10. Tally - oh

"Giuro che se mi dicono un altro nome, vomito."

Due settimane al campo erano passate in fretta, ma mai tanto in fretta quanto scorrono le ore di sonno prima di una levataccia. È una verità universale riconosciuta da tutti.

Il sole iniziava a brillare dalla mattina presto... nonostante l'estate non fosse ufficialmente iniziata e le presenze del campo non fossero al proprio massimo, nel lasso di quattordici giorni erano arrivati parecchi volti nuovi. I tavoli della mensa si riempivano ogni giorno e i nuovi arrivati venivano accolti con calore e cori paragonabili a quelli di uno stadio. Gabriel e Jasper fissarono l'arrivo di una ragazza dai capelli corvini corti, salutata con esultanza dai sei occupanti del tavolo di Ecate.

"Quella non ce l'hanno presentata, vero?"

"Nah." rispose Jasper masticando rumorosamente il suo bacon, fissando rigorosamente il piatto come gli era stato consigliato da Jazlynn, per evitare di essere vittima di Matthew. Gabriel si era attrezzato diversamente procurandosi un paio di occhiali da sole gialli a specchio da Mark e il suo mercatino del rubato. Avete letto benissimo: rubato. Chiamarlo "mercatino dell'usato" sarebbe stata una presa in giro bella e buona. C'era solamente da sperare che il proprietario degli occhiali non li riconoscesse... perché sarebbe stato preso in giro a vita per il suo pessimo gusto. William aveva già sparato i suoi commenti cattivi in proposito, ma in due settimane il ragazzo aveva imparato a ignorare le sue parole velenose o addirittura a riderci sopra.

Non sembrava loro vero che fosse già passato così tanto tempo dal loro arrivo. Non erano riusciti a contattare le loro madri, ma Sue aveva assicurato loro che erano aggiornate su tutto l'accaduto. Piano piano la routine del campo aveva iniziato a pervaderli. Gabriel aveva iniziato ad andare d'accordo con i ragazzi della casa di Hermes, tanto che la sera li aiutava con le pulizie, mentre Jasper stava legando con gli occupanti della casa di Ares. Aveva avuto il coraggio di chiedere a Jazlynn, una volta finito il primo allenamento, di chi fosse figlia. Non si sarebbe mai aspettato di sentirsi rispondere con il nome del signore della guerra. Però poi l'altissima ragazza gli aveva presentato alcuni suoi fratelli e Jasper si era trovato miracolosamente bene tra loro.

La cosa più paradossale era il fatto che erano quasi quattordici giorni che i due non litigavano. Chiariamoci: questo non significa che improvvisamente avessero iniziato ad andare d'amore e d'accordo. Assolutamente no. La differenza, come aveva sostenuto Memo, stava nell'ambiente. Lontano dalla fatica dello studio, in quel posto dove potevano sfogare tutta il loro bisogno di attività fisica e di compagnia, sembravano dei ragazzi normali come tutti gli altri... se non fosse stato per la pulizia delle stalle di cavalli alati (a cui entrambi erano già stati inviati due volte), i combattimenti con le spade e le lezioni di greco antico.

"Lei è Helen Bucket." disse una voce familiare "Ed è una vera piantagrane."

I due ragazzi si voltarono e videro Marissa, a poca distanza dal loro tavolo, con una grossa tazza bianca piena di quello che sembrava latte e un piattino di biscotti all'apparenza fatti di segatura. Erano venuti a conoscenza del fatto che era vegana in brevissimo tempo, dal momento che tutti la prendevano in giro. C'è da dire che lei non si impegnava per niente a tenere nascosta la cosa: storceva il naso ogni volta che qualcuno le passava accanto con alimenti di natura animale e commentava duramente ogni bistecca comparsa nel piatto di chicchessia. Tutti. I santi. Giorni.

"Magari è simpatica..." osò dire Gabriel, mettendosi in bocca una cucchiaiata di yogurt. Non avesse mai parlato. Appena iniziò a far crocchiare i cereali sotto i denti, dal medesimo tavolo di poco prima si levò una fragorosa e solitaria risata seguita da un ringhio che invece non avevano mai sentito.

