Capitolo 5 - Parte II

Ero così provata che, appena poggiai la testa sul giaciglio, mi addormentai e dormii per il resto della notte senza interruzione alcuna. 

La mattina seguente, quando mi svegliai, il sole sembrava appena sorto ma ero ancora da sola. Cercai qualche segno che Xandra fosse venuta a dormire e, non trovando nulla, mi alzai stiracchiandomi.

«Buongiorno Ginozkena» quando i miei occhi furono inondati di luce mi apparve la figura sorridente di Xandra.

«Buongiorno» sbadigliai, anche se per poco, ero caduta in un lungo sonno ristoratore e mi sentivo decisamente più in forze.

«Mi fa piacere vedere che oggi non le fa più male il braccio» aggiunse lasciando cadere a terra lo zaino. 

La sua affermazione mi sorprese, mi ero praticamente dimenticata del braccio ferito e, come se non fosse nulla, lo tenevo alzato e contratto verso il cielo. 

Lo abbassai di scatto e me lo toccai, era ancora dolorante ma riuscivo a muoverlo! I miei occhi si illuminarono per la contentezza.

«Ti abbiamo lasciato l'ultima porzione di dielmea(1)» mi disse incoraggiandomi a mangiare.

E non me lo sarei lasciato dire due volte. Sapere che il braccio sarebbe guarito completamente mi aprì una voragine nello stomaco. 

Trangugiai quel pasto semi liquido e osservai gli altri sistemare i bagagli su una specie di cammello.

«Con questo sì che arriveremo in un batter d'occhio all'oasi» sentii esclamare Skill mentre accarezzava l'animale. 

Mi alzai, tutto sembrava ultimato, era ormai arrivato il tempo di ripartire.

«Questo sarebbe una Gamia?» domandai osservando il cammello.

«Si, sono animali autoctoni del deserto, hanno zampe capaci di correre tra le dune ed una eccellente resistenza a calore e disidratazione. Macota ed io lo abbiamo recuperato e saziato. Non è stato difficile ammansirlo. Sembra che i suoi precedenti padroni non lo trattassero in maniera consona» mi spiegò Skill, sembrava molto affiatato con l'animale.

 «E' pronto per essere montato» aggiunse sottintendendo che potevo salirci quando volevo. 

Scrutai la groppa del cammello ma non vidi nessuna sella a cui aggrapparsi, con il braccio fasciato la vedevo dura a scalare quella montagna.

«Ha bisogno di una mano, Venerabile?» qualcuno dietro di me mi prese alla sprovvista, mi strinse i fianchi e mi sollevò da terra.

«Si, grazie» dalla sua chiara voce capii che le premurose mani accorse in mio aiuto erano quelle di Dix.

Da quell'altezza mi fu più semplice alzare la gamba e sedermi tra le gobbe dell'animale.

Prima di ripartire spediti, mi voltai per vedere ancora una volta i resti della mia tenda. Qualcuno aveva tentato di disperdere tra la sabbia quella nera cenere, ma la zona interessata sembrava essere ancora marchiata dal rogo.

Non riuscivo a comprenderne la ragione ma non ero in grado di levarmelo dalla testa.

Il mio istinto mi diceva che c'era qualcosa di strano, come se le fiamme consumatesi non fossero state naturali.

Qualche ora dopo, proprio quando avremmo dovuto interrompere la traversata per arrangiare un riparo dai forti raggi del mezzodì, alzai lo sguardo e mi resi conto che la città era davvero a pochi metri.

Era qualcosa di indescrivibile la dicotomia di quel paesaggio. Nel bel mezzo della più arida sabbia spuntava un rigoglioso specchio d'acqua alle cui rive si districavano fitte strade sterrate, basse e medio alte palazzine ricoprivano ogni centimetro utile e il verde... oltre le strutture si poteva quasi sentire il fresco di quel prosperoso verde.

In comune accordo decidemmo di stringere i denti e di proseguire per poter arrivare il prima possibile. Un ultimo sforzo per poter sprofondare quanto prima sulla prima superficie comoda che mi si presentava davanti.

Entrati nella città fui colpita ancora una volta dalla sua bellezza, le strade erano piene di creature di tutte le razze che passeggiavano indaffarate evitando lo sguardo dei mercanti, intenti a vendere le loro cose più preziose. E i profumi... il vento caldo inebriava le mie narici trasportando le essenze delle spezie e degli incensi.

Grazie all'intercessione di Dix riuscimmo a procurarci quasi a costo zero due camere in una locanda che si affacciava sul lago.

Era proprio il posto ideale per riposare le membra e rigenerare la tempra!

Ottenute le chiavi e lasciati gli effetti personali nelle stanze, Xandra e Macota decisero di non perdere tempo e si diressero in perlustrazione al mercato.

