Capitolo 1 - Parte III
«Ascolta la mia voce e focalizza la tua attenzione sul poster attaccato sul soffitto» alzai lo sguardo e vidi il poster di cui mi parlava, era una foto della via lattea.
«Respira ed inspira continuando a concentrarti sul poster» aggiunse e anche lui cominciò a respirare profondamente per guidarmi.
«Incominci a sentire una leggera sensazione di benessere» effettivamente potevo davvero sentire una sensazione nascere dentro di me, come una piccola luce soffusa.
«Adesso sentirai i tuoi occhi piacevolmente pesanti, sentirai il bisogno di chiuderli» mi incitò e quasi contemporaneamente chiusi le palpebre.
«Respira profondamente ed inspira profondamente» fece una pausa
«Inspira ed espira, immagina di trovarti sdraiata sulla spiaggia di un'isola sperduta, grande poco più della superficie del tuo corpo».
Mentre ascoltavo le parole del dottore, nella mia mente la poltrona su cui ero accomodata scompariva e intorno a me si materializzava una piccola spiaggia dorata.
«Lascia che il tuo corpo sprofondi nella sabbia»
«Percepisci piccole onde infrangersi su di te» sembrava quasi una magia, tutto quello che lui diceva prendeva forma nella mia testa.
«Lente e regolari, in simbiosi col tuo respiro» il dottore mi conosceva bene, le immagini del mare erano quelle che mi rilassavano di più in assoluto.
Sentivo il mio corpo abbandonarsi mentre sprofondava in quel mare di calma.
«Il tuo corpo inizia piano a piano a rilassarsi»
«Prima, le tue mani e i tuoi piedi, solleticati dalle onde»
«Poi, questa sensazione di calma e rilassamento incomincia a salire» quasi all'unisono con le sue parole, immaginavo l'acqua del mare sommergermi.
«Piano a piano» lentamente.
«Le tue gambe e le braccia incominciano a sembrarti piacevolmente pesanti» i miei arti incominciavano ad essere inglobati.
«Respira ed inspira senza fermarti»
«Adesso ti senti completamente rilassata. Puoi sentire l'intensa sensazione di rilassamento che ti ha finalmente avvolto tutto il tuo corpo».
L'acqua mi aveva immerso completamente lasciando il volto scoperto, mi sentivo avvolta dalla quiete assoluta...
«Adesso, Faith, proverò ad alzare il tuo braccio destro e sarà completamente rilassato e disteso» dopo aver comunicato le sue intenzioni sentii la sua mano toccarmi il braccio e lentamente sollevarlo ma io non battevo ciglio.
Il mio corpo era profondamente rilassato.
«Bene, ci siamo, questo stato di rilassamento è dovuto all'ipnosi. Ricorda, qualsiasi cosa succederà sei tu a scegliere quello che vuoi vedere, la mia voce ti farà solo da guida»
Il dottore fece una pausa, era proprio una sensazione strana, mi sembrava di non essere più seduta alla sua poltrona ma sentivo perfettamente la sua voce nella mia testa.
«Ora farò un conto alla rovescia da cinque ad uno. Quando arriverò ad uno tutto quello che ti circonda sparirà e ascolterai solo e soltanto la mia voce»
«Cinque» la sua voce era decisa ma pacata.
«Quattro» tutto intorno a me il paesaggio del mare cominciava a svanire.
«Tre» il mare era completamente sparito e il rumore delle onde andava a scemare.
«Due» la sabbia cominciava a scivolare via e intorno a me si faceva buio.
«Uno» al suo schiocco di dita ero circondata dal vuoto più assoluto e la sua voce era l'unica cosa che riuscivo ad udire.
«Ci sei, Faith? Rispondimi» mi domandò.
«Sì» riuscii a rispondere.
«Bene, adesso immagina di essere in cima ad una rampa di scale» sotto ai miei piedi si formò una rampa di scalini trasparenti.
«Davanti a te la scala prosegue sfumandosi verso l'alto, ma non riesci a vedere dove porta, quelli sono i passi che farai» fece una pausa.