"Non ti avevo ancora salutato di persona, Hart!"

Marissa si sedette rigidamente al tavolo a fianco. "Dicevamo? Ah, sì. No, non è simpatica. Ora inizierà il suo solito show con Robert. Addio tranquillità."

Né Jasper né Gabriel avevano mai visto Robert parlare con qualcuno che non fosse della sua casa, ma in questo caso lo videro alzarsi in piedi in tutta la sua imponenza, togliersi un paio di occhiali a molla e fissare nella direzione di Helen, uno scricciolo beffardo in piedi sul tavolo. Aveva gli occhi piccoli ed evidentemente faticava moltissimo a vedere con chiarezza senza i suoi fondi di bottiglia.

"Tanto piacere. Ci siamo salutati. Ora fai tornare normali i nasi dei miei fratelli."

"Ehm... - la ragazza sembrò pensarci seriamente per un millesimo di secondo. - NO."

Marissa arricciò il suo piccolo nasino e mormorò: "Il solito pessimo gusto. Mette fuori gioco Robert. Senza i suoi occhiali non vede granché. E poi se la prende con i suoi fratelli."

Indicò ai due una ragazza con liscissimi capelli neri e pelle giallastra che era stata colpita come gli altri dallo scherzo di Helen Bucket - tutti i figli di Efesto si erano ritrovati con il grugno di un maialino al posto del naso. Questa si era staccata correndo dalla tavolata dei suoi fratelli ed era scomparsa tra le case dei semidei.

"Ora sarà solo delirio." spiegò infastidita "Appena Sia porterà gli occhiali a Rob e lui vedrà cosa le ha combinato."

Non ci volle molto: la signorina tornò con il fiatone - non era magrissima e non pareva granché sportiva... in più il grugno probabilmente non aiutava la respirazione - e un paio di occhiali. Li passò subito nelle mani di suo fratello. Robert Hartless Hart se li infilò e si guardò attorno, finalmente in grado di vedere più di confuse macchie di colore. Vide tutti i suoi cari fratelli grugnenti, compresa Sia che gli aveva portato i suoi ennesimi occhiali di ricambio. Poi strinse i pugni e si rivolse al folletto Bucket.

"Scusa, Robert, l'ho fatto apposta!" La ragazza alzò le mani e immediatamente tra le sue dita si formarono lievi fili di una nebbiolina grigiastra. Il ragazzo dai capelli rossi non si perse d'animo e, senza dire nemmeno una parola, le sue braccia - fino al gomito - presero fuoco, senza bruciargli la pelle.

"Forza, Hart - la nebbiolina cominciò ad aumentare - fatti sotto."

"Ci risiamo." sbuffò Marissa, come se stesse parlando di un fastidioso contrattempo e non di uno scontro tra semidei evidentemente provvisti di doni soprannaturali piuttosto inquietanti "Spero che li fermino subito. Non ho alcuna voglia di bruciarmi di nuovo i capelli per loro due."

"Quindi... succede spesso che litighino così?"

La frase di Jasper fu segnata alla fine da diverse urla e improperi urlati da Helen Bucket, i quali venivano puntualmente interrotti da sbuffi di fiamme nella sua direzione.

Marissa guardò il ragazzo dai capelli scuri e accennò un sorriso che non aveva nulla di divertito quanto di esausto. "Non è estate fin quando Robert e Bucket non se le danno di santa ragione."

"SMETTETELA IMMEDIATAMENTE!"

La signorina Peak, come di consueto in una sportiva mise da cheerleader, comparve non si sa come tra i due contendenti. La cosa diversa dal solito era che sul suo viso non campeggiava il familiare sorriso gentile; al contrario il suo volto olivastro era una maschera di marmo. Le fiamme di Robert si ritrassero subito e si spensero alla vicinanza con Sue e altrettanto fece la nebbia di Helen Bucket, che strisciò dalla sua proprietaria.