Io non riuscivo proprio ad essere di buona leva così scelsi di chiudermi a chiave nella stanza per approfittare della ritrovata tranquillità e riposare. 

Sentivo stranamente il continuo bisogno di dormire.

Dopo essere riuscita di nuovo a riposare, il mio stomaco decise di turbarmi il sonno e avvisarmi che era arrivata ora di pranzo. Non sapevo quanto tempo fosse passato ma sentivo le voci di Xandra e Macota fuori alla porta.

Mi aggregai a loro e insieme scendemmo nella sala da pranzo comune. Riuscimmo a trovare un tavolo rettangolare abbastanza grande per accoglierci tutti e aspettammo gli altri per ordinare. Per ingannare l'attesa  diedi un'occhiata al menù e alle specialità della casa.

Stranamente non avevo problemi ad interpretare la lingua scritta e per un attimo me ne pentii, l'unica cosa che mi procurava quel menù era il disgusto. 

La maggior parte della carne citata in quel dépliant scritto a mano sicuramente non era commestibile! 

Sugo di scorpione, stufato di qualcosa che sembrava essere vermi giganti, frittura mista di serpenti e cotolette di carne di vallaco

Solo la fame mi trattenne dal vomitare.

Per evitare di rimanere digiuna analizzai la sezione verdure: fiori in pastella, fiori ad insalata, aloe vera su un letto di fiori. 

Dopo aver letto tre volte la parola "fiori" cambiai idea.

Anche le bevande sembravano essere di dubbio gusto, tutto a base di birra e aloa vera.

Chiusi il menù disperata e strabuzzai gli occhi al cielo. Anche quel giorno prevedevo il digiuno.

Cercai di non perdermi d'animo e riaprii la carta. Dopo la prima reazione di incredulità, scoprii che in realtà qualcosa di commestibile sembrava esserci, ma erano tutti piatti costosissimi, probabilmente perché importati.

Mentre ero intenta a trovare qualcosa di commestibile eravamo state raggiunte da Skill e Dix.

«Voi sapete che fine ha fatto Enex?» chiese Xandra spazientita.

«Non ha nemmeno messo piede in stanza, quando ha capito che avremmo dormito tutti insieme ha girato i tacchi ed è sparito» rispose Skill intento a scegliere con quale prelibatezza ammazzarsi. 

Nonostante cercava di apparire calmo si poteva percepire che la sparizione di Enex lo preoccupava

«Se non è arrivato fino ad adesso probabilmente non ha intenzione di pranzare con noi» esclamò Dix guardando con aria di repulsione il menù. Il fatto che anche un nativo del posto come lui fosse insofferente davanti a tutto quel ben di dio mi rassicurava.

Xandra, trovandosi in inferiorità numerica, chiamò quello che poteva essere un cameriere per prendere le ordinazioni. Quando toccò a me entrai nel panico più totale.

«Per la signorina un varmafi e un prickly beevje ghiacciato» intervenne Dix con prontezza.

Il cameriere si congedò con letizia e in men che non si dica arrivarono i nostri piatti.

Dix mi aveva ordinato un pesce che assomigliava ad una carpa gigante e una bevanda simile ad un frullato con della granita al sapore di fico d'india.

Per evitare di analizzare l'interno dei piatti dei miei compagni, cominciai a spolpare con minuziosa dedizione la lisca del mio pasto e a mangiare masticando lentamente la sua polposa carne.

Al termine del pranzo mi gustai il frullato, debitamente stemperato dopo tutto quel tempo, e finalmente sentii il mio stomaco sazio come non mai.

«Visto che siamo tutti qui, o quasi, volevo approfittare per parlarvi di una cosa» Xandra aspettò che il servizio sparecchiasse la tavola e, pulendo qualche briciola rimasta, uscì fuori un taccuino.

 Di sottecchi guardai con la coda dell'occhio il posto vuoto ad un capo della tavola e sospirai.

In tutto quel tempo Enex non si era ancora fatto vivo.

«Visto le vicissitudine accadute la notte scorsa, abbiamo più materiale del previsto da rifornire» continuò lei cancellando una scritta rimarcandola diverse volte con delle linee.

«Con Macota abbiamo fatto un giro al mercato per valutare i prezzi applicati e ci siamo rese conto che neanche mettendo insieme tutte le nostre monete riusciremo a comprare l'occorrente per ripartire e pagare il vitto del soggiorno» continuava a parlare e a concentrarsi su quelle scritte come se stesse facendo dei calcoli mentali.

«Secondo le nostre stime ci vorranno almeno 500 monete d'oro» prese parola Macota concretizzando il suo discorso.

«Così tanti?» sussurrò Skill controllandosi le tasche.