«Dietro di te invece, le scale scendono verso il basso ma non è buio, tutto intorno a te c'è una calda luce e tanta pace» improvvisamente il buio intorno a me sparì, al suo posto comparve l'immagine rassicurante della mia stanza, la luce era così abbagliante che avrebbe potuto accecarmi ma non mi dava fastidio.
«Dimmi, cosa vedi?» mi chiese.
«Vedo la mia camera» spiegai.
«Okay, adesso comincia a scendere quelle scale lentamente»
Come suggerito dal dottore cominciai a scendere i gradini di quella scalinata senza ringhiera.
«Dimmi, cosa vedi? » mi domandò ancora.
«Il paesaggio... sta cambiando» mi presi una pausa «Tutto intorno a me cambia mano mano che scendo»
«Dimmi di più» senti la sua voce
«Vedo il giorno che ho incontrato Katy alle medie, tutto è senza suono» aggiunsi ma poco dopo scesi un'altro gradino e le immagini cambiarono ancora.
«Adesso è cambiato ancora, è il giorno del mio decimo compleanno» continuai con la descrizione, lo ricordavo perfettamente quel giorno.
Avevo chiesto in regalo un vero arco con frecce e, ovviamente, i miei genitori mi hanno accontentato con delle riproduzioni giocattolo.
Guardai ansioso l'orologio, Faith era sotto ipnosi da una ventina di minuti e ancora lei non si era fatta viva.
Nonostante tutti i sintomi di Faith dimostrassero che si stava per rimanifestare, non riuscivo a trovare sue tracce nel subconscio di Faith.
Forse, i suoi nuovi disturbi non dovevano essere per forza riconducibili a quella cosa. Pensai.
La regressione era quasi finita e la situazione era tranquilla.
Stavo per interrompere la discesa di Faith quando ad un certo punto il suo racconto si interruppe e gli occhi sotto le palpebre incominciarono a muoversi più velocemente.
«Faith, tutto a posto? Cosa è successo?» le domandai focalizzandomi di nuovo su di lei.
«I gradini» sussurrò incominciando a dare segni di agitazione anche col corpo. Impercettibili ma presenti «Si sono improvvisamente allagati e proseguono sott'acqua» continuò lei.
Forse eravamo finalmente arrivati al punto cruciale del suo viaggio, era inusuale come visione ipnotica ma la ipnoterapia non è qualcosa con dei canone ben precisi, la seduta, le interpretazioni e i benefici cambiano da paziente a paziente e per questo mi piaceva così tanto.
E' qualcosa con barriere labili e devi essere bravo se vuoi riuscire a contenerle.
«Non avere timore, ricordati, l'acqua non ti farà del male» quando Faith udì la mia voce si tranquillizzò.
«Continua a scendere senza mai fermarti, l'acqua non potrà farti nulla» aggiunsi incitandola a scendere.
«Dottore l'acqua è... fredda» di nuovo i suoi occhi cominciarono a muoversi freneticamente sotto le palpebre.
«Non temere, ci sono qui io con te, continua a scendere» cercai di mantenerla calma con la voce.
«Ormai ho la testa sotto l'acqua, fa così freddo... non riesco più a respirare» il suo respiro cominciò ad essere affannoso e la sua voce acuta e sofferente.
«Aiuto!» chiese ad alta voce, sebbene la mia crescente curiosità la mia etica professionale mi imponeva di fermarmi.
«Ascolta la mia voce, adesso conterò alla rovescia da cinque a uno...»
Mentre cercavo di svegliare la ragazza lei urlò ancora e un uomo aprì violentemente la porta del mio ufficio facendo irruzione nella stanza.
Era il padre Faith, con il volto visibilmente preoccupato e colleròso.
«Cosa sta succedendo?!» chiese guardandosi intorno, Faith sembrava tranquilla ma con molta probabilità aveva perso i sensi.
«Lei non può stare qui, esca immediatamente!» con tono arrabbiato spinsi l'uomo fuori dalla sala e guardai con sguardo di rimprovero la segretaria.
