16. Nerd is the new sexy
Jasper era quietamente contento del suo mazzo. Certo, non aveva molte carte speciali e possedeva un gran numero di carte base, non aveva completato nemmeno la collezione degli Olimpi - gli mancavano Estia e Dioniso - però aveva Nico di Angelo di bronzo con attacco +4000, carta non di poco conto che era stata dono di Jazlynn. Jasper a questo punto della settimana era quietamente soddisfatto anche delle persone con cui aveva stretto amicizia, in effetti. Okay, erano tutti della casa di Ares - non sapeva bene se poteva considerare la strana Shoshanah come sua amica - però erano davvero tutti personcine a modo. Soprattutto Jazlynn. La cara, buona Jazlynn.
"Ricordati di scegliere con cura il tuo grimorio prima di iniziare." gli stava dicendo proprio in quel momento, mentre la aiutava a sistemare l'ultimo tavolo sotto il portico della Casa Grande "E di non mettere più di quattro carte uguali a meno che non sia scritto sulla stessa carta."
"Non ti preoccupare, non ho così tanti doppioni." scherzò Jasper "E so già che mi faranno tutti le scarpe oggi."
Appoggiato il tavolo, Jazlynn andò a recuperare le sedie di plastica. Portandone due commentò: "Dipende. Hai ben più di una possibilità di vittoria se capiti contro Jack, ad esempio. Ha una splendida collezione di Clarisse, ma per questo non ha una grande variabilità di attacchi. Tutte le sue carte si basano su attacchi di tipo fisico e vengono potenziate solo se c'è un Ares d'oro sulla plancia. Gli Ares base non possono attivare le sue carte speciali. Annie ti ha regalato un Diomede, puoi usarlo per dimezzare la sua forza sul campo con l'attacco 'Perdita di icore' attivandolo tramite una delle carte di Atena."
Jasper cercò di memorizzare il consiglio, ma fece comunque una smorfia. "Giochi davvero da molto tempo, vero?"
"Anni." confermò la ragazza, sorridendo.
"Quindi sei una campionessa?"
"Oh, no. C'è gente molto più brava di me."
Jasper era stato testimone di un paio di partite a Mythomagic durante quella settimana e nutriva molti dubbi sul fatto che esistesse gente più stratega di Jazlynn.
Finito di sistemare le sedie, si sedette su una di esse all'ombra e osservò l'amica mettere dei segnaposto di legno con il numero delle partite che di sarebbero tenute.
"Chi è il campione indiscusso al momento?"
"Non so se già lo conosci, è arrivato l'altro giorno. È uno dei figli di Atena. Si chiama Fabrice. Ha il più bel mazzo di carte che io abbia mai visto. Non ho ancora capito come se lo sia procurato, ma ha un Percy iridescente. È tipo la carta più rara che ci sia assieme a quella di Annabeth. Solo una carta di Annabeth iridescente può mandarla al cimitero, ma unicamente in unione con l'incantesimo Difetto fatale."
Jazlynn si accorse che Jasper la stava fissando con gli occhi sgranati. Sorrise e poi rise alla sua espressione.
"Cos'è quella faccia?"
"Sono finito se combatto contro di lui."
"Non ti preoccupare, Fabrice non usa quasi mai la sua carta speciale. Non è un codardo."
"Lo spero per me."
La ragazza finì di sistemare e si sedette accanto a Jasper con un sospiro. "Sai già chi schierare?"
"Pensavo a... Nico. Di tenerla in mano, intendo."
"Non male. Ma se è la tua carta più forte e non conosci il mazzo del tuo avversario, non la schierare subito. Rischi di bruciartela."
Jasper annuì e pensò tristemente al fatto che si sarebbe preso un batosta con fiocchi e controfiocchi.
"Il tipo rosso della casa Nove gioca?"
"Rob? No, non gli piace molto."
"Shoshanah?"
Jazlynn sorrise per qualcosa che le era sicuramente venuto in mente riguardo quella strana ragazzina.
"Ogni tanto. Ha il mazzo più assurdo che abbia visto."
"Cioè?"
"Regalo di suo padre per i suoi undici anni. È un'edizione deluxe della collezione dedicata a Dioniso. Tutte le carte sono plastificate, viola metallizzato, ma... non sembrano fatte per giocare con altri mazzi. Hanno attacchi strani e difese ancora più strane. A Dioniso non piace molto il mazzo tradizionale."
