Capitolo 8 - Parte IV

 «Faith...» sussurrai, ma subito mi morsi la lingua nel tentativo di nascondere ciò che stava succedendo dentro di me, la mia voce non mi poteva ingannare, non in un momento del genere.

Il silenziò calò e cominciai anche io ad evitare il suo sguardo.

«Avresti potuto farne a meno, sto benissimo da solo» commentai duro poggiandomi su una parete della stanza.

Non era una bugia, avrei decisamente preferito passare la notte da solo a meditare in serenità.

La mia risposta non sembrò turbare Faith, anzi, quasi sembrava aspettarsela. Con fare tranquillo si sdraiò sulla mia brandina e sbadigliò ruotandosi di fianco.

«E' un problema se ti rubo il posto?» domandò voltandosi verso di me.

«Fai pure, io sono uno ialino, in condizioni ottimali mi bastano poche ore per riposare» lei si adagiò di nuovo sul giaciglio.

«Allora, vi fermate tutta la notte per permettere a me di riposare?» replicò affrettando una conclusione.

«Tu sei un essere umano... il tuo organismo è differente dal nostro per natura» non doveva farsene una colpa.

«Complimenti per l'esecuzione della danza» le dissi appena i suoi occhi non mi scrutavano più.

«Ti ringrazio, mi avete tutti sommerso di lusinghe, ma ho solo fatto ciò che mi era stato chiesto. Non ce l'avrei mai fatta senza l'aiuto di Ginzokena»

«Ginzokena?!» Domandai mordendomi un labbro.

«Sì, mi è apparsa in sogno e mi ha insegnato la danza, o meglio dire, ha rievocato in me quei ricordi» mi spiegò.

«E non avete parlato di nient'altro?» domandai cercando di rimanere più distaccato possibile.

«Magari avessimo potuto parlare, ho una marea di domande da farle! E' la prima volta che mi è apparsa, ma non mi è sembrata una tipa molto loquace»

«Attenta a ciò che desideri» l'ammonii «Potrebbe diventare realtà»

«Cosa ci sarebbe di male nel poter parlare con la mia vecchia personalità? Potrebbe aiutarvi... molto più di me»

«Lei ha fatto il suo tempo su questa terra» esclamai con enfasi.

«Pensavo che tu fossi favorevole al suo ritorno...» commentò la mia affermazione.

«Avevo altra scelta? Non si può negare che lei, anzi tu, sei l'unica che può salvarci tutti» ed era una cosa che non riuscivo ad accettare, che non sono mai riuscito ad accettare. Dover aspirare alla salvezza a discapito della giovane vita di Ginozkena.

Faith, a quella mia affermazione, si rabbuiò. Probabilmente non gradiva che io le ricordassi le sue responsabilità.

«Mi raccomando» sbadigliò ancora nascondendo il suo stato d'animo pesante «Non evadere mentre io chiudo gli occhi » continuò quasi con un sussurro.

Sorrisi amaramente osservando il suo dolce volto lasciarsi abbandonare dalle tenebre che calavano.

Scappare? E dove potevo scappare? Con i miei sensi sviluppati, il suo profumo mi aveva imprigionato in una gabbia ben più coercitiva di quelle quattro mura di pietra.

Tentai per tutto il tempo di distogliere lo sguardo dalla sua figura, ma i miei occhi puntavano sempre su di lei.

Stavo per mettermi a meditare faccia al muro quando notai che i suoi arti tremavano. 

Mi slacciai il soprabito e glielo stesi sull'esile corpo per ripararla poi, ormai rassegnato, mi sedetti a gambe incrociate al suolo, appena sotto alla brandina.

Intrecciai le braccia e, controllando i miei poteri, cominciai ad emettere nuovamente calore.

«Enex» evocò il mio nome con voce rilassata, credevo proprio che fosse addormentata.

«Ma tu hai una famiglia che ti aspetta, da qualche parte?» sembrava in dormiveglia eppure parlava più a sproposito del solito.

«In che senso?» le domandai cercando di evitare la domanda, quella sua richiesta mi destabilizzò.

Per un secondo rimase in silenzio, dentro di me pregavo che fosse crollata e invece, alzò il busto e mi fissò con occhi quasi felini.

Per un attimo mi sentii come forzato dal suo sguardo che mi penetrò il cuore. Andò a toccarmi proprio dove una piaga cercava pace tra le membra.

«Non saprei, una moglie? Dei figli? Hai tantissimi anni, chissà quanti bambini avrai avuto. Oppure ancora, dei genitori ancora in vita...»

Alla sua domanda schietta e diretta non potei più soprassedere. Con la mente che vagava ai momenti passati, cercai di annullare i miei più profondi sentimenti.

