44. Danzami, o Musa
"Un giorno dovrai dirlo a tutti."
"Lo so, Scarlett. Ma non penso che quel giorno arriverà così tanto presto. Il campo è tranquillo da anni."
"E se scoppiasse una guerra?"
"Allora potrei anche pensarci. Salvare i ragazzi sarebbe l'unico motivo per cui mi sentire di farlo."
Nonostante non fosse una delle situazioni più tranquille e serene della sua seconda vita, Scarlett trovò che sarebbe stato un vero peccato sprecare quell'occasione d'oro per divertirsi un po'. Sarebbero partiti, no? Questo era ormai palese, quantomeno se volevano riprendersi Nigel, e lei voleva farlo. Quindi sarebbero partiti e quel momento avrebbe potuto essere l'ultimo felice prima di una grande guerra.
Scarlett non sapeva granché di Troia, in realtà. La sua corsa perpetua sulla terra si era conclusa abbastanza velocemente negli anni in cui Alcmena, futura madre di Eracle, era ancora vergine. Sarebbero trascorse due generazioni prima del rapimento di Elena, ma ormai trasformata in una costellazione aveva perso interesse per quello che accadeva. Troppa energia spesa a brillare e a lamentarsi tra sé e sé delle zampe anchilosate e della sua bellissima coda scomparsa in un nugolo di corpi celesti e nell'immaginazione degli uomini. Aveva appreso degli eroi più famosi dell'Iliade quando il Padrone aveva deciso che era giunto il tempo per la sua prima creatura di tornare alla vita. Sue, che abitava lì da più di tre anni, era rimasta orripilata dalla sua ignoranza mitologica - in ogni senso possibile - e le aveva rifilato una serie di libri illustrati per giovani semidei pieni di avventure, epicità e dramma.
Nello stesso periodo Sue le aveva rivelato il più importante segreto del Campo Mezzosangue. E ora, a distanza di anni, quello stesso segreto stava per essere svelato.
La tranquillità al Campo non era durata poi così tanto, non per i tempi a cui erano abituate sia Scarlett che Sue. Anni. Meno di dieci anni. Un secondo.
Dai loro posti tutti i capicabina guardarono verso il punto da dove era arrivata quella voce sconosciuta che però, con loro grande sorpresa, era uscita proprio dalla bocca di quella che loro avevano sempre conosciuto come Sue Peak, ma che ora parlava ed emanava un'energia completamente diversa.
Jasper spalancò gli occhi scuri alla vista delle scintille azzurre che sprizzavano agitate dalle mani della donna, dai suoi occhi e dai suoi ricci. Si era chiesto parecchie volte cosa o chi fosse: una semidea o una figlia di semidei? Aveva addirittura paventato nella sua mente la possibilità che fosse una creatura come Scarlett. Aveva proposto tutte queste sue teorie al suo compagno nella delinquenza, Brice, ma tutto ciò che aveva ricevuto in risposta era stata una semplice considerazione di ignoranza da parte sua. E se nemmeno Fabrice, il re del pettegolezzo, non ne era a conoscenza...
Per quanto ne sapevano tutti Sue Peak era un'umana. Tuttavia, nel fondo dei loro cuori metà divini, tutti avevano sempre saputo che non lo era affatto: mancava loro solo la categoria nella quale inserirla. Per questo la sorpresa fu per molti più una rivelazione che un evento inaspettato. Non fu tanto l'aspetto a cambiare quanto l'immagine che di lei avevano tutti. A guardarla attentamente sembrava sprigionare energia pura, voglia di muoversi, quasi... di ballare. Lo sguardo, già deciso prima, ora era pura determinazione, fuori dal comune.
Improvvisamente Jasper si sentì piccolo. Tutti si sentirono piccoli. Eppure Miss Peak non era cresciuta di statura. Tutti sapevano cosa significasse, anche Jasper e Gabriel, che non erano mai stati al cospetto di una divinità. La sensazione di impotenza e irrilevanza che deriva dall'essere al cospetto di un essere divino sembrava essere iscritta nel loro DNA.
"Una... musa." esalò Jasper. Avevano parlato di loro in una delle lezioni a cui aveva assistito ma Scarlett, che ogni tanto teneva lezioni su creature mitologiche e divinità minori, non si era dilungata molto sull'argomento, temendo forse che qualcuno tra i più svegli dei suoi ragazzi potesse mangiare la foglia.
"Esatto, Jasper." rispose la Musa, voltandosi a guardarlo. La voce non era niente per niente simile a quella che Sue Peak aveva scelto per la se stessa umana: così dolce e melodica da suonare assolutamente non circoscrivibile alla capacità delle corde vocali di una donna mortale. "Una Musa."
