Capitolo 1
Emma si trovava in una stanza dai colori spenti e ricolma di tristezza, a differenza della sua camera, che invece era piena di vita e colori. L'unica cosa che ravvivava il tutto era la bellissima chioma dorata della bimba, che scrutava le ombre con i suoi occhi celesti. Emma era molto confusa e non capiva bene cosa stesse succedendo. All'improvviso sussultò, accorgendosi di essere completamente nuda; notò con leggero terrore di essere piena di lividi e piccoli tagli, ma non sapeva come se li fosse procurati. Ispezionò un po' la stanza, trovò una specie di mantello stracciato e all'apparenza molto vecchio e lo usò per coprire il suo esile corpo. Davanti a lei comparve nel buio una porta dall'aspetto tetro e minaccioso. Non prometteva nulla di buono, ma Emma la aprì comunque; si ritrovò in una sorta di sala da pranzo. Prima che potesse fare un passo, i morsi della fame cominciarono a farsi sentire, poiché la poverina non mangiava da un paio di giorni. Si avvicinò a una sedia, ci salì sopra e cercò sul tavolo qualcosa da mettere sotto i denti. Rimase inorridita e spaventata dinanzi a ciò che vide su alcuni piatti, cioè alcune teste mozzate con le vene che fuoriuscivano dal loro collo. Emma gridò impaurita, ma fu anche qualcos'altro a terrorizzarla: il fatto che il sangue di quei crani le stesse sgorgando addosso. La bambina scese velocemente dalla sedia e fuggì via dalla stanza. Aprì un'altra porta e davanti a lei si stagliò un corridoio oscuro che sembrava non avere una fine; di colpo la luce di una lampadina si accese, illuminando parzialmente il posto. Emma continuò a camminare molto lentamente, per paura di imbattersi in qualcosa di orribile. Il pavimento sotto di lei emetteva rumori sinistri ogni volta che lei faceva un passo con i suoi piedi scalzi. Nel leggero buio la piccola scorse quella che sembrava una sua coetanea, vestita di stracci e con gli arti imbrattati di sporcizia. Emma avanzò tremando, con l'ansia che pian piano la divorava dall'interno. A un tratto la luce si spense e la bambina sobbalzò; era talmente spaventata che riusciva a percepire chiaramente il sangue gelarsi nelle sue vene. La lampadina si riaccese nuovamente e stavolta la bimba che aveva di fronte era voltata verso di lei e guardava a terra.
Emma: Chi... Chi sei?
La strana bimba non rispose e in quel corridoio calò un silenzio da far accapponare la pelle. Emma non si mosse, pietrificata dalla sua stessa paura, mentre la bambina fece un passo in avanti, cominciando a sorridere. Il suo corpo iniziò a scricchiolare in modo inquietante. Dalle sue costole uscirono delle braccia con delle mani vecchie e rugose, con unghie più affilate di un rasoio. Sulla fronte della bimba spuntò un occhio totalmente bianco, mentre gli altri due che aveva si sciolsero. Il suo naso diventò appuntito, la sua lingua biforcuta e l'ombelico del suo ventre divenne il muso di una bestia con le fauci spalancate. L'orrenda creatura si avvicinò a Emma con fare minaccioso.
Mostro: Il tuo sangue deve avere un buon sapore. Posso assaggiarlo?
Emma urlò e scappò via. Non desiderava altro che riuscire a sfuggire a quel mostro che la stava inseguendo come un incubo dal quale non ci si riesce a svegliare. La creatura si faceva sempre più vicina e i suoi passi pesanti echeggiarono in tutto il corridoio. Era seccata del fatto che Emma stesse riuscendo a scappare, così sputò una ragnatela, ma la bambina si salvò, cadendo in una botola. Il mostro corse verso il buco e ne osservò l'interno, sibilando come una serpe.
Mostro: Ti prenderò prima o poi, succulenta bambina.
Emma era sempre più impaurita. La botola l'aveva condotta in un'altra stanza, stavolta completamente illuminata, ma la luce non è sempre un buon segno, in quanto a causa di essa la poverina vide il cadavere di un bambino, scuoiato e immerso in una pozza di sangue. La bimba corse in un angolo della stanza e scoppiò in lacrime, sempre più convinta che tutto quello che le stava succedendo fosse solo un brutto sogno, e che presto o tardi sarebbe riuscita a svegliarsi nel suo grazioso lettino. Purtroppo, però, la realtà è diversa dalla finzione e lei, malgrado avesse tentato, non si ritrovò sotto le coperte nella sua stanza, ma ancora in quell'angolino, l'unico posto che in quel momento le dava sicurezza. Si raggomitolò sempre di più, stringendosi le gambe al petto quasi a simboleggiare uno scudo, sperando che l'avrebbe protetta dagli orrori del luogo in cui era finita. Così tante erano le lacrime che pianse che quasi poté nuotarvici.
Emma: Voglio andarmene... Mammina... Dove sei?
La povera Emma rabbrividì e sbarrò gli occhi quando sentì in lontananza dei passi provenienti dall'unico anfratto buio della stanza. Un'ombra imponente e minacciosa si parò davanti a lei, osservandola con sguardo intimidatorio. Sembrava un uomo, ma la bambina in cuor suo sapeva che non poteva essere un umano. E infatti il suo presentimento si rivelò presto fondato: quella persona divenne lentamente magra al punto da apparire così delicata da poterla rompere con un tocco. La sua lingua si allungò a dismisura e afferrò il collo della povera Emma. Stava soffocando, ma riuscì ad afferrare una specie di bastoncino affilato, con cui tagliò la lingua di quella creatura, per poi fuggire e nascondersi in un piccolo pertugio, sperando con tutte le sue forze che il mostro non l'avrebbe catturata. Uscì senza fare il minimo rumore e riprese a camminare, con le lacrime agli occhi e il terrore annidato nel suo piccolo cuore. Decise di tenere con sé il bastoncino, così da potersi difendere se fosse stata attaccata di nuovo da altri esseri aberranti. Con la sua arma, la dolce Emma camminò senza sosta in quel terribile luogo che nascondeva un'altrettanto terribile storia.
ED ECCOMI QUI CON UNA STORIA "FRESCA FRESCA DI SCRITTURA". QUESTA VOLTA HO DECISO DI CIMENTARMI NEL GENERE HORROR. HO CANCELLATO WONDER WOMAN PERCHÉ, IN TUTTA FRANCHEZZA, NON MI SODDISFACEVA MOLTO. COMUNQUE, PER CHI VOLESSE SAPERLO, PER SCRIVERE QUESTA STORIA MI SONO ISPIRATO AL VIDEOGIOCO "LITTLE NIGHTMARES", USCITO PROPRIO QUEST'ANNO. VI CONSIGLIO DI PROVARLO SE IL GENERE HORROR VI PIACE. CI VEDIAMO AI PROSSIMI CAPITOLI, CIAO! ❤️❤️❤️❤️❤️❤️❤️❤️❤️❤️❤️❤️❤️❤️❤️❤️❤️❤️❤️❤️❤️❤️❤️❤️❤️
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