è un mio pensiero. Papà non c’entra. Desidero trovare il lato reale della società, e abbandonare i sogni una volta per tutte. Sono solo brandelli di un ultimo anno da adolescente, tesoro. Sono inutili. Sono grande (sa di mentire, eppure dissimula la consapevolezza con la viscida sicurezza da adulto. Che squallore, squallore totale, pensa. Non voglio andare all’università, voglio amare e sognare fino a quando non sarò capace di farlo. Non devo lasciare sola la mia amata. Solo io riesco a capirla)

La Sognatrice: non prendermi per il culo. So perfettamente che tuo padre ti ha costretto a suon di umiliazioni. Per lui sono disgustosa, sono pazza. Sono pazza, vero?

(Lo sveglio non sa che dire.)

La Sognatrice: sono pazza, e io ne vado fiera. La follia mi aiuta a vedere la magia, e il mistero di tutto. Glielo vorrei dire, a tuo padre. Comunque, se devi proprio andare, vengo con te. Non ti darò fastidio. Farò la prostituta di notte, per vivere. E di giorno, scriverò i racconti sui sogni come lavoro. Ci guadagnerò, e anche le altre persone. Così impareranno a immaginare. Ovviamente non dirò che uso le pillole per sognare, sennò mi mandano a calci in un centro per drogati. Io non ci voglio stare. Mamma nel passato ci andò, e lì erano tutti molto cattivi. Davvero, non ti sarò d’intralcio.

Lo Sveglio: ma che diranno i tuoi? Pensa, mi accuseranno di averti rapita.

La Sognatrice: (ride amaramente. La melodia rabbiosa del riso si propaga nel vento) A loro, non gliene frega un cazzo. I soldi rendono cieche le persone. Loro starebbero a Shangai per tutta la vita, per i soldi. Potrebbero anche lavorare il giorno del mio funerale, del giorno del mio sogno privo di limiti. Devo venire con te, non rifiutare (lo prende, serrandogli il polso.).

Lo Sveglio: No! Io, non posso. Non voglio

La Sognatrice: Verrò con te. Non si discute (stringe, stringe fino a tagliare la carne dell’amato con le unghie a mandorla). Dobbiamo sognare insieme.

Lo Sveglio: (si libera) Non devi venire con me, scordatelo. Non andrò in prigione per colpa di una drogata che passa il tempo a delirare e a fare la zoccola.

La Sognatrice: ho detto che vengo. (si avvicina a lui)

Lo Sveglio: (non se ne rende conto, ma un suo ceffone marchia la rossa, che si rifiuta di piangere.) Basta, cazzo! Basta, fa come ti dico io. Resta a casa.

La Sognatrice: bene. (Ridacchia con crudeltà sensuale). Allora addio, stronzo. (cammina lentamente, scomparendo nella nebbia nel frattempo creatasi) Non cercarmi più quando morirò. Non ti voglio al mio funerale.

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