«No, non mi aspetta nessuno là fuori. E ringrazia di essere un elemento fondamentale del gruppo... ho ucciso per molto meno» cercai di farle comprendere che era un discorso che non desideravo prendere, mai più.

Non sembrava particolarmente turbata dalla mia minaccia ma decise comunque di non insistere, si riversò di nuovo sulla brandina e mi diede le spalle.

«Io, nel mio mondo, sono ancora una ragazzina, un'adolescente» mi spiegò.

«I miei genitori saranno sicuramente in pena per il mio stato di salute e aspettano che io riapra gli occhi, un giorno di questi...» non capivo perché mi diceva quelle cose ma preferii non indagare, l'ascoltai in silenzio fino a quando il suo respiro non si fece più regolare e sottile.

«Venerabile Ginzokena»

L'indomattina mi risvegliai con la squillante voce di Xandra che mi faceva da sveglia. Aprii gli occhi, ero ancora intorpidita dal calore del soprabito di Enex che mi copriva.

«Ginozkena!» sentii richiamarmi come un rimprovero.

Con gli occhi ancora offuscati vidi Enex recuperare svelto il suo soprabito.

«Fai piano! Fa freddo!» esclamai raggomitolandomi, quella sferzata improvvisa di aria fredda mi destò del tutto dal sonno.

Mi sembrava tanto mia madre quando mi svegliava alle sei del mattino buttando all'aria le coperte.

«Finalmente, Xandra, la venerabile dormigliona non ne voleva sapere di destarsi dal suo sonno» esclamò Enex allacciandosi il soprabito sulle spalle.

Mentre mi mettevo in posizione seduta, sentii un rumore metallico, le sbarre si aprirono lasciando passare Enex.

Xandra si avvicinò a me e attese il mio completo risveglio.

«Cosa ci fai tu qui?» mi chiese senza giri di parole, aveva lo sguardo freddo e calcolatore.

Scrutata da quello sguardo irritato rimasi in silenzio intimidita. In realtà non conoscevo neanche io la risposta a quella domanda.

E' stato quasi puro istinto, i miei piedi si sono mossi da soli. Dentro di me non potevo concepire di lasciarlo da solo.

«Cosa avete fatto tutta la notte insieme?» non avendo risposta alla prima domanda, passò alla successiva.

«Abbiamo parlato» le risposi con un filo di voce, stringevo agitata le dita delle mani sulle gambe. Non capivo perché le sue parole mi procuravano tutto quel dispiacere. 

E' stata una notte strana ma ero contenta di averlo raggiunto. Sentivo di essere riuscita, in qualche maniera, ad avere un contatto con lui .

Anche se apparentemente non mi aveva detto nulla, nel suo silenzio ho percepito tutta la sofferenza di un passato che voleva lasciarsi alle spalle.

Cosa mai gli era potuto succedere? Perché aveva vissuto senza mai trovare conforto nell'amore? Mi sentivo quasi in pena per lui...

Distolsi un secondo l'attenzione ai miei pensieri e notai che Xandra, non contenta della mia riposta, mi stava scrutando ogni centimetro di pelle.

Mi sentii quasi violata da quei suoi sguardi puntigliosi e, di istinto, mi coprii con le braccia.

«Smettila Xandra! Cosa stai facendo?!» esclamai paonazza.

«Ti controllavo, è essenziale che sia rimasta pura» mi spiegò.

«Mi sembrava di averlo già detto all'inizio del nostro viaggio, ma lo ripeterò tutte le volte necessarie» fece una pausa.

«Se anche solo per disgrazia succedesse una cosa del genere lei perderebbe i suoi poteri e non riuscirebbe ad avere la meglio su Uriel, neanche questa volta» alzai il volto per incrociare il suo sguardo e solo allora mi resi conto che c'era qualcosa di strano in Xandra, non era solo il suo temperamento ma nei suoi occhi sembrava essere cambiato qualcosa, sembrava assente.

«Il concetto mi è chiaro... mi è sempre stato chiaro» replicai alzandomi dalla brandina.

Ormai non mi indignavo nemmeno più delle sue insinuazioni.

Avevo compreso che le sue erano quasi paranoie, dovute alla suo sentirsi inadeguata e impotente di fronte al potere di Uriel, e non esistevano parole che potessi dire per dissipare le sue inquietudini.


Buon salve a tutti, anzi buona notte. Questa breve parte conclude il capitolo 8. 

Dal prossimo le cose si animeranno, siamo davvero vicini ai monti meta del nostro viaggio.

Il capitolo nove si chiamerà "Veleno dal cielo"

Riuscirà Faith a non darl... ahm riuscirà la nostra eroina ad arrivare sana e salva allago e a trovare l'essere sacrificale? 

Tutto nei prossimi entusiasmanti episodi.

Bạn đang đọc truyện trên: AzTruyen.Top