Marissa sospirò rumorosamente e tornò a inzuppare i biscotti di segatura nel suo latte finto. "Grazie agli dei."

"Se il circo è finito - tuonò Sue - e spero vivamente lo sia... avrei degli avvisi."

Scarlett spuntò alle spalle di Helen Bucket e le piantò le mani nelle spalle, facendola trasalire violentemente. "Non hai dimenticato qualcosa, tesoro?"

Il folletto sospirò e con uno schiocco di dita fece sì che i nasi di tutti i figli di Efesto tornassero normali, tra il sollievo generale. Miss Cadmy alzò il viso e sorrise a Sue. "Prego, cara." disse, senza lasciare le spalle della piccola figlia di Ecate.

"Oggi si apre ufficialmente il campo estivo, tutti sono arrivati... abbiamo anche dei nuovi acquisti, come avrete notato! Sapete tutti come si apre l'estate."

"CACCIA ALLA VOLPE!"

Un coro si levò da tutti i tavoli occupati. Perfino Marissa sorrise e si unì al tripudio generale.

"Beh, caccia alla volpe per tutti, tranne per chi si comporta male." canticchiò Scarlett, dando qualche colpetto a Helen "Tu preferisci i pony alati alla volpe, no?"

"Penso che la signorina Bucket sarà lieta di dare una pulita alla stalla dei pegasi, no?"

Non era vero, ma opporsi avrebbe causato solamente un'estensione della pena.

"Ma, signorina Peak... perché Rob non viene punito?!"

"Robert avrà un altro tipo di punizione, sai che il lavoro manuale non lo infastidisce."

"Quindi filare." disse allegramente l'altra insegnante, raddrizzandosi in tutta la sua fiera altezza mentre il viso di Helen si accartocciava per la rabbia "Angelina, Mortimer! Vi hanno già spiegato come funziona?"

"No, signorina Cadmy." rispose Gabriel, abbassandosi gli occhiali a specchio. Avevano sì sentito parlare della caccia alla volpe, ma non avevano mai avuto informazioni più precise in proposito. Sapevano solo che lo stendardo con una volpe che campeggiava sulla porta della casa Nove era simbolo dell'ultima vittoria riportata. Erano due anni che lo stendardo non si spostava da lì.

Scarlett batté le mani, felicissima. "Perfetto! Allora ci vediamo dopo!"

E sgambettò via, con passi che erano falcate lunghe due metri.

"Fa apposta vero?"

"Ovvio, Angelina, lo fa apposta per farci sentire stupidi."

"Non chiamarmi Angelina."

"Jazlynn mi ha detto che quando inizia a darti un soprannome significa che si sta affezionando. Dovresti esserne felice, Angelina."

"Ora che ci penso Mortimer non è così male - rispose a tono Gabriel, rinforcando gli occhiali - vero, Morty?"

"Ah ah molto divertente, coso. Qualsiasi cosa sia questa caccia alla volpe, ti faccio il culo, Willow."

"Piano con le parole, morticino Findus."

Risero tra di loro. Ma tutti sanno che ride bene chi ride ultimo, e generalmente le volpi ridono per ultime.


Nei campi retrostanti le strutture della parete d'arrampicata e le fantomatiche stalle dei Pegasi, da cui uscivano parolacce greche che anche Aristofane si sarebbe turato le orecchie, si erano radunati tutti gli studenti. Per la prima volta Gabriel fu in grado di vederli tutti assieme e di notare quanti fossero. Non aveva mai realizzato fino a quel momento di non essere solo in quell'avventura, e, anche se per un millesimo di secondo, la cosa lo fece sentire bene. Solo per un millesimo di secondo però, ovverosia fino a quando Jasper non si allontanò per andare dai suoi nuovi amici, i figli di Ares, armati fino ai denti. Uno di loro aveva addirittura quella che sembrava una balestra appesa alla schiena tramite una cinghia... per non parlare dei bicipiti che saranno stati spessi come un tronco d'albero. Per la prima volta Gabriel realizzò di essere lui quello solo. Le sue elucubrazioni furono però malamente interrotte da un battere di mani molto deciso dal punto più alto del prato, sul limitare del bosco che conduceva poi nella foresta, al bunker, al pugno di Zeus e alle scogliere. Sue Peak stava impettita e ritta come suo solito, la chioma di fini ricci tenuta a bada da una fascetta azzurro e oro, così come il suo top e gonna da cheerleader. Jasper aveva immaginato che appena arrivata avessero osato fare parecchie battute su di lei... prima di notare i bicipiti e gli addominali.