«Siamo riuscite a vendere la gamia per una modesta cifra ma i vallachi hanno un prezzo decisamente superiore, e ce ne servono almeno tre. Anche se facessimo economia comunque la spesa sarebbe consistente. Non possiamo andare via senza provvedere all'acquisto della nuova tenda per Ginozkena, qualche abito di ricambio e le razioni che ci eravamo portati dalla congrega e che abbiamo insieme al resto» si lamentò Xandra, era preoccupata e non riusciva a vedere vie d'uscite.

«E se provassimo a guadagnarli?» propose Skill «Potremo arrangiare un finto spettacolo itinerante, Macota potrebbe cantare, io ho qualche macchinario di particolare effetto da mostrare per sbalordire e via dicendo» concluse speranzoso ma la sua idea non fu vista di buon occhio da Xandra, mettersi in mostra per fare delle elemosina era l'ultima cosa che desiderava.

«Se solo quello stupido non avesse incendiato la mia tenda» esclamai a voce troppo alta mentre ero intenta a mordendomi l'unghia del pollice destro, cominciavo a preoccuparmi anche io della situazione.

«Quindi il problema sarei io?» la voce di Enex interruppe la discussione e subito dopo un sacchettino di velluto volò sul nostro tavolo facendo un fragoroso tintinnio.

«Allora è questo quello che pensi davvero? Che io ti abbia distrutto la tenda di proposito?» aggiunse sedendosi sul posto vuoto a lui riservato e incrociando i piedi sul tavolo. Sembrava alterato.

«Non ho detto esattamente questo» controbattei.

«Quando ti ho detto di scappare non volevo allontanarti in caso l'Ardhino(2) riuscisse a sfuggirmi,  volevo evitare che tu finissi involontariamente bruciata insieme a quel bastardello, proprio come successo alla tua adorata tenda» esclamò arrogante.

La sua tonalità di voce, le sue parole, le sue movenze distaccate, tutto di lui comunicava la sua cieca fiducia nella superiorità dei suoi poteri. il suo enorme ego era asfissiante.

«Ma queste?» mentre io e lui discutevamo, Xandra aveva aperto e analizzato il contenuto del sacchetto, era pieno zeppo di monete d'oro.

«Sono per l'esattezza mille monete d'oro, rame più rame meno» la informò.

«Ma sono tantissime! Dove te le sei procurate?» domandò, ma non sembrava molto interessata alla risposta. La soluzione ai nostri problemi economici era praticamente caduta dal cielo.

«Probabilmente avrà passato la mattina a rubare tra i banchi giù al mercato» intervenne Dix con spregio.

Inizialmente si poté notare un cambio di espressione sul volto di Enex, quell'insinuazione di Dix lo fece infuriare ma riuscì a tenere la lingua a freno.

«Se non vi interessano posso benissimo tornare a giocarmeli tutti, magari vinco di nuovo o magari perdo tutto in un solo giro» dichiarò alzandosi in piedi, sembrava in procinto di andarsene. 

Nonostante le minacce sapeva che quei soldi erano essenziali per la riuscita della missione e Xandra li avrebbe utilizzati anche se fossero stati sporchi.

«Ma se non vi dispiace, nel frattempo, ho provveduto a pagarmi una stanza personale, ci tengo alla mia intimità» aggiunse girando i tacchi.

Visto la cospicua donazione fatta alla causa da Enex, Xandra sequestrò ancora una volta Macota per aiutarla con gli acquisti ma, prima di uscire, mi consegnò un pila di fogli rilegati da leggere in sua assenza.

Compiti, finalmente qualcosa più incline alla mia natura. 

Salii in camera, mi accomodai al piccolo scrittoio sotto la finestra e cominciai a spulciare quegli appunti. 

Il primo foglio aveva come intestazione "Strumenti e tecniche rituali" sfogliai qualche altro foglio e trovai "Incantesimi e preghiere" e ancora "Tecniche miste di combattimento avanzato" .

Senza perdermi d'animo cominciai a leggere ma le parole piano a piano cominciarono a mescolarsi e tutto intorno a me si fece buio. 

Sbuffai e determinata a capire cosa mi stava succedendo ancora una volta, mi alzai.

Sentii qualcuno bussare alla porta e d'improvviso, come se quel rumore avesse rotto la visione, il buio si sgretolò facendo posto alla luminosa stanza.

Ancora titubante sbloccai la  serratura della porta e guardai chi aveva bussato, era Enex.

«Seguimi» mi ordinò appena i nostri sguardi si incrociarono. Per qualche secondo rimasi spiazzata dalla sua richiesta ma, al suo secondo sollecito, uscii e mi chiusi la porta alla spalle.

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(1) Dilmea: razione di cibo hent
(2) Ardhino: mostro elementare di pietra

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