"La versione tarocca di Mythomagic, dunque." commentò Jasper. Jazlynn e lui si fissarono e poi scoppiarono a ridere.
"Diciamo così! Dioniso è un personaggio singolare. È il creatore di Scarlett, lo sapevi?"
"No. Ma ora si spiegano molte cose."
"La passione per il viola e il leopardato di Sho derivano da lui."
"Non che avessi dubbi."
Furono interrotti da qualcuno che chiamava Jazlynn. Jasper si voltò e notò un tipo piuttosto bizzarro venire loro incontro. Era bassino, magrissimo e la maglietta arancione del Campo faceva a pugni con il colore rosso fragola dei capelli. Jasper pensò di aver visto male, ma quando il ragazzo fu abbastanza vicino, si rese conto che i capelli erano davvero rosso-violacei e in mezzo c'erano incastrati un paio di occhiali da vista. Jazlynn agitò una mano e salutò: "Ciao, Brice!"
Jasper guardò sconvolto quello che la sua amica gli aveva presentato come il campione di Mythomagic. Quando gli aveva parlato di uno dei figli di Atena non si era aspettato quello spaventapasseri con i capelli tinti. Eppure i suoi occhi non mentivano: erano grigi come quelli di tutti gli abitanti della casa Sei. Fabrice gli sorrise e con un accento francofono chiese: "Il famoso Jasper?"
"In carne e ossa." rispose Jas, pensando che avrebbe dovuto dire: "In ossa e basta", autoironizzando. Fabrice gli strinse la mano e continuò a sorridere quando Jazlynn domandò: "Primo torneo di Mythomagic. Non vedi com'è spaventato?"
"Lo vedo eccome. Ma non ti preoccupare, contro Jack vincono tutti."
"Ahn... grazie."
Jasper non riusciva a capire su cosa concentrarsi: guardava ora i suoi capelli assurdi, ora il taschino che si era cucito sulla maglietta a cui era appesa una penna, ora le sue braccia a grissino. Era confuso.
"Sono interessante, vero? Scommetto che non hai mai visto uno come me." Fabrice sorrise con troppi denti, all'improvviso. Jasper divenne grigio: il suo nuovo modo di arrossire. Brice però si mise a ridere a singhiozzi e disse: "Tranquillo! Ci passano tutti!"
"Perché non gli fai vedere come si svolge un torneo, Brice? Tanto per rompere il ghiaccio." propose Jazlynn. Jasper avrebbe voluto rivolgerle un'occhiata che esprimesse tutto il suo sentirsi tradito nel momento del bisogno, tuttavia non poté dal momento che il ragazzo con i capelli porpora se ne uscì con un "Subito!"
Con le gambe a stecchino che si ritrovava saltellò fino al tavolo più vicino per sedersi e giungere le mani con fare saputo.
"Gioco solo da pochi giorni." Disse subito Jasper per mettere le mani avanti "Gioco solo da pochi giorni."
"Oh, non importa. Si diventa furbi con il tempo, ma se sei portato si vede subito."
Fabrice tirò fuori da chissà dove un sottile mazzo di carte che sembravano nuove di zecca. Doveva trattarle davvero bene.
"Dov'è il tuo mazzo? Hai già scelto cosa schierare? No, non voglio saperlo! Ti darò giusto qualche dritta su come fare."
In realtà Jasper si accorse quasi subito che qualche dritta voleva dire corso accelerato di Mythomagic per principianti, perché il ragazzino troppo magro iniziò a parlare a ruota e ad un certo punto gli consigliò di prendere addirittura appunti.
"Tieni." gli disse, tendendogli la penna del suo taschino e un foglietto ripiegato.
Jasper guardò incredulo il pezzetto di carta come se non ne avesse mai visto uno in vita sua, prendendo la penna e poi fissando Fabrice, per accertarsi che non fosse uno scherzo.
"Sono... tante cose." Troppe cose... ma questo evitò di dirlo ad alta voce.
"Vero." concordò Fabrice "Ma queste sono le basi per andare bene in un torneo. Quindi ascoltami bene."
Fu una lunga mattina per Jasper, mentre Jazlynn prendeva il sole a poca distanza da loro, ma fu soprattutto una mattina istruttiva. Quasi due ore dopo si sentì pronto a qualsiasi sfida.