Tutti i ragazzi si avvicinarono di qualche passo a quella figura improvvisamente estranea. Tutti erano agitati, non riuscivano a tenere fermi i piedi. Anche Miss Cadmy aveva iniziato a ballonzolare ad un ritmo inesistente sulle sue lunghe gambe, più divertita - e infastidita - che sorpresa. Il figlio di Ade non era mai stato assolutamente un fan della danza o della musica ballabile in generale, ma in quel momento si trovò a non riuscire a fermare un inizio di tip tap. Più irrefrenabile si faceva la voglia di ballare, più la figura della Musa si faceva luminosa e divina. Nel momento in cui si concluse la sua lenta metamorfosi inversa da umana a divinità c'erano addirittura delle coppie che avevano improvvisato dei passi a due mentre Winton si era lanciato in una battaglia di Hip hop con sua sorella. Nessuno voleva ballare ma tutti lo stavano facendo. Chi un liscio, chi un'ottima imitazione delle coreografie di Michael Jackson. Addirittura Robert stava ballando.
Finalmente la Musa alzò con autorità una mano e in quell'istante tutti poterono fermarsi.
"Perdonatemi. Era da tempo che non assumevo questa forma. – disse lei – mi dispiace anche di avervi nascosto la mia vera natura per così tanto tempo."
Jas, finalmente fermo, si sentì lievemente spintonare. Accanto a lui era comparsa Shoshanah. Gli occhio violetti increduli erano lucidi. Se c'era qualcuno che doveva essere scioccato da ciò che era successo quella persona era Sho. E Jasper capì subito che nemmeno lei ne era a conoscenza.
"Sho..." provò a chiamarla Jasper, ma lei era già partita verso Sue.
"Sue... - chiamò con voce stonata, muovendosi piuttosto velocemente - cosa... perché?"
Nella voce di Sho non si avvertivano mai delle grandi emozioni. Ma vi ricordate la storia del tranquillo braccio di mare? Ebbene: quando l'ultima sillaba si incrinò improvvisamente a causa della delusione, nel porticciolo mentale di Sho doveva aver iniziato a tirare un pericoloso vento di burrasca.
"Shoshi! Mi dispiace, davvero tantissimo."
"Mi hai mentito?"
"No... non pensate che io vi abbia mentito! - Sue si rivolse a tutti i presenti, improvvisamente preoccupata che la delusione della figlia di Dioniso potesse dilagare negli altri - Il fatto che io sia una Musa non pregiudica nulla di ciò che vi ho sempre detto. Sono ancora la signorina Peak. Solo meno mortale di quanto vi aspettavate."
"Sue...Terpsychórē, non è vero?" insinuò Iris troncando sul nascere, forse per il bene di tutti, quella che aveva tutto l'aspetto di una tragedia.
"Non mi sarei aspettata nulla di meno da te, Iris. Sì, sono Tersicore."
La figlia di Atena sorrise. Tersicore non era la più famosa delle muse, anzi. La maggior parte delle persone conosceva solamente le sue tre sorelle più famose. "Non hai la faccia da Calliope."
"E non sai quanto ringrazio di non avere i suoi occhi da pesce lesso."
Qualche risata timida ruppe il pesante silenzio alleggerendo l'aria grave di tensione.
"Non mi sarei mai immaginata una Musa Cheerleader." osò avanzare Robert, stranamente non monotono. I suoi compagni di casa risero.
"La danza è una disciplina dura e la sua miglior rappresentazione moderna è il cheerleading. Corpi forti di individui forti." Sue parlò con cipiglio fiero, voltandosi a guardare i suoi ragazzi. La massa di ricci scuri infiniti seguì danzando il movimento della sua testa.
"Sapete tutti qual è il compito delle muse nelle imprese eroiche: ricordare. Testimoniare! Raccontare ai posteri la vostra storia perchè possano prendere esempio da quello che farete. Sono fiera di voi, nel profondo. Sono assolutamente certa che qualsiasi cosa succederà in questa guerra, non potrei essere più orgogliosa di ricordare voi tra tutti gli eroi che mi sono capitati davanti. Siate certi che il mondo saprà la vostra storia, la saprà! Non è il mio compito comporre poesie o drammi e nemmeno iscrivere la vostra storia nelle stelle. Io danzerò per voi e per la storia. La vostra Storia."
Il silenzio greve non tardò a essere spezzato.
"Danzaci, Sue! Danzaci, o Musa!"
Si alzò una prima voce, quella di Winton, seguita poi gradualmente da quella di tutti gli altri.
"Danzaci, o Musa! Danzaci, o Musa!"
Era uno spettacolo fantastico. Jasper si trovò ad urlare con loro. Danzaci, o Musa! Il grido non disperato ma speranzoso di tanti giovani eroi ed eroine. Non perfetti, non esperti ma certi di non essere soli. L'ululato di Scarlett si aggiunse alle loro voci.
"Se il destino ci vuole in ballo, allora balleremo."
Con uno schiocco Iris chiuse la sua copia dell'Iliade.
"Abbiamo una guerra da preparare."
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