Lotta con pennelli
"Ti piace?".
"Cosa?".
"Come cosa? Quello che ho appena dipinto no?". Mani incrociate sul petto in segno di indignazione.
Siamo nel nascondiglio, Anastasia stava dipingendo su un muro, io pensando sdraiata sul pavimento.
Ho tante cose per la testa: mio fratello, mio padre, tante cose.
Vediamo cosa hai dipinto...
Ha incominciato un nuovo muro.
La parte cominciata oggi rappresenta San Francesco e Santa Chiara nel giardino di San Damiano, Francesco con gli animali e Chiara con il Santissimo e la sua gatta.
È davvero molto bello.
"Allora?, ti piace?". Anastasia spalanca gli occhi da cerbiatto in attesa di una risposta.
"È davvero molto bello".
Esulta.
"... Ma poi devi continuarlo vero?".
"Certo!, volevo fare tutta Assisi!, anche se non ci sono mai stata...".
Mai?.
"Io sì".
"Veramente?!".
Sì, ci ero stata da bambina, in pellegrinaggio con i miei fratelli.
Era bellissima.
"Ma hai visto anche la basilica di San Francesco e tutte le chiese?".
Rido. "Sì tutte".
"Allora dimmi com'è che la dipingo qui!".
Lei si emoziona, è felice ed esulta.
Prende subito il pennello in mano, ma nel farlo rovescia un barattolo di vernice che mi finisce sulla tonaca.
"Ehi!". Io rispondo schizzandola con un pennello.
Comincia la sfida, è un gioco, una birichinata, come due bambine.
Alla fine, più colorate noi dei muri e sfinite, ci sdraiamo a terra ridendo.
"Siamo pari". Dico.
"No, io ho lanciato una goccia in più!".
"Una goccia conta?".
"Ogni singola goccia di qualunque liquido conta".
Rido.
Lei si mette sui gomiti. "Allora mi dici com'è questa Basilica?".
Sorrido.
Anche qui mi hai dato la gioia, mi hai fatto sorridere e divertire, hai fatto uscire quella bambina birichina che era nascosta qui dentro da tempo.
Grazie ancora, da ogni fibra del mio essere.
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