Quello che Jasper non aveva calcolato era il numero di persone che avrebbe partecipato al torneo. Il campo contava ormai una sessantina di ospiti e a quanto pare la percentuale di nerd presenti era ben al di sopra delle aspettative.
"Quanti... sono?" domandò sconcertato a Jazlynn, mentre sempre nuova gente stazionava sotto il portico della Casa Grande. La ragazza sorrise mentre osservava Fabrice arringare un piccolo gruppo chiedendo nome e casa per concludere la loro iscrizione.
"Un po', diciamo. È il primo torneo dell'estate. Molto importante, direi."
Jasper notò arrivare anche la sorella con gli occhi a mandorla di Robert Hart, che riconobbe proprio perché era accompagnata dallo stesso Hart. La vide abbracciare Fabrice con trasporto e parve di notare nel figlio di Atena un certo rossore.
"Ma Hart mica non giocava?"
"Non gioca, infatti. Accompagna solo Sia."
In effetti solo la ragazza prese posto ad uno dei tavoli, mentre suo fratello si ritirò a braccia incrociate poco dietro di lei, come spettatore silente e minaccioso.
"Quelli sono della casa di Hypnos. Fratelli di Matthew." Jazlynn gli indicò una coppietta di ragazzini palesemente sonnolenti, accompagnati da una ragazza più grande con capelli lisci di un intenso rosso brillante che aveva tutta l'aria di essersi svegliata male. "Sally Brighton e Milo Manner. Sono i due giocatori della casa."
"E la tipa che li accompagna?"
"La loro capocasa: Alexys Lovecraft."
Jasper la osservò mentre prendeva posto a fianco di Robert, seduta su una sediolina pieghevole. Nonostante avesse gli occhiali, riusciva a notare la sua espressione poco rassicurante.
"Si è solo svegliata male." lo rassicurò Jazlynn "È molto simpatica dopo il caffè."
"Quanto caffè?"
"Un paio di brocche. Comunque non ama molto le persone prima del caffè. Ti consiglio di non infastidirla troppo."
"Non avevo tutta questa voglia di correre a presentarmi."
Jaz rise di cuore e gli fece cenno di seguirla: Sue, comparsa per l'occasione, stava annunciando le coppie di sfidanti a fianco di un Fabrice in evidente stato di fibrillazione.
"... Fabrice, per favore, smettila di tremare, ancora un paio di minuti... quindi! Manner VS Utoma, al tavolo cinque. Poi ultimo matching vogliamo Pickford VS Lancel invece al tavolo dodici. Vi auguro tutta la fortuna del mondo. Non si bara, figli di Ermes, e non si minacciano gli avversari di morte, figli di Nike. Chiaro? Chiaro."
Jazlynn si separò da Jasper e prese posto davanti ad uno dei figli di Ermes, mentre Brice sorrise vivace alla sua glaucopide avversaria, direttamente dalla sua stessa casa.
A Jas toccava il tavolo tre. Non c'era ancora seduto nessuno, ma Sue aveva detto un cognome: Scarabeth. Che razza di cognome fosse, probabilmente lo sapevano solo gli dei.
"Arriverà." lo rassicurò una figlia di Afrodite, al tavolo a fianco. Jasper si chiese chi sarebbe arrivato.
Poi, tutte le sue domande trovarono una risposta.
"Ciaone, scusa il ritardo, ero leggermente impegnata."
Una ragazza di circa diciassette anni con un'arruffata coda di capelli mossi, giacca argento e mazzo di carte sgangheratissimo si sedette davanti a lui di peso, pestando sul tavolo di legno una specie di borraccia di metallo di piccolo formato.
"Ciao! Io sono Jasper." Disse cercando di essere convincente e simpatico.
"Il sotterramorti, vero? Wo, in effetti sei pallidino. Io sono Daphne. Ma puoi chiamarmi Scarabeth."
Nell'alito della ragazza si avvertiva una strana nota fruttata. Qualcosa che a Jasper ricordò un drink alcolico. Lanciò un'occhiata alla fiaschetta e si chiese cosa contenesse.
"Sì... il sotterramorti. - annuì spiccio il ragazzo, per poi cambiare argomento al più presto. - Non penso sia succo di frutta, sai... quello che stai bevendo."
"Naaaah. Succo di frutta made in casa Dodici. If you know what I Mean."
"Seh, lo so... ne ho una vaga idea. Tu da che casa vieni?"