"Piccoli Semidei e Semidee! L'estate è iniziata! E con essa... la caccia alla volpe! Ora vi dividerò in coppie. Le regole le conoscete: tutto è permesso tranne l'uccisione intenzionale di un compagno. Se trovate le volpe e la costringete a combattere con voi per più di tre minuti, la vittoria è vostra. Se perdete, la volpe vi mangia."

Scarlett comparve al fianco di Sue a braccia incrociate. Era palesemente allegra.

"Shoshi non gioca." comunicò alla sua collega "Contane una in meno."

"Ma che strano... bene! State fermi e forse deciderò di mettervi con qualcuno che vi sta simpatico... BRODY, non nasconderti. Tu vai con Jazlynn."

Jazlynn sorrise al bellissimo Will e abbandonò Jasper al suo destino, dopo avergli regalato un'espressione di scuse. Gabriel rivalutò leggermente la sua posizione sull'essere solo. Ora erano quasi pari. La direttrice delle attività iniziò a passare in mezzo a loro, dividendo la massa di ragazzi in coppie che, a giudicare dalle espressioni, non soddisfavano nessuno.

"Robert, tu terrai d'occhio Matthew. Riddock, togliti quel ghigno dalla faccia, Sia sarà la tua compagna di caccia."

Il capo della casa Nove si affiancò senza dire una parola a Matt, il quale gli sorrise più come per chiedergli scusa che per mostrarsi felice della questione. Facevano impressione, uno che assomigliava a uno spaghetto con l'armatura e l'altro che invece sembrava un maciste. La sorella di Rob, Sia, divenne ancora più gialla di quanto già non fosse quando fu assegnata a Callan Riddock, un biondissimo figlio di Apollo che non si era mai dimostrato simpatico con nessuno. Sia non era esattamente una bella ragazza: aveva sembianze vagamente asiatiche perché era un'inuk dell'Alaska ed era piuttosto robusta. Doveva essere un incubo lavorare a stretto contatto con la bellezza palese di Callan. In ogni caso Sia si trascinò al suo fianco e il biondo le sibilò qualcosa. Sue parve non accorgersi di niente.

"Poi voglio... Mortimer e Angelina. Voi farete coppia assieme... Riddock, ti ho visto di nuovo." Si girò con occhi di fuoco verso il figlio di Apollo. Poi continuò con tono apparentemente calmo. "Una scorrettezza e darai il cambio a Helen... per la prossima settimana."

Callan arrossì e non disse altro.

"Signorina Peak..."

"Io non voglio stare in coppia con Angelina - disse di nuovo lei facendo il verso alla voce di Jasper - Sai quanto me ne importa, nulla di nulla. La collaborazione in battaglia è la cosa che vi salverà la vita quando ci saranno dei veri combattimenti."

Sue passò oltre i due per definire gli ultimi accoppiamenti, lasciando i due a guardarsi in cagnesco. Scarlett attese in silenzio, senza riuscire a stare ferma, che la sua collega terminasse. Aveva lo stesso sorriso che potrebbe avere in faccia una bambina che non vede l'ora di iniziare a giocare al proprio gioco preferito. O una professoressa di matematica davanti alle facce sgomente da compito-in-classe-impossibile dei suoi studenti.

"Finito!" annunciò all'improvviso Sue.

E fu dopo pochi secondi che accadde. La sciarpetta di volpe di Scarlett Cadmy venne slacciata e, dove un attimo prima stava la gigantesca insegnante di tecniche di difesa, si trovava una volpe alta almeno tre metri, ghignante e allegra.

Perché le volpi amano ridere per ultime.

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