Per quale diamine di motivo l'avevo assunta se non per impedire quelle interruzioni!
Dopo aver chiuso la porta, questa volta eccezzionalmente a chiave, tornai vicino alla ragazza e, con cautela, tentai di riprendere contatto con lei.
«Faith?» sussurrai «Faith, riesci a sentirmi?» domandai di nuovo e a quel punto notai un movimento di occhi, tirai un sospiro di sollievo, forse la situazione era recuperabile.
Il suo corpo era tornato completamente rilassato ma reattivo.
«Faith, riesci a sentirmi? Rispondimi» nonostante i miei incitamenti lei sembrava ignorarmi, eppure sapevo che riusciva a percepire la mia voce.
«Faith, ascolta la mia voce, adesso conterò alla rovescia da cinque a uno
Quando arriverò a uno schioccherò le mie dita e tu aprirai gli occhi, sarai calma e rilassata e ricorderai tutto quello che è avvenuto durante la nostra seduta» notai che gli occhi si muovevano a tratti.
«Cinque» feci una pausa.
«Quattro» cercai di osservare se per caso dava segni di risveglio.
«Faith non può udirla» improvvisamente la ragazza mi rispose.
Non era esattamente la risposta che mi aspettavo... ma era quella che speravo!
Dentro di me sentii un formicolo.
Quella risposta mi eccitò come una matricola alla prima lezione di psicosomatica.
Non erano certo cose che si potevano sperimentare tutti i giorni!
«Se Faith non mi può ascoltare, chi sei tu? Sei Kena?» domandai curioso ma sapevo già la risposta, era lei, ancora non riuscivo a crederci... avevo tra le mani un caso di personalità multipla!
«Non sono Faith, ti basti sapere questo» mi rispose la ragazza dopo una lunga pausa.
La sua voce era particolarmente alterata ma la sua risposta non fece altro che caricarmi. Ci sbagliavamo... non erano solo sue fantasie, lei esisteva.
«Perché sei così arrabbiata?» le domandai, non ero sicuro di riuscire a conquistarmi anche la sua fiducia.
«E me lo domanda pure? Stava per danneggiare Faith» esclamò accusandomi.
Come biasimarla, aveva più di un motivo per avercela con me.
Feci un grosso respiro, dovevo nascondere tutto il mio entusiasmo e continuare ad essere professionale.
«Quindi il tuo compito è proteggere Faith?» le chiesi per incoraggiarla a parlare ancora con me, ma non ci fu nessuna risposta da parte sua.
«Come mai sei così preoccupata?» Trovandomi di nuovo di fronte a Kena incominciai a ipotizzare che l'ansia provata Faith in quel periodo appartenesse a lei.
«Sta per tornare, devo impedirglielo» la sua voce era evidentemente nervosa.
«Chi sta per tornare?» tentavo a tutti i costi di farla parlare, sentivo la sua voce affievolirsi.
Dovevo assolutamente continuare a mantenere il contatto con lei.
«Dobbiamo essere pronte» senza che io potessi fare qualcosa, Kena smise di parlare.
«Faith, riesci a sentirmi?» per un attimo ci fu un lungo silenzio che mi fece tremare, poi udii di nuovo la sua voce.
«Sì»
«Continua ad ascoltare la mia voce, adesso conterò alla rovescia da cinque a uno. Quando arriverò a uno schioccherò le mie dita e tu aprirai gli occhi, sarai calma e rilassata e ricorderai tutto quello che è avvenuto durante la nostra seduta»
«Cinque» cominciai il conteggio per il risveglio.
«Inizi sentirti un po' più veglia» aggiunsi.
«Quattro...» feci una pausa.
«Incominci a recuperare il controllo dei tuoi arti»
«Tre... Piano a piano ti senti sempre più veglia » ancora una pausa per mantenere il ritmo.
«Due... cominci a percepire i suoni che ti circondano» mancava poco per il suo risveglio.
«Uno, quando schioccherò le dita aprirai gli occhi»
Bạn đang đọc truyện trên: AzTruyen.Top