Daphne alzò il viso e gli fece arrogante cenno di sfida. "Sono una Cacciatrice di Artemide. Dai. Inizia il novellino. Io ci gioco da una vita a 'sto gioco."
Non aveva mai sentito parlare di cacciatrici di Artemide ma qualcosa gli suggeriva che non erano un'espansione di Mythomagic dedicata alla dea della caccia. Aveva visto che la casa era sempre vuota, ma aveva semplicemente pensato che fosse onoraria, come aveva appreso essere quella di Era. Se solo fosse stato più attento alle spiegazioni di Memo il giorno del loro arrivo forse avrebbe saputo dedurre qualche informazione in più sulla sua avversaria, ma per ora l'unica cosa che riusciva a dedurre era che, nonostante l'apparente giovane età, la ragazza aveva problemi con gli alcolici. Scelse con cura, dopo tutti i consigli di Fabrice, la sua mano d'inizio e si preparò a sfidare il mazzo della ragazza che, a quanto vedeva, pescava carte a caso dal proprio grimorio. Alcune di essere erano talmente rovinate da non avere più gli angoli, altre sembravano lucide come appena comperate ad un negozio semidivino, formando assieme un mazzo dall'aspetto non poco eterogeneo.
"Boh, che ti posso lanciare ora..." iniziò ad un certo punto, squadrando il suo mazzo come se l'avesse appena insultata "Che schifo."
Lanciò una carta che c'entrava poco o nulla con l'attacco di Jasper e riuscì a non farsi togliere esattamente un terzo dei punti previsti. Dopodiché allungò la mano, fece schioccare l'apertura della borraccia e bevve un sorso.
La carta usata dalla ragazza non sembrava una mossa ragionata, ma (forse involontariamente) aveva bloccato la maggior parte dei danni dell'attacco di Jasper. Questo non andava bene.
Daphne parve notare il suo sguardo cupo perché sogghignò e disse: "Che c'è? Pensavi di aver davanti una sprovveduta?"
"No." Disse piazzando una carta incantesimo parecchio infida in mezzo alla plancia. "Ma farò del mio meglio."
La Cacciatrice osservò la carta incantesimo e sospirò. "Bene." brontolò spostando un paio di carte nel cimitero "Mi sono rimasti ben... centodue punti vita."
"No, aspetta! Dovrebbero essersi dimezzati con l'effetto secondario... com'è possibile?"
Daphne controllò meglio. "Ahn. Già. Allora scherzavo: cinquanta e uno." Parve considerare per un secondo la questione "Miseriaccia. Che schifo."
"Non stai cercando di barare... vero?"
"Come se ne avessi bisogno. Guarda che si vede lontano un miglio che sei un novellino."
Lo sguardo dell'avversaria non era affatto facile da interpretare, soprattutto perché con il suo variare di tecniche, non rispettava nessuno degli schemi di gioco descritti la mattina dal figlio di Atena. Bastarono poche mosse per mandare il grimorio di Jasper e il suo proprietario in tilt. Tuttavia, Jasper aveva ancora il suo asso nella manica e Daphne solo sette punti vita.
Poteva ancora farcela.
"Ti sei incantato? È da mezz'ora che fissi la tua mano." biascicò miss Scarabeth, dopo più di cinque minuti da quando Jas sembrava caduto in trance.
"No, non mi sono incantato... stavo... valutando la situazione." Ci aveva pensato per interi minuti, era il momento. Con un gesto deciso mise in campo Nico di Angelo.
La faccia che Scarabeth cacciò fuori generò in Jasper delle speranze spropositate: la Cacciatrice si accartocciò come un sacchetto di carta mal ripiegato e guardò la carta come se le avesse appena dato dell'ubriaco marcia per davvero.
"Che schifo." ripeté per la terza volta dall'inizio del torneo.
Jasper sorrise, ghignò e ingrigì. Forse era la volta buona, il colpo di grazia.
Poi però la faccia di Daphne cambiò all'improvviso. Un sorriso svogliato arricciò le labbra della ragazza, mentre con lentezza calcolata, non si sa se dalla teatralità o dall'ubriacatezza, toglieva una carta dal mazzo e l'appoggiava sulla plancia, proprio davanti a quella di Nico.
"Morte di Bianca di Angelo. Manda al cimitero qualunque tipologia di Nico di Angelo presente nel gioco e ti toglie cento punti vita. Mi pare che tu ne abbia solo... novantotto."
Il piano attentamente costruito crollò in un millesimo di secondo, tanto quanto ci mise Jasper a rendersi conto di essere appena stato battuto con una carta incantesimo. La bocca gli si aprì lentamente mentre fissava la faccia della sua avversaria con le gote rosse.
"Ma..."
Daphne Scarabeth scoppiò in una risata da ubriaca, che fece voltare la maggior parte dei giocatori ancora impegnati nelle rispettive partite.
"BOOOM, BABY! È FINITISSIMA, ADDAMS. SUE! SUE, GUARDA QUI!"
Sue facendo da supervisore girava tra i tavoli. Si avvicinò e guardò sulla plancia.
"Oh, Scarabeth. Noi qui lo chiamiamo Mortimer."
"Vabbeeeeeh, Addams, Mortimer, Mortoccheccammina... ha perso! Perso! P-E-R-S-O!!" si voltò verso Jasper, si appoggiò indice e medio sulla bocca e si portò teoricamente la mano sul fondoschiena facendo il fischio di un ferro rovente gettato in acqua gelata mentre il ragazzo raccoglieva le carte dalla plancia. Sue gli posò una mano sulla spalla.
"È il primo torneo, poteva andarti peggio."
"Avresti potuto perdere contro una persona non figa quanto me, ad esempio." disse Daphne, stappando la sua borraccia e alzandosi per farsi acclamare da una folla che probabilmente viveva solo nella sua testa, dato che tutti la guardarono e lei cominciò a urlare: "Grazie, grazie, troppo gentili, gli autografi a dopo!"
Il ragazzo si alzò dalla panca con un gesto brusco, rimise il suo mazzo nell'elastico e se andò a passi rigidi. No, non era stato un buon inizio e quella Scarabeth lì non era di certo iscritta alla sua brevissima lista degli amici.
"Jasper! Hey, Jasper!"
La voce di Jazlynn lo riportò alla realtà. La ragazza si sbracciava dal suo tavolo, dove si stava abilmente destreggiando contro il suo avversario dagli occhi affilati. Sentendosi chiamato la raggiunse.
"Ehilà."
"Dai, prendi una sedia. Siediti qui con me."
"È stato un match penoso, Jaz - disse sedendosi pesantemente - è impossibile prevedere le mosse di una come quella lì."
"A chi lo dici, amico." brontolò il figlio di Ermes, osservando cupo la difesa di Jazlynn.
"Mi spiace, Dan." commentò lei con un sorriso di scuse, chiudendo la sua mano e in contemporanea anche la partita, spedendo al cimitero le ultime due carte superstiti del semidio biondo.
Dan sospirò, incrociando le braccia sul petto. "È stato bello credere di poterti battere."
"Beh, amico, io sono stato battuto da un'ubriaca."
"Sì, ma quella è ubriaca solo dove vuole lei. Gioca sempre come se non sapesse quello che fa, ma lo sanno tutti che Scarabeth ha una tattica infallibile."
"Beh, quasi infallibile." lo corresse Jaz, sorridendo "Vedrai dopo. Troverai vendetta, Jas."
Altre partite si chiusero quasi nello stesso istante di quella della figlia di Ares. Jack, come previsto, non passò al turno successivo, mentre la sorella di Robert batté un cinque a Brice, perché era riuscita a cavarsela contro Jeff Lancel della casa di Nike. Subito dopo il magrissimo ragazzino si avvicinò al loro tavolo e fece un sorriso tutto denti a Jas.
"Allora? Ho sentito di quello che ha combinato Daphne."
"Sarebbe stato un po' difficile non notarlo." fece presente Dan.
"In effetti sta ancora esultando." notò Jazlynn, indicando la Cacciatrice che abbracciava persone casuali osannando la propria vittoria, cercando di coinvolgere inconsapevoli dodicenni nei suoi bagordi improvvisati. Tutti i tavoli erano attraversati da ondate alterne di delusione e euforia mentre i vari contendenti, a gruppi, si alzavano e si rimescolavano a discutere in attesa della conclusione del primo turno. Con amarezza Jasper accettò di non essere passato, tuttavia questo non doveva impedirgli di divertirsi.
Sue elencò i nomi dei vincitori e presentò le nuove accoppiate. Fu con una fitta di perverso piacere che Jasper vide Scarabeth assegnata a Jazlynn.
"Falla nera." le sussurrò, prima di sistemarsi con gli altri sconfitti tra il pubblico. La ragazza gli sorrise e gli fece un occhiolino.
"Vendicherò l'onta."
L'onta fu davvero lavata con sangue e fuoco, dato che Jaz vinse con pochissime mosse e tutte in attacco. Il Miseriaccia, che schifo! che si levò dal tavolo numero due questa volta fu sinceramente infastidito, proprio come sinceramente felice fu la risata di Jasper.
"Ridi, ridi." brontolò Daphne, lanciandogli un'occhiata scocciata "Intanto non sono io che ho perso contro un'ubriaca."
"Per forza, Daph." commentò bonariamente Jaz "Non possiamo avere un'altra ubriaca migliore di te."
Jasper non si stupì di vedere Fabrice vincere ancora, ma capì che si stava per creare un paradosso grande quanto quello di Scarlett e Lelapo quando al ragazzo fu assegnata, in semifinale, proprio la sua amica. Li vide sedersi uno di fronte all'altro: ai suoi occhi due titani che non avrebbero ceduto la vittoria né velocemente né facilmente. Quasi sentiva di non avere nemmeno i mezzi per comprendere chi sarebbe potuto essere il vincitore. Disturbando non poche persone che osservavano le partite in corso, a cui sperò di non aver pestato troppo i piedi, si spostò per seguire meglio la partita della sua amica, dovendo passare davanti anche a Rob Hartless che cercava di vedere come stava andando il match della sorella. Gli dispiacque passargli davanti così ma nonostante ciò lo salutò. Il colosso coi capelli arancioni lo guardò fisso ma non rispose al saluto. Beh, bella simpatia.
Fabrice e Jazlynn stavano in perfetto silenzio. Non c'era alcun bisogno di annunciare la propria carta all'avversario: entrambi conoscevano a memoria gli effetti che ognuna poteva avere sulla plancia.
Fu lo scontro che durò più a lungo in assoluto: quasi quarantacinque minuti di mosse studiate, piani elaborati e perfetto silenzio.
Solo che alla fine, Jazlynn fece un passo falso e Jasper fu testimone di quanto Fabrice potesse diventare implacabile.
L'ultima sfida fu decretata dopo pochi minuti e si sarebbe disputata tra due case di campioni: Atena e Efesto.
"Beh, sono arrivata in semifinale. Mica male." disse Jaz, sedendosi accanto a Jasper. Non pareva essersela presa per la sconfitta - che era piovuta dal cielo ad una velocità inaudita - e il ragazzo ingrigì d'imbarazzo al pensiero di come poteva essere sembrato infantile lui dopo aver perso contro la beona argentata.
Ora tutta l'attenzione del pubblico era puntata su Fabrice e Sia. La semidea dai tratti asiatici pareva particolarmente in imbarazzo, come se non si capacitasse di essere arrivata all'ultimo match e che prima o poi qualcuno avrebbe reclamato il suo posto.
Fabrice le sussurrò qualcosa prima di iniziare e riuscì quantomeno a strappare un sorriso. Jasper lanciò un'occhiata a Rob e vide che era tutto preso a tentare di capire cosa stesse succedendo in gara. Per una volta pareva dimostrare un vago interesse per qualcosa. Forse aveva ragione Marissa a definire Sia come la sua sorella prediletta.
La partita Atena-Efesto non durò quanto Atena-Ares e non ebbe nemmeno la stessa intensità: la sorella di Hart cercò di mantenere la calma, ma ben presto si trovò invischiata negli stessi incantesimi delle sue carte. Fabrice fu gentile, ma alla fine i punti vita di Sia andarono a zero.
"Non so nemmeno come ho fatto ad arrivare fino a qui." la udì dire Jasper a Rob mentre Fabrice veniva portato in trionfo dalla sua casa e da buona parte degli altri giocatori.
"Non lo so. Non ti ho visto." rispose tranquillo Robert. Sia abbozzò un sorriso, si strinse nelle spalle e assieme si avviarono verso la loro casa. Jasper rivalutò subito la questione: se quella era la sorella prediletta, non osava immaginare come diavolo avrebbe potuto trattare gli altri.
Con l'idea che Rob si meritasse totalmente il nomignolo che gli era stato affibbiato, seguì Jazlynn verso la festa per il vincitore. Almeno lui si sarebbe divertito un po'.
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